appunti democratico-meritocratici
11/06/09
Non sono il solo a pensare che il PD debba prima di tutto lavorare sul costruire la sua identità. La Bresso, politica che stimo da tempo, mi dà ragione in questo articolo.
Mentre mi chiedo quale coerenza ci sia tra partito e meritocrazia. Mi spiego: pare che i candidati di D'Alema siano andati tutti male raccogliendo pochissime preferenze e perdendo la "battaglia" delle preferenze con gli altri. Ora, se fossimo meritocratici, accontoneremmo un modo evidentemente vecchio e superato di far politica in favore di orientamenti vincenti. Sia chiaro, stimo D'Alema per la sua incredibile intelligenza politica, probabilmente superiore a tutti gli altri (non solo nel PD, forse solo Fini può competere con lui), ma se i candidati della sua corrente falliscono.. beh, meritocraticamente si tirino da parte, se quelle posizioni di macchiavellismi politici non hanno consenso, si facciano da parte. Prodi l'ha fatto quando la sua stagione è finita ed ora rimane come un nobile nonno del centro-sinistra, Veltroni s'è dimesso così come fecero Blair e Schroeder. D'Alema è ancora lì...
Infine, sottoscrivo PIENAMENTE questo appello di Gad Lerner.
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