illusione tecnologica
30/03/08
Un'illusione tecnologica ci è data da vari strumenti, tra loro affini, ma il cui simbolo è sicuramente il cellulare: pensi che con un piccolo marchingegno altamente tecnologico sia possibile avere lì, in un istante, quella persona precisa, quella che conosci, quella di cui hai il numero, quella persona che sai che è così e sai che ti piace per il suo semplice essere così. Ci sono sere dove senti il bisogno di quella persona specifica, quella lì. Anche se talvolta è una persona non proprio centrale della tua vita, una di quelle amicizie piacevoli e semplici per lo stare assieme, ebbene talvolta pensi che in quello specifico momento serva quella persona lì, e te lo ripeti perché lo senti dentro. Pensi che basti digitare sulla rubrica del cellulare, tra i contatti di Messenger o sul faccialibro e lui/lei improvvisamente ci sarà.
E invece no.
No perché nessun surrogato tecnologico eguaglierà la presenza fisica, umana di carne e ossa, di nervi e sentimenti. E dire che a te basterebbe il suo essere così, non chiedi magie o cose strane, non pretendi neanche che quella persona sia lì presente di buon umore, magari innamorata di te o anche solo con la voglia di ascoltarti. Ecco, pensi che la tecnologia possa materializzartela, ma non è così. E quel sentimento di bisogno resta inevaso, deluso dall'illusione che invece la tecnologia avrebbe potuto aiutarti. E pensi, invece, a dove sia quella persona di cui vorresti la compagnia, la immagini donare il suo semplice essere a persone che, forse, non sanno apprezzare il suo essere, non hanno quell'intimo bisogno che tu senti. Egoismo, gelosia, invidia, umani sentimenti. Ed in certe sere, non basta neanche scorrere un po' di più la rubrica dicendo "bhe, c'è quest'altra...", perché resterebbe poco più di un altro numero in rubrica.
Sentendo questo, impari ad apprezzare l'intensità di quei momenti in cui, invece, le situazioni ti portano a concretizzare tutto questo, quando trovi che quella sera quella persona giusta c'è, quel compagno di studi, la vecchia amica del liceo o quello nuovo che sa farti ridere. Penso che pensando tutto questo, Spezie abbia profondamente ragione e speri che riprenda a scrivere.
Pensi che la tecnologia sia utile, ma non a sufficienza, pensi a quando ti ritrovi a chiacchierare alle 2 del mattino, in un afterhours con il sapore dell'estate. Pensi che a Milano ci siano molte cose che non t'interessano, ma pensi anche che le altre città non siano così diverse, a parte quella provincia dove il confine lo senti perché attorno, invece di cose inutili, hai un vuoto indefinito e aneli a quell'inutile che è la città-capoluogo.
Pensi che molte tecnologie siano illusioni, ma non ti rassegni all'idea che siano inutili e quindi cerchi, speri di usarle con saggezza.
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