Viserba ieri, Viserba oggi.
28/07/07
Viserba l'è 'na piccola fraszione, 4km a nord di Rimini. Se non ci fosse 'l cartello, 'n la riconosceresti. A Viserba 'n c'è niente, giusto 'na stazione, la fonte Sacramora che l'è raro ci sia l'acqua bona in riva al mare, e poi dietro c'è l'Italia in miniatura, ma l'è già 'n po' foeura.
Viserba è nella storia perché qui sono state inventate le cartoline... sì, le cartoline che voi tutti spedite furono inviate per la prima volta da Viserba, con Viserba e la sua fonte. Laggiù ne sono orgogliosi, sono nei libri di storia. Ed in tutti gli scaffali di paccottaglia da turisti.
Per gli urbanisti, Viserba è nella storia perché fu la prima volta che furono i cittadini a pretendere e farsi da soli un piano urbanistico ché avevano capito che così conveniva a loro. Il Comune allora rimase spiazziato. Oggi la pianificazione riminese fa cagare.
Andai per vent'anni a Viserba, con la nonna che credo ci sia andata per oltre trentacinqu'anni, forse anche di più. Le regalarono 'na medaglietta. Alla fine avevamo fatto un contratto ché ci davan la casa fin quando ci sarebbe stata lei.
La nonna, reggiana, non amava tanto i tedeschi in Romagna. Ché lei aveva conosciuto la guerra, il su' babbo messo al confino e lei, incinta, che si nascondeva quando cadevano le bombe su Reggio. Lei che stava dietro la Linea Gotica, sapeva scegliersi bene la parte da cui stare, ma noi giovani non possiamo veramente capire cosa volesse dire. Nascondersi sotto le bombe con la vita nel ventre.
Da bambino, ma anche quando ero un po' più grande, passavo tutto il mese di Luglio con la Nonna a Viserba e lei raccontava e commentava il mondo, lo vedeva sempre meno ma credo che capisse. Morì poco prima di un Natale, a Milano.
Ho sempre pensato di passare le vacanze a Viserba, non a Rimini ché se dici quello pensi alle discoteche e ai romagnoli che ci provano. Viserba e la Romagna sono una terra bellissima, fantastica. La gente vede solo i pochi metri di sabbia finta. Dietro: i colli che da San Leo vanno verso San Marino e giù al tempio Malatestiano e le belle piazze dell'Italia che fu.
E se li scali in bici (i colli, non i templi), non puoi non pensare a Marco. Noi che per sentirci romagnoli eravamo i ragazzi che si entusiasmavano per lui e che andarono a Cesenatico in bici a mangiare la piadina. Sognando, sognando che i colli romagnoli fossero un po' le Alpi che lui scalava veramente. La storia di Marco la conosciamo, tutti. Tutti sappiamo come è andato a finire, lui che forse niente aveva da spartire con mia nonna. Anche se una volta nostra madre ci sgridò tantissimo perché avevamo fatto andare in bici la nonna. Per poco, ma quando hai oltre 85anni poter tornare ad andare in bici dev'essere stato bellissimo. Lei era contenta.
La Romagna si divide in due: il riminese dove trovi il cassone ed il ravennate dove c'è il crescione. Torna la testa pesante a pensare a Marco, hai suoi colli ed alla sua storia. I romagnoli dicono di distinguersi dagli emiliani che loro offrono Sangiovese e piadina, dal bolognese offrono pane e acqua.
Di Viserba potrei raccontarvi tutte le vie, da viale Genghini che la divide da Viserbella al mitico Viale Petropoli percorso mille e mille volte in bici, fino a Viale Busignani, svolta a destra e arrivavi al bagno. Che 'l bagno in Riviera è una filosofia. Noi eravamo al 43, Bagno Rossi.
Viserba oggi non c'è più. O meglio è sempre lì. Ci tornai una sola volta, 2 estati dopo la scomparsa della nonna, ma giusto per un week end. Ed in un'altra casa. Viserba non c'è più, e se ci tornassi sarebbe solo un tuffo al cuore.
S-ciabatto in costume con una qualche maglietta verso casa, sono le 2 e mia mamma sarà arrabbiata ché a Viserba io seguivo orari da romani, mentre bisogna pranzare per l'una. Noi eravamo milanesi, anche in vacanza.
Poi, dopo pranzo, sull'amaca. E quella era l'estate, quello era il mese di Luglio tra i cassoni dell'Elsa in piazza e la festa degli Orti oltre la ferrovia. Non me ne vorranno gli altri viserbesi se cito solo la nonna. Quella era l'estate, quello era il mese di Luglio. Quella era Viserba, ieri. Oggi non saprei.
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