filosofeggiando a tarda ora: parlare di banalità

26/05/09

Nel fundo, si sabe, che n'n ce s' capisce mai gnanca 'n fondo. Ché lo grado di cumprenzsiugne de rea scritta esta invertitamente nell'ordine proporzionale at la importanza donata ad ejo da lo scrivente; mentrìa, lo parlato tiene tutt'altro valore 'rché co'nvolge lo 'mbiente, la voce-corpo et li fattori che si debbon controllare sono in grande parte maggiori.
Dicìa: mai fino in fondo ci si capisce [et per questa ragione, i'uso la lingua mea, ché a voi difficultate farìa per sforzarvi maggiormente at la comprenderìa]. Ci se ne dovrìa dispiacersene, mentre taluni comici se ne cumpiacciono, ché ne traggono sorgente d'ironia, qualitate d'Albione poco immigrabile nel paese mio.
E cosa ci si capisce? Cosa capìa vossignoria de quella immagine di profilo ch'or m'ispira sìffatti pensieri? D'altronde, scriss'io tempo fa, anca la morte n'è mai veramente comprensibile, ché quello che lì trapassa si trova in 'a posizione in cui gli altri non si trovano. Attorno al trapassante, persone ch'hanno rappresentazione diversa de la vita sua, de lo vissuto suo, de li su'i pensiati et sentimenti: li figli n'hanno immagine diversa da li fratelli. "Così vanno le cose, così devono andare". Et viene alla mente quell'altra grande sciotcchezza che devria esser l'amore, se la morte l'è sì fra'ntendibile.
At differenthìa de la morte, l'amor si basa su lo sentimento di n'n essere più soli, ma fino a che punto se ne può essere certi? Sicuri che n' sia nu fraintendimentu anca quello? Qualcosa di spiegato in uno modo pensato certo, ma che potrìa ser benissimo qualunqu'altra cosa.

Credo che filosofia rifugga la luce del dì, mentre allo fianco mio 'na maglia gialloblù ricorda una passion terrena. Qualche appunto là et quà, ché chi verrà dopo di me, non comprende, non comprenderebbe, non comprenderà. Qualche appunto là et quà, ché chi verrà dopo di me, non comprende, non comprenderebbe, non comprenderà. Qualche appunto là et quà, ché chi verrà dopo di me, non comprende, non comprenderebbe, non comprenderà.

Non credo d'aver molt'altro da dire, ché chi vuol'intendere, intenderà anca la lingua difficile. Chi non vuole, non vorrà. Et poco importa de li miei appunti, de li miei scritti, se stà la possibilità. Credo che chi vorrà fraintendere lo farà di fronte ai miei appunti là et quà, at li altri buoni viaggi sotto le stelle.

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