controglianti, deldobér
22/01/10
Essere orgogliosi di essere "anti-" è assai triste e intellettualmente deprecabile. A meno che non si tratti di essere anti- qualcosa che viene riconosciuto come male assoluto. Ecco sì, essere anti-nazisti è motivo di vanto, di orgoglio, una bandiera da sfoggiare, come essere anti-mafiosi o anti-violenti.
Provo invece grande tristezza per chi è anti- cose che non possono essere riconosciute come male assoluto, un radicalismo ingiustificato contro cose che sono forse imperfette, che non ci piacciano, ma la cui contrapposizione non è motivo di vanto, non è affermazione intellettuale edificante, costruttiva. Non porta la nostra anima a migliorarsi. Essere anti-francesi non ci migliora, anzi. Lo accetto solo se è 'divertissement' goliardico fino a se stesso, non se è una base razionale e di pensiero. Per ridere e scherzare va bene, ma l'anti-ismo non è motivo di vanto se su cose serie, anzi dimostra involuzione e degrado culturale.
Esiste un dovere delle persone di buon cuore che è quello di unire ciò che di bello c'è nel mondo. Un dovere di non lasciarsi andare alla bruttezza che c'è nel mondo. Un dovere di chi è di buon cuore di non chiudersi in se stessi. Esiste un dovere delle candele di restare accese di fronte al vento che soffia, un dovere della luna e delle stelle di bruciare perché la notte non abbia il sopravvento.
Un dovere discreto, pronto a chinare la fiammella della propria candela al vento impetuoso, chinar la testa senza spegnersi, senza far cader scintille che l'incendio provocherebbero. Un dovere delle stelle di non cadere, di non esplodere né implodere ché mondi distruggerebbero. Chi cade a San Lorenzo son meteoriti ché spettacolo danno, le stelle restano fisse là nelle loro costellazioni, ché l'Orione e il Sagittario da anni guardano le nostre futili vicende umane. Ricorda il Galilei che con tutte le cose che il Sole ha da fare, non si dimentica mai di far germogliare il piccolo grappolo d'uva che ci donerà il vino.
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