Affinità e divergenze

31/05/12

Se sei all'estero e torni a casa da disoccupato scattano una serie di domande che ti lasciano un sentimento di fastidio e disagio. Ma le parole "fastidio" e "disagio" non sono giuste e quindi oggi riflettevo su come spiegare questo sentimento.

La prima imagine è quando nonne, zie e anziani parenti ti chiedono "hai la fidanzata? ma no, come? un ragazzo bravo come te ancora senza fidanzata? ma guarda che hai una certa età". Ecco, le domande su perché non hai un lavoro sono simili a quelle per cui non hai una ragazza, ma con un paio i differenze.

1. non puoi dire al parentume di avere avuto un po' di storielle quà e là, ma se dici che hai fatto un po' di lavoretti quà e là puoi cavartela abbastanza bene. Ovvero, avere un lavoro occasionale è una buona risposta, avere relazioni occasionali no.

2. Cambiare lavoro è una cosa che il parentame accetta, cambiare ragazza molto più difficilmente.

3. Sul lavoro che cerchi il parentamente non vuole sapere nessun dettaglio, niente di niente. Sulla ragazza, vogliono sapere veramente tutto.

4. Se vuoi consolarti in privato che non hai una ragazza, esistono una miriade di sitarelli pornografici per tutti i gusti. Curiosamente, per i disoccupati non c'è.

5. Per trovare un lavoro, il parentame si attiva in maniera incredibile fornendo un sacco di contatti assolutamente inutili perché, fedeli al punto 3, non sanno neanche tu cosa voglia fare. Al contrario, se sei "sentimentalmente disperato" mai un cugino che ti presenti un'amica degna di nota: se te la presenta devi sperare che sia almeno simpatica, visto che spesso non è manco quello...



Ok, allora l'analogia disoccupato-single non mi sembra andare molto oltre, proviamo con quella calcistica: come va la ricerca del lavoro rispetto alla tua squadra? Ecco, lì dipende tutto da come ti collochi.

a. Se hai un cugino-Milan, quello non ha vinto ma comunque ha messo da parte tante di quelle vittorie che la metà bastano.

b. se hai un cugino-Juventus significa che quello nonostante un po' di peripezie quest'anno ha stravinto ed è stato assunto.

c. se hai un cugino-Inter è vero che quest'anno è andato male, ma fino a ieri aveva un lavoro fighissimo e comunque l'anno prossimo tornerà ad averne uno ancora più figo.

d. (raro) esiste poi il cugino-Barcellona, che è andato all'estero e ora è il più invidiato di tutti perché vince e fa bel gioco e coltiva i giovani. E se non vince va bene così perché Guardiola è pure figo.

e. esiste anche il cugino-Roma o Lazio che anche se vanno male, comunque non li si può criticare.

 
Quello che non esiste mai sono i cugini tipo Chievo, Catania o Lecce, quelli sfigati che rischiano di retrocedere e spesso gli succede. Credo che nessuno abbia mai un cugino così. Ma il risultato è che finisci per sentirti il "cugino Novara": simpatia sì, ma risultati...



La smetto di cercare analogie e, a testa alta, preparo la valigia.

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Paragoni storici

Mi chiedo a quale personaggio storico possa essere paragonata la Merkel. Non sono un esperto di storia, ma l'esperienza mi porta a pensare al Generale Cadorna, il figlio ovviamente. Certo, non celebre come un Cancelliere tedesco, ma temo che la Merkel passerà alla storia come una sorta di Cadorna della crisi europea.

Già mi vedo una nuova stazione ferroviaria a Milano...

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percorsi

29/05/12

Questo pensiero mi viene da un mix di pensieri presi in prestito dal prete di domenica mattina e dalle canzoni di Daniele Silvestri di domenica sera, un prestito che in parte restituisco qui dopo averci aggiunto interessi sotto forma di pensieri miei.

Viviamo tempi duri, durissimi. Viviamo tempi difficili dove siamo costretti a lasciare il nostro paese o, peggio, a viverlo senza grande speranza, senza fiducia. Non solo nel futuro, ma vivere l'Italia senza fiducia nel prossimo pronto a rifilarci un bond tossico, a venderci la partita della nostra squadra o a offrirci un lavoro che lavoro non è.

In questi tempi brutti, dobbiamo essere persone flessibili e dinamiche, accettare di cambiare strada, muoverci e articolarci per evitare tutte queste insidie. Dobbiamo essere nomadi che sanno dove andare, ma dovendo muoversi si portano dietro sempre il minimo indispensabile, si portano dietro solo ciò che è veramente importante e ciò che hanno di più caro.

In questi tempi brutti, bisogna tenere la barra ben dritta ché le correnti si fanno forti. Se non siamo i primi ad aver attraversato le Colonne d'Ercole lasciando il Mediterraneo, siamo i primi da molto tempo con cuil'Atlantico si rivela tanto arrabbiato. E in fondo non voglio pensare a quelli che devono affrontare il Pacifico!

Pronti, dunque, a virare la rotta adattandosi ai diversi porti cui ci toccherà d'attraccare. Flessibili e pronti a nuovi porti, fermi nel tenere la rotta ricordandoci che nel mare in tempesta la stiva dev'essere leggera e potremo portarci dietro solo quanto di più caro abbiamo, potremo portarci dietro ciò a cui più teniamo.

