Un maestro può indicarti la porta, ma sta a te di aprirla

31/10/07

Resto diffidente dalla poesia, anche se non posso non citare un grande maestro (che ha addirittura un secondo blog) che mi ha regalato l'aforisma che da il titolo a questo post.
Di seguito, un'altra citazione che ha attirato la mia attenzione appena qualche giro di globo fa.



Il casuomo

Ruminando il tempo, digerisco la vita.
Metabolizzo.
Quello che è intorno dentro appare, d'un tratto.
E forse il fuori non è che proiezione del dentro.
Stando a questo, allora è il dentro che va curato.
Non dimenticare di annaffiare il giardino della tua creatività.
Germoglia, germoglia e fiorisce, se accudito.
Prendere quella strada, per tutte le direzioni.
Attenzione.
Crea te stesso e il tuo territorio.
Ma lascia posto affinché gli altri possano entrare.
Cura la casa, gli infissi, cambia colore all'intonaco se ti aggrada.
Lascia la porta aperta.
Stai pure sull'uscio ad aspettare, con la porta aperta.
Stendi alla prima avvisaglia i soggetti inquinanti; che non entrino in casa i soggetti inquinanti, tumorali cellule di distrazione di massa.
Curati che sull'uscio ci sia uno zerbino con scritto Welcome.
E che tu sia una persona nella quale sia piacevole entrare.
Non chiudere le serrande, affinché il sole entri copioso e tu possa sbirciare dai vetri il mondo che verrà.
Arredati, rendi accogliente e particolare il tuo animo zingaro.
Non dimenticarti dell'intonaco sulla facciata; è vero che è più importante che l'interno sia comodo, ma le persone da fuori vedono l'esterno di te. La tua casa, il tuo corpo, il tuo vestito parla di te.
Stai attento alle interpunzioni nel discorso del tuo abbigliamento, tanti dettagli omogenei.
E fidati del tuo gusto.
Fidati della tua pancia, pensando a quello che vuoi comunicare all'esterno.
La mattina, alzati presto.
Togli tu la notte dagli occhi del sole.
E corri incontro al giorno; affinché il tuo corpo si ricordi di essere vivo e la tua casa abitata.
I tuoi muscoli siano stanchi. La tua fronte imperlata di sudore e rugiada.
Dai, corri, e urla: urla la tua gioia al giorno nascituro.
Non temere, non c'è nulla da temere nella tua casa.
Forse qualcosa.
A dire il vero forse qualcosa c'è: la solitudine.
E' per questo che devi riempire le tue stanze.
Di fotografie, interessi, colori e persone.
Altre case, un condominio.
Ricordati che sei vivo, anche quando il lavoro che fai vorrebbe indurti a dimenticarlo, a dimenticare te.
Ricorda sempre che c'è il sole nel tuo cuore, c'è una luce nella tua stanza che illumina dentro e fuori di te.
Non temere.
Non c'è nulla da temere nella tua casa.
Continua così.
Arreda, riempi le librerie, cura il giardino, rinfresca i colori...
Continua così.
Cerca di metterti su una strada trafficata; nell'ombra nessuno verrà a cercare casa tua. Nessuno saprà che esiste, e tu vuoi vivere e esistere, invece, vero?
E allora, cerca uno o più quartieri dove edificare.
Sarà più semplice per te trovare vicini dentro i quali sia piacevole entrare a prendere un caffé.
Indicizza la tua casa sul motore di ricerca del mondo; fai si che la tua casa sia raggiungibile da molte e molte persone.
Perché ogni tanto qualcuna di loro ti sorprenderà.
Eventualmente ti deluderà, inevitabilmente partirà.
Non a caso.
Raramente succede qualcosa per caso in questa città.

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eppure è evidente...

29/10/07

Mi occupo poco di politica internazionale perché trovo sia troppo lo scarto tra quello che si può capire dai giornali ed il livello minimo che riterrei necessario per formularmi un'opinione.

Eppure trovo che troppa poca gente correli due fattori evidenti:
a. la crescita del prezzo del petrolio;
b. la debolezza del dollaro rispetto all'Euro.
Unite le due cose e vedrete che il prezzo del petrolio (venduto in dollari), se fosse pagato in euro, sarebbe sostanzialmente costante o comunque con molte meno variazioni di quanto si registrano di questi tempi. C'è una guerra tra l'OPEC e Washington che sta vivendo tempi lunghi rispetto all'effimera attenzione dei giornali.
L'Euro è più stabile politicamente (il governo UE, non sapendo decidere ed avendo un'opinione pubblica di riferimento così frammentata, offre molte più garanzie), il rublo e lo yen non sono credibili ed i paesi arabi non dispongono di una moneta unica. Le implicazioni monetarie, ma soprattutto politiche rappresenterebbero una rivoluzione copernicana di cui è difficile capire la portata.

