del sacramento del matrimonio ovvero della storicità della Chiesa
28/10/07
Nella mia Parrocchia c'è un prete saggio ed intelligente, di quelli della miglior tradizione ambrosiana. Una volta creò scandalo tra le vecchiette ultra-conservatrici raccontando il senso del matrimonio come istituzione sacra.
Per la Chiesa, il matrimonio è sacro da meno di mille anni e già questo secondo alcuni suona strano, visto che si pensa fosse fondato nelle sacre scritture.
Il Matrimonio fu istituito dal Papato nel Medio Evo per mere ragioni dinastiche: come forse saprete, la Legge Salica prevede che la corona passi al primo erede maschio del Re, escludendo donne e fratelli (NB la regola valeva anche per i titoli nobiliari inferiori). Il problema era capire quale fosse il primo erede maschio legittimo. Pensate che Carlo Magno, paladino indiscusso della Cristianità, ebbe qualcosa come una dozzina di mogli prese e ripudiate ad ogni piè sospinto. Con ognuna di esse ebbe non so quanti figli, e non so quante fossero sterili. Ma non sono le sue vicende coniugali che m'interessano (qui non ho voglia di andare a documentarmi, ma ricorderete che Carlo Magno divise il suo impero fra i suoi tre figli riconosciuti come "legittimi"). Quello che c'è da capire è che ovviamente era un gran casino per la successione (stiamo parlando di un Impero che copriva tutta l'Europa di allora...).
Il problema è andato avanti per secoli e riguardava non solo il casato imperiale, ma anche tutti i ranghi nobiliari inferiori finché si decise che il Matrimonio sarebbe stato univoco, inscindibile e "certificato" dalla Chiesa di Roma (tra le altre cose, era l'unica con un'amministrazione organizzata).
Nacque così l'istituto sacro del Matrimonio per risolvere queste mere questioni dinastiche: potevi prenderti una sola moglie e quella te la tenevi per tutta la vita. Se volevi cambiare, dovevi chiedere l'autorizzazione al Papa (un po' mi ricorda quando a Venezia inventarono quelli che noi chiamiamo "brevetti", concettualmente non è così diverso, ma passiamo oltre...). Tra l'altro, mi risulta che inizialmente questo istituto fosse riservato agli aristocratici e solo dopo venne esteso anche alla plebe (ma non ne sono così sicuro).
Al termine della Messa in cui fece questo discorso, qualche vecchietta lo aspettò fuori dalla Chiesa per dire che lui non doveva permettersi di mettere in discussione il vincolo sacro ed eterno ed indissoluibile e storico e ... del matrimonio e quant'altro, oltretutto in Chiesa durante la predica! Lui rispose cordialmente che questa era la storia.
Perché racconto tutta questa storia?
Perché la Chiesa vive del suo tempo, della sua storia (splendidamente bi-millenaria) fatta sì di errori, ma anche e soprattutto di grandezze oppure di semplici fatti che vanno visti per quello che sono. Il vincolo del matrimonio non è eterno, né discende dalle sacre scritture (dove si legge che l'uomo prenderà ed amerà la sua donna, ma non dice che ci debba essere il vincolo del matrimonio riconosciuto dalla Chiesa).
Il valore di quest'istituto sacro non è giuridico né tradizionale, è sostanziale. Non va tenuto in vita perché è "sempre stato così" (approccio conservatore, prevalente nella teologia Opus Dei che al momento domina in Vaticano), ma perché è un valore in sé.
Quindi, la famiglia fondata sul matrimonio è un valore sostanziale, non tradizionale, inutile ricercare la storicità del "è sempre stato così" (paleontologi teo-cons han cercato coppie che dimostrassero come il matrimonio fosse un istituto paleolitico e sono riusciti pure a trovare due scheletri morti abbracciati: bel reperto, ma non traiamo conseguenze azzardate).
Solo in questo modo si può capire il senso innovatore e rivoluzionario del messaggio evangelico. Solo in questo modo.
2 commenti:
Il fatto che sia un valore sostanziale cosa implica?
E cmq finalmente ho approfondito una storia che avrei voluto conoscere meglio da tempo. Il matrimonio tra l'altro non esiste in molte altre culture e forse ha poco senso di esistere in un epoca in cui la vita si è allungata così tanto. Mille anni fa si moriva a 50 anni o giù di lì...
Il valore sostanziale significa che dipende dalla sostanza di quello che una cosa è, non dal fatto che si sia sempre fatto così o che lo dica la legge e quindi bisogna rispettare l'autorità che l'ha imposto perché quell'autorità è quella necessaria e legittima al convivere civile.
Il matrimonio vale in quanto tale, foss'anche stato inventato l'altro ieri e senza riconoscimento giuridico.
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