Piaccia o no, viviamo tempi brutti e navigare non è facile.

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Da Silvestri a Bersani

Dal concerto di Bersani, m'è venuta in mente una canzone che pare adatta alla situazione in vista delle decisioni sulle alleanze politiche. Insomma, ci siamo tutti rotti di 'sta storia della foto di Vasto, ebbbasta! E' chiaro che Pier di Pier si fida un po' di più. Al netto dei Pier, è chiaro che Bersani si fida di più di Casini che non di Vendola e Di Pietro. Facciamocene una ragione! Insomma, nella canzone gli piace Maria ma lui preferisce Gino, è così e non c'è niente di male. Inutile ricordargli i tempi in cui il PD era di Sinistra, il PD vuole l'UDC e criticare questa cosa è come pretendere che i Gay siano da curare. Inutile appellarsi al fatto che il PD dovrebbe stare con la Sinistra, siamo o no una società moderna dove ognuno può allearsi con chi vuole? Siamo o no una società libera e democratica? Basta additare i gay come se fossero il male della società? Che male possono mai fare i gay? Sono forse gli orientamenti sessuali che fanno le qualità di una persona? Conosco uomini eterosessuali che sono ottime persone, altri sono mascalzoni e questo significa semplicemente che gli orientamenti sessuali non fanno la qualità di una persona. Certo, molto diverso è il tema delle alleanze politiche di un partito... lì sì che divento meno tollerante, ma in fondo sono io che sbaglio e dovrei farmene una ragione.

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Un breve appunto sul Papa teologo

26/05/12

Teologo, appunto. Ratzinger si sta dimostrando un pessimo politico e questo era ampiamente prevedibile. I recenti fatti lo dimostrano. Ratzinger è stato scelto proprio perché è un raffinato teologo, ma un politico impreparato: capace di esprimere un pensiero teologico più avanzato del suo predecessore, a differenza di Wojtyla Benedetto XVI non è in grado di operare per una riforma e modernizzazione organizzativa della Chiesa centrale. I continui scandali sono il risultato di una sua incapacità simbolicamente rappresentata da Bertone che, per dirne una su tutti, manco sa l'inglese. E se non bastasse gli ha fatto imporre un'infornata di Cardinali suoi amici dimenticando (colpevolmente) quelle terre da cui i Cattolici ora vengono. In maniera più esplicita: hanno nominato Cardinali gli amici di Bertone e non i pastori più bravi e dinamici, hanno nominato amici e allineati politicamente invece di riconoscere l'importanza di chi anche la pensa in maniera diversamente e per questo è seme fecondo nella terra. E' un limite grave di Ratzinger, da tanti frainteso e su cui sono state riposte speranze ingiustificate: essere un brillante teologo con un pensiero chiaro e forte, non significa essere un buon politico. Con buona pace degli idealisti, se sei Papa devi essere anche (forse soprattutto) un buon politico.

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Dei Badge a Bruxelles

25/05/12

A Bruxelles tutti hanno un badge.

Hanno un badge i funzionari della Commissione ed il loro badge è particolarmente brutto. Però, tutti i funzionari hanno un badge. Il badge della Commissione UE è bianco con la foto del funzionario di turno, la bandiera UEe il nome. La grafica del badge da funzionario UE è brutta come le mie tavole ai primi anni d'università.
Tutti i funzionario della Commissione hanno un badge, anche quelli di più alto rango, ma loro lo esibiscono in maniera più discreta, sanno che ha un valore.

Ai giovani funzionari con contratto triennale, la Commissione UE dà un badge uguale a quello ai funzionari a tempo indeterminato ma con la sigla CA posta discretamente in un angolo per non rovinare il semplicismo concettuale e modernista dei badge della Commissione UE.

Anche ai giovani stagisti e interinali è garantita la possibilità di avere un badge ché a Bruxelles un badge non si nega a nessuno. Però, stagisti e interinali hanno un badge diverso, in verticale con sfondo blu degno del PPE e, soprattutto, una fascia gialla che mette in evidenza che quel badge scadrà. Però, intanto anche i giovani possono esibire un badge. E questo a Bruxelles conta.

Il mito primigenio di Bruxelles narra che anche i Commissari abbiano un badge, ma non tutti ci credono. Esistono leggende che dicono che Barroso abbia plasmato il badge a sua immagine e somiglianza. Altri sostengono che sia il figlio di Barroso ad aver disegnato la grafica dei badge della Commissione, ma questa tesi è considerata blasfema e oltraggiosa. Altri ancora sostengono che lo status di Commissario di elevi alla trascendenza del badge.

I badge del Parlamento Europeo sono invece molto più belli: azzurri col logo del Parlamento. Sì, non c'è che dire: avere un badge del Parlamento è molto più elegante, anche se questo compensa una certa rivalità tra Parlamento e Commissione perché i funzionari parlamentari sono meno importanti. Almeno, così dicono i funzionari della Commissione.

Esiste una terza stirpe di badge che sono quelli del Consiglio, sicuramente superiori a Commissione e Parlamento. Tuttavia, nessuno ha mai visto un badge del Consiglio e io credo non esistano. Però qualcuno dice di averli visti, ma io resto scettico. Il Consiglio è un'istituzione metafisica, anzi metabadge.

