trasgressioni da casa libera (da non far leggere alle madri)

17/03/12

Da piccolo, la casa libera significava che mamma e papà ti lasciavano in balia di una qualche baby-sitter cosa che a me - a dire il vero - è successo assai raramente. Più spesso, avevo un qualche parente, una zia, una cugina e la cosa era più gestibile.

Più grandicelli, la casa libera ti faceva pensare a chissà quale libertà, chissà quale tanto agognata trasgressione finalmente possibile: a letto tardissimo! Sì, ma poi la mamma se n'accorge e poi per fare che? Giocare, si poteva giocare anche prima e comunque a una certa ora il sonno veniva naturale. I più audaci raccontavano di aver visto 'colpo grosso', ma lì significava esser rimasti svegli fino a proprio tardi e l'indomani la mamma se ne sarebbe accorta.

Più tardi, continuando a crescere arrivavano i primi veri ormoni e pensavi che la casa libera avrebbe permesso chissà quali trasgressioni che si riducevano ben presto a passare le serate con qualche amico racimolato a giocare ai videogiochi. Già, perché finalmente il sonno non arrivava più naturalmente, ma nel frattempo Colpo Grosso era uscito di programmazione e rimaneva il racconto mitologico di qualche fratello più grande.

Poi, quando la casa libera arrivava con qualche anno di più, pensavi "sbatta!": qui se faccio una festa, poi è un massacro sistemare tutto e la mamma mi fa uno spread così (ok, allora non usavamo quell'espressione, ma mi sarà concesso... spero). Come fare per liberare la casa delle bottiglie di birra lasciate dalla festa era il principale problema da affrontare. E se mi trovo una qualche amichetta portarla a casa è veramente sfigato perché vedrebbe la mia foto di classe delle medie. Al ché, la casa libera diventava più che altro una minaccia che la mamma faceva pensando di farti un favore. Appena lo sentivi, la più grande trasgressione che ti veniva in mente era quella di poter far la pipì senza chiudere la porta. Cosa che ammetto di aver fatto, ma il mio spirito trasgressivo si fermava lì e spesso la porta la chiudo lo stesso più che altro per abitudine.

E poi il grande passo: andare a vivere da solo. A quel punto ci sono varie versioni. Nella mente maschile, il primo pensiero comune è di trasformarla in una sorta di casa da appuntamenti stile Rocco Siffredi: pensiero che so essere molto comune, ma che è una gran balla. Anzi, la casa cerchi di non incasinarla troppo per non dover passare il tuo tempo libero a pulire e risistemare, i tuoi sabati pomeriggio passati con gli amici all'oratorio si trasformano in vagabondaggi solitari all'IKEA cercando qualcosa che combini utilità, bellezza, ma soprattutto costo, possibilità di portarlo a casa e capacità nel montarlo.

Viene in fine il momento in cui vivi o, meglio, convivi con la lei che non c'entra niente con quei sognetti più piccantini di tanti anni prima e che, anzi, ora guardi con un sorriso un po' così. Sei contento, avete la vostra casa e tutto va bene. Il disordine è meno problematico perché si è in ue e quindi, se qualcosa è fuori posto, è colpa dell'altro/a così come fare pulizie, lavatrice, spesa. L'idea di fare feste ti passa in fretta perché la settimana al lavoro stanca e il week-end preferisci fare altro.

Ma poi, se per un week-end lei non c'è, inizi a sentirne la mancanza. Fare la pipì con la porta aperta? Sì, lo puoi fare e forse è tutta lì la trasgressione. Anzi, no, magari recuperi quei videogiochi che non facevi più da tanti anni e che hai lasciato lì senza sapere mai se saresti arrivato all'isola del livello 12 e cosa c'era poi. Vorresti poterti risolvere questo dubbio che ti porti dietro da anni, ma ti accorgi che non sai più giocare e il livello 4 è già insormontabile.

In realtà, già so, la prossima fase di "casa libera" significherà restare da solo con qualche marmocchio da accudire che piangerà e tu non saprai che fare perché l'unica soluzione sarà la mamma, la quale un giorno, di nuovo, gli lascerà la casa libera e lui inizierà a porsi il problema di quale incredibile prima trasgressione compiere.

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