Riflettendo sulla storia delle Colonne...

05/07/07

La lezione delle Colonne aiuta a capire la distinzione tra quelle che gli anglosassoni chiamano "policy" (in italiano "politiche", ovvero le azioni concrete delle PA per l'interesse pubblico) e "politics" (=politica, ovvero la costruzione del consenso verso chi governa).
E' una lezione da chi non si limita a scendere in piazza, ma legge i giornali (vd Corriere della Sera del 4 luglio) e s'è pure laureato su queste cose (tra l'altro alla consegna di una mia laurea c'era pure la Moratti).


La storia di questa policy.
1. Un provvedimento per tutelare un bene artistico (le Colonne e la Basilica).
2. Una protesta contro un provvedimento eccessivamente punitivo.
3. Il Comune corregge il suo intervento.

Tutto lineare e, devo dire, abbastanza bello. Dal punto del manuale, è una politica di coinvolgimento a valle: la PA definisce obiettivi ed azioni, dopo la realizzazione intervengono i cittadini e la PA si corregge. Un grado di partecipazione molto tardo, ma va bene (non si può pretendere che in tutti i casi ci sia coinvolgimento sin dalla fase di definizione degli obiettivi).



La storia di questa politics.
1. AN deve affermare i valori della Destra a Milano e De Corato deve consolidare il suo ruolo di leadership a livello comunale (non pensate che sia la Moratti quella che veramente comanda in Comune, "quantomeno" non è solo Lei...). De Corato sceglie di farlo con un provvedimento nel suo stile pienamente di Destra: forte, d'impatto, deciso ed a punire di petto il simbolo dei giovani sbandati di Sinistra (?!).
2. La parte più forte della maggioranza (CL-ForzaItalia) lascia fare, anche se c'è qualche mugugno. Di fronte alla protesta però i mugugni diventano aperti dissensi.
Ma la storia ora si interseca con la fusione di AEM-ASM (le municipalizzate di Milano e Brescia, un affare notevole). Su quella vicenda c'è dissidio perché, da un lato, AN non ne approva la decisione (riflussi della destra sociale?) e, dall'altra, CL-ForzaItalia vede di cattivo occhio lo strapotere di De Corato ed il fatto che lui, da Vicesindaco, abbia mandato avanti la delibera sulla fusione salvo non votarla in quanto capodelegazione in giunta di AN (con lui, ovviamente, gli altri assessori di AN).
3. CL-ForzaItalia fa partire il contrattacco: la Moratti inizia cancellando l'intervento di De Corato che aveva creato più scalpore (le transenne alle Colonne) e poi si prepara a togliergli la carica di ViceSindaco (per voce del capogruppo di FI in Comune che ha dichiarato la fase di verifica della maggioranza).

Si capisce come una vicenda di policy conclusasi per quel che mi riguarda abbastanza felicemente (resta la cicatrice...) si intersechi con una storia di politics che, a detta degli osservatori, porterà ad un rimpasto di Giunta.

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Qualcuno dirà che le mie sono supposizioni, che è un complottismo infondato. Gli rispondo, cordialmente, che politica-politiche si fanno così. Non ci si scandalizzi, se ne prenda atto e si agisca giudicando secondo i propri principi, sperando che non siano quelli del mero opportunismo.

Sperando ed in Ambrogio confidando...

5 commenti:

Anonimo 6 luglio 2007 alle ore 11:05  

non conosco bene le dinamiche politiche di palazzo marino e tutti i retroscena che dici tu.

devo dire che a parte quelli che si sono impegnati per la raccolte delle firme (maran e majorino e i radicali) e quelli che poi hanno dialogato per risolvere il problema non è stato una grandissima esperienza di politics....

l'importante è raggiungere l'obiettivo!

D21 6 luglio 2007 alle ore 12:44  

sia chiaro, io non dico che il risultato non sia stato perseguito.

Io dico che, oltre al raggiungimento del risultato (di cui sono naturalmente felice) è bene conservare anche la consapevolezza del quadro d'insieme in cui s'inserisce la vicenda.

Anonimo 6 luglio 2007 alle ore 14:38  

Duca sono d'accordissimo con te! E' corretto essere felici per la vicenda però dobbiamo essere consapevoli che non è stato solo il nostro impegno a farci ottenere ciò che abbiamo ottenuto.

Le nostre azioni sono state compiute, per caso e per fortuna, nel momento politico appropiato, facendo entrare il nostro piccolo progetto in un gioco sicuramente più grande e con interessi diversi dai nostri...

Anonimo 7 luglio 2007 alle ore 15:54  

Sai che mi piace la complementarietà e l'intreccio di quelle due parole. Oggi in italia spesso non sono l'una al servizio dell'altra però.

D21 7 luglio 2007 alle ore 16:15  

Strutturalmente, il 95% delle policy non prescindono dalla politics (probabilmente è giusto così) e la politics è, purtroppo, sempre più lontana dalle policy.

La politics strumentalizza alcune policy e le rende delle "politiche simboliche" con cui uno schieramento/partito si distingue dall'altro (es. lo Scalone, come ieri era l'articolo 18).

Io per mestiere guardo le policy, ma bisogna avere a mente la politics.

PS
odio usare parole inglesi, ma in questo caso l'italiano non mi aiuta. Scusatemi, scusatemi veramente molto.
:)

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