Etica fantastica

31/08/08

Mi piace il fantasy perché ricostruisce il mondo reale attraverso un'allegoria iper-realistica. Allegoria, non caricatura, significa che il mondo fantastico costruito serve non tanto in quanto tale, ma per i rimandi, le analogie ed i richiami che ha con la realtà. Mi piace questo stile, come forse si era già capito.Mi serve, ora, per stilizzare due estremi etici attraverso un dibattito in voga decenni fa.

Il "The Lord of the Rings" di Tolkien è l'allegoria di un'etica detta "di Destra": la lotta tra il Bene e il Male vede il Male come assoluto, indiscutibilmente minaccioso. Un'Oscurità implacabile, sicuramente violenta, tentatrice ingannatrice e sopraffattrice. Un'Oscurità da cui difendersi, lottare e da distruggere. L'Anello è da distruggere, nessuna alternativa, come nessuna alternativa per Orchi e Nazgul, anche chi è stato corrotto non torna indietro. Male assoluto, da cui resistere e da sopraffare.

"Star Wars" incarna invece l'Etica "di Sinistra" (chiarisco, che nulla ha a che fare con le normali fazioni politiche): il male è chiaramente identificato, ma è una tentazione in cui si cade e non è mai assoluto. Il simbolo è nella scena in cui Darth Fener riconosce Juke come figlio e, in fondo, capisce che quella era la via giusta, così come il figlio riconosce che il Male non è assoluto, ma che c'è sempre possibilità di redenzione.

Questa breve stilizzazione è da prendere come un'immagine fugace, per interrogare l'Etica: Manichei tolkeniani o Jedi dubitativi? Premesso che lo spessore letterario delle due opere è incomparabile (il mediocre Star Wars contro l'eccellente Tolkien), mi pare un'allegoria interessante per capire qualcosa di Etica.

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