Contraddizioni che non capirò mai
11/05/13
Questo documento di Laura Puppato, politica che mediamente stimo, ha molti elementi di interesse e, pur senza stare a discutere sulle virgole, lo trovo condivisibile. Tuttavia, entra in una contraddizione logica che trovo inaccettabile.
Trovo incomprensibile che uno critichi l'alleanza PD-PdL e poi però la voti. Passi su alcuni provvedimenti minori, ma la fiducia in Parlamento è l'atto formale col più alto valore simbolico. Se non si voleva quell'alleanza, bisognava non votarla. Troppo facile votarla, attendere la propria quota di poltrone e poi andare in giro a dire che non la si voleva.
Nelle democrazie parlamentari viene il momento in cui bisogna votare "sì/no" e quando si è posta la domanda "volete fare un governo con Berlusconi?" il PD ha risposto "sì!" (NB chi ha risposto "no" è SEL). Non è che poi uno dice "no, in realtà non lo volevo", "l'hanno deciso gli altri per me", "il mio sì è un no", "l'ho fatto solo per farlo iniziare, ma in realtà sono contrario".
Di questo atteggiamento il campione attuale è Fassina, persona di cui mediamente condivido le idee di politica economica, ma che poi in Parlamento ha sempre votato come Monti ed ora voterà come Berlusconi.
Ah già, perché non ho ancora detto che quello che per me conta è come uno vota in Parlamento. Sì, i discorsi sono importanti per giustificare certi voti spiegandone il senso, ma alla fine quello che uno conta sono gli atti che vota.
Chiudo sperando che chi oggi attua questo comportamento rinsavisca capendo un paio di cose.
La prima è che la gente se ne accorge dei politici che dicono bianco e poi fanno nero.
La seconda è che la Sinistra italiana dovrebbe imparare che l'unità del PD non è un valore intrinseco perché i partiti sono uno strumento per migliorare la società, non il fine.
La terza è che oggi finalmente c'è una chiarezza che apre una grande opportunità: costruire una Sinistra in Italia come l'abbiamo sempre pensata, ma bisogna prendere consapevolezza di due elementi. Il PD è perso e non bisogna accanirsi, SEL è un punto di partenza che non può e non deve bastare.
Trovo incomprensibile che uno critichi l'alleanza PD-PdL e poi però la voti. Passi su alcuni provvedimenti minori, ma la fiducia in Parlamento è l'atto formale col più alto valore simbolico. Se non si voleva quell'alleanza, bisognava non votarla. Troppo facile votarla, attendere la propria quota di poltrone e poi andare in giro a dire che non la si voleva.
Nelle democrazie parlamentari viene il momento in cui bisogna votare "sì/no" e quando si è posta la domanda "volete fare un governo con Berlusconi?" il PD ha risposto "sì!" (NB chi ha risposto "no" è SEL). Non è che poi uno dice "no, in realtà non lo volevo", "l'hanno deciso gli altri per me", "il mio sì è un no", "l'ho fatto solo per farlo iniziare, ma in realtà sono contrario".
Di questo atteggiamento il campione attuale è Fassina, persona di cui mediamente condivido le idee di politica economica, ma che poi in Parlamento ha sempre votato come Monti ed ora voterà come Berlusconi.
Ah già, perché non ho ancora detto che quello che per me conta è come uno vota in Parlamento. Sì, i discorsi sono importanti per giustificare certi voti spiegandone il senso, ma alla fine quello che uno conta sono gli atti che vota.
Chiudo sperando che chi oggi attua questo comportamento rinsavisca capendo un paio di cose.
La prima è che la gente se ne accorge dei politici che dicono bianco e poi fanno nero.
La seconda è che la Sinistra italiana dovrebbe imparare che l'unità del PD non è un valore intrinseco perché i partiti sono uno strumento per migliorare la società, non il fine.
La terza è che oggi finalmente c'è una chiarezza che apre una grande opportunità: costruire una Sinistra in Italia come l'abbiamo sempre pensata, ma bisogna prendere consapevolezza di due elementi. Il PD è perso e non bisogna accanirsi, SEL è un punto di partenza che non può e non deve bastare.
2 commenti:
Ben detto Duca.
Tra l'altro essere poi 'costretti' a difendere l'indifendibile (come fa Fassina ogni volta che va in TV, tipo Ballaro' o Servizio Pubblico) leva credibilita' quando poi si va invece a parlare dei contenuti e delle proprie conoscenze specifiche.
La cosa che mi sorprende e' come il PD ancora non abbia dato risposta alle legittime domande che giornalisti e militanti 'adulti' hanno posto nell'ultimo anno e mezzo. Rispondere dicendo che si e' 'responsabili' non basta, si finisce per apparire vuoti e per lasciare la propria iniziativa politica nelle mani di Napolitano.
Cosa grave, non solo perche' il Presidente della Repubblica non dovrebbe dettare linea politica ai partiti (specie a quello da cui proviene), ma anche perche' questo dimostra di fatto l'assenza di una alternativa politica e culturale pronta a camminare da sola.
Questa e' una 'vocazione minoritaria'. Altro che. E quanta 'invidia penis' nei confronti di Grillo che 'si permette' di essere intransigente e inesorabile...
-Papero
Credo che la parola chiave sia "credibilità", come giustamente evidenzi.
Mi chiedo come persone dotate di intelligenza possano ancora riconoscere credibilità a chi non da ieri e non per caso continua ad attuare questo atteggiamento.
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