Silenzio, per favore.
29/03/16
Le immagini che vedete in questa photogallery mi hanno colpito molto, moltissimo. Conosco bene quell'aeroporto, quello di Zaventem che molti si ostinano a chiamare "Brussels International" quando invece è "Bruxelles national" perché è l'aeroporto nazionale del Belgio. Tutti gli aeroporti belgi sono per forza di cose internazionali, non esistono voli nazionali in Belgio! Ma Bruxelles-national è l'aeroporto nazionale, lo dice la Costituzione che lo rende bi-lingue anche se in territorio fiammingo (l'aeroporto, non la stazione che infatti è monolingue fiamminga). Devo dire che ho provato a capirne i risvolti legali, ma non ci sono riuscito. Il fatto che sia chiamato Brussels International è marketing, si chiama così la società che lo gestisce, ma non l'aeroporto. Sottigliezze di un paese surreale bloccato da un'ingegneria costituzionale che lascia poco ottimisti.
Poco importa. Oggi quell'aeroporto è sventrato dalla barbarie del terrorismo. Innocenti uccisi. Punto.
Sì, direte voi, non è il primo attentato terroristico in Europa, ma il primo a Bruxelles e questo articolo evidenzia altri punti interessanti. Ma non è questo che conta.
Io quell'aeroporto lo conosco benissimo.
Lo considero un po' casa, per quanto si possa considerare casa un aeroporto. Se poi pensate che io non amo gli aeroporti.... Ho preso un'infinità di voli da quegli scali.
Tutto ruota con confusione. I giorni degli attentati ero a casa, al sicuro con la mia famiglia. E non so cosa dire, non ho verità da annunciare, non ho soluzioni al terrorismo. Però sì, io ho avuto paura. Non lo nascondo. Consoco bene quell'aeroporto e pure la metrò di Maelbeek, dove sono passato tante volte. No, né io né nessuno dei miei amici è rimasto coinvolto, ma non è una gran giustificazione, non è un gran sollievo.
Confuso, non so che pensare. Non chiederci la parola, non l'abbiamo e troppe inutili stanno scorrendo per commentare questi orribili fatti. Non chiedetemi un senso, non cercate la direzione. Azioni, morte, violenza.
Silenzio per le vittime ed i loro cari.
Poco importa. Oggi quell'aeroporto è sventrato dalla barbarie del terrorismo. Innocenti uccisi. Punto.
Sì, direte voi, non è il primo attentato terroristico in Europa, ma il primo a Bruxelles e questo articolo evidenzia altri punti interessanti. Ma non è questo che conta.
Io quell'aeroporto lo conosco benissimo.
Lo considero un po' casa, per quanto si possa considerare casa un aeroporto. Se poi pensate che io non amo gli aeroporti.... Ho preso un'infinità di voli da quegli scali.
Tutto ruota con confusione. I giorni degli attentati ero a casa, al sicuro con la mia famiglia. E non so cosa dire, non ho verità da annunciare, non ho soluzioni al terrorismo. Però sì, io ho avuto paura. Non lo nascondo. Consoco bene quell'aeroporto e pure la metrò di Maelbeek, dove sono passato tante volte. No, né io né nessuno dei miei amici è rimasto coinvolto, ma non è una gran giustificazione, non è un gran sollievo.
Confuso, non so che pensare. Non chiederci la parola, non l'abbiamo e troppe inutili stanno scorrendo per commentare questi orribili fatti. Non chiedetemi un senso, non cercate la direzione. Azioni, morte, violenza.
Silenzio per le vittime ed i loro cari.
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