brevi appunto referendario

10/06/11

Io voterò e voterò "sì" ai referenda nazionali e milanesi, ma non è questo di cui mi preme scrivere. Il meccanismo non funziona perché il fronte del "no" è costituito da chi è contrario e da chi si disinteressa: questo impone la necessità di riformare l'istituto referendario (qui una proposta interessante).
Io voterò sì, anche se i quesiti sono come sempre assurdamente complicati e difficili da spiegare, soprattutto sull'acqua, ma il discorso politico retrostante mi pare talmente chiaro da sciogliere ogni dubbio.
Vedremo, ho poca fiducia sul raggiungimento del quorum, ma la storia di questi referenda sono sicuramente l'ennesima dimostrazione di quanto mal ridotte siano le istituzioni repubblicane italiane.

6 commenti:

laFra 11 giugno 2011 alle ore 07:33  

ho votato, ma mi sa che nn conta per il quorum :(

D21 11 giugno 2011 alle ore 09:00  

dovrebbe contare per i 3 referenda di cui non hanno cambiato il testo. Cioé, sul nucleare han riscritto il quesito e quindi probabilmente annullano solo quello, ma poi vai te a capire che casini han fatto...

Maxim 11 giugno 2011 alle ore 11:01  

non condivido quasi niente.
non condivido le opinioni di fondo, nè il merito di questi referenda, nè le proposte di abolizione del quorum.

trovo sbagliatissimo, e molto demagogico, che l'uomo della strada venga chiamato a decidere di pancia - peraltro non si sa bene fino a che punto, vista le nebulosità dei quesiti e delle successive prospettive se vincessero i sì - su questioni cruciali per la Nazione (primi 3 quesiti) o su un tecnicismo parlamentare.

rifiuto l'n-simo test politico pro o contro mr B.

sono stra-convinto che il quorum ci voglia. se il popolo deve esprimersi lo deve fare almeno a maggioranza. non si può pensare che decida una minoranza di attivisti. del resto, quando i quesiti erano interessanti la gente a votare c'è andata eccome (aborto, divorzio, nucleare post Chernobyl, finanziamento pubblico ai partiti).

io penso che ritirerò la scheda solo sul secondo quesito, l'unico che condivido più del 50%, anche se sarei tentato di non ritirare neanche quella per quanto detto prima.

Anonimo 12 giugno 2011 alle ore 16:32  

Proposta interessante! Di certo il sistema referendario e' da cambiare.

Aggiungo una mia proposta: che si riformi pure il quorum e la procedura di raccolta delle firme, pero' chi propone il referendum ne paghi il costo allo stato qualora la consultazione non risulti valida invece di avere sempre tutto rimborsato all'infinito.

Papero

D21 13 giugno 2011 alle ore 09:44  

@Maxim
lo sai che abbiamo idee diverse sullo Stato che per me non può che essere democratico, accettandone il rischio che il dibattito possa diventare demagogico: le alternative le conosciamo...
Mentre è, purtroppo, inegabile che il IV referendum sia politico visto che si tratta di una legge ad personam, cosa che in democrazia non si dovrebbe poter fare.
Io non ho proposto l'abolizione del quorum, vorrei però che non si confondessero le ragioni del "no" con quelle dell'astensionismo disinteressato, altrimenti il meccanismo non funziona. Una logica potrebbe essere, per esempio, alzare di molto il numero di firme necessarie per un referendum.
Faccio notare che da quando c'è la cd. "seconda repubblica" i referenda non passano il quorum segno che forse è cambiato qualcosa nel clima politico generale e nell'uso di questo strumento specifico.

@Papero
Interessante l'idea che in caso di mancato raggiungimento del quorum qualcuno paghi, ovviamente andrebbe studiato il meccanismo anche per evitare giochetti "discutibili" come il disaccorpamento o la scelta di date improbabili per far fare un referendum. Ipotesi da approfondire.

Anonimo 13 giugno 2011 alle ore 19:33  

Forse sarebbe da combinare le tre cose insieme:

1) abbassamento del quorum (33% secondo me e' ragionevole);

2) aumento delle firme necessarie (secondo me dovrebbero essere tante quanto il quorum, per mostrare davvero che c'e' interesse per il tema);

3) rimborso solo con quorum raggiunto;


Si butta giu' la proposta?

Papero

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