Lo scenario attuale

11/01/13

Premetto che parlerò di sondaggi, legge elettorale e tattica, non di contenuti politici.

I sondaggi danno alla camera una vittoria probabile per PD-SEL che dovrebbero prendere il premio di maggioranza. Le divisioni Monti-Berlusconi probabilmente impediranno al centrodestra di ribaltare questo risultato, anche perché Monti è partito con alcune stoccate sbagliate. Intanto, Grillo s'è sgonfiato ma entrerà comunque in Parlamento, mentre Ingroia è più no che sì (chi sostiene Ingroia dice che voli ben sopra la soglia del 4%, ma tutti gli altri sondaggi li danno sotto).

Al Senato la partita è MOLTO più complessa perché si assegnano i seggi con un premio di maggioranza su base regionale (in pratica, se sei primo in una regione, prendi il 55% dei seggi mentre tutti gli altri si spartiscono il 45% in proporzione ai loro voti e, ovviamente, ogni regione ha un numero di seggi proporzionale alla popolazione).
Ci sono due regioni che sono in bilico e che sono sufficientemente grandi da risultare decisive: Lombardia e Campania. Le altre sono Veneto e Sicilia (Piemonte e Lazio vengono date come sicure al centrosinistra, grazie ad un buon risultato di SEL e vedremo poi perché questo conta).

Partiamo dal caso più facile. La Campania è una regione storicamente in bilico (Bassolino->Caldoro) dove Ingroia-DeMagistris sono dati sul 13% e visto che serve almeno l'8% per partecipare alla spartizione del 45% dei seggi probabilmente prenderebbero qualche seggio al senato. Tuttavia, data la vicinanza degli elettorati, Ingroia-De Magistris è molto probabile che facciano perdere il premio di maggioranza al centrosinistra, malgrado le divisioni tra Monti-Casini-Fini e Berlusconi-Caldoro-Cosentino.

Molto più complicato è il caso della Lombardia, regione fortemente di centrodestra e dove ci sono anche le elezioni regionali. Ambrosoli (centrosx) viene dato davanti a Maroni (PdL+Lega) di circa 1-2%. Tuttavia, nel centrosx che sostiene Ambrosoli ci sono anche Rifondazione e IdV che, assieme, vengono date sul 3-4%, quindi senza di loro Ambrosoli non avrebbe quel vantaggio di cui sopra e Maroni vincerebbe (almeno ora, perché Albertini sostenuto da Monti potrebbe portare via molti voti a Lega+PdL considerando che ciellini di peso come Mauro stanno con Monti). Tuttavia, Rifo+IdV che a livello regionale stanno con Ambrosoli (centrosx), a livello nazionale sostengono Ingroia e questo mette a rischio il premio di maggioranza per il Senato in Lombardia qualora le quote regionali e senato coincidessero (NB il voto disgiunto senato-regione è assai raro e riguarda in genere quote minime). Non dimentichiamoci che la Lombardia è la regione più popolosa d'Italia, quindi che assegna il maggior numero di senatori.

Per quel che riguarda le altre regioni in bilico, la Sicilia è ad oggi un mistero e nessuno sa come voterà alla luce delle ultime elezioni che han visto vincere Crocetta (PD+UDC, ma col M5S prima lista a seguito di forti divisioni nel centrodx). Il Veneto è invece quasi sicuramente in mano a PdL+Lega. Se il centrosx dovesse vincere anche in Veneto, allora tutti i discorsi sopra sarebbero superati perché significherebbe una vittoria di enormi proporzioni.

In sintesi, abbiamo due regioni dove Ingroia può far perdere al centrosx la maggioranza al Senato.

Cosa succede in questo caso? Semplice, se Ingroia fa perdere al centrosinistra la maggioranza al senato Bersani dovrà fare un accordo con Monti per poter avere una maggioranza anche al Senato (già si parla di Casini Presidente del Senato), come ha già annunciato più volte sia lui sia il suo vice Letta.
Se SEL sarà andata particolarmente male, soprattutto avendo perso voti verso la lista Ingroia, una certa parte del PD filo-Monti avrà gioco facile a sostituire SEL con UDC&co, anche perché così potrebbero recuperare una qualche maggioranza anche alla Camera. In tutto questo, probabilmente Ingroia manco entrerà in Parlamento se non con un senatore in Campania che quindi confluirà sul gruppo misto diventando ininfluente.

Esistono poi alcune logiche tattiche che dovrebbero far riflettere. Primo, Berlusconi con l'uscita di ieri da Santoro ha saputo tornare al centro dell'attenzione trasformando le elezioni di nuovo in un referendum pro o contro di lui. Questo a valle della strategia di Monti di attaccare Bersani per recuperare il voto moderato, anche perché è dal PD che può erodere più facilmente (chi oggi ascolta Berlusconi, Ingroia o Grillo non cambierà mai idea a favore di Monti). Dall'altra parte, ci sono due segnali di evidente debolezza: Letta già annuncia un possibile accordo con Monti che è un errore colossale perché significa che ha già rinunciato ad una vittoria piena. Altro segnale di debolezza è che Bersani non ha capito la criticità di cui sopra e la minaccia rappresentata da Ingroia che col suo qualcosa-percento può far saltare ben due regioni. Un amico consigliere del PD m'ha detto che se la deve vedere SEL, senza capire che se SEL va male ci perde anche il PD ché sta in coalizione proprio con SEL. Cosa fare? Per esempio, il PD o Repubblica potrebbero evidenziare le contraddizioni di Ingroia visto che alla fin fine è sostenuto da ex-IdV e Rifondazione, che a mio avviso hanno pochissimo da spartire. Speriamo recuperi nei prossimi giorni.

Ecco, se siete riusciti a seguirmi in questo lungo ragionamento innanzitutto vi ringrazio. Come detto, ho parlato solo di sondaggi, legge elettorale e possibile scenario parlamentare. E' un punto di vista che, però, spero potrete ritrovare nei vari sondaggi che girano dopo queste prime settimane. 

2 commenti:

Anonimo 15 gennaio 2013 alle ore 15:18  

Spero proprio tu abbia ragione! Io e' quello che mi auguro che succeda; come ben sai vedo molto meglio un Bersani-Monti che un Bersani-Vendola.

Incrocio le dita!

-Papero

D21 15 gennaio 2013 alle ore 15:43  

Però, se è così, è una mossa intellettualmente disonesta. Se si voleva un governo Bersani-Monti allora bisognava candidarsi con una lista PD-UDC. Se sei candidato con SEL, non puoi giocare a non-vincere per poi scaricare Vendola e andare con Monti... perdi di credibilità.

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