Di questi tempi
16/12/12
Venerdì scorso ho pensato di lavorare a casa e dopopranzo mi son bevuto il mio caffé seduto alla mia nuova scrivania in camera mia davanti al computer. Da allora, in camera mia s'è installato un profumo di caffé che la rende più accogliente mentre il piumone ancora gioca strani scherzi: caldo sul corpo, freddo sulle gambe.
La stanchezza ormai mi accompagna come costante in queste settimane rendendo tutto più difficile. Il file aperto con la ricerca da finire è qui di fianco e dovrei lavorarci invece di restare qui su questo blog che ultimamente trascuro. Eppure, una certa stanchezza di fondo ora m'assale. Stanchezza che diventa rifiuto perché una persona dovrebbe poter vivere al di fuori del lavoro. Poco importa ché ora sia un momento anche bello con tante belle cose da fare ché purtroppo si sovrappongono rendendomi stanco al punto da rifiutarle.
Una telefonata ieri con un'amica che non vedevo da tanti anni. Una festa di Natale fra pugliesi e veneti ed io con il mio solito essere l'unico lombardo. Eppure, sentirsi a casa in queste poche cose ché non mi riposano, ma almeno riscaldano il cuore. E poi la birra con l'irlandese e la polacca, mentre i regali di Natale ancora aspettano.
Ecco, ora termino qui perché il senso del dovere mi riassale. Vorrei solo dire che questa stanchezza non impedisce di apprezzare le cose belle della vita. Ho solo bisogno di abbassare un po' il ritmo e non vogliatemene se trascuro alcuni aspetti.
La stanchezza ormai mi accompagna come costante in queste settimane rendendo tutto più difficile. Il file aperto con la ricerca da finire è qui di fianco e dovrei lavorarci invece di restare qui su questo blog che ultimamente trascuro. Eppure, una certa stanchezza di fondo ora m'assale. Stanchezza che diventa rifiuto perché una persona dovrebbe poter vivere al di fuori del lavoro. Poco importa ché ora sia un momento anche bello con tante belle cose da fare ché purtroppo si sovrappongono rendendomi stanco al punto da rifiutarle.
Una telefonata ieri con un'amica che non vedevo da tanti anni. Una festa di Natale fra pugliesi e veneti ed io con il mio solito essere l'unico lombardo. Eppure, sentirsi a casa in queste poche cose ché non mi riposano, ma almeno riscaldano il cuore. E poi la birra con l'irlandese e la polacca, mentre i regali di Natale ancora aspettano.
Ecco, ora termino qui perché il senso del dovere mi riassale. Vorrei solo dire che questa stanchezza non impedisce di apprezzare le cose belle della vita. Ho solo bisogno di abbassare un po' il ritmo e non vogliatemene se trascuro alcuni aspetti.
2 commenti:
"Stanchezza che diventa rifiuto perché una persona dovrebbe poter vivere al di fuori del lavoro."
è vero. anche se a volte forse non ci rendiamo conto di quanto già abbiamo. Facevo settimana scorsa coi miei alunni l'Ottocento e la condizione operaia. Dobbiamo continuare a lottare per difendere il nostro diritto a essere uomini e non solo lavoratori, ma senza dimenticare quanto già siamo fortunati! :)
m.
Mi iscrivo al sindacato!
Ok, scherzo, però hai ragione. Semplicemente, ci vorrebbe il tempo per pensare e poter apprezzare tutto questo. Già un blog aiuta :-)
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