Sottolineo solo che si romperebbe il monopolio politico-economico (e culturale) degli USA che sta generando tanti conflitti inutili volti solo a preservare tale monopolio: siamo sicuri che sia giusta la visione manichea "Usa = buoni, Iran = cattivi" o forse la realtà è un po' più complessa e non si può limitare ad un buoni e cattivi?

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affascinato dalla rima "amore-errore"

Una chicca degli Avion Travel, da un disco difficile e splendidameente poetico. Una canzone da cui non riesco a non essere ipnotizzato e riflettere sui curiosi giochi del destino della linguistica del BelPaese degli amatori, un gioco che porta la parola "amore" a rimare con "errore".
Ma non rivelerò questo agli stolti, ché potrebbero fraintendermi...

Un Vecchio Errore (Avion Travel - dansons metropoli)

Un vecchio errore vuole inseguirmi
e incatenarmi e transcinarmi lì davanti
ad ogni specchio per dirmi: guardati…
io non mi guardo, giro lo sguardo…
la so a memoria fin troppo questa storia
è uguale che non ci sia o che ci sia…
ci provi lo specchio a inghiottire
nell’ apparenza
l’ orgoglio - è quello che voglio -
della mia assenza
vedi, ho pagato già il mio soldo di verità…
un vecchio errore pagato caro, un gesto avaro,
avevo il cuore duro allora… ero più amaro…
ero più giovane…
niente di niente… spiega alla gente
cosa vuol dire, cosa vuol dire amare l’amore,
senza mai fare neanche un errore…
ci provi lo specchio a inghiottire
nella sua acqua cupa
non l’ apparenza, ma il volto
che l’assenza, sciupa…
vedi, vedi… ho pagato già mio soldo di verità…
un vecchio errore pagato caro, en gesto avaro,
avevo il cuore duro allora… ero più amaro…
ero più giovane…
niente di niente… spiegalo alla gente
cosa vuol dire, cosa vuol dire amare l’ amore,
senza mai fare neanche un errore…

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del sacramento del matrimonio ovvero della storicità della Chiesa

28/10/07

Nella mia Parrocchia c'è un prete saggio ed intelligente, di quelli della miglior tradizione ambrosiana. Una volta creò scandalo tra le vecchiette ultra-conservatrici raccontando il senso del matrimonio come istituzione sacra.

Per la Chiesa, il matrimonio è sacro da meno di mille anni e già questo secondo alcuni suona strano, visto che si pensa fosse fondato nelle sacre scritture.
Il Matrimonio fu istituito dal Papato nel Medio Evo per mere ragioni dinastiche: come forse saprete, la Legge Salica prevede che la corona passi al primo erede maschio del Re, escludendo donne e fratelli (NB la regola valeva anche per i titoli nobiliari inferiori). Il problema era capire quale fosse il primo erede maschio legittimo. Pensate che Carlo Magno, paladino indiscusso della Cristianità, ebbe qualcosa come una dozzina di mogli prese e ripudiate ad ogni piè sospinto. Con ognuna di esse ebbe non so quanti figli, e non so quante fossero sterili. Ma non sono le sue vicende coniugali che m'interessano (qui non ho voglia di andare a documentarmi, ma ricorderete che Carlo Magno divise il suo impero fra i suoi tre figli riconosciuti come "legittimi"). Quello che c'è da capire è che ovviamente era un gran casino per la successione (stiamo parlando di un Impero che copriva tutta l'Europa di allora...).
Il problema è andato avanti per secoli e riguardava non solo il casato imperiale, ma anche tutti i ranghi nobiliari inferiori finché si decise che il Matrimonio sarebbe stato univoco, inscindibile e "certificato" dalla Chiesa di Roma (tra le altre cose, era l'unica con un'amministrazione organizzata).
Nacque così l'istituto sacro del Matrimonio per risolvere queste mere questioni dinastiche: potevi prenderti una sola moglie e quella te la tenevi per tutta la vita. Se volevi cambiare, dovevi chiedere l'autorizzazione al Papa (un po' mi ricorda quando a Venezia inventarono quelli che noi chiamiamo "brevetti", concettualmente non è così diverso, ma passiamo oltre...). Tra l'altro, mi risulta che inizialmente questo istituto fosse riservato agli aristocratici e solo dopo venne esteso anche alla plebe (ma non ne sono così sicuro).

Al termine della Messa in cui fece questo discorso, qualche vecchietta lo aspettò fuori dalla Chiesa per dire che lui non doveva permettersi di mettere in discussione il vincolo sacro ed eterno ed indissoluibile e storico e ... del matrimonio e quant'altro, oltretutto in Chiesa durante la predica! Lui rispose cordialmente che questa era la storia.

