della forma partito

07/11/09

Seguendo anche l'ultimo Congresso del PD, di cui come sapete sono stato molto critico, sono giunto a una conclusione su quale forma si debba dare ai partiti.

A lungo tempo, sono stati concepiti come organizzazione di fazioni, un'istituzionalizzazione di legami sociali attraverso cui esprimere solidarietà e rivendicare diritti. In particolare, i partiti di massa hanno avuto la pretesa di essere totalizzanti della sfera pubblica.

Non voglio farla lunga, quello su cui bisognerebbe lavorare è il partito non tanto come patrimonio di legami sociali tra gli iscritti, quanto come luogo di progettazione delle politiche. I legami sociali avvengono ormai fuori e dentro i partiti, sono talmente flessibili e fluidi che non si può (e non si deve) pretendere che i partiti li rappresentino in maniera esaustiva. Di più, bisogna evitare che i legami personali leghino le dinamiche partitiche.

Partiti come centri della progettazione di politiche pubbliche, centri di campagne di interesse collettivo. Partiti come riferimento di associazioni già attive. Partiti come luogo non di produzione di animazione sociale, ma come capaci di dettare un'agenda, una prioritarizzazione ed un orientamento prevalente di una galassia di attori sociali che non per forza devono essere incardinati in un'unica istituzione. Ai partiti deve rimanere quella funzione di raccordo istituzione-elettori.

In termini pragmatici, basta cineforum e bar di partito. Più centri studio e centri conferenze dove dibattere queste idee. Meno cose e ben fatte, più lavoro ai rapporti con le associazioni della società civile e meno pretesa di controllo sulla società civile. Il Partito che include tutto non può tornare. Basta serate tra pensionati a progettare visioni strategiche, più lavoro sulle politiche concrete, sul coordinamento con gli altri. Basta serate con l'eletto di turno, più serate con l'eletto e le proposte. Partiti come luoghi di proposta (e di elaborazione della proposta), non come contenitori delle reti di socializzazione.

Spero che si capisca la direzione che vorrei tracciare. Ne abbiamo alcuni esempi, ma rimane troppa inerzia.

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