istituzioni e crisi

23/01/08

Per chi crede nelle istituzioni è charo che quello che sta facendo Prodi è giusto: le crisi di Governo non si fanno a mezzo di comunicati stampa, ma di voti di fiducia in Parlamento con relative motivazioni delle proprie scelte di voto.

Dichiarare la crisi senza essere passati per il Parlamento sarebbe un insulto alla sovranità della nostra istituzione di riferimento, secondo quanto previsto dalla Costituzione. Le crisi di governo, come in genere tutta la politica, deve riferirsi alle istituzioni come punto più alto, non alle puntate di Porta a Porta...

Poi, come andrà veramente a finire, mi è difficile immaginarlo, però trovo tanti osservatori intelligenti in giro e mi chiedo perché, tanto acume non sia utilizzato per la costruzione, più che per l'osservazione della politica.

5 commenti:

Anonimo 23 gennaio 2008 alle ore 19:28  

perkè è più semplice...

Anonimo 24 gennaio 2008 alle ore 01:38  

Hai pienamente ragione dicendo che un governo cade quando il parlamento si esprime in merito, però mi auguro che Prodi ascolti il consiglio di Napolitano. Se dopo la sfiducia, si dovesse andare alle elezioni sarebbe veramente la soluzione peggiore.

forse un governo che realizza una legge elettorale, che a questo punto pare proprio che sia il modello Bianco (alias tedesco), non è quello che ci si aspettava, ma almeno il governo chene uscirà dalle elezioni, quanto mai prossime , avrà qualcosa in più da cui partire!

Non sono bravo a pensare a lungo termine, ma forse questo mi sembra lo scenario più plausibile!

ciao
vincenzo

D21 24 gennaio 2008 alle ore 09:11  

Ne discutevo anche con Felton, io credo che un governo tecnico sostenuto da questo Parlamento non possa pensare di fare una legge elettorale migliore dell'attuale (fatta apposta per avere un pessimo Parlamento), magari riesce a farne una nuova ma sono scettico sul fatto che sarà migliore.

Invito però a ragionare su chi dovrebbe sostenere un governo tecnico e con chi a capo?
Io in genere c'azzecco poco nell'intuire questi scenari, ma non capisco quale maggioranza si potrebbe formare in questa fase, ben sapendo che dovrebbe traghettare il paese al voto in un clima di contrapposizione feroce ed una coalizione che ha membri che chiamano alla Rivoluzione armata...

Anonimo 24 gennaio 2008 alle ore 12:49  

io provo a sparare, anche se nemmeno io ci azzecco tanto.

PD al 100%: indubbiamente se non ci sarà il PD, allora sono elezioni.

UDC al 99.9999%: lo chiedono da sempre e adesso che si balla figurati se non ci saranno anche loro. quello 0.00001% è dovuto al fatto che se Veltroni e Berlusca dovessero convergere su una legge elettorale diversa dal modello tedesco i centristi sarebbero i nemici più agguerriti

FI al 75%: chissà che Berlusca stavolta scelga di essere istituzionalmente maturo. A loro, come al PD interessa garantirsi con una legge elettorale a vocazione maggioritaria.

AN allo 0%: non andrà mai!

PRC al 80%: se entra anche il PRC allora la legge elettorale è quella sul modello tedesco.

altri: personalmente non m'importa. Sono quelli che spero possano essere i più danneggiati dalla legge elettorale così che alle prossime elezioni o si presentano in modo da poter prendere almeno un 4%/5% oppure è meglio che spariscano!

Personale utopico auspicio:
PD+AN+FI che si fanno una bella legge elettorale sul modello francese. ma i sogni, come si sa sono solo sogni!

ciao
vincenzo

alsam 24 gennaio 2008 alle ore 19:48  

scusa ma perchè non direttamente una legge inglese?

cmq meglio il tedesco del porcellum, meglio lo spagnolo del tedesco.

in ogni caso: non ci vuole un governo, ma una settimana di voto in parlamento...

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