le regole della PA e la nostra vita

20/12/07

La PA, nelle sue regole di funzionamento ed organizzazione, assomiglia alla nostra vita molto più di quanto si pensi. Un'inerzia costante scossa da improvvise accellerazioni, persone che per tutta la vita sono/fanno la stessa cosa, organizzazioni sedimentate nel tempo restano con incrostazioni e cliché da cui è difficile liberarsi e quindi, al più, si creano strutture nuove ché le vecchie non le si rimette in discussione (non-volontà o incapacità o impossibilità?).

Ma due sono le cose che veramente mi ispirano queste considerazioni. La prima è che spesso facciamo apparire come decisioni cose già evidenti e consolidate, notifichiamo realtà già reali. La seconda, quella veramente sorprendente, è che spesso passa un'enormità di tempo tra una notifica e la sua realizzazione, tra la delibera e l'esecuzione. Tra il dire e il fare, la "e" può durare canonici 3+3 mesi oppure i 30 giorni "prescritti dalla legge", nel frattempo la decisione è presa e resta lì pendente, mentre in un qualche modo si va avanti come se niente fosse e poi entra in vigore ché manco te ne accorgi, ché tanto la cosa ormai è passata. E, come per la PA, una decisione di Marzo è diventata operativa a Settembre e me ne sono accorto solo ora, a Dicembre. La mettiamo tra le pratiche d'archivio.

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"I consigli comunali sono lastricati di ottime delibere mai realizzate" (il mio Prof di Scienze della PA, uno di quelli che fece le Riforme Bassanini, mica pizz'e fichi!)

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