Nel caldo
22/07/10
Appoggiato al suo pastorale, l'Arcivescovo McWyzer seguiva la cerimonia con un misto di raccoglimento, solennità e torpore. Il caldo romano non si addiceva a un uomo del Nord. Sopportava il caldo meno peggio di quanto pensasse e rifletteva sulle sue terre, la Britannia e la sua scuola che aveva dovuto lasciare.
A Roma era giunto per "pregare per la salute del Sommo Pontefice". Si sapeva, o forse si sperava, che di lì a poco ci sarebbe stata una nuova elezione e non si poteva certo aspettare il Concilio per decidere chi avrebbe dovuto prenderne il posto. Tutti già sapevano che il Cardinal Staturini avrebbe dovuto essere il nuovo Pontefice, ma a McWyzer questo non interessava. Giochi romani, si ripeteva, mentre a lui preoccupavano le sorti della Gran Bretagna, ancora tremendamente debole.
McWyzer si appoggiava al Pastorale di Scandinavia, avvolto nel suo mantello di Britannia. Scelto come rappresentante delle Chiese del Nord, la cerimonia di investitura fu particolarmente spartana. I Vescovi scandinavi mandarono giusto un prevosto con le insegne pastorali di Scandinavia da consegnare a McWyzer. Non tanto per fiducia in lui, quanto per consapevolezza dell'inutilità del recarsi a Roma per quell'occasione.
I Cardinali del Nord sapevano che gli Italiani avevano già deciso tutto tra di loro attraverso le loro lotte di potere: un modo di ragionare tanto lontano dalle genti del Nord, in cui, forse, solo McWyzer poteva orientarsi. L'Arcivescovo era talmente poco propenso agli studi teologici e liturgici ché inizio a interessarsene. Capì in quell'occasione che questa sua sensibilità era stata la sua ancora di salvezza durante le lotte per la pacificazione della Gran Bretagna.
Chinata la testa, l'Arcivescovo accarezzava gli araldi di Britannia cuciti sul suo mantello; con l'altra mano, stringeva la Croce di St Andrews, mentre continuava a pensare. Il silenzio del suo viso era un misto di preghiera e assenza.
Impartita la benedizione, i Cardinali uscirono, mentre McWyzer tornò per godersi un po' di fresco.
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