di viaggi

11/12/07

Partiamo dal ponte di Sant'Ambrogio. Annecy, piccolo capolavoro dell'uomo, è una vera e propria perla delle Alpi. Guadagnatasi l'appellativo di Venezia delle Alpi, il capoluogo dell'Haute-Savoye e patria del fondatore dei Salesiani è una tappa da vedere per chiunque si aggiri da quelle parti. Sulle Alpi è raro trovare città così belle e ben tenute, per quel che ho visto io non ha pari nella sua pur frugale e spartana eleganza franco-alpina. Non grandi monumenti, ma una splendida cornice nel centro storico.
E poi Lyon, città sospesa tra due fiumi diretti a Sud, Lyon è probabilmente la città mediterraneo-latina meno mediterranea che si possa immaginare (ma non meno latina), ancora meno di Milano. Lyon mi piace per il suo essere poco considerata, sottostimata eppur strabiliante, eccitante nonostante sia francese (frecciatina!), è industriale e colta, artistica e laboriosa. Non nasconde i difetti né il maquillage che indossa per farsi bella, ma senza mai esagerare: i francesi sanno l'equilibrio a differenza degli italiani.
Lyon e la festa delle luci, mai vidi spettacolo più incredibile. Ti rendi conto della gioia della luce plasmata dall'uomo, delle sue mille sfaccettature e di come sappia disegnare l'ambiente attorno a te in forme sempre nuove ed emozionanti. E poi Fourvyere (o come diavolo si scrive!) che domina la Presqu'Ile e sotto la Cathedrale de St-Jean e poi le Rhone et la Saone che scorrono paralleli e poi Vieux Lyon e la rovina di quel matitone stabilo a Part Dieu e poi questa volta ho scoperto pure il teatro gallo-romano...
Una nota doverosa: merci à Laetitia che mi (ci) ha ospitato con garbo e stile tutto francese: dopo avermi detto "ciao", mi ha dato le chiavi di casa dicendo di organizzarmi come ero più comodo... non so quanti italiani darebbero così le chiavi di casa a qualcuno che non vedevano da 3-4 anni... Incredibile ma vero, a Lyon uscivo con una stragrande maggioranza di urbanistes, cosa che a Milano è praticamente impossibile, a Milano restiamo dispersi e separati seppur in contatto tra di noi, a Milano sono sempre in mezzo ad ingegneri (e psicologi).
"Divertente" il viaggio di rientro: persi per le periferie di Lyon, sotto il nubifragio in Savoie, tempesta di neve al Monte Bianco, code verso Torino e nebbione padano... 8h al volante così non si dimenticano facilmente...

E poi... Beh, poi c'è Filippo... Grazie ai tantissimi che mi/gli hanno dimostrato affetto, il giovane fagottino che oggi ha fatto la prima poppata! E fa un effetto vedere quello che fino a ieri era il tuo papà che, d'un tratto, regge in braccio il suo status di nonno. E le donne che si prodigano attorno alla neo-mamma e lui, piccolo, che beato dorme, dorme in attesa di crescere... Dorme ché non gli riesce ancora di piangere da quanto è piccolo: urla urla e poi smette, ché in fondo non ha ancora veramente fame. E poi, la cognatina di ieri, oggi mamma ed il fratello mio che si fa di lui papà... E va bene che è il primo ché dicono che resta un po' viziato, ma in fondo va bene così. "E' cavità di donna che crea il mondo". Filippo sta lì calmo, dorme con un'orecchia più piccola del mio polpastrello.

Ecco, questi due frammenti raccontano di viaggi, così diversi tra loro eppure cronologicamente temporanei. Silenzio, pausa, preghiera. E poi credo possa bastare, ché di questi tempi a Milano c'è una città piena di cose da fare. Il Natale è un pretesto per organizzare mille ritrovi in continuazione ché ormai ho tutte (o quasi) le sere piene. Sembra quasi un mestiere avere una vita sociale... Va bene così, volevo scrivere del discorso del Cardinale per S. Ambrogio, ma non mi riesce, la stanchezza un po' prevale e credo che per oggi possa bastare così - mi accorgo di scrivere con uno stile diverso dal mio solito - e quando si viaggia un po' è giustificato, un po' incentiva a resistere, tenere duro ché dopo le Alpi si trova Lyon...

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