Chissà cosa ne direbbe Marx, ora che la sua sintesi è ormai superata
30/01/13
Esistono due aspetti incredibili del nostro modello di sviluppo socio-economico che rendono ormai la sintesi proposta da Marx superata. Mentre le categorie analitiche hanno ancora un grandissimo valore, lancio due elementi chiave.
Il capitalista ormai guadagna senza bisogno di produrre attraverso il lavoro. La finanza è il capitale che genera capitale, e quindi potere, senza più bisogno né degli operai né, e questa è la cosa interessante, senza il bisogno di farsi vedere. Perché se ieri le fabbriche erano lì come cattedrali-santuario della produzione, oggi la finanza è quantomai immateriale.
Il secondo aspetto ancora più interessante è la natura residuale del lavoro che subisce una trasformazione assolutamente impensabile per le categorie marxiane, ancora meno per gli economisti classici e neoclassici. Il lavoro è stato distinto in due: operai produttivi nel sud del mondo, precari nel nord mondo. La cosa interessante è che ora il capitalista vive nel nord, i precari lo vedono ma gli ex-proletari no. I precari sono divisi di fronte al capitalista, mentre i proletari che in passato cercarono di fare addirittura una rivoluzione contro il capitalista manco lo vedono più.
Ecco, la smaterializzazione del capitale e la distribuzione polarizzata dei lavoratori sono i due elementi che contraddistinguono il mondo contemporaneo, almeno usando categorie analitiche marxiste.
Chiudo dicendo che è sempre interessante confrontarsi con i maestri del pensiero come Marx perché ti invitano a prendere posizione e, ancora più importante, perché ti aiutano a ragionare usando categorie che non sono le mie tradizionali. Per questo posso sembrare forzato e maldestro nel parlare alla marxista, ma questo pur breve esercizio è stato per me importante.
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Il capitalista ormai guadagna senza bisogno di produrre attraverso il lavoro. La finanza è il capitale che genera capitale, e quindi potere, senza più bisogno né degli operai né, e questa è la cosa interessante, senza il bisogno di farsi vedere. Perché se ieri le fabbriche erano lì come cattedrali-santuario della produzione, oggi la finanza è quantomai immateriale.
Il secondo aspetto ancora più interessante è la natura residuale del lavoro che subisce una trasformazione assolutamente impensabile per le categorie marxiane, ancora meno per gli economisti classici e neoclassici. Il lavoro è stato distinto in due: operai produttivi nel sud del mondo, precari nel nord mondo. La cosa interessante è che ora il capitalista vive nel nord, i precari lo vedono ma gli ex-proletari no. I precari sono divisi di fronte al capitalista, mentre i proletari che in passato cercarono di fare addirittura una rivoluzione contro il capitalista manco lo vedono più.
Ecco, la smaterializzazione del capitale e la distribuzione polarizzata dei lavoratori sono i due elementi che contraddistinguono il mondo contemporaneo, almeno usando categorie analitiche marxiste.
Chiudo dicendo che è sempre interessante confrontarsi con i maestri del pensiero come Marx perché ti invitano a prendere posizione e, ancora più importante, perché ti aiutano a ragionare usando categorie che non sono le mie tradizionali. Per questo posso sembrare forzato e maldestro nel parlare alla marxista, ma questo pur breve esercizio è stato per me importante.