Così, la palude diventa luogo di incontro
23/04/16
Per una serie di ragioni che non ho voglia di stare a spiegare, sono un paio di settimane che sono solo a Bruxelles mentre moglie e figlio sono a Milano. In giro tutte le sere, birra e, soprattutto, dormire bene!
Ok, scherzo, però sto riscoprendo una grande bellezza di umanità che mi gira attorno. Amici, amici di amici, storie, sorrisi, affetto, cene (e pranzi) segno di una convivialità fatta di affetto, di amicizie, di storie che si intersecano in questa terra surreale venendo da Padova o da Teramo, da Izmir o da strade milanesi che non conoscevo. Qui, vorrei dire sotto la torre dell'Hotel de Ville se non fosse che l'hanno messa in fondo alla valle e quindi è più in basso di noi che viviamo su in collina, ma anche questo è il Belgio. Terra di storie che si intersecano là dove i Romani non hanno mai voluto costruire una città: Bruxelles è il luogo in mezzo alla palude, l'etimologia del nome non è chiara ma rimanda a questo e non si sa bene se si riferisca a una Chiesa, una casa o altro, ma di sicuro qui c'era una palude. O meglio giù a valle ché noi qui viviamo fuori dalle mura, giù dove scorreva la Zenne che ora non si vede più, mentre la collina qui è diventata centro città ormai. E il Palazzo di Giustizia. E i palazzi europei verso l'altra collina dominata dal Cinquantenario, parco costruito per i 60 anni del Belgio ché c'hanno messo più del dovuto e sono arrivati in ritardo.
Una bellezza, quella di questi amici, che ultimamente avevo perso per strada preso dalla bellezza della famiglia, ché è bellissima ma nelle 24 ore di una giornata è difficile far rientrare tutto. Gli amici col piccino di appena un mese, quelli con la bimba di oltre un anno, la neo-trentenne turca o la lettone per il teatro, dalla Calabria fino al Veneto le storie qui si intersecano, si incontrano e diventano nuove storie. Ché noi non si sa dove si andrà a parare, ché Bruxelles è una città usata, usata più di ogni altra città, usata a prescindere dalla sua storia regale e imperiale e industriale e europea.
Ora, la testa si fa pesante, il riposo è necessario e le parole escono più difficoltose. Ripenso però a un poster che mio fratello appese in camera sua tanti anni fa dove ringraziava perché chi ha fiducia nel Signore ha, come dono, persone meravigliose. Uno spirito molto cristiano, facilmente fraintendibile, che dona una ricchezza che le parole, che la mia grammatica non riescono a raccontare. Così, l'errore diventa creazione. Così l'ombra non fa più paura, ma è sfumatura che racconta di un mondo immaginifico. Così, la palude diventa luogo di incontro.
Un sorriso e buona notte.
Ok, scherzo, però sto riscoprendo una grande bellezza di umanità che mi gira attorno. Amici, amici di amici, storie, sorrisi, affetto, cene (e pranzi) segno di una convivialità fatta di affetto, di amicizie, di storie che si intersecano in questa terra surreale venendo da Padova o da Teramo, da Izmir o da strade milanesi che non conoscevo. Qui, vorrei dire sotto la torre dell'Hotel de Ville se non fosse che l'hanno messa in fondo alla valle e quindi è più in basso di noi che viviamo su in collina, ma anche questo è il Belgio. Terra di storie che si intersecano là dove i Romani non hanno mai voluto costruire una città: Bruxelles è il luogo in mezzo alla palude, l'etimologia del nome non è chiara ma rimanda a questo e non si sa bene se si riferisca a una Chiesa, una casa o altro, ma di sicuro qui c'era una palude. O meglio giù a valle ché noi qui viviamo fuori dalle mura, giù dove scorreva la Zenne che ora non si vede più, mentre la collina qui è diventata centro città ormai. E il Palazzo di Giustizia. E i palazzi europei verso l'altra collina dominata dal Cinquantenario, parco costruito per i 60 anni del Belgio ché c'hanno messo più del dovuto e sono arrivati in ritardo.
Una bellezza, quella di questi amici, che ultimamente avevo perso per strada preso dalla bellezza della famiglia, ché è bellissima ma nelle 24 ore di una giornata è difficile far rientrare tutto. Gli amici col piccino di appena un mese, quelli con la bimba di oltre un anno, la neo-trentenne turca o la lettone per il teatro, dalla Calabria fino al Veneto le storie qui si intersecano, si incontrano e diventano nuove storie. Ché noi non si sa dove si andrà a parare, ché Bruxelles è una città usata, usata più di ogni altra città, usata a prescindere dalla sua storia regale e imperiale e industriale e europea.
Ora, la testa si fa pesante, il riposo è necessario e le parole escono più difficoltose. Ripenso però a un poster che mio fratello appese in camera sua tanti anni fa dove ringraziava perché chi ha fiducia nel Signore ha, come dono, persone meravigliose. Uno spirito molto cristiano, facilmente fraintendibile, che dona una ricchezza che le parole, che la mia grammatica non riescono a raccontare. Così, l'errore diventa creazione. Così l'ombra non fa più paura, ma è sfumatura che racconta di un mondo immaginifico. Così, la palude diventa luogo di incontro.
Un sorriso e buona notte.
0 commenti:
Posta un commento