Aldo, Peppino e Chiara, il lato bello dell'Italia

16/03/08

Esiste una storia d'Italia bella, allegra, che da speranza e voglia di futuro. Sono tre storie, tre persone del passato, tutte morte ma in maniera diversa, molto diversa. Tre riferimenti per l'Italia che deve venire.

Il primo è Aldo Moro, la cui tragica fine coincide con il punto più basso della storia della nostra Repubblica. Aldo Moro fu ucciso per evitare l'avvicinamento tra la DC e le forze politiche rosse, fu ucciso da chi non voleva compromessi. E fu ucciso barbaramente. Aldo Moro era uno di quelli che, dai piani alti del potere romano, aveva capito che le istanze di rinnovamento rivendicate da quelle frange più progressiste ed estremiste della società italiana (frange spesso violente) degli anni '70 dovevano essere ascoltate e che bisognava rompere l'immobilismo (democristiano) in favore del dialogo. Aveva cercato di gestire il conflitto sociale coil dialogo, invece della repressione e del muro-contro-muro. Aldo Moro non era un santo, era (solo) un politico che aveva capito tutto questo. Non credo neanche che sia stato tra i più grandi politici dell'Italia, ma sicuramente aveva capito che un paese va governato capendolo, ascoltando e dialogando, senza arroccarsi su posizioni e nella difesa di interessi di parte. Il suo rapimento ed omicidio restano, sicuramente, la cruna dell'ago nella storia repubblicana, una vicenda personale tragica che è tutta politica. Una vicenda degna di una tragedia greca vissuta dalla collettività di un paese, il BelPaese, che, a mio avviso, dovrebbe metabolizzare con maggiore profondità questa vicenda.

Il secondo è Peppino Impastato, noto per il film (e la canzone) dei Cento Passi. Quel film è accusato di aver mitizzato un po' il personaggio. Non escludo che l'accusa sia fondata, ma per combattere la Mafia c'è bisogno di miti concreti, reali, vissuti. Di gente come Noi che respirava, mangiava, rideva, si divertiva e si incazzava, s'innamorava e scopava come tutti gli altri della sua generazione, di ogni generazione di giovani. Eppure, il coraggio di combattere la Mafia non è di tutti. Questo cancro che attanaglia alcune delle più belle regioni d'Italia dovrebbe essere il male comune contro cui tutta la società deve ribellarsi perché ancora troppe connivenze e zone d'ombra permettono a quella gente di prosperare. Impastato fu trovato morto la stessa notte di Aldo Moro, ucciso chiaramente dalla Mafia.

Infine, in questi giorni è venuta a mancare Chiara Lubich, probabilmente la più bella storia del Cattolicesimo italiano del XX secolo (anche se tra lei e don Milani non saprei chi scegliere). Chiara Lubich è una che visse la Carità cristiana nel senso più alto, aiutando chi aveva bisogno sempre e comunque e aprendo ponti di dialogo per la pace. Chiara Lubich rifuggì l'ideale di imposizione del pensiero unico, che qualcuno ritiene essere cristiano, in favore di un approccio dove la Carità e l'Amore per i fratelli sono rivolti all'universalità dell'umanità. I Focolarini, movimento di cui non faccio parte, sono una delle realtà più belle del Cristianesimo italiano contemporaneo per il loro agire concreto, discreto e molto molto efficace. Loro lanciarono lo slogan "Santo subito" per Wojtila, ma questo è poco importante, più importante è che loro coniugano il principi di Carità cristiana nell'economia (a differenza di altri che la sera fanno la carità e di giorno si fanno i loro affari...). Chiara Lubich, col suo fare discreto da donna trentina d'altri tempi, resta la testimonianza concreta di una Chiesa che piace, molto. Un modo di fare degno della gente delle Alpi, degno di quel messaggio che viene direttamente dal Vangelo dove non conta come ci si dichiara, i discepoli di Cristo si riconosceranno dai loro gesti, da come accoglieranno i loro fratelli e dall'amore che sapranno testimoniare. Purtroppo non trovo le parole esatte, ma serve per ricordare che le azioni sono la differenza cristiana, non le etichette.

Queste storie le voglio considerare come eredità dell'Italia in cui voglio vivere, a differenza di chi candida fascisti pur di accaparrarsi voti perché "contano più i giornali che gli ideali" o di chi si dichiara simbolo dell'imparzialità del movimento di cui fa parte ed il giorno dopo si candida con il Pdl...

Un'altra Italia, bella, positiva, costruttiva e, soprattutto, molto concreta c'è stata. Spero che sia questo il passato che impegna il presente per il futuro...

4 commenti:

Anonimo 17 marzo 2008 alle ore 01:13  

Questa è la italia che a me, da straniero che la ama, mi conquista, la forza con cui, una volta, le persone lottavano per quello in cui credevano, senza importare che quello non fosse appropriatto per fare crescere i numeri della tessera di credito. Peppino del cui dicono che si è mitizzato, poteva andare in america a lavorare in quello che li piaceva, ma rimane in Sicilia, per lottare per quello in cui credeva, come fecce Placido Rizzotto o Giovanni Falcone o Paolo Borsellino o...
Io se fosse italiano il 14 di Aprile urlarei e urlarei cosí forte che tutti sintessero che non è questa l'Italia che voglio

Anonimo 17 marzo 2008 alle ore 12:37  

Dovremmo essere tutti così.
Non eroi, ma semplici persone oneste e responsabili, che vedono ciò che passa intorno e si attivano per migliorare il mondo in cui viviamo.
Proviamo a realizzare questa utopia, apriamo gli occhi e tendiamo bene le orecchie, cerchiamo di essere migliori e di porci qualche domanda in più.
L'amore per la vita, la terra e gli uomini è ciò che Gesù ci ha insegnato, proviamolo.
Enrico

D21 18 marzo 2008 alle ore 00:47  

@Ruben
Ho scritto questo post pensandoti, pensando a chi cerca le storie più belle dell'Italia.
Concedimi solo di dire che storie come queste vanno urlate non solo il 14 Aprile.

@Enrico
sagge parole le tue, niente da aggiungere

Anonimo 18 marzo 2008 alle ore 10:38  

sono d'accordo! è questa l'Italia vera. come in uno sketch di ficarra e picone, c'è chi non si sente orgoglioso di essere siciliano perchè in sicilia hanno ucciso falcone e borsellino, e c'è anche chi si sente orgoglioso di essere siciliano perchè falcone e borsellino erano siciliani (lo stesso discorso potrebbe valere per tanti personaggi italiani). Io mi sento di appartenere a questa seconda categoria! la forza della Memoria è quanto mai importante!
Poi il 13 e il 14 Aprile sarà tutta un'altra storia:chissà quanti italiani dimenticheranno tutto questo per ricordarsi dei loro semplici interessi localistici!

ciao
vincenzo

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