Perché racconto tutta questa storia?
Perché la Chiesa vive del suo tempo, della sua storia (splendidamente bi-millenaria) fatta sì di errori, ma anche e soprattutto di grandezze oppure di semplici fatti che vanno visti per quello che sono. Il vincolo del matrimonio non è eterno, né discende dalle sacre scritture (dove si legge che l'uomo prenderà ed amerà la sua donna, ma non dice che ci debba essere il vincolo del matrimonio riconosciuto dalla Chiesa).
Il valore di quest'istituto sacro non è giuridico né tradizionale, è sostanziale. Non va tenuto in vita perché è "sempre stato così" (approccio conservatore, prevalente nella teologia Opus Dei che al momento domina in Vaticano), ma perché è un valore in sé.
Quindi, la famiglia fondata sul matrimonio è un valore sostanziale, non tradizionale, inutile ricercare la storicità del "è sempre stato così" (paleontologi teo-cons han cercato coppie che dimostrassero come il matrimonio fosse un istituto paleolitico e sono riusciti pure a trovare due scheletri morti abbracciati: bel reperto, ma non traiamo conseguenze azzardate).
Solo in questo modo si può capire il senso innovatore e rivoluzionario del messaggio evangelico. Solo in questo modo.

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Dell'attualità ovvero della tentazione della banalità

27/10/07

Attualità-Banalità è un binomio che mi è suggerrito da Ferretti.

L'attualità è banale, effimera, distraente. Ci fa perdere il senso di problemi più grandi, che poi sono le mutazioni lunghe. Il breve periodo, concetto che pur avrebbe una sua dignità, ci fa perdere il senso dei grandi problemi. Quella dell'attualità è una tentazione in cui anch'io sono caduto più e più volte, anche scrivendo sul blog. La tentazione di dare importanza al punto, all'onda e non alla corrente ché ci sono onde che ogni tanto deviano e ci distolgono dalla montagna che sta crollando, onde troppo grandi o troppo piccole rispetto alla marea che non riusciamo a vedere, ma che dobbiamo capire.

L'attualità è una tentazione, impostaci dai media che si riempiono la bocca di effimera cronaca. Notizie che lasciano il tempo che trovano e questo detto è quanto mai azzeccato: lasciano il tempo che trovano. Abbandonate come giornali vecchi inzuppati di attualità ché appunto li chiamiamo quotidiani.

E invece vorrei avere la capacità di fermarmi e leggere e capire e analizzare e confrontarmi con i tempi più lunghi, invisibili delle cose che più contano. Dei fenomeni che si evolvono anno dopo anno, non ora dopo ora. L'effimero è seducente, ammaliante, rimane impresso nella memoria come una scollatura leggermente aperta, intravista di sbieco, anche se non c'era niente da vedere che poi non si è aperta più di tanto. E vale molto più quello della bellezza assoluta e permanente della stessa ragazza seduta dinnanzi a voi.

Ripromettersi di non cadere più nell'attualità non solo è impossibile, ma fors'addirittura sbagliato. Ricchezza e saggezza risiedono nel capire e confrontarsi con l'attualità e con ciò che invece ha orizzonti più lunghi, tenendo presente che le grandi mutazioni richiedono di fatti collocati nel tempo, ma che molti fatti lasciano il tempo che trovano.

"La libertà è una forma di disciplina" (G. L. Ferretti)

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nonostante tutto

25/10/07

Però, nonostante non veda uno scenario particolarmente eccitante io non ho perso fiducia in Prodi e trovo che a tutt'oggi sia il miglior Primo Ministro possibile e che quando i Ministri si occupano dei rispettivi Ministeri (non di altro!) allora fanno bene il loro mestiere. Il problema è che passano il tempo a far qualunque altra cosa...

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a proposito del governo Prodi... e del bisogno di essere smentito

