Rubare un'immagine mentre qualcuno mi parla
20/11/08
Mi pulisco di dosso la polvere della pipa finita sulla sciarpa. Mi porto dietro questo pezzo di stoffa bordeaux da alcuni giorni, dopo che il mal di gola era diventato cronico. Davanti a me il fiume scorre placidamente in piena, mentre mi mangio una caramellina: anche queste me le porto dietro per il mal di gola, ma ormai le mangio solo per gola.
Un cane mi corre tra i piedi. Riporta al padrone non so cosa, mentre riprendo il mio cammino. Riscopro la cattedrale dietro di me, i suoi Gargoyle mi guardano in una reciproca diffidenza. Non ci faccio caso e tiro dritto, mentre la cattedrale non sembra offesa del fatto che mi fossi dimenticato della sua sacrale presenza.
Ripenso al mio primo amore, a quando prendevo il banco dietro di lei per poter passare tutta la lezione a guardarla, ad ammirarne il collo, la purezza delle spalle ed i capelli di un colore che a tutti appariva banale ma che per me era poesia. Rubare uno sguardo mentre si sforza di capire cosa dice il Professore. E dire che gliel'avrei rispiegato io volentieri, se solo avessi avuto il coraggio di parlarle e non limitarmi a qualche stupidata. E come dimenticare quel primo caffé tra noi... certo, andammo in tre perché io non avevo il coraggio di invitarla e avevo parlato tutto il tempo con l'amica comune, mentre lei restava lì, assorta e bellissima.
Il fiume scorre mentre mi allontano ripensando al prossimo viaggio a Strasburgo, un lavoro ordinario per una tavola rotonda, niente di particolare. Racconterò e sentirò sempre le solite storie, mentre mi godo la mancata capitale d'Europa.
Cammino tra la gente noiosa in questo soleggiato tramonto di fine Novembre. La metrò piena che si pigia per andare chissà dove, e dire che io - dopo tanti anni - ancora fatico a ricordarmi tutta la rete. La cattedrale è ormai un profilo del paesaggio, mentre mi ricordo che domenica devo andare a pranzo a Montmartre da mio cugino, appena arrivato e che non conosce ancora nessuno. Mio cugino... non ho mai capito se siamo amici o parenti, se la nostra amicizia dipenda solo dal sangue o se sia così avere un parente.
Cammino mentre la pipa s'è ormai spenta e penso che l'acqua che prima guardavo sarà già scesa a valle, fors'anch'è già arrivata all'Atlantico e ora costeggia la Normandia. Sale un po' di vento, mi piace che la sciarpa svolazzi un po' via così. Non mi chiudo la giacca.
Ripenso all'ultimo matrimonio a cui sono stato, ma non riesco a ricostruirlo, mentre ricordo benissimo l'ultimo funerale. Proseguo su vie che sembrano non aver niente da dirmi, se non fosse per il fascino della cortina che mi avvolge.
Non mi ricordo da quando sento Parigi come la mia casa, quando ho iniziato a maturarne il sentimento casalingo. Non me lo ricordo, ma in fondo m'è piacevole naufragare in questa nebbia.
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