Questo 25 Aprile, teniamoci stretta questa Costituzione
25/04/16
No, non è un 25 Aprile come gli altri. Questo rischia di essere l'ultimo 25 Aprile con una Costituzione partigiana, una costituzione che fa del dialogo l'elemento fondante per gestire la cosa pubblica.
Una Costituzione partigiana accetta il diverso, lo valorizza come fonte per il confronto, il dialogo e ascoltare le idee degli altri è lungo, ma necessario.
La Costituzione antifascista rifiuta l'idea dell'uomo solo al comando, mette l'efficienza dopo la democrazia, mette la divisione dei poteri come garanzia che non si ripeta un nuovo fascismo.
La Costituzione italiana ha trovato un compromesso fra varie culture politiche dove ognuna aveva la sua dignità, dove il diverso era fonte di arricchimento purché accettasse il gioco democratico.
Essere partigiani significa lottare per un futuro migliore, anche se si hanno idee diverse. Il futuro migliore è per tutti, anche se oggi dissentiamo, perché è un bene comune. Non si può accettare un futuro solo per noi perché, in quel caso, l'alba dell'avvenire è proprietà privata ed il significato stesso di Repubblica viene meno. Res Publica.
La Costituzione italiana la può capire chiunque, leggerla è un piacere. Certo, forse richiede il tempo di fermarsi e capirla, un tweet non può bastare per capirne la profondità, la complessità e, in ultima analisi, la bellezza.
Scrivo questo esplicitamente in riferimento alla riforma costituzionale Renzi-Boschi basata su un pasticciato superamento del bicameralismo che, invece di andare verso il monocameralismo o un raccordo stato-regioni, propone un confuso bicameralismo asimmetrico. Inoltre, le competenze stato-regioni vengono confuse con una fortissima ricentralizzazione, in contrasto con l'ideale partigiano che riconosceva le diversità regionali. Poi, il Senato diventa un miscuglio dove non si garantisce più la pari rappresentanza di tutti i cittadini perché alcuni saranno rappresentati dai propri consiglieri, altri anche dai loro sindaci, ma quindi ci saranno alcuni cittadini con due senatori, altri solo uno, infrangendo il principio di uguale rappresentanza. Gli organi di garanzia vengono ridotti a nomine dipendenti dalla maggioranza contingente, limitando il diritto di rappresentanza istituzionale a chi la pensa diversamente.
Infine, un cenno alla legge elettorale che promuovendo una sovra-rappresentanza del vincitore mina l'ideale partigiano della proporzionalità dei rappresentanti. L'ideale di rappresentantività viene sacrificato in nome dell'efficienza, ma questo è in pieno contrasto con l'ideale partigiano di democrazia perché i partigiani ci hanno insegnato che se si vuole un futuro migliore bisogna lottare insieme, uniti nelle differenze, rispettando ideali diversi, ma il futuro o sarà in comune o non sarà.
Teniamoci stretta questa Costituzione.
Una Costituzione partigiana accetta il diverso, lo valorizza come fonte per il confronto, il dialogo e ascoltare le idee degli altri è lungo, ma necessario.
La Costituzione antifascista rifiuta l'idea dell'uomo solo al comando, mette l'efficienza dopo la democrazia, mette la divisione dei poteri come garanzia che non si ripeta un nuovo fascismo.
La Costituzione italiana ha trovato un compromesso fra varie culture politiche dove ognuna aveva la sua dignità, dove il diverso era fonte di arricchimento purché accettasse il gioco democratico.
Essere partigiani significa lottare per un futuro migliore, anche se si hanno idee diverse. Il futuro migliore è per tutti, anche se oggi dissentiamo, perché è un bene comune. Non si può accettare un futuro solo per noi perché, in quel caso, l'alba dell'avvenire è proprietà privata ed il significato stesso di Repubblica viene meno. Res Publica.
La Costituzione italiana la può capire chiunque, leggerla è un piacere. Certo, forse richiede il tempo di fermarsi e capirla, un tweet non può bastare per capirne la profondità, la complessità e, in ultima analisi, la bellezza.
Scrivo questo esplicitamente in riferimento alla riforma costituzionale Renzi-Boschi basata su un pasticciato superamento del bicameralismo che, invece di andare verso il monocameralismo o un raccordo stato-regioni, propone un confuso bicameralismo asimmetrico. Inoltre, le competenze stato-regioni vengono confuse con una fortissima ricentralizzazione, in contrasto con l'ideale partigiano che riconosceva le diversità regionali. Poi, il Senato diventa un miscuglio dove non si garantisce più la pari rappresentanza di tutti i cittadini perché alcuni saranno rappresentati dai propri consiglieri, altri anche dai loro sindaci, ma quindi ci saranno alcuni cittadini con due senatori, altri solo uno, infrangendo il principio di uguale rappresentanza. Gli organi di garanzia vengono ridotti a nomine dipendenti dalla maggioranza contingente, limitando il diritto di rappresentanza istituzionale a chi la pensa diversamente.
Infine, un cenno alla legge elettorale che promuovendo una sovra-rappresentanza del vincitore mina l'ideale partigiano della proporzionalità dei rappresentanti. L'ideale di rappresentantività viene sacrificato in nome dell'efficienza, ma questo è in pieno contrasto con l'ideale partigiano di democrazia perché i partigiani ci hanno insegnato che se si vuole un futuro migliore bisogna lottare insieme, uniti nelle differenze, rispettando ideali diversi, ma il futuro o sarà in comune o non sarà.
Teniamoci stretta questa Costituzione.
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