A Bruxelles tutti hanno un badge.

Se per caso non avete un badge, potete recarvi a una qualunque conferenza ed un simpatico rettangolino col vostro nome nome comparirà per voi. Improvvisamente, sarete elevati al rango di "persona col badge" che forse a Hamburg o Alicante conta poco, ma a Bruxelles...

Esistono poi i badge dei lobbysti ché sono un'entità diversa. In genere, i lobbysti non hanno badge, ma quando si avvicinano a eventi 'made in UE' improvvisamente compaiono. E alcuni badge di lobbysti sono proprio belli. Alcuni badge sono sicuramente più belli di quelli della Commissione, ma difficilmente sono meglio di quelli del Parlamento ché sono un po' le due unità di misura comunemente usate a Bruxelles per misurare i badge.

I lobbysti hanno facce strane e cercano di mimetizzarsi. Tuttavia, esistono due stirpe fondamentali di lobbysti: quelli garantiscono un badge anche ai giovani stagisti e quelli che non lo fanno. Un giovane stagista di una lobby se ha un badge ha spesso annesso anche un sorriso, altrimenti è semplicemente agguerrito e cerca di farsi vedere duro e determinato, amichevole e laido. Ma un giorno anche lui avrà pienamente diritto a un badge senza che questo dipenda dal lobbysta-padrone. E così farà parte anche lui del popolo dei badge.

Perché a Bruxelles tutti devono avere un qualche badge
Ma non in tutta Bruxelles i badge si portano.

I badge popolano l'enorme quartiere europeo di Bruxelles: dalla navata centrale che va da Art-Loi fino a Merode passando per il transetto che congiunge Parc Leopold con Madou. Come in Chiesa ci si fa il segno della Croce quando si entra o si esce, così nel quartiere europeo il badge si mette o si toglie quando si entra o si esce.

I badge non nascono sugli alberi né sotto un cavolo. Un badge non nasce per un atto sessuale, un badge nasce puro, purissimo. Un badge non nasce con la cicogna perché gli animali non sono neanche lontanamente degni di avere un badge, per quanto abbia sentito voce di una setta sovversiva che afferma il contrario. I badge si generano: lo spirito del badge aleggia su Bruxelles e sicuramente saprà procurarvi un badge quando e dove lo riterrà opportuno.Poi, i badge non sono un uso esclusivo bruxellois, però credo che a Bruxelles ci siano almeno la metà dei badge che esistono in tutta Europa. Forse è simile a Washington DC o a New Delhi, certamente a Beijing dove lì fanno tutto in serie e c'è pure il comunismo dei badge. Esistono altri badge europei fuori da Bruxelles? Certo, ma mai così tanti e così religiosamente esibiti.

A Bruxelles tutti hanno un badge, ma devono sapere dove portarlo.

Attenti studiosi hanno anche argomentato che non è vero che il badge viene dato alla persona, è il badge che sceglie chi è degno di indossarlo. A ben vedere, non sono le persone che indossano il badge, ma i badge che portano in giro le persone facendogli credere di avere una volontà propria.

Devo ammetterlo: anch'io sono coinvolto in questa storia di badge e per questa ragione narro tutto questo. Qualcuno potrebbe pensare che io esageri, ma dopo aver letto farete un po' attenzione a questa fenomenologia e mi darete ragione.

Ah, un'ultima raccomandazione: non pensate di venire a Bruxelles con badge fasulli, questo non è assolutamente tollerato e vi metterebbe a rischio. Le sanzioni non sono note. Ciò che è noto è che nel monte sotto il Parlamento c'è gente che è entrata e non ne è mai uscita. I trasgressori più gravi sono stati portati addirittura sotto nelle segrete del Consiglio, ma lì veramente non voglio neanche immaginare cosa possa essere successo.

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Di quelle vittorie che fanno male

23/05/12

Tutto come previsto, ma con un segnale allarmante.

Primo, credo di averlo anche scritto un po' di tempo fa, ma questa sconfitta è assolutamente funzionale a Berlusconi. Ora sarà 'costretto' a tornare in campo per non lasciare l'Italia i comunisti. Avete visto come festeggiava Bersani? Volete forse lasciare l'Italia a Grillo? "NOOOOO!!!" urla la folla. Ed ecco che il Silvio nazionale si riprende la scena.

Secondo, la vittoria del PD è una disgrazia. Sì lo dico chiaramente e non certo riferendomi ai sindaci eletti. E' una disgrazia perché così Bersani&co si sentiranno bravi e sicuri di andare a vincere alle prossime politiche, quando invece l'elettorato di centrodestra tornerà a votare e le belle percentuali del PD verranno drammaticamente ridimensionate. Al contrario, era meglio una bella sconfitta come nel 2001 con un nuovo Fassino che ci si metteva a risanare un partito in crisi. Invece, questa vittoria terrà compatte tutte le fratture interne in vista della sicura vittoria che non arriverà e, se arriverà, farà implodere il futuro governo in una sorta di riedizione del Prodi-2, 'na roba tipo il Prodi-2bis. Era meglio una sconfitta Bersani che diceva "eh no! Io primo ministro lo voglio diventare, sorboli!".

