partendo da Zizek
15/03/12
E' entrato in casa mia un libro dal titolo che colpisce: "vivere alla fine dei tempi". Zizek pare sia un grande intellettuale contemporaneo di cui - onestamente - so molto poco. Mi han parlato di quel libro, ma non l'ho ancora letto. Il volume spaventa, ma i temi attirano.
Viviamo tempi da fine, ma la fine non si vede o, peggio, molti non la vogliono vedere. Dov'è lo spread? Dov'è il debito pubblico? Dov'è la Cina che ci compra? Beh, quest'ultima la vedo ma è altra storia...
Domenica camminavo per il mercato del mio quartiere dove si mischiano regolarmente polacchi e portoghesi. Da un lato, due ragazze africane chiamano"Pedro! Pedro!". Dall'altro, un ragazzo africano si gira, guarda le due ragazze e iniziano a chiacchierare. In Italiano.
Improvvisamente mi sono sentito perso: in Belgio, in un quartiere polacco-portoghese, gli africani parlano tra di loro in Italiano?! Mah...
Certo non è questa la fine dei tempi, anzi forse è la speranza di pace perché le guerre che arriveranno difficilmente saranno basate sulle identità nazionali come la Grande Guerra.
Al contrario, la crisi ha oggi un nome "precarietà", concetto molto più insidioso perché il Capitale, il Nazismo, i Sovietici avevamo imparato a figurarceli, ma ora...
Se qualcuno mi chiedesse cos'è la precarietà rispondere che è la Min. Cancellieri: una che ha vissuto tutta la vita grazie ad un concorso vinto che io non ho mai potuto fare e che mi sfotte perché voglio stare 850 km vicino a Mammà. E Monti, con la sua monotonia del posto fisso non è meglio. E la Fornero che ieri ha tagliato le pensioni ed oggi dice di avere una paccata di soldi.
Appunti su qualcosa.
Viviamo tempi da fine, ma la fine non si vede o, peggio, molti non la vogliono vedere. Dov'è lo spread? Dov'è il debito pubblico? Dov'è la Cina che ci compra? Beh, quest'ultima la vedo ma è altra storia...
Domenica camminavo per il mercato del mio quartiere dove si mischiano regolarmente polacchi e portoghesi. Da un lato, due ragazze africane chiamano"Pedro! Pedro!". Dall'altro, un ragazzo africano si gira, guarda le due ragazze e iniziano a chiacchierare. In Italiano.
Improvvisamente mi sono sentito perso: in Belgio, in un quartiere polacco-portoghese, gli africani parlano tra di loro in Italiano?! Mah...
Certo non è questa la fine dei tempi, anzi forse è la speranza di pace perché le guerre che arriveranno difficilmente saranno basate sulle identità nazionali come la Grande Guerra.
Al contrario, la crisi ha oggi un nome "precarietà", concetto molto più insidioso perché il Capitale, il Nazismo, i Sovietici avevamo imparato a figurarceli, ma ora...
Se qualcuno mi chiedesse cos'è la precarietà rispondere che è la Min. Cancellieri: una che ha vissuto tutta la vita grazie ad un concorso vinto che io non ho mai potuto fare e che mi sfotte perché voglio stare 850 km vicino a Mammà. E Monti, con la sua monotonia del posto fisso non è meglio. E la Fornero che ieri ha tagliato le pensioni ed oggi dice di avere una paccata di soldi.
Appunti su qualcosa.
2 commenti:
Eh si, Duca Mio. Tempi incerti, ma a ogni generazione spettano le proprie sfide e magagne da sbrogliare.
Solo piacerebbe anche a me che la generazione dei nostri padri ci risparmiasse almeno i predicozzi.
Non ce ne hanno e non se ne sono fatti abbastanza quando eravamo piccoli, e ce li vengono a fare adesso.
Ridicoli.
Papero
E' vero che ogni generazione ha le sue magagne, ma i nostri nonni avevano fatto del loro meglio affinché arrivasse un mondo migliore di quello che aveva generato le Guerre Mondiali, e quelli sì che erano problemi...
Son d'accordo nel dire che, almeno, ci risparmiassero i predicozzi... Il resto lo vedremo
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