sapiente democrathìa, o forse no
19/01/08
Premetto che credo che riflettere sulla vicenda Ratzinger-Sapienza (una storia di cui tutti saprete già) sia un fatto rilevante, importante, simbolico e denso di significati.
Credo sia una questione su cui valga la pena riflettere, ho letto molto e sono stato tirato in mezzo su varie discussioni, ma non ne farò una rassegna completa (segnalo giusto questo post).
Il mio giudizio è una storia che, nel complesso, è negativa, ma che va letta nei diversi punti di vista coinvolti.
Io penso che i primi ad aver fatto brutta figura siano stati i contestatori della Sapienza, studenti e docenti che siano. Se è legittimo manifestare dissenso verso qualunque posizione ci sono modi e modi. Indire una "frocessione" e, soprattutto, versare Vinsanto contro la Cappella universitaria per sbattezzarla sono atti che non rientrano nelle modalità di dissenso democratico (cercare di sbattezzare una Cappella è un atto gravemente blasfemo che dimostra grave intolleranza degna di una dittatura fascista). Io credo che la loro vittoria sia in realtà un clamoroso autogol perché , loro e le posizioni che pensano di difendere, hanno fatto brutta figura.
Un personaggio che, a mio avviso, è il vero colpevole, poco considerato della vicenda, è il Rettore della Sapienza. L'idea di affidare la lectio magistralis di inaugurazione dell'anno accademico ad un esterno costituisce un grave vulnus alla tradizione accademica di cui la Sapienza pure è una grande testimone con 7 secoli di storia: gli esterni possono fare interventi importanti, ma non la lectio magistralis che dovrebbe essere la lectio che ispirerà l'anno educativo dei docenti e su cui gli esterni sono invitati a dare i loro contributi. L'autonomia dell'Università si esprime sul fatto che è lei che decide lo spirito educativo e poi si apre ai contributi esterni. Questa è una tradizione accademica secolare che non andava infranta. In generale, credo che il Rettore abbia avuto poca capacità di mediazione.
Ratzinger credo che sarebbe dovuto andare e farsi contestare perché, chi è sicuro della Fede, dovrebbe affrontare anche la peggiore delle contestazioni. Tuttavia, non posso certo biasimare la sua scelta considerato il fatto che, così facendo, gli sconfitti veri sono i contestatori dimostratisi intollerantied ideologicamente chiusi. Contro il Papa ormai si leva un muro ideologico aprioristico (insopportabile): Ratzinger è una persona di altissimo livello culturale per cui è giusto invitarlo in Università (ma non per una lectio magistralis d'inaugurazione di un anno accademico), oltreché una carica che - a proposito della pena di morte - è sicuramente qualificata per parlare.
La Sapienza ha, come Università, fatto una pessima figura. Come mi ricordava Yoller, a New York Ahmadinejad ha potuto parlare ed il leader iraniano credo non sia manco lontanamente comparabile ai livelli di cultura, morale, etica e quant'altro del Pontefice...
Infine, il contesto politico tutt'attorno credo sia un'altro degli elementi fallimentari: credo sia chiaro che questa vicenda sia stata odiosamente strumentalizzata da certe parti per affermare certe posizioni d'immagine (non di sostanza). Sicuramente il centro-destra (vedete in particolare i volantini di CL che hanno fatto il giro d'Italia) se n'è avvalso per accusare Prodi e minarne l'alleanza con la Sinistra che invece è ideologicamente anti-clericale (un attacco contemporaneo e complementare con quello di cui parlo qui). E poi, a mio avviso, al centro-sinistra la questione però faceva anche comodo per un regolamento di conti interno, ma questa è più che altro una mia interpretazione.
Nel complesso, il mio non può che essere un giudizio negativo sull'accaduto. Credo che la discussione attorno ai temi della Fede cristiana si stia ideologizzando in un pro e contro che rende sempre più difficile il dialogo. Servirebbe un nuovo clima costruttivo, su entrambi i lati.
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"Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli"
(Matteo, 5-12).
4 commenti:
non capisco perchè metti sullo stesso piano i docenti, che hanno contestato l'opportunità della lectio di ratzinger all'inaugurazione due mesi fa, e gli studenti politicizzati che volevano contestare la presenza.
Attento commento.
Onestamente però credo che il quadro sia già sufficientemente complicato che questo accostamento sia accettabile, se però ci sono altri elementi interessanti che non conosco magari segnalameli.
Alla fine la chiesa esce rinforzata publicamente dopo questo "incidente", secondo me previsto gia per i cervelli incaricati dell'imaggine della chiesa, ma es soltanto la opinione di uno che la vede da fuori... magari sto dicendo "buffonate"
La Chiesa rinforza la sua idea di ultimo baluardo sotto assedio della modernità, è un'immagine che piace moltissimo ai conservatori che così si ravvivano della battaglia, ma impedisce un sereno confronto con chi crede che la Chiesa debba aprirsi maggiormente alle cambiate condizioni sociali del mondo.
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