Terzo, forse SEL e IdV hanno capito di aver perso e questo li animerà un po'. Speravo anch'io che SEL ottenesse qualcosa di più, invece rimane ancorata al palo e in molte città ha percentuali risibili. Manca ancora la capacità di strutturarsi come partito, ma forse Vendola si sta svegliando e se cercasse una gestione più collegiale del partito assieme ai vari Pisapia, Zedda e Doria forse può farcela. Può farcela perché ha capito di non aver vinto.

Vediamo, in fondo, da qui poc'altro c'è da dire.

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A caldo sui ballottaggi

21/05/12

Caro On. Bersani,

può avere almeno la dignità di sforzarsi di capire cos'è veramente successo in queste elezioni amministrative? Può evitare di dire di aver vinto le amministrative, ma guardare in faccia la realtà? Non voglio appellarmi alla sua onestà intellettuale perché dopo la vicenda Penati sarebbe eccessivamente polemico, ma può fare uno sforzo a cercare di capire cosa sta veramente succedendo?

In Italia, l'astensionismo è a livelli record. Praticamente l'intero elettorato di centro-destra non ha votato e, nonostante gli sfraceli del governo Berlusconi, Lei non ha guadagnato nuovi elettori. So che è un calcolo un po' complicato, ma se invece di guardare le percentuali guardasse il numero di persone che si sono recate a votare per queste elezioni in cui dice di aver vinto si renderebbe conto che la vota chi l'ha sempre votata e sempre la voterà. Anzi, l'han votata pure un po' meno di prima.

Per non parlare della coalizione. Per esempio, le elezion di Palermo le computa vittoria o sconfitta? Genova e Rieti sono vittorie o sconfitte? Lo dico perché i candidati che lei aveva scelto non hanno superato manco le primarie, che infatti lei ora non vuole più fare.

In Italia c'è un malessere profondissimo che si testimonia nel non-voto e se il centrosinistra vince è solo perché dopo anni di Berlusconi gli elettori di centrosinistra ancora un poco ci credono, ma neanche così tanto a dirla tutta. Invece di prendersi meriti, caro On. Bersani, si rimbocchi le maniche e cerchi di convincere noi elettori che vale la pena venire a votarvi.

Cordialmente.

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Un piccolo appunto di politica economica

Ma cosa diavolo intendono per 'investimenti per la crescita'? No, me lo chiedo perché se questo significa un bieco e mero ritorno al keynesianismo anni '30 significa che proprio non ci siamo. Pensiamo che con qualche debito pubblico in più si possano ridistribuire i salari facendo ripartire la domanda? Ma quale razza di analisi della crisi attuale è stata fatta perché vengano concepite idee così ovvie e banali?

Lancio una delle tante proposte prese dalla Voce: sciogliere le banche centrali nazionali nella BCE. In quell'articolo trovate alcuni argomenti, ma soprattutto il bilancio commerciali dei paesi euro perderebbe di senso definitivamente facendoli passare allo status di 'regioni', ovvero import/export avrebbero senso solo statistico, non macro-economico (affermazione che dovrei chiarire, ma per ora va bene così).

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avvocalizzazioni litterali

Canticchiando una canzone di Capossela, mi rimbalza in testa un gioco tra il grammatico, il litterario e l'eufonico. Le parole 'debolezze' e 'protette' hanno le stesse vocali. Sembra un'ironia del legislatore grammatico che un giorno creò l'Italiana lingua. Un'ironia raccolta secoli dopo da Capossela sottolineando la nostra vulnerabilità alle nostre proprie debolezze, ed ancora le stesse vocali ritornano.
Coincidenze, potrebbe argomentare qualcuno. Già, sono sempre e solo coincidenze che però entrano nell'orecchio e puntano a testa e cuore, più di quanto noi si voglia pensare.
Complotto? Oh, no, di certo no. E' molto più interessante lasciare che questa 'coincidenza' arrivi a te da solo, cogliendo il tuo animo più di quanto tu non possa fare. Forse, assomiglia di più a una frecciatina. Già, una frecciatina grammaticale che coglie nel segno. Una frecciatina che coglie nel segno...

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un vecchia idea

20/05/12

Dal dibattito politico sulla crisi non capisco come mai manchi totalmente l'idea di una svalutazione competitiva dell'Euro. In parte, è l'idea inflazionistica di Krugman, ma qui avrebbe un'idea un po' diversa. Svalutare competitivamente sosterrebbe le esportazioni rendendo nuovamente competitivo il settore industriale europeo. Certo, sarebbe un bel regalo all'industria tedesca, ma anche agli altri. Metterebbe a rischio di essere comprati dall'estero? è vero, ma non siamo già in questa condizione? Creerebbe problemi ai concorrenti? E' il mercato, bellezza!
Perché non si va? Semplice, nel direttivo della BCE ci sono paesi che l'Euro non l'hanno adottato, come l'UK. Non a caso, Cameron è preoccupatissimo che l'Euro scenda perché ucciderebbe le esportazioni inglesi aggravando la loro crisi. Ma non vedo perché dovremmo avere solidarietà per un apese che sta bloccando le decisioni a livello europeo e che ha contagiato con le sue banche e il suo sistema finanziario.
Ovviamente non è un'idea semplice e andrebbe studiata un poco, ma mi piacerebbe quantomeno che venisse riconsiderata nel dibattito politico, invece pare sia un tabù...

