Ora che qualcosa

16/04/12

Quando lasciai London, questa canzone risuonò spesso per me: ancora oggi, risuona in me quel crogiuolo di sentimenti che mi accompagnavano quando camminavo da Spitalfields Market e Brick Lane, lontani anni luce dalla verità confusa di Liverpool St.
Di quei giorni, oggi pochissimo rimane se non il loro sapore. Di quei giorni, poche persone rimangono e, se lo fanno, non è per quei giorni zuppi di malinconia, fatalismo, di sogni che si sperava di realizzare 'malgrado la crisi' e di promesse di restare in contatto. Poco è stato mantenuto.

Io credo che nel Paradiso, se ci sarà dato di viverlo, avremo un posto in cui tutti i compagni di scuola si ritroveranno raccontandosi la vita che fu, ritrovandosi negli stessi banchi con gli stessi professori, ma invece di prepararsi a divenire, saranno.

Ecco, ora una porta mi si sta chiudendo e il portone promesso dalla saggezza degli antichi ancora manco si vede. Eppure, fiducioso mi rimetto su quelle strade che, in fin dei conti, mi han portato spesso e volentieri. Da quel primo leggendario viaggio da Heathrow a Bath senza sapere l'inglese, senza avere un dizionario e con solo un indirizzo e un appuntamento.

Oggi la strada è diversa e l'Avon è sostituito dalla Senne, Liverpool St è lontana e Rue Bordeaux vicina. Poco importa, direte voi, poco importa non sapere il conteggio dei km fatti e di quelli ancora da fare. Eppure, credo, anzi son convinto che le serenate come le strade ancora siano necessarie.

Penso spesso alla scatola di cartoline con i viaggi ancora da fare.

2 commenti:

Anonimo 16 aprile 2012 alle ore 22:05  

l'importante è non chiudere quella scatola e non riporla su un alto scaffale...
buona strada a noi
:)
m.

D21 19 aprile 2012 alle ore 11:14  

questo non significa che le lasceremo sul tavolino, vero!?

:-P

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