Ieri, ennesima festa per la mia terza decade, sì fa effetto. Per il numero, ma soprattutto per le persone attorno. Ovvio, il collegamento con l'altra festa, quella di 5 primavere fa che le ricorrenze matematiche danno colpi un po' alla memoria e un po' al cuore. Bellissimo rivedere i migliori volti di allora ancora attorno, qualche capello in meno, qualche chilo in più, tante storie scritte quotidianamente raccontando di un'Italia da sempre lontana dai riflettori e dagli interessi "di quelli là, quelli che scrivono la storia".
Ieri come allora circondato da ingegneri, curioso notare che se ieri l'importante era portare ragazze, ora ognuno si porta la sua. Ieri erano gli esami da discutere, oggi il giorno della laurea viene sostituito dal matrimonio.
E mi viene da pensare a tutta la generazione che ha fatto politica con me, per tanti anni. Tutta un'intera generazione di giovani politici tutti (o quasi) delusi e allontanati da una politica che a Sinistra ha deluso moltissimo. Chi ieri organizzava banchetti, campagne e quant'altro, oggi vota PD più per noia, molto spesso si è spostato altrove. Gli ideali di una volta, i sogni e l'impegno politico delusi e ognuno pensa ad arrivare alla fine del mese.
E poi moltissimi che se ne sono andati e Milano più che una città, è un luogo di ritrovo dove incontrare chi ancora non se n'è andato o chi comunque c'ha lasciato gli amici o la famiglia e quindi ci torna.
Penso al ruolo delle ragazze invitate ieri ed a quelle di 5 anni fa. Penso agli amori felici di oggi ed a quelli delusi di 5 anni fa. Penso all'educazione sentimentale ricevuta allora e a raccoglierne ora i frutti. Penso alle ragazze che allora erano il centro della nostra attenzione ed a quelle che lo sono ora. La gioia piena di oggi, le delusioni di ieri.
Penso ai volti andati, a chi c'era anche senza esserci, a chi non c'era punto e basta ed a chi è venuto senza ch'io ne sapessi niente. Penso ai lavori che facciamo ora ed al mondo che costruiremo. Penso che saremo una generazione capace di vivere con meno, come lo furono i nostri nonni meglio dei nostri genitori. Penso che continueremo a dare peso al calcio che in fondo ci piace, ma temo anche che molti della mia generazione avranno simpatie per autoritarismi pericolosi, come lo fu per i nostri nonni.
Ripenso
alla ciclicità del tempo, ed alle sue
ricorrenze. Penso che dovrei radicalmente rinnovare questo blog visto che il
21 ne ha perso di senso, o meglio che se ne sono aggiunti di nuovi. Ma per quello ci penserò poi.
Ecco, io penso che questi mondi vadano raccontati, oggi, come allora, come in futuro. Sono mondi che esistono, veri, reali,
molto più di quelli che ci sono sui libri di storia. Che pure sono importanti.
Chiudo pensando che la mia gente non sarà raccontata nella lingua che al Manzoni sarebbe piaciuto. O forse sì perché si rendeva conto che la lingua sarebbe evoluta, che lo scandalo provocato ieri da De André e Guccini è oggi lo scandalo di Marracash e Fabri Fibra, l'eleganza di De Gregori è l'eleganza dei Perturbazione. Le magie di Schiaffino saranno quelle di Giovinco.
Ecco, la mia generazione non credo che oggi abbia tempo di rileggere quello che sta scrivendo perché se hai trent'anni e vivi nella peggiore crisi socio-economica degli ultimi 100 anni hai altro a cui pensare. Chiudo pensando che la preoccupazione è di non ripetere le disgrazie che seguirono alla crisi socio-economica di 100 anni fa e che portarono ai crimini peggiori che si possano immaginare. Credo che si possa fare meglio, credo che come io ho imparato in questi 5 anni, così ci possa essere fiducia nel non essere soli in questo percorso di apprendimento. Lo credo e lo spero. Altrimenti, chi smette di imparare invecchia invece di diventare più saggio.
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