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unica domanda a caldo

19/05/12

Cosa si aspettavano di ottenere uccidendo una ragazzina di 16 anni che andava a scuola?

Lo ripeto: cosa si aspettavano di ottenere con quella autobomba?

Posso capire l'omicidio di un magistrato come Falcone oppure l'omicidio Biagi: crimini efferati, ingiustificabili ma politicamente comprensibili in una strategia terroristica e anti-democratica. Ma in questo caso?

Spero che il tempo sappia darci qualche risposta, pur nella consapevolezza che in Italia non saranno certo i processi a spiegarci colpevoli e mandanti.

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non capisco perché non

Se la Grecia fallisce deve per forza uscire dall'Euro. Ma perché? La Grecia potrebbe ripudiare il debito e gli altri stati sovrani trovare un meccanismo per rifinanziarla a tasso agevolato. In fondo, la Grecia è pochissima roba nella fetta di PIL europeo. Si ripudia il debito e si rifinanzia la Grecia a tassi agevolati, senza costringerla a uscire dall'Euro ché questo minerebbe tutti gli altri paesi (e strangolerebbe per sempre la Grecia). Per certi versi, l'ha detto pure Schauble e la SPD+FDP (!!!) hanno fatto una proposta in questa direzione con la mutualizzazione di parte del debito nazionale.

Misteri del dibattito politico.

Eppure, mi rendo conto quanto sia importante una narrativa della crisi, dei problemi politici, l'importanza di analisi condivise delle cause, prim'ancora che dei sintomi della crisi.

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Io non, però

17/05/12

Io non so cosa succederà di questa crisi, veramente non so che scenario configurarmi tra JP Morgan, Grecia e banche spagnole. Mi chiedo se JP Morgan o Bankia sarà la prossima Lehman Brothers, se la Grecia la nuova Argentina. Una speranza però ce l'ho: la Merkel è famosa per le sue improvvise e repentine inversioni di marcia. Credo che pur di ri-vincere le elezioni, sarebbe capace di buttar via tutta la sua linea strategica (assolutamente fallimentare) pur di cercare di essere ri-eletta. D'altronde, her frau è nota per le sue giravolte, la direzione vaga pronta a seguire umori politici che pure rimettano in discussione scelte in cui dichiarava di capire. Più che una lady di ferro, è una debole opportunista. Schauble, al contrario, appare più promettente e chiaro nella sua visione.
Vediamo, un improvviso cambio di rotta della Germania del tipo "basta così con l'austherity, siamo stati bravi ora facciamo altro" è forse la speranza migliore per quest'Europa. Ma poi chissà... molte parole si stanno sprecando per disegnare scenari più o meno realistici.

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Sua maestà, il Reno

Tutte le volte che mi capita di passare per Rotterdam, una presenza imponente e imperiale mi sorprende, mi cattura, mi attrae: il Reno.

Il Reno è un fiume imperiale, è la culla dell'Europa, trasporta tutta la storia ricchissima di un continente. Lui, imperiale e maestoso a Rotterdam si divide in tante braccia che segnano un intero paese. Il Reno non è protagonista, è stato testimone dell'Europa, superiore com'è alle volgarità di una terra devastata da guerre millenarie e nobilitata da una cultura incredibile.

Al Reno, tutta l'Europa deve moltissimo. Il Reno è un vero imperatore dell'Europa con i suoi fedeli vassalli sparsi ovunque. dal Po al Rodano, fino alle Water of Leith o al Tejo per non dimenticare il più nobile di tutti i suoi vassalli: il Danubio.Ma il Reno è ancora di più. Il Reno è un fiume che diventa quasi un lago che scorre. E' la geografia di una terra da sempre divisa tra Germania, Svizzera e Francia, tra Olanda e Borgogna, il Lussemburgo ed il Principe-Vescovo di Liège e la supremazia di Koeln, la maestria dei fiamminghi ed i formaggi alpini.

Il Reno va conosciuto, io stesso non posso che limitarmi a contemplarlo ogni volta che mi capita di attraversarlo. Il Reno agricolo ed il Reno industriale, il porto di Rotterdam e la spiritualità della cattedrale di Koeln, i vini della Borgogna e la dinastia degli Asburgo.

Ah, sua maestà il Reno...

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Dei blog

12/05/12

Agli inizi del mio primo blog, mi spiegarono che è netiquette di non parlarsi addosso, ma questo articolo mi porta a riflettere sul senso stesso di avere un blog. Quando iniziai, dissi che questo blog era fondamentalmente auto-celebrativo, come in fondo lo sono tutti i blog ma anche i vari Twitter o Facebook.

Non sono del tutto d'accordo con l'articolo citato perché ha un certo snobismo di fondo. Di gente che parlasse perché gli piaceva sentire la sua voce ce n'era anche prima, queste nuove tecnologie hanno avuto due effetti.
Uno è che alle persone a cui piaceva sentire la propria voce è stato dato uno strumento potentissimo in termini di efficacienza, gestibilità e rapiditià.
Il secondo aspetto che trovo importante, ma un po' distorcente è che questa estrema comunicabilità ha assunto una visibilità sproporzionata. Guardiamo tutti FB e quel che vi succede perché è la cosa nuova ed ha una visibilità a mio avviso superiore a quello che in realtà è. E' facile guardare FB e pensare che di lì passi il mondo.

