Dei blog
12/05/12
Agli inizi del mio primo blog, mi spiegarono che è netiquette di non parlarsi addosso, ma questo articolo mi porta a riflettere sul senso stesso di avere un blog. Quando iniziai, dissi che questo blog era fondamentalmente auto-celebrativo, come in fondo lo sono tutti i blog ma anche i vari Twitter o Facebook.
Non sono del tutto d'accordo con l'articolo citato perché ha un certo snobismo di fondo. Di gente che parlasse perché gli piaceva sentire la sua voce ce n'era anche prima, queste nuove tecnologie hanno avuto due effetti.
Uno è che alle persone a cui piaceva sentire la propria voce è stato dato uno strumento potentissimo in termini di efficacienza, gestibilità e rapiditià.
Il secondo aspetto che trovo importante, ma un po' distorcente è che questa estrema comunicabilità ha assunto una visibilità sproporzionata. Guardiamo tutti FB e quel che vi succede perché è la cosa nuova ed ha una visibilità a mio avviso superiore a quello che in realtà è. E' facile guardare FB e pensare che di lì passi il mondo.
Da FB passa un certo mondo, una certa parte della nostra vita. Per esempio, quel che io posto su questo blog non passa su FB e tendo a tenere le due cose chiaramente separate. Rarissimamente ho legato i due profili. Perché? Scelta mia, nel risultato potete risalire alle ragioni.
Ma la questione è un'altra: credo ci sia una sovra-rappresentazione di questi strumenti. Che però sono pure sempre solo degli strumenti che, in questo caso, esprimono bisogni umani più profondi.
Chiudo dicendo che mi rifiuto un po' sempre di mitizzare il passato. Non ci sto a dire che era meglio quando in campagna potevo farmi una passeggiata nei campi. Cioé, bellissimo passeggiare all'aria aperta in mezzo alla natura, ma la vita dei campi era fatta di gente che non era mai uscita dalla sua valle, che a fatica parlava la lingua nazionale mentre io oggi salto da un sito italiano a uno belga, francese, sono su FB con amici dalla Spagna a Messico, Canada e Argentina.
Non ho risposte e non credo di aver offerto riflessioni originali. Credo però che quell'articolo sia interessante e faccia riflettere ma, se non fosse stato per FB, non l'avrei mai visto. Dunque...
Non sono del tutto d'accordo con l'articolo citato perché ha un certo snobismo di fondo. Di gente che parlasse perché gli piaceva sentire la sua voce ce n'era anche prima, queste nuove tecnologie hanno avuto due effetti.
Uno è che alle persone a cui piaceva sentire la propria voce è stato dato uno strumento potentissimo in termini di efficacienza, gestibilità e rapiditià.
Il secondo aspetto che trovo importante, ma un po' distorcente è che questa estrema comunicabilità ha assunto una visibilità sproporzionata. Guardiamo tutti FB e quel che vi succede perché è la cosa nuova ed ha una visibilità a mio avviso superiore a quello che in realtà è. E' facile guardare FB e pensare che di lì passi il mondo.
Da FB passa un certo mondo, una certa parte della nostra vita. Per esempio, quel che io posto su questo blog non passa su FB e tendo a tenere le due cose chiaramente separate. Rarissimamente ho legato i due profili. Perché? Scelta mia, nel risultato potete risalire alle ragioni.
Ma la questione è un'altra: credo ci sia una sovra-rappresentazione di questi strumenti. Che però sono pure sempre solo degli strumenti che, in questo caso, esprimono bisogni umani più profondi.
Chiudo dicendo che mi rifiuto un po' sempre di mitizzare il passato. Non ci sto a dire che era meglio quando in campagna potevo farmi una passeggiata nei campi. Cioé, bellissimo passeggiare all'aria aperta in mezzo alla natura, ma la vita dei campi era fatta di gente che non era mai uscita dalla sua valle, che a fatica parlava la lingua nazionale mentre io oggi salto da un sito italiano a uno belga, francese, sono su FB con amici dalla Spagna a Messico, Canada e Argentina.
Non ho risposte e non credo di aver offerto riflessioni originali. Credo però che quell'articolo sia interessante e faccia riflettere ma, se non fosse stato per FB, non l'avrei mai visto. Dunque...
2 commenti:
Facciamo finta che tu sia in Belgio. Facciamo finta che io sia in Italia, poi in Turchia, poi in Scozia, etc etc.
Questo blog è un modo per tenersi aggiornati, farsi 2 chiacchiere a botta e risposta. E un piccolo diario, per tener traccia dei pensieri.
Ti par poco? A me no....
Hai ragione, anch'io difendo questo mio piccolo spazio di comunicazione, lascio agli altri di giudicarne il valore...
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