perché FIAT non è riuscita a prendersi la Opel

30/05/09

Ritorno sul caso FIAT ora che sappiamo che ha fallito l'acquisizione della Opel. Vi risparmio la rassegna stampa che comunque trovate sui vari giornali e relativi blog, vi lancio alcuni spunti di riflessione, piuttosto che un quadro completo che richiederebbe una ricostruzione completa del caso.

1. La Merkel (intendo, i governi tedeschi coinvolti) ha scelto un partner industriale e non finanziario perché sa che in questo momento il mercato dell'auto è globalmente in riassetto ed è necessario avere conoscenze in materia che non sono scontate. Tuttavia, la Merkel ha scelto anche in funzione politica, cercando di salvare l'occupazione in Germania (come è giusto che sia) cercando di garantire un futuro industriale all'impresa. A parità di offerta, ha scelto gli austro-canadesi che, stranieri per stranieri, credo siano più affidabili degli Italiani, non dimentichiamoci che sia FIAT sia l'Italia in generale non hanno una buona reputazione. Quindi, a parità di piano industriale (sempre che di parità si tratti) oggi era più facile far accettare ai tedeschi la vendita alla Magna piuttosto che agli Italiani. Non sono in grado di valutare veramente la validità del piano industriale, ma quella politica certamente ed avere degli Italiani come salvatori di un'azienda tanto simbolica non era certo facile da far digerire, oltretutto in periodo di campagna elettorale (ricordiamoci che ora ci sono le Europee, ma in Autunno la Germania ha anche le elezioni federali e sia la Merkel sia i social-democratici si giocano tutto). In questo sono convinto che le recenti "avventure" del Premier italiano hanno influito negativamente, almeno sul piano politico.

2. Marchionne c'ha provato. Capendo la crisi, ha cercato/sta cercando di costruire un blocco industriale nel settore dell'auto. Da un lato, ha una certa conoscenza industriale e in più lo "zoccolo" italiano gli impedisce di fallire, vista la quantità di sussidi statali garantiti dal Governo italiano. Sapendo di non poter fallire, cerca di acquisire gli altri che, non avendo questo zoccolo, in fase di crisi falliscono. Saggia strategia anche perché lui stesso ha capito che nei prossimi anni ci saranno solo pochi colossi dell'automobile, lo disse già quest'estate. Tanto vale rischiare e giocare d'anticipo. Le acquisizioni d'oltreoceano sono state sostenute da Obama perché evidentemente gli abbiamo tolto una castagna dal fuoco: ma siamo sicuri che FIAT saprà gestirla? Ci spero, ma sicuramente ci dovrà essere molta poca dirigenza italiana in questo nuovo colosso.

3. Esiste però un anello cruciale che è il Governo italiano il quale è una garanzia (politica) contro il rischio di fallimento della FIAT, ma non è in grado di sostenerne in alcun modo gli investimenti in termini di crescita. Ovvero, impedisce che la FIAT abbia dei segni "-", ma non può aiutarla ad avere dei "+" e questo i tedeschi lo sanno bene.

4. E' stata evidenziata ancora una volta l'assenza dell'Europa come soggetto politico. La creazione di un colosso europeo nell'auto. D'altronde, la competizione non si gioca più sul mercato europeo, ma su India e Brasile (domani anche sulla Cina) e avere aziende che possano essere competitive laggiù farebbe bene all'Europa. Ma così non è stato. La partita si giocherà a breve con le sorti delle due case francesi (Peugeot e Renault, la prima sembra non stia benissimo...). Un governo Europeo servirebbe, assai, dato che i singoli paesi sono ormai mercati insignificanti, quello che conta sarebbe il mercato continentale.

5. Attenzione ai facili entusiasmi per la FIAT di oggi. Non dimentichiamoci che pochi anni fa era al collasso e, date le dimensioni industriali di questi gruppi, la riconversione può apparire molto più veloce di quanto non lo sia veramente (il marketing è più veloce delle riconversioni industriali, ragioni di mercato lo impongono).

6. Infine, consideriamo che il mercato dell'auto ha sì un grande valore simbolico, ma come ho già avuto modo di dire, resta un mercato di limitate possibilità di crescita e prospettive a mio avviso secondarie. Ben altri mercati andrebbero esplorati.

Questi sono più che altro spunti di riflessione perché non si faccia solo il tifo per FIAT che ha gestito questa storia come fosse la Ferrari, ma non dico in termini di velocità, ma di comunicazione: bisogna tifare le rosse per orgoglio nazionale, a prescindere da tutto.

Chiudo dicendo che mi piacerebbe che la politica parlasse di questo, per ragioni economiche, in primo luogo per i molti posti di lavoro in ballo. Ma ci si preoccupa solo di veline e starlette...

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