Da FB passa un certo mondo, una certa parte della nostra vita. Per esempio, quel che io posto su questo blog non passa su FB e tendo a tenere le due cose chiaramente separate. Rarissimamente ho legato i due profili. Perché? Scelta mia, nel risultato potete risalire alle ragioni.

Ma la questione è un'altra: credo ci sia una sovra-rappresentazione di questi strumenti. Che però sono pure sempre solo degli strumenti che, in questo caso, esprimono bisogni umani più profondi.

Chiudo dicendo che mi rifiuto un po' sempre di mitizzare il passato. Non ci sto a dire che era meglio quando in campagna potevo farmi una passeggiata nei campi. Cioé, bellissimo passeggiare all'aria aperta in mezzo alla natura, ma la vita dei campi era fatta di gente che non era mai uscita dalla sua valle, che a fatica parlava la lingua nazionale mentre io oggi salto da un sito italiano a uno belga, francese, sono su FB con amici dalla Spagna a Messico, Canada e Argentina.

Non ho risposte e non credo di aver offerto riflessioni originali. Credo però che quell'articolo sia interessante e faccia riflettere ma, se non fosse stato per FB, non l'avrei mai visto. Dunque...

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Capossela 2

10/05/12

Da Lord Jim di Vinicio Capossela
Nessuno è mai protetto
Dalla sua debolezza
Che se ne sta nascosta
Come una serpe dentro un rovo
Vilmente sconosciuta
Appena sospettata
Ma invece rivelata
Nel momento che sta a te
Lord Jim

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In vista del concerto di Capossela

Non so mai come ci si dovrebbe preparare per un concerto tanto atteso. Mentre ci pensavo canticchiando le sue canzoni sul mare, camminavo per le Cliffs of Moher con questo interrogativo quando incontro un bimbo che fa i capricci col nonno. In un misto di inglese e gaelico, il nonno mi spiega che il nipotino è deluso perché l'ultima balena l'aveva già letta. "Excuse me?!". Sì, l'ultima balena passata per le Cliffs il nipotino l'aveva già letta e voleva un altro capitolo della storia del mondo, oltretutto era un capitolo interlocutorio dove c'erano poche cose entusiasmanti.

Rimango perplesso e avanzo lungo il cammino che porta al Monte Calamita con le scogliere che si gettano nel mio Mediterraneo. Tutt'altra roba, ché qui anche il vento più impervio finisce per essere un dolce abbraccio materno. Sulla strada polverosa che il Comune ha appena fatto risistemare, una mulatta piena di anelli canta e balla qualcosa in un qualche dialetto che non capisco. Mi fermo ad ascoltare quantomeno la ritmica ed i piedi nudi che ballano su quella strada polverosa e piena di sassolini. Mi chiedo come faccia. Mi fa anche l'occhiolino ammiccante e la cosa intriga per il fascino che trasmette, ma poi la vedo fare lo stesso occhiolino agli altri passanti e capisco che è tempo di andare oltre.

Attraverso la foresta di Algonquin e mi ritrovo ora in città a camminare tra vari canali piccoli e grandi. Costeggio la Zenna tra i cantieri e le acque sporche, a sinistra, l'Izèr ancora sporco di sangue mentre più in là i grandi viali di Mosa e Schelda sono tutti un brulicare di gente che allegramente si dirige verso il grande porto di Anversa cantando. Nella folla, il bimbo delle Cliffs of Moher mi riconosce, si avvicina e mi suggerisce di andare a farmi una pioggia ché le sirene stanno arrivando.

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9 Maggio 2012: Aldo Moro per l'Europa

09/05/12

Una delle ipotesi mai dimostrate per cui Aldo Moro fu ucciso (o meglio fu lasciato che venisse ucciso) appare estremamente attuale. Dico subito che non è dimostrata ed è solo a livello di ipotesi, ma offre una chiave di lettura che oggi mi pare interessante.

Aldo Moro aveva capito che le rivendicazioni di una certa Sinistra, di certi ambienti politico-culturali avevano una base giusta perché la crisi degli anni '70 stava mordendo drammaticamente la popolazione. Quel malcontento sfociava nel terrorismo rosso e ne costituiva un certo retroterra culturale e di consenso politico talvolta esplicito, più spesso implicito. Come a dire: quei terroristi sbagliano a usare le armi, ma le rivendicazioni sono giuste.
Ecco, Aldo Moro capì che il disagio c'era e la risposta non era la repressione, come sosteneva la Destra DC di Cossiga (il quale addirittura assunse metodi pazzeschi). Aldo Moro capì che bisognava affrontare quel disagio cercando una sintesi tra una generazione dirigente e conservatrice (la DC) ed una classe sociale più giovane e che soffriva la crisi (la Sinistra più o meno parlamentare).
Al fine di impedire quella sintesi che avrebbe significato mettere in discussione una certa egemonia generazionale, culturale e sociale di una classe politica, si lasciò che le BR arrivassero a compiere quell'efferato crimine.

