Dalla Gran Bretagna

14/06/08

Già prima di andarci l'avevo in antipatia, ma prima in Irlanda e poi soprattutto in Scozia ho imparato che l'ombrello è qualcosa di non così necessario, o meglio ho cambiato il rapporto con la pioggia e l'ombrello è diventato definitivamente superfluo, è ormai un vezzo, un lusso che talvolta mi concedo.
Non ho mai amato l'ombrello, quando sei per strada e parli con qualcuno che ha l'ombrello ma che è più basso di te (per me, praticamente sempre), non riesci a guardarlo negli occhi e te lo tira sempre in faccia.
In verità è il rapporto con la pioggia quello che la Scozia mi ha fatto cambiare: a Edinburgh non puoi stare sempre dietro con l'ombrello e preoccuparti che piova o no, preoccuparti di ricordartelo sempre quando esci e di non lasciarlo in giro. Forse gli snob londinesi si pongono questi problemi, in Scozia dove il meteo è molto più ostile sono ben'altri i problemi.
E allora: se piove poco l'ombrello è superfluo ché bastano un cappello/cappuccio ed una giacca (che comunque devi avere addosso perché mica è caldo...), se piove tanto non c'è ombrello che tenga e quindi tanto vale non averlo ché ti bagneresti lo stesso.
Ho importato questo "costume scozzese" in Italia, tra il disappunto di molti che evidentemente non hanno mai provato ad andare sù verso Irlanda e Scozia dove, bagnarsi, non è certo un problema: in fondo ci si asciuga, no? E poi la pioggia italica non è così forte, e poi io ho sempre rotto/perso i miei ombrelli, così ho anche risolto un problema...

1 commenti:

Anonimo 16 giugno 2008 alle ore 13:30  

Ciao Duke, ti rispondo qui al post che hai commentato sul mio blog:

Tutti vogliamo l'Europa e anch'io mi auspico di vedere costruire un'Europa dei popoli che sappia trovare una strada di sviluppo alternativa a quella disegnata dalla politica americana, basata sulla fratellanza tra i popoli, la pace ed un mercato sostenibile che non costringa l'individuo a porre il profitto come suo interesse primario. Purtroppo l'Europa che stanno cercando di imporci, prima attraverso i referendum per la Costituzione (2005) e poi con questo trattato-truffa che sarebbe stato ratificato nel silenzio ben presto anche in Italia, non porterebbe all'Europa dei popoli che tutti aspettiamo. Trasformerebbe l'Europa in un braccio della Nato che possa essere usato per attaccare l'Oriente, niente di alternativo agli Stati Uniti anzi un partner strategico che ne faccia gli interessi sul continente, un partner in posizione strategica. Qui si tratta di svuotare di potere i governi nazionali e mettere il nostro futuro in mano alla burocrazia europea. Significa vedere allontanarsi ulteriormente la possibilità di influire sul nostro futuro mettendolo in mano ad una cerchia ancora più ristretta di persone con interessi lontani da quelli popolari. Significa imposizioni dall'alto che schiaccierebbero gli agricoltori, i pescatori e le economie locali a favore di un'Europa dove le fabbriche sarebbero delocalizzate, per essere più produttive e meno costose, nei paesi dell'est recentemente ammessi. Fine di una visione locale che permette ai popoli di avere una politica che si occupi delle singole comunità, per una politica imposta dall'alto da un Parlamento europeo che è formato da banchieri e lobbisti interessati a fare soldi. Significa una vittoria di quel capitalismo d'assalto che fa bene a pochi e male a molti. Significa rinunciare a diritti che pensavamo acquisiti da anni per tornare indietro. Verrebbe legalizzato il fatto che le sommosse e le rivolte possano essere sedate con l'uso della forza. Significa non avere il potere di influire su niente perchè i governi locali sarebbero senza potere. Io non voglio quest'Europa e neanche gli irlandesi, né i francesi che hanno bocciato la costituzione nel 2005 come gli olandesi. Il fatto è che in Italia non si dice niente di tutto ciò e l'Europa viene vista come la manna dal cielo. Magari città come Milano diventerebbero ancora più centrali e importanti ma i bisogni del resto del paese sarebbero tenuti in considerazione come il due di picche. Perciò meno male che è passato il no in Irlanda che non è che ha detto no per ripicca o ragioni effimere, i cittadini hanno capito che non ci sono grandi vantaggi ma solo grandi e rischiosi punti di domanda nel mettersi nelle mani dei burocrati affaristi che compongono le istituzioni europee. Gli stessi che avrebbero voluto mettere in vendita la carne col cloro proveniente dall'America che sono stati bloccati dai governi nazionali. Gli stessi che affamano i produttori di latte imponendo che il latte debba essere importato dalle nazioni anche se ne producono abbastanza per la loro popolazione. Gli stessi che speculano sul nostro futuro. Poi caro Nicola, le persone sono più disposte a accettare le prove che più sono conformi al proprio punto di vista e che lo confermano, quindi potresti prendere tutte queste considerazioni come esagerate o fondate su mezze verità. Comunque spero di averti dato quante spunto di riflessione...Un salutone!!

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