immagini, futuro, diritto di critica
11/09/11
Oggi, deliberatamente, ho deciso di non andare a Messa perché non riconosco una Chiesa che nomina Scola Arcivescovo di Milano. Atto insurrezionale, per alcuni, da argomentare con alcune immagini.
Da quando sono rientrato a Milano, soprattutto dopo London, mi son reso conto di una Chiesa italiana in gravissimo declino, che si auto-sopravvaluta e auto-assolve, chiusa al confronto e incapace di accettare di discutere anche di una sola critica.
Me ne sono accorto perché delle messe milanesi a cui sono andato, la gente non sta più fuori dal sagrato a salutarsi e chiacchierare: sempre di meno, sempre meno l'idea di un incontro, di conoscersi. Solo alcuni anziani sempre più depressi perché c'è sempre meno gente. Meno gente in Chiesa, nei seminari, meno gente che si converte se non integralisti-ortodossi. Un trend di lungo periodo di cui nessuno sembra voler preoccuparsi..
Con Ratzinger, chi era già dentro è sempre più convinto della sua scelta, ma chi si pone in posizioni di dubbio, di ricerca e di confronto, del chiedersi se è coerente col Vangelo comportarsi in un certo modo... queste persone sono sempre meno, ridotte e marginalizzate.
Tettamanzi aprì a omosessuali e divorziati perché anche loro sono figli di Dio e anche loro meritano di essere accolti nella Chiesa. Perché non nominargli successore qualcuno che venisse dalla stessa famiglia di pensiero? Perché nominare volutamente uno che proviene da quella scuola più ostile con la tradizione milanese? Se proprio si voleva qualcuno più "conservatore", non se ne poteva scegliere un altro che almeno non fosse di CL? Un conservatore che non avesse una storia personale tanto travagliata proprio con la diocesi milanese? Almeno, uno giovane invece di degradare un vecchio Patriarca... La sensazione è quella di un commissariamento di un certo percorso religioso che era specifico di Milano: se proprio si voleva qualcuno più vicino a Ratzinger, perché nominare proprio quello che crea più attriti? E poi, non c'era (o ci dovrebbe essere) il desiderio di stare insieme, anche chi la pensa non come il Pontefice di turno?
Un'immagine molto forte mi ha colpito questa settimana.
In una rivista dei Gesuiti, c'era una foto di una delle tante manifestazioni in Brasile di contadini e disoccupati. Davanti a loro il Vescovo li guidava perché non ci devono più essere sfruttamenti contro i figli di Dio e Dio vuole la giustizia, anche quella sociale, e per quello la Chiesa deve battersi.
In Spagna, la stessa folla nelle piazze e la Chiesa rimasta zitta davanti agli indignados: se hanno parlato, nessuno li ha sentiti ed avrebbero potuto parlare con la stessa forza con cui han parlato al family day spagnolo.
Si rifletta, però, sul quadro di questi due paesi: il Brasile è diventato il paese con più cattolici del mondo, tante conversioni e preti giovani; la "cattolicissima" Spagna sta avendo emorragie di fedeli sempre più forti, soprattutto se si guarda il lungo periodo degli ultimi decenni.
La domanda a Roma è quale Chiesa volete? Visto chi viene scelto dal Vaticano per portare avanti l'istituzione, la risposta mi par chiara...
Tuttavia, io credo in due cose. La prima è che ci sia una fortissima domanda latente di spiritualità. So di molte persone che hanno dentro di loro l'interrogativo religioso rivolto a Dio e che non riescono a farlo maturare. La seconda, legata alla prima, è che il Vangelo è un'ottima mappa per orientarsi nel trovare una risposta a questa domanda, anche se la Chiesa appare sempre meno capace di interpretare quel cammino nel mondo d'oggi.
Da quando sono rientrato a Milano, soprattutto dopo London, mi son reso conto di una Chiesa italiana in gravissimo declino, che si auto-sopravvaluta e auto-assolve, chiusa al confronto e incapace di accettare di discutere anche di una sola critica.
Me ne sono accorto perché delle messe milanesi a cui sono andato, la gente non sta più fuori dal sagrato a salutarsi e chiacchierare: sempre di meno, sempre meno l'idea di un incontro, di conoscersi. Solo alcuni anziani sempre più depressi perché c'è sempre meno gente. Meno gente in Chiesa, nei seminari, meno gente che si converte se non integralisti-ortodossi. Un trend di lungo periodo di cui nessuno sembra voler preoccuparsi..
Con Ratzinger, chi era già dentro è sempre più convinto della sua scelta, ma chi si pone in posizioni di dubbio, di ricerca e di confronto, del chiedersi se è coerente col Vangelo comportarsi in un certo modo... queste persone sono sempre meno, ridotte e marginalizzate.
Tettamanzi aprì a omosessuali e divorziati perché anche loro sono figli di Dio e anche loro meritano di essere accolti nella Chiesa. Perché non nominargli successore qualcuno che venisse dalla stessa famiglia di pensiero? Perché nominare volutamente uno che proviene da quella scuola più ostile con la tradizione milanese? Se proprio si voleva qualcuno più "conservatore", non se ne poteva scegliere un altro che almeno non fosse di CL? Un conservatore che non avesse una storia personale tanto travagliata proprio con la diocesi milanese? Almeno, uno giovane invece di degradare un vecchio Patriarca... La sensazione è quella di un commissariamento di un certo percorso religioso che era specifico di Milano: se proprio si voleva qualcuno più vicino a Ratzinger, perché nominare proprio quello che crea più attriti? E poi, non c'era (o ci dovrebbe essere) il desiderio di stare insieme, anche chi la pensa non come il Pontefice di turno?
Un'immagine molto forte mi ha colpito questa settimana.
In una rivista dei Gesuiti, c'era una foto di una delle tante manifestazioni in Brasile di contadini e disoccupati. Davanti a loro il Vescovo li guidava perché non ci devono più essere sfruttamenti contro i figli di Dio e Dio vuole la giustizia, anche quella sociale, e per quello la Chiesa deve battersi.
In Spagna, la stessa folla nelle piazze e la Chiesa rimasta zitta davanti agli indignados: se hanno parlato, nessuno li ha sentiti ed avrebbero potuto parlare con la stessa forza con cui han parlato al family day spagnolo.
Si rifletta, però, sul quadro di questi due paesi: il Brasile è diventato il paese con più cattolici del mondo, tante conversioni e preti giovani; la "cattolicissima" Spagna sta avendo emorragie di fedeli sempre più forti, soprattutto se si guarda il lungo periodo degli ultimi decenni.
La domanda a Roma è quale Chiesa volete? Visto chi viene scelto dal Vaticano per portare avanti l'istituzione, la risposta mi par chiara...
Tuttavia, io credo in due cose. La prima è che ci sia una fortissima domanda latente di spiritualità. So di molte persone che hanno dentro di loro l'interrogativo religioso rivolto a Dio e che non riescono a farlo maturare. La seconda, legata alla prima, è che il Vangelo è un'ottima mappa per orientarsi nel trovare una risposta a questa domanda, anche se la Chiesa appare sempre meno capace di interpretare quel cammino nel mondo d'oggi.
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