E' un'ipotesi, ma la cosa certa è che l'idea di una sintesi necessaria tra classe dirigente e istanze di una popolazione che soffre la crisi non avanzò. La risposta, fu la sintesi craxiana degli anni '80 basata sull'indebitamento per risolvere la crisi corrente. Ovvero, rinviare ai figli la soluzione di problemi odierni.

Non voglio certo dire che Aldo Moro sia alla radice della crisi di oggi. Quello che voglio dire è che Aldo Moro capì la necessità di una sintesi, capì che a un certo punto 'o si cresce tutti insieme, oppure non c'è vero sviluppo', che non si può ignorare a lungo un malcontento così forte e radicale. La vera politica deve dare risposte a quel malcontento.

Ecco, io stesso scrivendo e analizzando quest'ipotesi ho imparato qualcosa.

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Due parole in più su queste amministrative

08/05/12

Questa analisi offre un buon quadro generale, ma vorrei aggiungere una cosa. Premesso che è sempre difficile analizzare elezioni locali a livello nazionale perché molte precauzioni andrebbero prese, un punto al solito ignorato è l'analisi dei valori assoluti dei voti raccolti.

In sintesi, il dato rilevante è che gli elettori di Lega e PdL non sono andati a votare perché delusi. Questo ha scombussolato le percentuali degli altri partiti gonfiando la minoranza agguerrita del M5S (sicuramente in ascesa, a prescindere dagli altri) ed altre meno strutturate. Ma non mi sembra che il Centro-Sinistra abbia guadagnato molti voti in termini assoluti. Oltretutto, il centro-sinistra vince più facilmente laddove non è guidato dal PD, il quale dimostra di essere probabilmente la miglior macchina politica al momento esistente in Italia ma incapace di esprimere e valorizzare leadership. Insomma, un buon corpo a cui bisogna però dare una buona testa (Pisapia, Zedda, Doria, ma per molti versi anche De Magistris e Orlando...).

Attenzione perché ora ci sono le condizioni per cui il ritorno di Berlusconi sia necessario al centrodestra. Con tutto ciò che ne consegue.

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In Francia

07/05/12

Per quanto un po' anti-Hollande, questo articolo m'è piaciuto e lo cito per una sua frase: "La Francia di Hollande non sogna più il socialismo in un solo Paese, ma un po' più di socialdemocrazia in Europa".

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Domenica d'attesa

06/05/12

Da questo articolo che riassume bene l'attesa di questa domenica, trovo che il punto centrale sia la mancanza di una narrativa della crisi. Manca un'analisi condivisa del perché si sia arrivati a questa crisi. Ci fermiamo a guardare gli effetti (la crisi del debito) narrando continuamente di 'sti spread che salgono, scendono e comunque salgono. Manca un'analisi condivisa del perché si sia arrivati a tutto questo. Facile dire "perché l'Europa non sa decidere" perché è una risposta senza contenuto: cos'avrebbe dovuto decidere?

Ecco, se ne avessi le forze e le capacità, vorrei lavorare su una nuova narrativa economica di questa crisi, ma in fondo su youtube se ne trovano già tante e fatte anche bene. Ma restano appunto 'robe da youtube', l'economia ascoltata dai piani alti è altra roba.

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Riconferme, facili pronostici

05/05/12

Il voto amministrativo in UK: tranvata per chi è al governo, larga vittoria per l'opposizione, ma...
Esiste un "ma" grosso come una casa: affluenza in fortissimo calo. Segno molto semplice che c'è grande sfiducia anche lassù e che punisce i partiti al governo. Ormai, dal 2007-08, non ricordo un partito al governo che sia stato ri-confermato.

Quindi, attenzione a esultare dai laburisti inglesi ai socialisti francesi: questa crisi è talmente profonda che chi è al governo non riesce a intervenire e viene punito perdendo le elezioni. La Sinistra non vince, è la Destra ormai egemone in Europa che perde perché incapace di fronteggiare la crisi. Certo, in Francia l'affluenza è stata alta e questo è un segnale di speranza. Sia mai che questo Hollande cambi veramente gli equilibri: d'altronde l'Europa ha funzionato meglio (un po' meglio) quando più partiti erano rappresentanti e si arrivava ad accordi di mutua convenienza, non come ora dove sono tutti proni alle assurde austerità merkeliane.

In Italia succederà lo stesso: la Sinistra vincerà perché a destra l'astensionismo sarà altissimo, mentre gli elettori di Sinistra non vedono l'ora di prendere il governo. O quantomeno sono meno disgustati di quelli di Destra.

Vedremo lunedì.

PS
La Grecia? Paese commissariato in preda a spinte anarco-fasciste... Un paese fratello che è stato ucciso e lasciato in agonia...

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Comunicazioni

04/05/12

Ripenso a un mio vecchio esercizio e poi alle successioni partitiche italiche (a cui non voglio dare la dignità di essere italiane). Ripenso poi al caso Lusi ed alle sue curiose implicazioni (1 - 2).