Pensavo di scriverlo in inglese, ma gli stranieri non capirebbero, non fino in fondo.
Il Governo Prodi non cadrà, non ora. Approverà la finanziaria "in qualche modo", poi un rimpasto interno mascherato da riduzione dei ministri per cercare di ricostruire una qualche maggioranza al Senato, giusto per non votare subito. Poi tirerà a campare, Mastella cambierà dicastero (o faremo entrare Fabris, così l'Udeur è meno esposto...), Bianchi salterà, i DS faranno qualche altro sacrificio (Fassino alla giustizia?), magari ci liberiamo dei Radicali... magari... Di Pietro che dice e dice, ma lui tiene ferma la sua poltrona e i suoi parlamentari intanto preparano il passaggio di là...
Me la prendo con i partitini, ma non con Mastella. L'Udeur all'occorrenza salta la barricata e resta al governo, me la prendo con IdV, RnP, PdCI che o la smettono o fanno un governo quelli là contro cui loro levavano indignati le lamentele e tanto loro, a differenza dell'Udeur, al governo non ci restano. Si condannano all'opposizione perenne, dimostrandosi incapaci di una politica costruttiva.
Bertinotti sta insegnando al PRC a stare al governo, con grandi fatiche ma lo sta facendo. Loro no. Di Pietro ha fatto eleggere parlamentari di cui è difficile avere stima, la RnP non ha né capo né coda (fallita l'insostenibile ed irrazionale alleanza coi Radicali, cosa farà l'ex-SDI quando alle elezioni torneremo per far vincere Silvio?).
Approveranno la finanziaria "in qualche modo", rimpastino mascherato e poi, non saprei immaginare come, arriveremo ad elezioni anticipate con Silvio contro Walter.

Questo è uno scenario, uno dei possibili, quello che io ritengo più probabile, forse auspicabile. Probabilmente no. Non c'ho mai azzeccato in queste previsioni, vedremo come e in che misura sarò smentito.

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Disciplinary mistery

I've never understood why, some years ago, I'd to pass a test in Architecture to study Planning and why - now - I've to do an exam in Industrial Economics to study Regional Economics.
There's something that doesn't work in the admission selection's processes at the Italian university...

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de Baudelaire

24/10/07

ENIVREZ-VOUS

Il faut être toujours ivre. Tout est là: c'est l'unique question. Pour ne pas sentir l'horrible fardeau du Temps qui brise vos épaules et vous penche vers la terre, il faut vous enivrer sans trêve.

Mais de quoi? De vin, de poésie ou de vertu à votre guise. Mais enivrez-vous.

Et si quelquefois, sur les marches d'un palais, sur l'herbe verte d'un fossé, dans la solitude morne de votre chambre, vous vous réveillez, l'ivresse déjà diminuée ou disparue, demandez au vent, à la vague, à l'étoile, à l'oiseau, à l'horloge, à tout ce qui fuit, à tout ce qui gémit, à tout ce qui roule, à tout ce qui chante, à tout ce qui parle, demandez quelle heure il est; et le vent, la vague, l'étoile, l'oiseau, l'horloge, vous répondront: "Il est l'heure de s'enivrer! Pour n'être pas les esclaves martyrisés du Temps, enivrez-vous; enivrez-vous sans cesse! De vin, de poésie ou de vertu, à votre guise."

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Bisogna esser sempre ubriachi.
Tutto sta in questo: è l'unico problema.
Per non sentire l'orribile fardello del Tempo
che rompe le vostre spalle e vi inclina verso la terra,
bisogna che vi ubriachiate senza tregua.
Ma di che? Di vino, di poesia o di virtù,
a piacer vostro, ma ubriacatevi.
E se qualche volta, sui gradini d'un palazzo,
sull'erba verde d'un fossato,
nella mesta solitudine della vostra camera
vi risvegliate con l'ubriachezza già diminuita o scomparsa,
domandate al vento, all'onda, alla stella, all'uccello,
all'orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme,
a tutto ciò che ruota, a tutto ciò che canta,
tutto ciò che parla, domandate che ora è;
e il vento, l'onda, la stella, l'uccello, l'orologio, vi risponderanno:
"È l'ora di ubriacarsi! Per non esser gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi;
ubriacatevi senza smettere! Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro."

Charles Baudelaire

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qualche veloce novità

Giorni intensi, indaffarati, nel bene e nel male. Eppure, una delle più mie consulenti designer più qualificate ha suggerito qualche correzione grafica al blog... e quindi eccole, d'altronde non potevo non ascoltarla visto che è l'unica che garantisce (?) la mia sanità mentale in questi mesi di stage (lavoriamo/avamo fisicamente nello stesso ufficio). Come non dire di lei di quando, appena conosciuti, la seconda frase che le dissi era "beh, quand'è che ti molli con quel tipo lì?" (a voi di immaginare la prima...).
Ho anche rititolato il blog, non per ragioni sostanziali, ma perché in fondo non è questo "il" ducato, ma è qui che se ne parla. Sfumature...

