La Filosofia del Tant'è

27/12/07

Finalmente, dopo tanto tempo, eccomi a spiegare cos'è la Filosofia del Tant'è.

Premessa storica: il "tant'è" nasce da un mio professore di Politiche urbane dell'UE che, in realtà, era uno "molto poco prof" (era un tecnico della Regione Emilia-Romagna). Il suo esame onestamente non era difficilissimo (presi 30 e Lode, ma erano solo 4 crediti...), ma veramente molto interessante perché - per la prima volta - sentivamo direttamente un punto di vista interno ad una Regione e, caso unico al PoliMi, di un'area non-Milanese (Emilia Romagna, appunto...).
Questo prof si faceva chiamare per nome (privilegio che al Poli è concesso solo da alcuni prof giovani e solo ad alcuni laureati...) e non ci ha mai dato la sua mail perché aveva preferito darci direttamente il suo cellulare (privato, ché in Regione mica te ne danno uno da lavoro...). Più che un prof, io l'ho considerato sempre un amico/cugino un po' più grande, già laureato e che ti raccontava veramente come si lavora in una PA (oltretutto importante come la Regione Emilia-Romagna), senza accademismi e senza peli sulla lingua, con quel modo di fare allegro, entusiasta e semplice di chi accademico non è anche se forse gli piacerebbe un mondo esserlo.

Spero che abbiate capito di che tipo di personaggio sto parlando (non importa che lo conosciate, tanto non insegna più al Poli, anche se è sempre alla Regione Emilia-Romagna...). Bene, lui ripeteva sempre "tant'è", aggiungendo pure un gesto della mano come a voler dire "tant'è, ora giriamo pagina e andiamo avanti". Da allora mi ha attaccato questo "tormentone": in parte, ho preso questo suo insegnamento ed, in parte, l'ho un po' rielaborato in chiave più mia, più "milanese".


Tant'è significa che "tanto è così", si tratta di una presa d'atto tra il rassegnato e l'ironico. Tant'è significa che si capisce come vanno le cose e che forse sarebbe meglio se andassero diversamente, ma in fondo o non ci si può far niente o, forse, le cose più importanti della vita sono altre. Un tant'è non è poi così tanto rassegnato perché, in alcuni casi, si sa che è inevitabile, il giudizio di valore espresso è molto moderato, ironico e leggermente tagliente: un tant'è di presa d'atto...
Tant'è è milanese nel suo pragmatismo che prende atto e va avanti senza lasciarsi influenzare più di tanto; tant'è è emiliano nel suo confrontare la realtà che è con quello che dovrebbe essere, ma senza dannarsi l'anima se non è così. Tant'è perché non tutto di quello che non ci piace dipende da noi, anche se averlo detto ci fa sentire un po' meno colpevoli, seppur senza vincere l'impotenza. Tant'è è anche ironia perché, capito il gioco, si deride un po' quello che non va, ma senza lasciarsi invischiare dal gioco stesso. Tant'è è snob? Forse sì, ma nell'accezione di "sine nobilitate" cioè di qualcuno che si pone su un piano un po' superiore "avendo capito come gira il mondo", forse no perché in fondo non si condanna veramente, come invece fanno gli snob, quelli veri. Nella sua semplicità il "tant'è" va bene un po' dappertutto, ché in fondo non provoca fastidio o disagio: si prende atto e si va avanti, senza veramente condannare nessuno (però ne abbiamo preso atto...).

Perché mi piace così tanto il tant'é? Mah, è un buon modo per chiudere molti pezzi di questo blog, è un atteggiamento che rispecchia le mie origini, non trovo sia grave e mi rendo conto di essere impotente di fronte a molte cose che non mi piacciono di questo mondo, ma ne voglio prendere atto e questo è già un piccolo passo nella sfera del possibile. E' un modo di dire che mi è piaciuto di un "prof" che ho apprezzato, sinceramente, come probabilmente questo post dimostra.
Non rivendico nessun copyright, tant'è deriva dalle nostre origini italiane (provate a tradurlo in qualche altra lingua!) e quindi, con umiltà, proseguirò a chiudere i post con un tant'è...

8 commenti:

Anonimo 26 maggio 2010 alle ore 23:01  

Ecco, mi serviva una spiegazione chiara, grazie. :)

D21 27 maggio 2010 alle ore 12:14  

prego
:)

Luciano Raso 7 ottobre 2010 alle ore 10:33  

Come non si puo' tradurre? "much is". Ecco fatto. Nicola dotti! ed il suo inglese?

D21 7 ottobre 2010 alle ore 20:57  

ahahah, mitico! sempre il migliore!

Anonimo 26 agosto 2011 alle ore 15:11  

Bella spigazione :)
Mito il prof XD

Anonimo 11 dicembre 2011 alle ore 16:58  

Mi è servito, grazie. Dante

SantiagoG 21 aprile 2012 alle ore 11:20  

bel post ;)
in Argentina - e in castigliano in generale - si usa dire "total" alla fine della frase, ed ha la stessa valenza e utilità di "tant'è".

D21 24 aprile 2012 alle ore 10:17  

Grazie, buono a sapersi!
Total!

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