raptus consumistico

08/03/08

Per una serie di circostanze astrali che chissà quando si ripeteranno (tra cui il dormire 12 ore) oggi sono stato preso da un raptus consumistico come raramente mi piglia (praticamente mai, ma tant'è...).
Questo raptus però si è scontrato con un umore degno del Dott. Casa (che voi volgarmente chiamate dr. House...) ed un'ondata altermondialista (grazie Herrol, sei la mia buona coscienza! un giorno ti risponderò anche alla mail...). Eccomi allora in strada a sfogare tra le vetrine questo mio raptus.
Ho scartato subito tutto quello che era mangiare, visto che avevo già pranzato e la cena era lontana. Di comprare abbigliamento manco a parlarne visto che non avevo nessuna voglia di farmi lo sbattimento di andare-scegliere-provare-riprovare-scegliere-comprare (ma è sempre complicato comprare abbigliamento?) e quindi già avevo scartato almeno i 2/3 dei negozi raggiungibili a piedi da casa mia.
Ah, perché assieme allo scazzo di provare i vestiti, non avevo manco la minima intenzione di muovermi. Certo, tutto quest'umore non è l'ideale per lo shopping, ma tanto ce l'avevo addosso e non se ne parlava di cambiarlo.
Mi sono recato allora in un negozio di computer, dove ci sono tanti gingilli bellini e costosi che ti appagano i raptus consumistici, ma non ho trovato nulla che potesse anche solo vagamente risultarmi utile. Anche perché, non l'ho detto prima, di comprare oggettistica-cazzuta non se ne parla. Ecco allora a frugare tra cartucce e carte per la stampante - tutte inutili - o chiavette USB, già più utili. Ma visto che vivo benissimo con la mia (che non uso) perché comprarne un'altra? Ecco, c'era la tentazione webcam che effettivamente non ho, ma se non uso il microfono, perché mai dovrei volere anche il video? Ho quindi scartato il negozio di computer e mi sono diretto in un luogo assolutamente ideale per il mio raptus consumistico.
Era un gazebo [NO, NON DI QUELLI ELETTORALI!] del Telefono Amico, soggetto fantomatico e misterioso di cui spesso dimentico l'esistenza e mi convinco, senza farmi troppe domande, della sua utilità (l'utilità del Telefono Amico è un'asserzione a priori che non ho mai voluto mettere in discussione....). Ecco, quel gazebo era pieno di quei libri classici, mai letti ed a poco prezzo.
Lì, in genere, la mia vita si rovina perché li comprerei tutti. Per poi non riuscire a leggerli, ovviamente, ma comprare i libri è - forse - il miglior peccato consumistico che si possa immaginare. Ho quindi frugato un po' fingendonomi un intellettuale esperto-colto-raffinato (cosa che molti... alcuni credono di me, anche se è falsissimo) e mi sono lanciato a consumare quell'atto libidinoso che è l'acquistare. Per la cronaca mi sono preso un dizionario Italiano-Spagnolo, visto che grazie ad Anna (che non ringrazierò mai abbastanza) mi sono lanciato a studiare questa lingua più-o-meno seriamente, ed un libro di quelli che tutti conoscono, ma nessuno ha mai letto, né sappia cosa dica ovvero il libro "L'arte della guerra" di Sun Tzu.
Consumare l'atto dell'acquisto, proprio lì, dà una particolare gioia perché esalti lo spirito consumista che c'è in ogni uomo contemporaneo, però lo fai con un tocco di intellettualismo (sempre libri sono) e di civismo (dai, il telefono amico è una cosa positiva, meglio dare i soldi a loro che ad una normale libreria...).
Ecco, ero finalmente appagato di quel mio atto consumistico, intimamente sovversivo, a tratti altermondialista direi. Ok, esagero, però date le premesse quello era il compimento esistenziale del mio stato d'animo.

Il mio animo era ormai lanciato e quindi mi sono spedito verso il negozio dell'equo e solidale vicino a casa mia a guadagnarmi lo zuccherino, che ha preso la forma di... caramelle. Caramelle che - mi sono ripromesso - consumerò solo in ufficio dove non ne ho mai. Ed altrimenti a casa le finirei subito. Almeno così le finirò subito, ma in ufficio.

Con questo cosa voglio dire che ogni tanto, cedere alla mania del consumismo avviene e, credo, che si possa acquistare in maniera diversa e non biecamente consumistica. Ma soprattutto, mi sono reso conto di quante robe assolutamente inutili avrei potuto acquistare.
Tant'è, ora leggo un po' Sun Tzu.

3 commenti:

Anonimo 10 marzo 2008 alle ore 19:46  

ho finalmente capito!!!
tu chiami le città coi loro nomi stranieri, mentre tutti le italianizzano, mentre italianizzi ciò che tutti chiamano coi loro nomi stranieri (personaggi di telefilm, per esempio)...insomma, voi solo far il bastian contrario e rompere i coglioni ;)
by
Mary Gout

Anonimo 10 marzo 2008 alle ore 19:48  

"vuoi", non "voi"...sorry :)
MG

D21 10 marzo 2008 alle ore 20:25  

Grandissima che ti traduci i cognome!

Comunque complimenti, credo tu ci abbia messo appena 5-6 anni a capire tutto questo, ma tant'è... non te lo farò pesare...

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