:-)

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perché non se ne può proprio tacere

23/10/07

Della vicenda Mastella-De Magistris proprio non se ne può tacere: un Ministro della Giustizia che sposta un'inchiesta in cui è coinvolto estromettendo un magistrato che se ne occupa da anni. L'unica differenza con la CdL è che loro si sarebbero affrettati a fare una legge per uscirne puliti, Mastella si limita a spostarlo. Ma questo non significa che la cosa non mi faccia schifo.
Permettetemi di dire, però, che ho il sospetto che chi è "sporco" non sia il "simpatico" Clementone da Telese, ma che piuttosto stia coprendo qualcun altro, qualche "amico" di turno non ben identificato.
Il gioco l'hanno spiegato a Report: un tal Saladino (non una persona qualunque, ma un imprenditore calabrese di Comunione e Liberazione) riceveva i fondi UE (pilotati da politici di turno) ed assumeva gente che poi era "tenuta" a votare per il politico che aveva fatto arrivare i fondi. Clientelarismo, puro. Si stia però attenti che questo meccanismo si mischia aspetti assolutamente legittimi. Come spiegava il sen. Fuda, Saladino aveva ottenuto i fondi UE per aprire un'agenzia di collocamento in Calabria. Quando qualcuno contattava Fuda per chiedergli un lavoro, lui li mandava da Saladino perché aveva questa agenzia: è forse sbagliato? Il problema è che Saladino riceveva questi fondi irregolarmente, ma non è detto che il Fuda di turno lo sapesse (finché un processo non lo dimostra, è legittimo il sospetto di innocenza).

Detto questo, la tesi che voglio sostenere è che questa inchiesta Why Not è particolarmente delicata perché si innestano attività legittime ad azioni malavitose, bandi vinti da persone che forse lo meritavano o forse l'hanno fatto con qualche "aiutino". In un quadro così complicato, sarebbe auspicabile quantomeno un impegno collettivo a rendere sereno il clima in cui l'inchiesta si svolge, detto questo l'azione di Mastella è degna della peggior politica berlusconiana.

Sogno il mio paese al fine dignitoso...

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ancora di Formula 1

22/10/07

So che suonerò ancora polemico, ma la Formula 1 sta veramente toccando il baratro ed il ridicolo. Rispondetemi sinceramente a questi due interrogativi (presi dai giornali di oggi).

1. la BMW è vero che nell'ultimo GP non ha rispettato il limite minimo di temperatura di 2°, ma visto che in realtà così facendo non ha ottenuto alcun vantaggio, va bene lo stesso. Cioé, la FIA auto-proclama che non fa rispettare le sue regole che tanto sono st***zate...

2. Alonso ha collaborato a scoprire la Spy Story, quindi la punizione va solo alla McLaren... mumble mumble... ed Hamilton? Non ha collaborato come Alonso, né è stato punito perché la McLaren si è avvantaggiata dello spionaggio.

Mi spiace per molti amici che stanno esultando, ma una vittoria a queste condizioni è una farsa che umilia tifosi e tecnici che si sono impegnati veramente...

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non me lo so spiegare

21/10/07

Dovrei essere contento perché ho sempre sostenuto i piloti finlandesi (in particolare Hakkinen, ma anche Raikkonen mi piace molto) perché vengono da una nazione a me cara che vince solo in questo ambito e quindi, almeno, che vinca!

Quello che non mi so spiegare è come diavolo sia possibile che da ormai 10 anni il campionato di Formula 1 si risolva sempre all'ultimo GP. Se è un torneo (non una coppa), è assai raro che si arrivi sempre all'ultima giornata in situazione di incertezza, nei campionati di calcio, basket, pallavolo non succede (quasi) mai (ovviamente ad eccezione dei campionati strutturati coi playoff alla fine come l'NBA). In F1 invece succede sempre.
Perché? oh, molto semplice: per business! Perché così è più avvincente e quei mafiosi (non ci sono altre parole) fanno più soldi. Mi spiace per gli sportivi che sostengono la Ferrari, ma la F1 NON è uno sport ma una parodia spettacolare in mano agli sponsor. Mi spiace per Raikkonen che a me piace come pilota, mi spiace per chi ci crede, per chi crede che la F1 sia uno sport competitivo. Mi vien da proporre che si facciano i playoff ad esclusione anche in F1, almeno si eviterebbe questa farsa insopportabile.

PS
Mi piacerebbe che la smettessero di dire che "in questo circuito è difficile sorpassare" perché se è vero allora che cambino 'sti c***o di circuiti e organizzino i GP dove invece è possibile o la smettano di lamentarsi!

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d'una settimana con alcune novità importanti, finite in budineria

20/10/07

Settimana intensa, divertente ed avvincente con tante novità concentrate, talvolta cercate, preannunciate, inattese e che iniziano a prendere avvio.

Settimana iniziata all'insegna della bellezza grazie ad un nuovo acquisto nel gruppo dove ho iniziato a fare improvvisazione teatrale. Ma più che della bellezza (assoluta, totale, perfetta, nordica), ci ha colpito il modo di fare assolutamente semplice, consapevole comunque di essere una persona famosa e la sua scelta di rifiutare le lezioni private o altre robe da diva. Una semplicità che ha conquistato non solo il sottoscritto.

