toh guarda...

29/06/11

Toh... guarda un po'! Esce un'inchiesta di Repubblica confermando la mia tesi della dittatura mediatica. Niente che io non avessi già detto, niente che in molti non avessero già detto. Molto che i vari Bersani&co non vogliono ammettere, pensando la RAI ancora uno spazio per loro.
E si prosegue con gli intrecci Berlusconi-Di Pietro, d'altronde Tonino è il miglior alleato di Berlusconi, il Meganoide di Daitarn 3 ovvero un'opposizione che si oppone senza proporre. E infatti chi nell'IdV cerca di proporre qualcosa rimane marginalizzato perché a Silvio fa comodo avere un partito contro che gli si oppone sterilmente: quale sarebbe la posizione economica dell'IdV? e in politica estera? su ambiente, energia e scuola? Temi su cui, in realtà, Tonino non prende posizione... difficile gestire il suo partito, ma congeniale a Berlusconi che ci sia un avversario visibile quanto inconsistente.
Vabbé, torniamo alla comunicazione... ricordiamoci solo che il nostro consenso dipende in buona parte da ciò che vediamo e i mass media sono almeno il 90% della percezione della nostra realtà politica.

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mi son sentito dire

28/06/11

Il mio supervisor e gli orari di lavoro:
"Se tu guadagni mille euro, mica posso pretendere che tu stia qui oltre le 6 di sera!".

Il mio capo durante l'esposizione pubblica di un lavoro fatto per lo più da me:
"Questo lavoro è merito soprattutto del mio assistente: se ci sono complimenti sono per lui, se ci sono limiti ed errori sono colpa mia".

Il mio supervisor e gli stipendi:
"Se sei precario, noi dobbiamo pagarti di più perché non puoi accedere pienamente ai servizi di welfare. Almeno così cerchiamo di compensare".

Inutile dire che queste frasi vengono da un mondo di lavoro che NON è l'Italia, ma agli italiani questo non interessa e trovano normale lo sfruttamento del lavoro, l'abbassamento della qualità di vita in cambio del profitto o, almeno, di poter lavorare vicino a casa. Ma la ribellione è già in atto con due milioni di giovani italiani emigrati negli ultimi 10 anni.


Sogno che l'Italia si preoccupi degli emigrati ALMENO QUANTO degli immigrati, almeno...

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tra le preoccupazioni del futuro

19/06/11

Dopo una certa età, la gente perde la voglia di ridere, divertirsi, scherzare. Lo vedo chiaramente in ufficio dove l'allegria par merce rara. Io che senza sorriso non so lavorare e, se lo perdo, cambio anche il lavoro, soffro questa cosa. Io non voglio fare a meno di divertirmi, ridere, scherzare, cazzeggiare e fare giochetti stupidi. Senza un sorriso, la giornata non ha senso e non capisco perché certa gente perda la voglia di divertirsi.
Non dico che la vita sia tutto un sorriso e un divertimento, ma senza questi si perde la vita stessa. Poi, forse, il mio modo di divertirmi non piace agli altri, amen. Amici come prima, ognuno trovi il suo divertimento. Ma per favore non perdete la voglia di divertirvi. O, almeno, non fatela perdere a me. So che c'è gente che mi considera poco serio perché mi diverto anche sul lavoro, mi spiace... non rinuncio a divertirmi con le persone con cui devo condividere l'ufficio. E comunque anch'io talvolta perdo il sorriso, capisco che ci sono momenti in cui non si deve e bisogna restar seri, ma santo cielo... perché oltre una certa età si perde la voglia di scherzare?

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quel che non si ha il coraggio di fare

18/06/11

Lasciar fallire le banche ché si sono create una bolla finanziaria e ora non la sanno gestire. Lo dicevo da tempo: alla crisi del 2007-8 non bisogna rispondere solo salvando le banche, ma introducendo regole più strette sulle banche. Simmetrie tra mercato e regolatori, divisione di funzioni di credito e di finanza, anti-trust per evitare che un attore di mercato possa diventare più grande di un regolatore, e quindi minacciarlo di farlo fuori.
E poi, ancora, l'Europa deve scegliere se implodere o fare il salto di qualità passando a una federazione ché significa sistema fiscale europeo e possibilità per la Commissione UE di commissariare un governo inadempiente. Purtroppo, molta Sinistra non lo capisce e la Destra permane tra egoismo e paura, senza lo slancio coraggioso che fu di Schuman, Delors e Prodi.
Lasciate fallire le banche, vediamo cosa ne succede. Il piano per la Grecia è una truffa perché gli si porta via quel che gli servirebbe per risollevarli. Imponiamogli piuttosto liberalizzazioni, maggiore controllo contro la corruzione e tagli, ma senza portargli via il capitale territoriale che altrimenti non gli tornerà più indietro.