Bene, dopo essermi clamorosamente auto-citato o, più aulicamente, ripreso il filo del discorso, oggi la mia mente ha fatto caso ad una prassi del giornalismo francofono di specificare sempre il partito di affiliazione di un politico. Pensando all'esercizio di cui sopra, ho provato a "traslare" (neologismo) dal giornalismo italiano a quello francofono il caso Lusi. Eccone i risultati.

(Italico)
Il Tesoriere della Margherita Lusi ha rubato 25 milioni di Euro per favorire le varie fondazioni di Rutelli, Castagnetti e Marini. La Bindi attacca.

(Francofonizzante)
Lusi (PD) avrebbe rubato 25 milioni di Euro dai fondi della Margherita per favorire Rutelli (API/TerzoPolo), Castagnetti (PD) e Marini (PD). Rosy Bindi (PD) replica.

Per par condicio, replico l'esercizio con l'altra fazion... ah no, con i loro alleati del PdL. No, allora non ne vale la pena.

Ora, io ovviamente non voglio discutere nel merito del caso Lusi di cui aspettiamo tutti l'esito ufficiale. Vedremo per esempio se veramente Castagnetti, Marini e Rutelli fossero coinvolti e così via. A me interessa solo l'aspetto giornalistico ed il messaggio che inevitabilmente ne deriva.

PS
lo stesso dovrebbe valere per il caso Formigoni e le varie appartenenze a CL. Per esempio, Repubblica la riporta sempre mentre il Corriere no.

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A me mi

03/05/12

A me mi piaccion le brioche con la crema. Il caffé al bar non lo amo granché perché è troppo corto, preferisco quello a casa con la moka che c'è più da bere. Mi va bene anche il caffé à la francese ché si beve molto, ma è meno buono dell'espresso.

A me mi piace restare seduto su un divano in compagnia di un buon libro e non mi piace mi si disturbi. A me m'è capitato anche di rispondere un po' scocciato quando disturbato: ora lo sapete, non vogliatemene.

A me mi piace curiosare. Penso spesso quando a Grenoble mi resi conto che il verbo "curioser" non esiste in francese e la mia compagna-amica-commessa del negozio rise di fronte a quel neologismo francofono. A me i francofoni non dispiacciono: ne conosco però troppi per fare generalizzazioni.

A me mi hanno insegnato che "a me mi" non si dice perché è una ripetizione. Ma a me mi hanno anche insegnato che i poeti possono usare delle licenze. Più tardi, ho scoperto che questo deriva dal mio dialetto lombardo, o meglio milanese, il quale fu a sua volta influenzato dagli spagnoli dove "a mi me" si dice. Ma poi le vocali han fatto confusione con buona pace del Manzoni che andò in Arno a ripulire tutto ciò. Ma il Manzoni non pensi di essersi liberato dell'articolo davanti al suo nome ché quello non glielo concedo.

A me mi va una passeggiata, ora verso il municipio e poi a scendere ché, su queste strade, tutti questi discorsi appaiono lontanissimi. A me mi...

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Come un interrogativo aperto.

02/05/12

Ultimamente, tre concetti mi affascinano. Due sono collegati tra loro, il terzo assomiglia a uno dei due. Mentre scrivo ne è arrivato un quarto.

I primi due concetti sono quelli di droga e medicina. Una droga dà un piacere immediato, ma alla lunga fa male. Viceversa, la medicina è per definizione cattiva, ma ti permette di star bene poi. Antitetici, complementari e integrativi, questi concetti in realtà non si combinano facilmente: conoscete forse medicine che compensino le droghe? Non credo proprio... Al più, esistono medicine che invitano a far smettere l'uso di droghe oppure droghe che si sostituiscono alle medicine, ma non vedo come queste cose si possano combinare.

Il terzo concetto è legato al giardinaggio ed alla cura delle piante. Seminare, piantare, lavorare la poca terra di un vaso nella speranza che esca il fiore e, una volta uscito, che ne spunti un altro ancora. Non è roba da poco, alcuni bravissimi nel farlo, molti incapaci. Io appartengo più probabilmente alla seconda categoria, ma avendo pochissima pratica posso dire che i casi di insuccesso siano molto limitati.

Il quarto concetto è più profondo ed affascinante: rigenerarsi. Innanzitutto, devo dire che traggo questo concetto da questo libro che ho iniziato a leggere e che, dopo appena 20 pagine, già mi sento di consigliarvi. Rigenerarsi è un fenomeno che conosciamo bene: quando ci rompiamo un osso, l'osso inizia a riformarsi curandosi da solo, senza che noi si debba fare niente. Affascinante, vero?

Bene, offre questi quattro concetti per una libera riflessione. Come un interrogativo aperto.

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Migrazioni quassù

Che effetto ritrovarci sotto lo stesso tetto, noi tre compagni d'università finiti uno in Olanda, uno in Germania ed io in Belgio. Storie diverse, storie uguali. Ritrovarsi a rappresentare il lato migliore dell'Italia, quello che studia fa ricerca e non dimentica mai la dimensione sociale e politica del proprio impegno. Noi che leggiamo libri e ci divertiamo, noi coi nostri problemi ed errori, le paturnie, le convinzioni ed le indecisioni. Ritrovarci lì in quel cuore d'Europa tanto lontano dal cuore del nostro paese.
Lunga vita all'Europa unita, lunga vita agli Ital-europei.

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For wayfarers | Per i viandanti

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