Due giorni dopo, mi sono ritrovato per la prima volta dall'altra parte della cattedra. Fare lezione è qualcosa di affascinante, di curioso, di veramente impegnativo. Una grande responsabilità sta a chi siede dall'altra parte dell'aula. Esperienza semplice (non che sia stata una grande lezione), interessante, utile per rompere il ghiaccio, per quando dovrò fare lezioni più impegnative. Poi, era un intervento da un'oretta e mezza con 5 studenti (di cui uno ritardatario!), ma fa effetto ricevere domande e vedere che prendono appunti su quello che dico, così come facevo io fino a pochi mesi fa (e continuo a farlo comunque in altre occasioni). Oltretutto, ho debuttato ad un corso di Ingegneria che contestai quand'ero rappresentante (eh!eh! corsi e ricorsi della vita..., ma quel corso probabilmente lo chiudono a breve segno che avevo ragione).

Mentre ieri è arrivata una delle notizie che aspettavo da più tempo. Ho iniziato le procedure per cambiare lavoro, ci vorrà ancora un po' che devo finire quello vecchio, ma va molto bene e finalmente torna un po' di entusiasmo anche su quello.

Un mio post sul partitodemocratico (su cui ho aperto una sezione apposta) ha ottenuto invece un'autorevole interessamento da parte di una personalità politica che ho avuto modo di criticare più e più volte. Il post è questo con i suoi vari commenti. A prescindere dal merito della discussione, ho apprezzato moltissimo la sua disponibilità a discutere, a leggere, a navigare anche nel blog del sottoscritto che, onestamente, è uno qualunque dei suoi elettori, oltretutto uno degli elettori più critici nei suoi confronti.

Altra notizia fresca di giornata, che mi introduce al tema di cui volevo parlare, è che sono diventato oggi Segretario dell'Alumni dell'Alta Scuola Politecnica (infatti, pur di non fare il verbale sono qui a scrivere un post il più lungo possibile per ritardare il momento in cui dovrò mettermi a farlo... uff...). Non che fosse una carica eccessivamente ambita dove dovevo vincere particolare concorrenza, però intanto c'è la formalizzazione e ci tengo a fare bene questo incarico. Nel merito, parlandone con quello che è il Presidente dell'Associazione, personalmente ho scelto di lasciare l'impegno politicamente colorato a favore di queste forme associative. In politica troppo spesso l'impegno dipende dalle bandiere e dai colori, non da quello che si fa. Il pragmatismo cattolico-ambrosiano insegna che invece è più importante l'azione, i contenuti, rispetto a colori e bandiere.

Infine, penso al concetto di reti sociali, di restare in contatto e sviluppare queste relazioni.
Dal punto di vista teorico, Dematteis (probabilmente il più grande geografo italiano contemporaneo) mi ha insegnato come i sistemi culturali si distinguano da quelli biologici perché, non essendoci l'istinto di sopravvivenza, è necessario uno sforzo attivo perché continuino ad esistere. Questo sfrozo richiede fatica. Ultimamente mi sono iscritto anche a Facebook che è solo l'ennesimo di questi portali che chiamano di social networking (che se lo dici in inglisc è figo...) e di cui non ho ben capito cosa farmene (tra poco "festeggio" gli 8 anni di MSN Messenger che mi sembra uno strumento più utile, tra l'altro spero, di arrivare a 300 contatti entro l'anno solare). Ma ci sono anche su facebook, ho ritrovato anche alcuni amici di tempi andati e va bene così. Tant'é...
Ma ora chiudo parlando di ieri sera, in Budineria. Serata fantastica come lo sono state tutte le serate in quel posto un po' fuori mano. Riporto qui una discussione che ho avuto con il caro Vespero, personaggio che conosco da tempo immemore, ma che sto imparando ad apprezzare sempre di più proprio in queste ultime settimane. Partiamo da alcuni numeri:
40 - le mail che mandi per organizzare una serata
30 - le persone che vedranno in tempo utile la tua mail (NB non conta se la mandi il giorno stesso o con 3-4 giorni di anticipo).
20 - le persone che leggeranno la tua mail
10 - le persone che verranno
5 - le persone che ti hanno risposto per dirti che vengono, le altre 5 non si sa mai bene.
2 - le persone che ti rispondono 8 volte per sapere fino all'ultimo istante se è confermato (ché da quando c'è il cellulare sembra che non siamo più capaci di fissarci un appuntamento...).
Poi, ad organizzare, ce n'è sempre uno che si lamenta perché si sta divetendo "sì, ma...". Che se fossimo andati a prendere la stessa birra in quell'altro luogo era meglio, ma che non sta a lui organizzare (grrrrr....). Oppure, se ti dimentichi per sbaglio di invitare qualcuno (ché con le email non si può più fare passarola!) rischi l'incidente diplomatico, oppure hai invitato qualcuno che sta sul c***o a qualcun altro (ma sei siamo in 30 riesci ad evitarlo, no?).
Sono infine in (sana) polemica con quella catafalcata di Ingegneri con cui solitamente esco: simpatici compagnoni, non fosse che sembra che non abbiano nessuna conoscenza o rapporto con esseri umani di sesso femminile e quindi
a. "approfittano" delle mie amiche le quali, per chissà quale santa pazienza, mi frequentano ancora (ma per tutelarsi, ora tendono a venire col ragazzo "perché-non-si-sa-mai").
b. se dici che c'è un'amica nuova che viene con noi stasera, improvvisamente sono tutti liberi e si mettono in 4-5 a marcare ogni amica nuova che hai portato (come ieri sera, ma figuratevi la volta che mi portai dietro cinque amiche belghe...). Mi vien da pensare ad uno dei blog che più mi divertivano e che - ahinoi - ha chiuso, tant'è.
Non saprei bene come affrontare e risolvere il problema. In genere mi porto dietro sempre almeno una psicologa che possa studiare direttamente il fenomeno, ma finora non siamo ancora giunti a risultati scientifici significativi. Magari col blog riesco a raccogliere qualche idea propositiva.

