con gli esempi si è più chiari
09/06/15
Ho già parlato di meritocrazia, mentre ieri mi è venuto un esempio abbastanza divulgativo. Grazie all'ottimo risultato in Champions League, la Juventus avrà qualcosa come 100 milioni di euro in più che si aggiungo al divario già esistente con le altre società della Serie A. Meritocratico, direte voi, visto che erano anni che un'italiana non arrivava ad un passo dalla conquista del titolo più ambito d'Europa. Il problema è che la Juventus sono quattro anni che domina (meritatamente) il campionato, lo fa in maniera assoluta ed incontrastata al punto che il campionato è diventato obiettivamente noioso. Questo è dovuto anche alla desertificazione delle altre squadre per cui Buffon&friends affrontano come temibili rivali gente come Keita, Iago Falque e Tavano, ed una volta ogni mort... pardon, dimissione di papa incontrano un Messi, un Cristiano Ronaldo o un Robben. Qualora non vi sia chiaro, grazie a quei 100 milioni di euro il campionato sarà ancora più dominato dalla Juve a cui basterà mandare in campo un Padoin, uno Sturaro ed un Ogbonna per rivincere lo scudetto data la mediocrità dilagante della Serie A (con tutto il rispetto per i tre signori menzionati).
Anni fa, quando c'era un sistema redistributivo dei proventi della Lega, un Landucci qualunque si trovava di fronte Voeller, Van Basten e Vialli... e mi limito a quelli con la "v"! Le squadre avevano due opzioni: costruirsi progressivamente una squadra, come il Parma di Melli o la Sampdoria dello Scudetto, o investire miliardi (di lire) per stravincere come il Milan dei tre olandesi (ma anche come l'ultimo Parma di Tanzi e, in generale, la Serie A delle cd. sette sorelle). Il secondo modello non era molto virtuoso, ma aveva senso in un sistema dove la redistribuzione funzionava e garantiva un sistema competitivo perché anche la Fiorentina pre-Cecchi Gori poteva avere Baggio&Borgonovo. Così, aveva senso fare investimenti in un sistema competitivo perché sapevi che avevi rivali di livello.
Il buttare dentro un club miliardi (o milioni) non è pratica molto edificante, ma ora non lo si può più fare per il cd. fair play finanziario (che non si capisce bene a chi, come e quando si applica, ma tutti ne parlano). D'altra parte, avendo cancellato i sistemi redistributivi e garantendo lauti guadagni solo a chi vince, si rafforzano i sistemi cumulativi aumentando le disparità. In questo contesto, che senso ha fare investimenti? E' troppo difficile contendere alla Juve il monopolio che ha acquisito, non ha senso competere. Al più hai un Ferrero che si lancia nella Sampdoria, anche se il personaggio mi sa che fra qualche anno ci lascerà qualche sorpresina... comunque, che senso ha fare investimenti in un campionato che non è più interessante perché monopolizzato dalla Juve?
La proposta? Senza fare rivoluzioni, trovare un meccanismo redistributivo tra i club dicendo che i proventi si fanno in Europa, mentre in Italia si cerca di riequilibrare i diritti tv (che poi sono solo una quota facilmente gestibile dei soldi che girano intorno al calcio).
Volete invece la vostra meritocrazia? Bene, allora avremo la Juve ad libitum, come per anni abbiamo avuto l'Inter senza rivali, in un campionato sempre più noioso.
Anni fa, quando c'era un sistema redistributivo dei proventi della Lega, un Landucci qualunque si trovava di fronte Voeller, Van Basten e Vialli... e mi limito a quelli con la "v"! Le squadre avevano due opzioni: costruirsi progressivamente una squadra, come il Parma di Melli o la Sampdoria dello Scudetto, o investire miliardi (di lire) per stravincere come il Milan dei tre olandesi (ma anche come l'ultimo Parma di Tanzi e, in generale, la Serie A delle cd. sette sorelle). Il secondo modello non era molto virtuoso, ma aveva senso in un sistema dove la redistribuzione funzionava e garantiva un sistema competitivo perché anche la Fiorentina pre-Cecchi Gori poteva avere Baggio&Borgonovo. Così, aveva senso fare investimenti in un sistema competitivo perché sapevi che avevi rivali di livello.
Il buttare dentro un club miliardi (o milioni) non è pratica molto edificante, ma ora non lo si può più fare per il cd. fair play finanziario (che non si capisce bene a chi, come e quando si applica, ma tutti ne parlano). D'altra parte, avendo cancellato i sistemi redistributivi e garantendo lauti guadagni solo a chi vince, si rafforzano i sistemi cumulativi aumentando le disparità. In questo contesto, che senso ha fare investimenti? E' troppo difficile contendere alla Juve il monopolio che ha acquisito, non ha senso competere. Al più hai un Ferrero che si lancia nella Sampdoria, anche se il personaggio mi sa che fra qualche anno ci lascerà qualche sorpresina... comunque, che senso ha fare investimenti in un campionato che non è più interessante perché monopolizzato dalla Juve?
La proposta? Senza fare rivoluzioni, trovare un meccanismo redistributivo tra i club dicendo che i proventi si fanno in Europa, mentre in Italia si cerca di riequilibrare i diritti tv (che poi sono solo una quota facilmente gestibile dei soldi che girano intorno al calcio).
Volete invece la vostra meritocrazia? Bene, allora avremo la Juve ad libitum, come per anni abbiamo avuto l'Inter senza rivali, in un campionato sempre più noioso.
0 commenti:
Posta un commento