della solitudine, quella burocraticamente sancita

12/07/07

Il massimo senso di solitudine lo si prova quando corri da uno sportello all'altro per dei documenti. Ecco, l'ho detto. Subito. Ve l'ho sbattuto in faccia.
Sei tu, sì tu, che devi andare a prendere "quel" certificato, fare "quella" fotocopia e fornire le solite fototessere, dove comunque vieni male (le dovrebbero vietare...).

Ti senti solo, davanti alla burocrazia ti senti solissimo.
Chi ti aiuta ha qualcosa di epico, come dei Samvise Gamgee, e tu sei Frodo, l'Unico portatore di una missione da cui dipende il mondo. La burocrazia è angosciante, è l'occhio di Mordor che ti guarda dallo sportello a cui stai per recarti.
Non sei mai veramente sicuro che il documento che hai in mano, sudato, dopo aver capito
1) cosa ti devi procurare,
2) a quale sportello andare,
3) avrai chiesto quello giusto?
4) stai rispettando la scadenza?
5) arriverà tutto in tempo?

Se in amore un due di picche ha una sua qualche razionalità o, almeno, puoi convincerti che ne abbia una, profonda e recondita nelle pieghe del cuore della Lei di turno; la burocrazia è demoniaca perché è apparentemente razionale, ma è profondamente e reconditamente perversa, insensata... probabilmente è l'asso di picche, quello fatto apposta per infilartisi proprio lì.

Iscriversi a Scienze della Pubblica Amministrazione è un misto di vocazione al martirio e di ammissione, come ammettere di essere feticisti dei piedi, con rispetto parlando s'intende.

La solitudine burocratica è atavica. E se in Amore puoi sperare che alla fine lei ti stringa nel letto, i documenti non sono così sensuali, e se ti stanno stringendo allora devi preoccuparti veramente. Benedetto Bassanini e l'autocertificazione, ma qui ho a che fare anche con paesi stranieri che non se la filano 'sta storia. In Italia funziona per amicizie, in qualche modo puoi pensare di trovare una qualche soluzione. Ma qui ho a che fare con non-Italiani.

Della burocrazia ci si ricorda solo quando non funziona.
Vero, verissimo.
Al momento me ne sto ricordando assaj (con la j fa più aggressivo).

Mi sento solo davanti alla burocrazia, allo sportello, nel raccogliere i documenti. Lo ammetto, è una mia atavica insicurezza, la mia insicurezza. Ché le regole mi piace capirle, studiarle e progettarle. Ma le regole devono essere semplici: che senso ha chiedermi il diploma di maturità se ho già la laurea?

Ho fatto le mie scelte, ho scelto la direzione, la ima, quella su cui puntare almeno un anno della mia vita.
Me ne assumo le responsabilità, pagherò quel che devo, ma vivo con l'angoscia che qualche piaga burocratica mi blocchi ché la burocrazia è impersonale.
Pagherò le mie colpe, chiederò scusa, mi dimetterò, rinuncerò a quel che non mi spetta. Ma non sia un certificato o una marca da bollo a condannarmi.

Attestati di stima e di fiducia sono l'unico appoggio di questi tempi, ma quelli là vogliono attestati di diversa natura.

Domani dovrei mandare tutto (o quasi) il richiesto ai rispettivi richiedenti. Ho il sospetto che non tutto sarà in regola. Va bene che non si può mai stare tranquilli, confido in quell'abbraccio che arriverà confermandomi che tutto è andato.
Basterebbe anche una semplice dormita sul letto di destinazione, sperando di dover confrontarmi con qualcosa di più serio della burocrazia, ché le sfide le gioco, anche ad armi impari, ma a me la burocrazia mette sempre una certa angoscia: il merito non si misura verificando che si siano portati tutti i certificati.

1 commenti:

Anonimo 13 luglio 2007 alle ore 00:47  

bravo Nick.... mai stare tranquilli!

accertati che tutti i certificati arrivino una volta partiti....

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