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frammento d'amore

Da un po' di tempo, quando penso alla definizione di Amore, mi viene in mente la canzone dei Tiromancino che dice "viaggiare io e te con la stessa valigia in due". E così, sulla strada, una valigia un po' più pesante ché contiene anche il bagaglio dell'altro e quindi diventa un poco più faticoso, ma la fatica del percorso accompagnata dalle chiacchiere e dalle mani che reggono la valigia.

Ecco, se qualcuno mi chiedesse cosa vuol dire "l'Amore", gli rispondere citando questo vero.

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e Saviano capisce il bivio

quel che succede in Italia è nuovo, un movimento nuovo che emerge perché la crisi è pesante e la politica assente. Si lasci contaminare - propone Saviano - la politica da questo movimento coinvolgendone le persone e condividendone i metodi. La cosa peggiore da fare sono gesti come quello di Bersani che cerca di "appropriarsi" del risultato referendario, lui che per anni era contro la privatizzazione dell'acqua ed a favore del nucleare. Al contrario, contaminazioni che rimettano in discussione, soprattutto una classe dirigente a Sinistra che è ferma lì almeno dal '96 quando vinsero perché, appunto, seppero rimettersi in discussione.

Ma più di tutte è forte l'immagine di Brunetta che volta le spalle ai precari: l'arroganza di un ministro che diventa simbolo di un paese che volta le spalle ai problemi che falcidiano i suoi figli. Non solo sottrarsi al confronto, ma addirittura minimizzarne il problema.

Infine, si guardi tutto in un'ottica europea perché come sono legate le nostre economie, così sono legati i riflessi sociali e le reazioni politiche dlela gente. Molto più di quanto si pensi, molto di più...

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Nonostante il vento, mi sento poco incline ai compromessi

17/06/11

Stamattina, vento forte su Bruxelles. A me piace, dà il senso della natura impalpabile, presente, possente, forte. Camminavo verso l'ufficio e davanti a me ho incrociato una scolaresca, avranno avuto 13-15 anni, per lo più ragazze. Tra loro, una ragazzina un po' grassottella si teneva con le mani una gonna un po' audace che rischiava di svolazzare troppo con quel vento forte suscitando, però, l'interesse dei ragazzini lì di fianco. Sulla destra, invece, altre due ragazze infagottate su con un velo che, sicuramente, le copriva dal vento e dall'imbarazzo ma, sotto sotto, so che quelle ragazzine avrebbero voluto avere il problema di tenersi quella gonna così svolazzante. Sorrido e vado avanti.
Ripenso a quella sera tornando in metrò. Seduti davanti a noi una coppia sui 35-40 anni credo: lui, un giovane maghrebino in maglietta nera (un po' tamarra) e jeans guarda fuori dal finestrino. La moglie, davanti, vestita da capo a piede con un velo veramente molto bello ché però dava nell'occhio: "chebbbella tenda", m'è venuto da dire in maniera poco diplomatica (spero non capissero l'italiano...). Mi giro e di fianco a me altre due ragazze, in jeans e maglietta come me.

Ecco, su questa cosa, io sono molto poco incline a compromessi col mondo arabo. Trovo ingiusta questa sottomissione della donna che passa anche per imporle vestiti così vistosamente diverse mentre per gli uomini jeans e maglietta vanno bene, per gli uomini va bene adeguarsi alla moda occidentale... ma le donne no, non guidino e si vestano come tende, sia pure di buon gusto... ma per loro la differenza religiosa deve essere evidente! Se un maghrebino magari non è mussulmano, non ci devono essere dubbi sul fatto che la donna lo sia e le si imponga un vestito che, inevitabilmente, diventa una barriera sociale fortissima, soprattutto quando sei una ragazzina e magari non ti dispiacerebbe di attirare un po' l'attenzione di qualche coetaneo.

Chiudo con un pensiero storico legato al mio caro "amico" Goffredo di Buglione, primo Re cristiano di Gerusalemme. Si accusa spesso il mondo occidentale per le Crociate. Vero, furono nient'altro che una guerra di invasione. Però, non è che dall'altra parte ci siano dei "santerellini", nel senso che ricordo cos'è successo a Poitiers, Lepanto, Budapest e Vienna, ovvero una serie di battaglie in cui l'Occidente cristiano vinse in difesa contro l'invasione arabo-ottomana. Ora, non voglio fare una discussione su torti, colpe, meriti e responsabilità. Voglio solo dire che non si può fare un conteggio delle guerre (quali sarebbero le più gravi? quali quelle "legittime"? Sempre che si possa dire che esistono delle guerre legittime...). La verità è che ci sono state tantissime guerre con invasioni provenienti da entrambi gli schieramenti e non ha senso parlare di un "credito" maturato da una parte rispetto all'altra, a meno che non si limiti a restringere il campo su qualche caso specifico il ché, però, fa cadere l'argomento che gli arabi sarebbero in credito a causa dell'invasione crociata.

