Povera Santa Rita, curaci i mali della sanità ciellina
12/06/08
Alla clinica Santa Rita andai una volta due anni fa quando non stavo tanto bene e finii alla guardia medica della mia università (un'infermiera per mezza giornata con 23.000 studenti, tant'è). La gentile signorina mi disse: "guardi, stia tranquillo, non è grave, nulla di urgente... ma vada immediatamente nell'ospedale più vicino".
Mi recai così alla Santa Rita dove mi somministrarono una dose da cavallo per annullare un farmaco che stavo prendendo ed a cui ho scoperto di essere allergico. Vabbè, niente di grave se non che, quando mi dimisero, mi dissero "torni pure tranquillo in università, al limite sentirà un po' di sonnolenza". Esco dal pronto soccorso e mi addormento secco in sala d'attesa (alla faccia della leggera sonnolenza!). Al ché mi fanno rientrare e mi lasciano lì a dormire un 2 ore su un lettino. Il giorno dopo stavo bene e non è che possa lamentarmi più di tanto.
Ci tengo però a chiarire di chi sono le colpe perché credo che quella della Clinica Santa Rita, di cui tutti avrete letto sui giornali, sia solo la punta d'iceberg di un sistema gravemente degenerato quale è la Sanità lombarda, con colpevoli consapevoli del sistema che hanno creato.
Premesso: lasciate stare la povera Santa Rita da Cascia. Il problema è nella Sanità lombarda la quale è l'espressione sicuramente più compiuta del pensiero politico di Formigoni (alias CL) ed è il più chiaro esempio della loro impostazione.
La Sanità lombarda è impostata come un quasi-mercato: soggetti vari (pubblici e privati) sono in concorrenza (mercato) per fornire il servizio migliore (l'offerta), la Regione Lombardia (la domanda-ombra) paga quello di cui fruiscono i cittadini (la domanda-utente). Chi fruisce del servizio (il cittadino) non è quindi quello che paga direttamente (=non si rende conto di quanto costi); chi eroga il servizio poi si fa pagare dalla Regione Lombardia (l'ospedale si auto-certifica le prestazioni). Il pagamento è automatico (è un mercato, non una distribuzione amministrativa).
Così, secondo il pensiero pseudo-liberale Ciellino il paziente è libero di scegliere il servizio sanitario che fa per lui.
In questo sistema, riceve più soldi l'ospedale che fa più radiografie, quello che fa più interventi chirurgici eccetera. C'è un vero e proprio tariffario che la Regione Lombardia paga agli ospedali per le prestazioni sanitarie fornite ai cittadini.
I problemi gravi sono
- gli ospedali pompano i servizi per farsi pagare dalla Regione (la Santa Rita ha esagerato, ma 2 settimane fa hanno beccato il San Raffaele, alcuni mesi fa il Policlinico, prima quello di Magenta e poi così via fino a Poggi Longostrevi per cui, ricordiamolo, la Presidenza regionale di Formigoni fu condannata come colpevole, ma non lui come Presidente... assurdo giuridico, ma è giusto ricordarlo).
- la concorrenza è stata introdotta artificialmente prima nei settori redditizi per il privato, come la chirurgia o l'oculistica (altrimenti i privati non avrebbero partecipato al mercato), ma in questo modo al pubblico si tolgono quelli redditizi e gli restano quelli onerosi (pronto soccorso, lungo degenze, ...) che vengono risparmiati al privato. Il pubblico prima si manteneva guadagnando un po' sulla chirurgia&co per sostenere servizi altrimenti insostenibili (le lungo degenze, ...). La concorrenza è, cioè, solo su quelli vantaggiosi per il privato (più efficiente per definizione, altrimenti non parteciperebbe), mentre al pubblico restano le parti più onerose (su tutte i pronto soccorsi) e deve però pure competere su quelli redditivi.
- chi si avvantaggia di questo sistema sono gli ospedali privati, per la stragrande maggioranza in mano a CL che, guarda a caso, esprime il Presidente della Regione Lombardia con un blocco elettorale massiccio e compatto.
- la qualità della cura non è garantita, si effettuano solo le ridicole comparazioni tra la sanità lombarda e quella campana, che è come chiedere se è più veloce una nuova Audi o una vecchia carretta smarmittante. Il confronto andrebbe fatto tra pari, non tra Inter e Sanremese...
Quello che trovo più insopportabile della politica regionale è che, fissato un principio ragionevole (la libertà di cura del paziente), si prosegua per deduzione rigida, senza porsi il problema se il risultato finale sia stato quello auspicato, si aggiunga che la Corte dei Conti (così come i Ministri Sirchia di destra e Turco di sinistra) hanno certificato che questo sistema sia gravemente iniquo e finanziariamente insostenibile.
Questa politica è ancora più grave da parte di gente che, dichiarandosi cristiano, alla fine fa gli affari con la salute dei fratelli.
PS
scanso equivoci, io sostengo una sanità pubblica dove i finanziamenti vengano distribuiti non con logiche di mercato, ma come distribuzioni amministrative intra-organizzative (non competitive), sulla scorta dei controlli e valutazioni di gestione che analizzino la qualità del servizio, non la sua domanda.
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