Amaro in bocca, gran cerchio alla testa
02/10/10
Milano, tanto grande da impazzire, si sta perdendo. Una crisi di attrattività che colpisce una fascia precisa di gente: chi studiò nelle università della grande Milano. Mi guardo attorno e dei miei compagni d'università pochi sono rimasti qui. Pochi quelli tornati a casa, molti quelli emigrati verso città con stipendi migliori, condizioni di vita migliori e, soprattutto, un futuro possibile.
Sono soprattutto le prospettive quello che cambiano radicalmente tra quella che fu la Capitale morale d'Italia e che oggi altro non è che il primo centro economico della 'Ndrangheta.
Milano è dove oramai so fin troppo bene quali parti mi danno il sorriso, profondo, sincero e dell'anima, e quali parti me lo tolgono, me lo uccidono ed infieriscono. E tant'è, chi non se ne rende conto è perché non ha mai vissuto all'estero. Bisognerebbe rendere l'erasmus obbligatorio, costringere gli Italiani a vedere com'è la vita all'estero: e non dico in Svezia o Danimarca, anche solo in Provenza o Andalucìa dove non sono migliori di noi, semplicemente diversi e vedere come è un mondo diverse. Al contrario, mi raccontano che a Como nessun abbia voglia di partire per l'Erasmus e che a Siracusa ci sia una sorta di frizione tra chi è rimasto e chi se n'è andato.
Quando neanche il pensiero di Parma, Bologna e dell'Emilia mi scalderà almeno un poco il cuore, allora sì avrò perso l'ultimo attaccamento alla terra dei padri.
1 commenti:
impliciti, ma chiari i riferimenti a Guccini. Ovvio, no?
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