Ricordi
12/12/12
Sono appena tornato dalla mia amata Scozia dove sono andato per una conferenza di un paio di giorni. Glasgow non è certo Edinburgh, ma l'emozione è la stessa. Mi ha colpito soprattutto veder riaffiorare ogni minimo ricordo, dettaglio, persona ed emozione. Tantissime cose belle, qualche cosa brutta ché anche quelle ci sono state, il tutto avvolto di un'area magica in un paesaggio veramente magico.
Potrei raccontare ogni storia di quell'estate e ricordare l'emozione per ogni paesaggio, via, strada, collina. Le risate, soprattutto quelle. E poco importa che voi non capireste, poco importa che io abbia mitizzato quell'estate e quel luogo. Poco m'importa che la Scozia sia più reale e materiale di quanto io non l'abbia riconosciuta. Ho riconosciuto le linee delle sue montagne, ho scoperto che a Dicembre ai cavalli mettono su un "vestito" tipo quello per i cani, ma molto più elegante come si addice ai cavalli. Gli mettono questo vestito perché fa obiettivamente freddo e non capisco come certi ragazzi potessero girare con giusto una felpa, io che con maglione e piumino avevo freddo.
La Scozia è bella nella sua natura brulla, nelle sue architetture assolutamente affascinanti e, soprattutto, nella sua gente. Arrivato nel centro di Glasgow ero perso per prendere la metrò verso l'hotel. Appena sbagliavo, c'era subito qualcuno pronto ad aiutarmi perché vedendomi in difficoltà arrivavano a darmi indicazioni aiutandomi per quel che potevano. Già, quel che potevano perché alcuni di loro avevano un accento che a fatica capivo "left" or "right", figuriamoci quando hanno iniziato a spiegarmi certi complicati percorsi... Vabbé, però anche questo è la Scozia e in treno, tornando verso l'aeroporto, ho chiacchierato con una coppia incurante del fatto che di lui capissi un ottimo 20% di quel che dicevo e lei era praticamente zitta. Anche questa è la Scozia con i suoi paesaggi brulli, ma fieramente strappati al meteo. Le sue ciminiere in lontananza ed una storia tutta loro, profonda, ricchissima e, soprattutto, da ammirare perché girare oggi per Glasgow con vestiti moderni e pensare a come dovessero stare anche solo 100 anni fa ti fa impressione. E poi MacIntosh e le sue architetture. E poi il pesantissimo cibo scozzese che a colazione mangiano le peggio cose. E poi gli slums di Glasgow. E poi gli ottimi ristoranti ed i negozi ed il mercatino di Natale. E poi e poi e poi...
Tutto torna a quell'estate ed a come mi sia rimasta impressa nella mente, nei gesti e nei sorrisi delle persone, gli incontri casuali, gli errori e le disavventure, le risate e le lezioni di inglese, pardon, di scozzese. Già, la Scozia, terra bellissima da visitare e ricordare, forse non da vivere ché altrimenti questo luogo magico perderebbe la sua magia. O forse la alimenterebbe ulteriormente o forse no e allora non so.
Silente, come le campagne scozzesi, mi riavvio verso il mondo ordinario.
Potrei raccontare ogni storia di quell'estate e ricordare l'emozione per ogni paesaggio, via, strada, collina. Le risate, soprattutto quelle. E poco importa che voi non capireste, poco importa che io abbia mitizzato quell'estate e quel luogo. Poco m'importa che la Scozia sia più reale e materiale di quanto io non l'abbia riconosciuta. Ho riconosciuto le linee delle sue montagne, ho scoperto che a Dicembre ai cavalli mettono su un "vestito" tipo quello per i cani, ma molto più elegante come si addice ai cavalli. Gli mettono questo vestito perché fa obiettivamente freddo e non capisco come certi ragazzi potessero girare con giusto una felpa, io che con maglione e piumino avevo freddo.
La Scozia è bella nella sua natura brulla, nelle sue architetture assolutamente affascinanti e, soprattutto, nella sua gente. Arrivato nel centro di Glasgow ero perso per prendere la metrò verso l'hotel. Appena sbagliavo, c'era subito qualcuno pronto ad aiutarmi perché vedendomi in difficoltà arrivavano a darmi indicazioni aiutandomi per quel che potevano. Già, quel che potevano perché alcuni di loro avevano un accento che a fatica capivo "left" or "right", figuriamoci quando hanno iniziato a spiegarmi certi complicati percorsi... Vabbé, però anche questo è la Scozia e in treno, tornando verso l'aeroporto, ho chiacchierato con una coppia incurante del fatto che di lui capissi un ottimo 20% di quel che dicevo e lei era praticamente zitta. Anche questa è la Scozia con i suoi paesaggi brulli, ma fieramente strappati al meteo. Le sue ciminiere in lontananza ed una storia tutta loro, profonda, ricchissima e, soprattutto, da ammirare perché girare oggi per Glasgow con vestiti moderni e pensare a come dovessero stare anche solo 100 anni fa ti fa impressione. E poi MacIntosh e le sue architetture. E poi il pesantissimo cibo scozzese che a colazione mangiano le peggio cose. E poi gli slums di Glasgow. E poi gli ottimi ristoranti ed i negozi ed il mercatino di Natale. E poi e poi e poi...
Tutto torna a quell'estate ed a come mi sia rimasta impressa nella mente, nei gesti e nei sorrisi delle persone, gli incontri casuali, gli errori e le disavventure, le risate e le lezioni di inglese, pardon, di scozzese. Già, la Scozia, terra bellissima da visitare e ricordare, forse non da vivere ché altrimenti questo luogo magico perderebbe la sua magia. O forse la alimenterebbe ulteriormente o forse no e allora non so.
Silente, come le campagne scozzesi, mi riavvio verso il mondo ordinario.
2 commenti:
Nicola, leggendo ora in treno questo tuo ricordo-racconto mi hai commossa. Condivido quello che dici sulla Scozia, l'amo molto perché la scelsi come terra di rifugio e ammetto che la gente del luogo mi fa bene al cuore. Per me anche se una la vivesse non perderebbe la magia. Ma questa è una mia personale impressione. Cmq settimana scorsa ho mancato dei CV, sia mai!
Hai "mancato un CV"?! Ocio che se ti arriva addosso... scherzi a parte, son contento ti piaccia, è una terra magica.
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