Infine, esprimo qui il mio sogno di poter tornare a breve in quella che io considero la mia seconda città, l'unica altra dove, sin da ora, so che potrei vivere a tempo indeterminato. Una città sottovalutata, affascinante, laboriosa e stimolante.

Mi chiedo come possa chiudere questo lunghissimo post e l'unica risposta è tant'è...

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frammenti di un'altra mattina milanese

19/10/07

L'aria autunnale, a Milano, appariva titubante. La grande città oblìa le stagioni fra cortine di palazzi. Il sole, tenace, faceva capolino tra 'na foschia, ch' a vederla l'avresti detta "nebbia", quasi fosse quella della val padana ch'assedia liberamente tutt'intorno. Eppur non l'era, et la foschìa era 'l misero sputar fuori d'una cittade che ripartiva sonnolenta e silente pe' l'anno che nasce, esordisce.
Pensavo che li Bastioni servissero a qualcosa, a lasciar difuori quel senso di banale quotidianeità, d'una città industriosa che leva timida le sue poche torri al cielo. Ripenso alla gente dei Torriani, dimenticati Signori di Milano prima che Sforza e Visconti ne cancellassero la memoria, sanza far como si fa oggi di sbagliarne la materia, pur d'addivenir a celtiche origini.
Mi son sentito ambasciator nella cittade mia, ma non mi volsi alla casa del Petrarca, se non di spalle, per reverenza umile. Lui, sì, ambasciator tra genti e secoli.
Per capir Milano, basti pensare al suo cuor fedele et devoto del Vescovo Ambrogio, fedeltà edificata nei secoli, posta lontan dall'attenzion di tutti. Ed 'sì pur' quello pe'l Borromeo santo, ricordo che si slarga dietro 'l Dom, con una finta maestosità. Il ruolo decentrato della Basilica Magna, sì bella coi du' campanili a torrioni, è timido come il sole mattutino d'ottobre.
Mi chiedo se quest'anno la nebbia padana sarà così forte da superare i bastioni, ché non sempre ce la fa.

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"Andarò d' là dal Po, ballarò finch'a vorrò"

17/10/07

Mio padre ha raccontato che per tutti gli anni '50, fino all'inizio degli anni '60 per la Diocesi di Parma era peccato ballare.
Per questo, era diffuso il detto "andarò d' là dal Po, ballarò finch'a vorrò". Aneddoto divertente (visto oggi, pensandoci bene suonava veramente inquietante...) che ti fa pensare allora come facessero le ballerine del Teatro Regio di Parma e se i peccati siano leggi morali assolute o se abbiamo una competenza territoriale (questo caso fa pensare di sì, visto che uscendo attraversando il Po si passava sotto la Diocesi di Cremona dove evidentemente dovevano essere più progressisti).
E' un aneddoto, da prendere come tale, sorridere e guardare quanto siano cambiati i tempi.

