Dopo la tempesta, il riposo ed uno sguardo al paese che mi ritrovo intorno, al mio paese...

22/03/08

Ho passato 3 settimane di follia lavorativa dove, se andava bene, uscivo dall'ufficio per le 8, spesso più tardi e, quasi sempre, avevo da lavorare la sera a casa.
Tempi intensi, non mi lamento del lavoro, della cattiva organizzazione sì. L'organizzazione determina l'efficienza del lavoro, ma non è detto che ne influenzi l'efficacia e la qualità. Mi hanno lanciato come project manager per un progetto europeo, non ho ben capito cosa significhi:
grande occasione (in genere questo incarico lo ricopre chi ha almeno 5-7 anni di esperienza più di me),
grandi responsabilità (anche se il progetto è relativamente piccolo per dimensione e durata),
grande impegno e rottura (significa che mi affidano le parti gestional-amministrativo-contabili, wow!).

Ora, dopo aver ricuperato un po' di ore di sonno, mi lancio nelle pur brevi vacanze pasquali dove mi toccherà cercare di non lasciare troppo indietro i molti arretrati, ci provo.

Intanto, riporto una riflessione di mio padre che mi ha aperto gli occhi sulla condizione italiana contemporanea.
"Vedi
- mi diceva - l'Italia di oggi è come l'Argentina di Peron: abbiamo un ceto medio che vira verso forme di fascismo perché si sente insicura, vuole diritti e sicurezza senza il peso di dover lavorare e sbattersi. Abbiamo una crisi di produttività dettato da un ceto medio che si considera "arrivato" e non è più disposto a sacrificarsi per confermare questo suo status e reclama lo Stato che ci pensi lui a garantirlo".
Premesso che queste non sono le sue parole testuali, il succo però c'è. Temo sia un'ottima immagine esplicativa di questo paese (ma direi anche della Francia e, forse, anche di certi Lander della Germania).
Temo questa cosa perché è dal trascinarsi inerziale delle cose che nascono le peggiori minacce: quando un pericolo si manifesta immediato ed incombente, è ben visibile e ci si mobilita per intervenire, quando è lento e inerziale la maggioranza diventa cicala e le formiche delle Cassandre.

1 commenti:

Unknown 23 marzo 2008 alle ore 10:55  

Mi rispecchio in questa visione delle cose; il paragone Italia-Argentina non mi è nuovo, purtroppo. Ora che ho iniziato a lavorare (dal gradino più basso, com'è giusto che sia) capisco anche meglio la prima parte del tuo post. Il "ceto medio che non si vuole sbattere e vira verso forme di fascismo" lo metterei insieme a tante altre cose che, sommate, delineano un quadro piuttosto inquietante; non starò ad elencarle. Ti rimando alla breve lettura dell'Amaca di Serra su La Repubblica di ieri.
Il trascinarsi inerziale delle cose è estremamente pericoloso. Al momento però non ho nessuna soluzione: forse dovremmo credere un po' di più in quello che facciamo; forse sto mutando in cicala anch'io, questione di sopravvivenza.
a.

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