sono stato fermato al posto di bloggo
22/07/07
Sono stato fermato e rapito dal posto di bloggo che altri non è se non il blog di quello che per me è il miglior gruppo italiano uscito negli ultimi 4-5 anni (io li seguo dai tempi del Senso della Vite, ricordo ancora quella mattina in cui me ne innamorai vedendoli per la prima volta in tv).
Su quel gruppo ho scritto in altra sede, ora mi preme commentare questo articolo.
Vi invito ad andare su quell'articolo, merita veramente di essere letto, con attenzione e riflessione, anche se è stato chiaramente buttato giù senza pensare due volte alle frasi battute sulla tastiera.
Dal mio piccolo, rubo una frase di quell'articolo che dice:
perchè si dona agli altri quanto di più prezioso è uscito da se stessi", V. Capossela.
Diffido strutturalmente da chi fa della propria depressione ragione di successo artistico. Perché Leopardi alla fine scrisse la Ginestra e se non fosse morto giovane avrebbe cambiato radicalmente la sua poetica. Schopenauer lo faceva soprattutto per rivalsa contro Hegel, ma il suo è un pensiero adolescenziale e sterile, già Nietzsche era più maturo.
La depressione e la sfiducia non sono mai manifeste, mai pubbliche. Se uno lo dice pubblicamente è solo perché è convinto che ancora qualcosa si possa fare. Il vero malessere è nel "non-detto", in quello che al più si può intuire. Mi han raccontato di un suicidio: fattosi il thé, l'ha lasciato sulla scrivania per poi lanciarsi nel vuoto. Perché farsi il thé? La risposta è nel non-detto, quello che mai alcuna canzone potrà cogliere, forse una carezza o un abbraccio sì, ma non una canzone (tantomeno un blog).
Comprendere il non-detto delle persone è la sfida più alta, così come capire fino a che punto gli altri comprendo quello che io non dico, e soprattutto se lo comprendono o sono solo supposizioni o forse no.
E' la sfera dell'incerto, la sfera più interessante che non si può liquidare con un tant'è...
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