"Signorina, c'è un caffè nel mio capello"

06/01/08

Io mi sono fermamente convinto che il Teatro, nelle sue varie forme, andrebbe reso obbligatorio nelle Scuole, di ogni genere e grado. Ovviamente, con forme e modi adeguati, ma il Teatro dovrebbe essere reso obbligatorio nelle scuole - ecco, l'ho detto e l'ho ripetuto.

Follonica, 4 giorni - intensi - di improvvisazione teatrale con oltre 5h al giorno. "I Ferri del Mestiere" era il mio stage ed era un concentrato di tecniche di improvvisazione teatrale. La prima e fondamentale regola - l'unica che divulgherò - è che bisogna accettare e sviluppare tutti gli stimoli che ti arrivano dagli altri: se uno entra che è un cowboy, tu diventi il barista che gli offre da bere, l'altra fa la ballerina ed il quarto si mette a fare la bottiglia di wiskhey. In improvvisazione si va avanti e s'improvvisa, anche quando ho esordito sul tema "al bar" lamentandomi con la cameriera dicendo "Signorina, c'è un caffè nel mio capello" ... panico ... da lì è partito un dialogo surreale perché ormai era partita così e così doveva andare e non si poteva tornare indietro. Mai dire "No"...
E poi viene tutto il resto, si tratta solo di avere regole comuni e buttarsi, sentirsi che quella è la cosa giusta ed avere fiducia negli altri.

Quattro giorni così, fantastici con seri professionisti perché, anche nella comicità, c'è grande professionalità. Ma la cosa più curiosa è la "fauna" che gira in questo ambito, un mondo fatto di cialtroni (in senso buono, s'intende) che trovano nell'improvvisazione una via di divertimento, alta e che, se ti fermi a parlar loro, scopri che la comicità ed il delirio organizzato è tutt'altro che superficiale: scopri un mondo che è quello dei 30-35enni di oggi (ero nettamente fuori età, talvolta un po' pesa...). Scopri persone che pensavi fossero cazzoni-da-battutine-sfigate, che invece sono ottimi cuochi capaci di riflettere di teatro e sceneggiature mentre sono ai fornelli, latin lover che fanno della poesia e della seduzione un'arte tutt'altro che effimera o superficiale o, peggio, narcisistica. E poi i personaggi che improvvisi e ti si appiccicano addosso (è due giorni che parlo come un russo!), le gag spontanee ricercate ripetute, i giochi, i tormentoni che inevitabilmente si creano.
Sia chiaro, non è un mondo senza difetti o senza lati negativi, semplicemente un mondo dove vale la pena capitare di trovarvicisi (su youtube trovate molti video, cercate "improvvisazione teatrale").

Infine, a cornice, ero in veranda con davanti il Golfo di Follonica, guardavo le luci, l'Elba da terra. Era tutto come doveva essere, un luogo di vacanza incredibilmente artificiale, tutto progettato perché ci si ritrovasse in veranda con davanti il golfo ed il rumore del mare: "Così vanno le cose, così devono andare". Ho avuto un certo timore reverenziale, il Golfo lì ed il Mare che si facevano vedere come dovevano essere visti, come se non fosse consentita fruizione alternativa. Eppure, il Mare soggiogato a quinta di cartolina mette una tristezza profonda. Ma non svelerò queste cose in giro, ché la gente potrebbe fraintendermi.

Da domani si ricomincia in ufficio, da Dottorando.

1 commenti:

Anonimo 10 gennaio 2008 alle ore 10:49  

Come è vero quello che scrivi... pensi cose delle persone e poi quando smetti di pensare.... arrivi a vedere chi sono quelli che hai davanti...

Io posso dire c'ero :)

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