A Diego Armando

26/11/20

Io tifavo Maradona perché i miei fratelli tifavano Milan e io, gia' allora, ero sempre in direzione ostinata e contraria. Anche se ancora non lo sapevo. Da Milano, Maradona é sempre stato visto come una 'terronata' perché, per una volta, la Napoli sgangherata era riuscita a vincere contro la Milano dell'aristocratico Trapattoni e dei miliardi di Berlusconi. Gia' a quell'etá avevo iniziato a capire che Berlusconi era un personaggio negativo, mentre Maradona portava poesia con quei capelloni e la palla che restava magicamente attaccata al piede fino al momento in cui entrava in porta. 

 Mi han detto che quella sera, a 4 anni, ero l'unico convinto che l'Argentina avrebbe vinto la Coppa del Mondo. 

 Da grande, ho continuato a tifare Maradona per la leggenda che ha rappresentato. Per il suo stare sempre dalla parte degli ultimi, anche dopo aver fatto i miliardi. Per il suo essere anche scalcagnato, maldestro, per i suoi errori fatti con generosita'. Gli eccessi, la droga, l'amicizia con Fidel, le cose sbagliate. Il suo non diventare una figurina l'hanno sempre reso molto umano, divino nei piedi, passionale nel cuore, maldestro quando c'era da mettersi la giacca e la cravatta. Ha vinto estasiando, ha sbagliato, si é perso e si é fatto amare. 

Dopo tutti questi anni, capisco il potere popolare di Maradona. Grazie per tutto quello che ci hai dato.

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