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crisi varie

16/06/11

La Grecia è condannata, ma la Banca Centrale Europea (BCE) vuole evitare la ristrutturazione del debito, che poi significa fallimento, ma perché? Vediamo innanzitutto chi è la BCE.

La BCE è una sorta di consorzio tra le banche nazionali dei vari paesi dell'Eurogruppo che si sono messe d'accordo per battere la stessa moneta. Questa moneta è stata riconosciuta come l'unica ufficiale in circolazione nell'Eurozona.

Ok, di chi è, per esempio, la Banca d'Italia? Andando su Wikipedia si può scoprire (surprise! surprise!) che, per esempio, che la Banca d'Italia non è un istituto pubblico ma... è la banca delle banche, tombola! Per esempio, il 30% della Banca d'Italia è di Intesa e così via: cioè ci si è messi d'accordo perché le banche facessero un soggetto comune a cui lo Stato riconosce il diritto di batter moneta.
Vale un po' la stessa regola in tutti i paesi (eccetto l'Inghilterra dove mi risulta che la Bank of England sia di proprietà del governo, che però lassù non esiste il concetto di pubblica amministrazione e quindi è un po' tutto diverso).

Bene, se la Grecia fallisce, le banche che gli hanno prestato i soldi non li vedranno ritornare: per questo le banche europee non vogliono che la Grecia fallisca e chiedono alla loro controllata, la BCE, di evitarlo. La BCE obbedisce perché se la Grecia fallisce i suoi padroni perdono un sacco di soldi e sono nei casini.
In cambio del prestito, però, chiedono in cambio i gioielli di famiglia greci, tipo il porto del Pireo e altre robe enormi. Non è strano, sempre banche sono!

Quello che invece è più strano è che sempre queste banche hanno fatto soldi... scommettendo che la Grecia fallisse! Già, perché da quando c'è la crisi, questo è il modo migliore per far soldi. Unico dettaglio è che a farlo sono banche americane ché tanto sono più forti di quelle europee e loro sono protette dalla Federal Reserve. E nel mercato globale il gioco è far ricadere costi e fallimenti "all'esterno".

Si potrebbe poi discutere dei singoli strumenti, dai subprimes ai CDS, ma non mi interessa. Quel che mi interessa sottolineare è che bisogna smetterla di guardare gli indici, le tabelle ed i trendflowchartstock... guardiamo cosa fanno le persone, guardiamo dove investono le grandi banche, guardiamo su cosa scommettono gli investitori più potenti, parliamo di come loro si comportano, quali conseguenze e che forse alcuni ci piacciono e vanno incentivati, altri forse no...

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certa sete

Qualche sera fa avevo sete e mi son versato un bicchier d'acqua.
Avendo ancora sete, me ne stavo versando un altro bicchiere, quando mi sono accorto che non avevo bevuto il primo.
La scena s'è ripetuta tre o quattro volte finché mi son deciso a bere quel bicchier d'acqua finché non mi son deciso a berlo..

Ora, non capisco perché mi versassi il bicchier d'acqua e non lo bevessi nonostante la sete, eppure è successo.

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4 convinzioni

13/06/11

L'esito del Referenda dice chiaramente che Berlusconi è, ormai, declinante. Le realtà organizzate capaci di promuovere temi ampiamente comprensibili (il nucleare si capisce, la servità coatta di elettrodotto no) hanno imparato ha raccogliere l'attenzione a fronte di un elettorato narcotizzato dall'impero mediatico di Berlusconi, ma sfiancato da una crisi che anche se non la fai vedere ti azzanna al collo.

L'esito del Referenda dice chiaramente che Bersani dovrebbe dimettersi dopo la clamorosa giravolta su nucleare e acqua, dopo aver osteggiato i referenda ora si dichiara vincitore rendendosi ridicolo di fronte a chiunque abbia memoria delle sue posizioni. Se ci fosse stato Veltroni o Franceschini avrebbero già invocato le dimissioni.

