Settimana intensa, divertente ed avvincente con tante novità concentrate, talvolta cercate, preannunciate, inattese e che iniziano a prendere avvio.
Settimana iniziata all'insegna della bellezza grazie ad un nuovo acquisto nel gruppo dove ho iniziato a fare improvvisazione teatrale. Ma più che della bellezza (assoluta, totale, perfetta, nordica), ci ha colpito il modo di fare assolutamente semplice, consapevole comunque di essere una persona famosa e la sua scelta di rifiutare le lezioni private o altre robe da diva. Una semplicità che ha conquistato non solo il sottoscritto.
Due giorni dopo, mi sono ritrovato per la prima volta dall'altra parte della cattedra. Fare lezione è qualcosa di affascinante, di curioso, di veramente impegnativo. Una grande responsabilità sta a chi siede dall'altra parte dell'aula. Esperienza semplice (non che sia stata una grande lezione), interessante, utile per rompere il ghiaccio, per quando dovrò fare lezioni più impegnative. Poi, era un intervento da un'oretta e mezza con 5 studenti (di cui uno ritardatario!), ma fa effetto ricevere domande e vedere che prendono appunti su quello che dico, così come facevo io fino a pochi mesi fa (e continuo a farlo comunque in altre occasioni). Oltretutto, ho debuttato ad un corso di Ingegneria che contestai quand'ero rappresentante (eh!eh! corsi e ricorsi della vita..., ma quel corso probabilmente lo chiudono a breve segno che avevo ragione).
Mentre ieri è arrivata una delle notizie che aspettavo da più tempo. Ho iniziato le procedure per cambiare lavoro, ci vorrà ancora un po' che devo finire quello vecchio, ma va molto bene e finalmente torna un po' di entusiasmo anche su quello.
Un mio post sul partitodemocratico (su cui ho aperto una sezione apposta) ha ottenuto invece un'autorevole interessamento da parte di una personalità politica che ho avuto modo di criticare più e più volte. Il post è questo con i suoi vari commenti. A prescindere dal merito della discussione, ho apprezzato moltissimo la sua disponibilità a discutere, a leggere, a navigare anche nel blog del sottoscritto che, onestamente, è uno qualunque dei suoi elettori, oltretutto uno degli elettori più critici nei suoi confronti.
Altra notizia fresca di giornata, che mi introduce al tema di cui volevo parlare, è che sono diventato oggi Segretario dell'Alumni dell'Alta Scuola Politecnica (infatti, pur di non fare il verbale sono qui a scrivere un post il più lungo possibile per ritardare il momento in cui dovrò mettermi a farlo... uff...). Non che fosse una carica eccessivamente ambita dove dovevo vincere particolare concorrenza, però intanto c'è la formalizzazione e ci tengo a fare bene questo incarico. Nel merito, parlandone con quello che è il Presidente dell'Associazione, personalmente ho scelto di lasciare l'impegno politicamente colorato a favore di queste forme associative. In politica troppo spesso l'impegno dipende dalle bandiere e dai colori, non da quello che si fa. Il pragmatismo cattolico-ambrosiano insegna che invece è più importante l'azione, i contenuti, rispetto a colori e bandiere.
Infine, penso al concetto di reti sociali, di restare in contatto e sviluppare queste relazioni.
Dal punto di vista teorico, Dematteis (probabilmente il più grande geografo italiano contemporaneo) mi ha insegnato come i sistemi culturali si distinguano da quelli biologici perché, non essendoci l'istinto di sopravvivenza, è necessario uno sforzo attivo perché continuino ad esistere. Questo sfrozo richiede fatica. Ultimamente mi sono iscritto anche a Facebook che è solo l'ennesimo di questi portali che chiamano di social networking (che se lo dici in inglisc è figo...) e di cui non ho ben capito cosa farmene (tra poco "festeggio" gli 8 anni di MSN Messenger che mi sembra uno strumento più utile, tra l'altro spero, di arrivare a 300 contatti entro l'anno solare). Ma ci sono anche su facebook, ho ritrovato anche alcuni amici di tempi andati e va bene così. Tant'é...
Ma ora chiudo parlando di ieri sera, in Budineria. Serata fantastica come lo sono state tutte le serate in quel posto un po' fuori mano. Riporto qui una discussione che ho avuto con il caro Vespero, personaggio che conosco da tempo immemore, ma che sto imparando ad apprezzare sempre di più proprio in queste ultime settimane. Partiamo da alcuni numeri:
40 - le mail che mandi per organizzare una serata
30 - le persone che vedranno in tempo utile la tua mail (NB non conta se la mandi il giorno stesso o con 3-4 giorni di anticipo).
20 - le persone che leggeranno la tua mail
10 - le persone che verranno
5 - le persone che ti hanno risposto per dirti che vengono, le altre 5 non si sa mai bene.
2 - le persone che ti rispondono 8 volte per sapere fino all'ultimo istante se è confermato (ché da quando c'è il cellulare sembra che non siamo più capaci di fissarci un appuntamento...).
Poi, ad organizzare, ce n'è sempre uno che si lamenta perché si sta divetendo "sì, ma...". Che se fossimo andati a prendere la stessa birra in quell'altro luogo era meglio, ma che non sta a lui organizzare (grrrrr....). Oppure, se ti dimentichi per sbaglio di invitare qualcuno (ché con le email non si può più fare passarola!) rischi l'incidente diplomatico, oppure hai invitato qualcuno che sta sul c***o a qualcun altro (ma sei siamo in 30 riesci ad evitarlo, no?).
Sono infine in (sana) polemica con quella catafalcata di Ingegneri con cui solitamente esco: simpatici compagnoni, non fosse che sembra che non abbiano nessuna conoscenza o rapporto con esseri umani di sesso femminile e quindi
a. "approfittano" delle mie amiche le quali, per chissà quale santa pazienza, mi frequentano ancora (ma per tutelarsi, ora tendono a venire col ragazzo "perché-non-si-sa-mai").
b. se dici che c'è un'amica nuova che viene con noi stasera, improvvisamente sono tutti liberi e si mettono in 4-5 a marcare ogni amica nuova che hai portato (come ieri sera, ma figuratevi la volta che mi portai dietro cinque amiche belghe...). Mi vien da pensare ad uno dei blog che più mi divertivano e che - ahinoi - ha chiuso, tant'è.
Non saprei bene come affrontare e risolvere il problema. In genere mi porto dietro sempre almeno una psicologa che possa studiare direttamente il fenomeno, ma finora non siamo ancora giunti a risultati scientifici significativi. Magari col blog riesco a raccogliere qualche idea propositiva.
Infine, esprimo qui il mio sogno di poter tornare a breve in quella che io considero la mia seconda città, l'unica altra dove, sin da ora, so che potrei vivere a tempo indeterminato. Una città sottovalutata, affascinante, laboriosa e stimolante.
Mi chiedo come possa chiudere questo lunghissimo post e l'unica risposta è tant'è...
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