Per divertimento, ma anche no.
12/11/11
Provo a immaginarmi su cosa direi se fossi un deputato di fronte al voto di fiducia al Governo Monti. Lo faccio un po' per gioco, un po' per riflettere sulla condizione politica italiana.
Io voterei sì alla fiducia al Governo Monti per responsabilità perché in un momento come questo l'Italia ha bisogno di unità, non di divisioni. La politica deve fare un sacrificio superando le sue diverse posizioni, mettendo da parte diverse posizioni ideologiche per far fronte all'attacco di legittimità che le istituzioni democratiche subiscono dai mercati.
Il Governo Monti non è una scelta politica, ma una difesa democratica, eppure... Eppure, il Prof. Monti è consulente di Goldman Sachs, una delle banche che ha interessi più forti e diretti in questa crisi del debito. La sua presenza come primo ministro a me appare come un commissariamento da parte dei creditori contro un debitore a rischio insolvenza, un commissariamento preventivo per non correre il rischio che Goldman-Sachs e le sue sorelle perdano troppi soldi nei nostri comportamenti irresponsabili.
Perché la mia paura è di far la fine di quel che certe posizioni di cui la Merkel è stata portavoce han provocato in Grecia: risanare i debiti a qualunque costo pur di non far perder soldi alle banche, a costo di stritolare e lasciare in mezzo alla strada milioni di Greci.
Se il Governo Monti deve essere il mio governo, allora deve preoccuparsi della crisi del debito al fine di compensare la disoccupazione, non il diritto delle banche ad avere i loro crediti. Non è solo ideologia cattocomunista, è la consapevolezza che le politiche di questi ultimi 3 anni hanno messo davanti gli interessi del funzionamento del sistema finanziario e bancario a quello economico: ogni economista sa che senza salari non ci sarebbe domanda. La mia analisi scio-economica è semplice: se ci preoccupiamo di salvare i capitali, dimenticandoci del lavoro, dei salari e quindi della domanda che può venire dai mercati dell'economia reale, l'intera economia collasserà. Si salvino i lavoratori, si salvi la domanda di beni e servizi e solo in ultima analisi le banche.
Io credo che si dovrebbe tassare il capitale affinché sia più conveniente assumere un lavoratore in più che non comprare un CDS in più: anche a volerla vedere in chiave meramente economicistica, un lavoratore in più spende e fa ripartire l'economia, un CDS rende in funzione del fallimento di qualcun altro. Prof. Monti, scelga lei cosa vuol privilegiare? Rompiamo lo schema di difesa dei creditori e pensiamo ad una crisi economica di sistema oppure continuiamo a preferire il salvataggio delle banche e dei loro interessi a costo di far collassare tutto il resto?
Infine, io voterei il Governo Monti nella consapevolezza che conta molto meno di quanto si pensi e quindi la domanda diventa: caro Prof. Monti, lei come intende promuovere gli interessi dell'Italia in Europa? Quale voce porterà presso la BCE, il FMI e il Consiglio UE? Quali politiche sosterrà perché l'Europa esca dalla crisi? Dopo aver approvato questi tagli lacrime e sangue, che sul breve periodo sono doverosi vista la scellerata gestione del debito italiano, come usciremo dalla crisi? Come risponde a quei 2 milioni di giovani italiani che non studiano né lavorano? Ed agli altri due milioni che han lasciato l'Italia disperati da un sistema gerontocratico? Per non parlare di quelli che lavorano in un paese con uno stato sociale debole, un mercato del lavoro tra i più precari e sottopagati d'Europa? Pongo questo problema perché, comunque, il neo-premier Monti sarà il più anziano tra i primi ministri Europei.
Io voterei sì alla fiducia al Governo Monti per responsabilità perché in un momento come questo l'Italia ha bisogno di unità, non di divisioni. La politica deve fare un sacrificio superando le sue diverse posizioni, mettendo da parte diverse posizioni ideologiche per far fronte all'attacco di legittimità che le istituzioni democratiche subiscono dai mercati.
Il Governo Monti non è una scelta politica, ma una difesa democratica, eppure... Eppure, il Prof. Monti è consulente di Goldman Sachs, una delle banche che ha interessi più forti e diretti in questa crisi del debito. La sua presenza come primo ministro a me appare come un commissariamento da parte dei creditori contro un debitore a rischio insolvenza, un commissariamento preventivo per non correre il rischio che Goldman-Sachs e le sue sorelle perdano troppi soldi nei nostri comportamenti irresponsabili.
Perché la mia paura è di far la fine di quel che certe posizioni di cui la Merkel è stata portavoce han provocato in Grecia: risanare i debiti a qualunque costo pur di non far perder soldi alle banche, a costo di stritolare e lasciare in mezzo alla strada milioni di Greci.
Se il Governo Monti deve essere il mio governo, allora deve preoccuparsi della crisi del debito al fine di compensare la disoccupazione, non il diritto delle banche ad avere i loro crediti. Non è solo ideologia cattocomunista, è la consapevolezza che le politiche di questi ultimi 3 anni hanno messo davanti gli interessi del funzionamento del sistema finanziario e bancario a quello economico: ogni economista sa che senza salari non ci sarebbe domanda. La mia analisi scio-economica è semplice: se ci preoccupiamo di salvare i capitali, dimenticandoci del lavoro, dei salari e quindi della domanda che può venire dai mercati dell'economia reale, l'intera economia collasserà. Si salvino i lavoratori, si salvi la domanda di beni e servizi e solo in ultima analisi le banche.
Io credo che si dovrebbe tassare il capitale affinché sia più conveniente assumere un lavoratore in più che non comprare un CDS in più: anche a volerla vedere in chiave meramente economicistica, un lavoratore in più spende e fa ripartire l'economia, un CDS rende in funzione del fallimento di qualcun altro. Prof. Monti, scelga lei cosa vuol privilegiare? Rompiamo lo schema di difesa dei creditori e pensiamo ad una crisi economica di sistema oppure continuiamo a preferire il salvataggio delle banche e dei loro interessi a costo di far collassare tutto il resto?
Infine, io voterei il Governo Monti nella consapevolezza che conta molto meno di quanto si pensi e quindi la domanda diventa: caro Prof. Monti, lei come intende promuovere gli interessi dell'Italia in Europa? Quale voce porterà presso la BCE, il FMI e il Consiglio UE? Quali politiche sosterrà perché l'Europa esca dalla crisi? Dopo aver approvato questi tagli lacrime e sangue, che sul breve periodo sono doverosi vista la scellerata gestione del debito italiano, come usciremo dalla crisi? Come risponde a quei 2 milioni di giovani italiani che non studiano né lavorano? Ed agli altri due milioni che han lasciato l'Italia disperati da un sistema gerontocratico? Per non parlare di quelli che lavorano in un paese con uno stato sociale debole, un mercato del lavoro tra i più precari e sottopagati d'Europa? Pongo questo problema perché, comunque, il neo-premier Monti sarà il più anziano tra i primi ministri Europei.
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