L'esito di queste votazioni (referenda+amministrative) mi convince dell'idea che una nuova forma di organizzazione politica stia emergendo. Vendola ne è il simbolo: un ottimo testimonial, capace di "narrare" la realtà e un progetto politico come un grande leader che, però, è in realtà vuoto di contenuti. Qual è la politica economica di Vendola? Quella istituzionale? Non avendo i contenuti (per scelta o per incapacità), Vendola li prende da un processo di partecipazione che alimenta un portavoce più che un capo. E' una nuova forma di partito che diventa piattaforma e riferimento di posizioni, un partito non come soggetto sociale, ma come luogo pubblico il cui interesse è far emergere idee di altri, non le sue. Pisapia ha vinto perché ha usato questo metodo in cui crede; De Magistris ha vinto perché voleva fare piazza pulita senza aver granché da proporre se non il ricambio. Ma vinsero così anche Formentini e Castellani 15-20 anni fa. La sfida è ora di metabolizzare questo metodo e crederci e, su questo, solo Vendola mi par crederci, anche se è troppo prematuro.

Ultima convinzione: questi referenda erano complicati, soprattutto i due sull'acqua. Le implicazioni del voto, nel merito, saranno complicate da capire. Vedremo.

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a rischio di gravissimi errori istituzionali

Nel meccanismo di funzionamento delle istituzioni, la Chiesa rischia di fare un errore gravissimo: nominare un cardinale di CL a Milano significherebbe annullare l'ultima autorevole voce progressista nel panorama cattolico italiano che è tradizionalmente quella del Cardinale di Milano e condannare, probabilmente in via definitiva, la Chiesa italiana a posizioni conservatrici e tendenzialmente chiuse e reazionarie.

Al contrario, un'istituzione funziona quando riesce a mantenere al suo interno anche voci diverse da quelle della maggioranza, e questo vale non solo per la Chiesa. Se chi guida un'istituzione non si preoccupa che anche chi dissente dalla sua posizione sia rappresentato, quell'istituzione si svilisce al rango di organizzazione. Al contrario, un'istituzione è tale quando vi si riconosce anche chi magari non si sente rappresentato al 100% da chi la guida e riconosce in lui un capo legittimo. Se Scola diventasse Cardinale di Milano, i progressisti aperti e modernisti non sarebbero più rappresentati nel panorama ecclesiastico italiano, mentre festeggerebbero i CLini ormai liberi di spadroneggiare anche nella loro città.

Si faccia attenzione a livello pastorale perché da quando c'è Ratzinger e la Curia Vaticana s'è riempita di gente di Opus Dei e CL, dalla Chiesa si rinforza chi già c'è, ma si perde tutta la fascia moderna, progressita, così come quella di chi ha stima della Chiesa senza esser credente. Si perde la spinta rinnovatrice della Chiesa, per rafforzare quella conservatrice, si perde la possibilità di allargare la missione della Chiesa pur di rafforzare solo chi già ne fa parte.

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brevi appunto referendario

10/06/11

Io voterò e voterò "sì" ai referenda nazionali e milanesi, ma non è questo di cui mi preme scrivere. Il meccanismo non funziona perché il fronte del "no" è costituito da chi è contrario e da chi si disinteressa: questo impone la necessità di riformare l'istituto referendario (qui una proposta interessante).
Io voterò sì, anche se i quesiti sono come sempre assurdamente complicati e difficili da spiegare, soprattutto sull'acqua, ma il discorso politico retrostante mi pare talmente chiaro da sciogliere ogni dubbio.
Vedremo, ho poca fiducia sul raggiungimento del quorum, ma la storia di questi referenda sono sicuramente l'ennesima dimostrazione di quanto mal ridotte siano le istituzioni repubblicane italiane.

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e poi, a un certo punto...

06/06/11

A un cerot punto si deve dire: mah, proviamoci!
Più dubbi che certezze in questo tempo che continua a essere un tempo di mezzo, vivendo in pieno il senso di una generazione precaria. Precaria nel lavoro al di là di impegni per stabilizzare e sviluppare personalità, sentimenti, idee, identità. Precarietà precaria di luoghi e investimenti che, chissà, un giorno dovranno pur portare a qualcosa, quantomeno a una destinazione ché pare che la nostra generazione sia stata sacrificata.
E nessuna primavera pare arrivare per i giovani europei dove gli indignados spagnoli sono isolati, i greci si arrabattano senza umiltà e gli italiani appena appena muovono qualche passo. Al nord, dicono, si stia meglio, ma la gente non pare esser granché ottimista. Forse la Turchia o, più in là, la mastodontica India o l'allegro e contraddittorio Brasile. Una geografia che riscrive le opportunità mentre qui, in una piccola stanza poco lontano dal centro del mondo, si decide che val la pena provarci, tanto ormai...

A differenza di altre, la mia generazione non ha perso. La mia generazione è stata sacrificata preventivamente. E questo è quel punto in cui la loro miopia non arrivava. Al fine, saremo classe dirigente temprata, ma solo alla fine. Se ci arriveremo.

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