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perché è attuale

16/10/07

Rubo una citazione da questo blog, sperando che non me ne vogliano troppo, ma è troppo bella per non farlo. Mi spiace solo non riuscire a tradurla, però prima di riportare la citazione, vi racconto una storia che mi capitò alcuni anni fa a Grenoble.
A cena c'erano alcuni ragazzi nordafricani che ci chiesero chi fosse quel ricchissimo e potentissimo riccone italiano che viveva da loro, uno che riceveva visite in continuazione quasi fosse un re e che aveva una villa ricchissima nella loro povera cittadina. Loro non sapevano chi fosse e cosa facesse, sapevano solo che era italiano e per questo ci chiesero se lo conoscevamo. Io ed il torinese che era con me ci pensammo e non ci veniva in mente nessuno: un italiano ricco e riverito che vive nel Nord Africa... chi sarà mai? Allora, chiedemmo qualche indicazioni in più su di lui perché iniziavamo ad essere curiosi. L'unica cosa che seppero dirci è che loro venivano da una cittadina chiamata Hammamet. "Abbbhé! ora si spiega tutto...".


"Se in Italia la legalità fosse un valore, non si intesterebbero strade a Bettino Craxi;
al massimo, se proprio necessario, gli si intesta una Tangenziale - almeno ci si ricorda qual era la sua attività."

(C.Sabelli Fioretti)

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partitodemocratico | ieri si è votato

15/10/07

Dopo il post di sabato (e la discussione che ne è scaturita), non potevo non commentare le primarie.

Innanzitutto, dichiaro apertamente di aver truccato e di essermi approfittato delle primarie. Spiego come: dalla prima volta mi è saltata la scimmia di scrivere partitodemocratico tutto attaccato. Ieri, ovviamente, il sito ha avuto una marea di contatti e molta gente ha scritto su google "partitodemocratico" senza spazio e poi è finita sul mio blog. Me ne ero già accorto nelle settimane scorse, ma ieri è stato assolutamente evidente (84 contatti!) ed anche oggi questo effetto si è sentito. Premesso che non ci guadagno niente perché ho scelto di non mettere pubblicità su questo blog, trovo la cosa divertente (innocua) e coerente con lo spirito autocelebrativo di questo blog.

Detto questo, veniamo a cose più serie.

- Il grande successo è la partecipazione oltre ogni immaginabile previsione. Vedendo la cosa da Milano, su cui mi esprimerò dopo, fa ben sperare. Credo che votare per sia un modo più costruttivo di affrontare le cose rispetto a chi manda a 'fanculo,, a prescindere dalla giustezza o meno delle questoni. E' una questione di metodo, non di contenuti.
- Letta ha ottenuto quasi il doppio di quanto mi aspettassi e questo mi fa piacere. Speravo che questa grande partecipazione premiasse in relativo un po' la Bindi, ma così non è stato.
- Giudico Veltroni e Martina i legittimi segretari del partito che voterò (a meno che non facciano str***ate enormi prossimamente), nonostante io sia stato molto critico nei loro confronti. Ma d'altronde, il partito non lo fanno i singoli ma il gruppo e loro hanno ottenuto democratica legittimazione.

Una riflessione particolare su Milano.
Andare ieri al seggio faceva sentire diversi. Giravo per il mio quartiere deserto, fuori da Messa credo di essere stato l'unico a dirigermi al seggio, o quasi. Eppure ho trovato coda.
Ripenso a quella mattina del 2001 quando mi risvegliai, presi la metrò e guardavo in faccia gli altri sapendo 2 persone su 3 avevano votato Berlusconi (quello del 2001!) ed Albertini.
Anche ieri la partecipazione a Milano è stata deludente (130.000 in tutta la Provincia!!!!), oltretutto mi han detto che in molti seggi la lista della Bindi sia stata vincitrice (o comunque alla pari) con le due liste di Veltroni, soprattutto in Centro Storico (poi ovviamente quelle due liste le devi sommare, per cui...).
Aggiungo, dicendo che i "lettiani" lombardi evidentemente non hanno seguito le indicazioni di Enrico Letta ed hanno confermato, per la più parte, la loro "protesta" e votato Sarfatti piuttosto che Martina (perché lo si vede ai TG solo ora che ha vinto? prima c'erano SEMPRE E SOLO Majorino e Mirabelli, che sono un ottimo motivo per votare Sarfatti...).
Per confermare questa cosa, basta verificare come in Lombardia i voti di Veltroni + Letta non fanno quelli di Martina, come invece avrebbe dovuto essere.
Ma non dirò che sono deluso da Milano e dai milanesi, il mio senso di delusione non dipende dall'esito di queste votazioni (però leggetevi questo post non mio e ripensate a quanto scrissi per le Colonne...).

Ed ora, in bocca al lupo agli eletti, credo che il pd (così come i referendum nelle fabbriche) siano un bel segnale di volontà di costruire una politica nuova, migliore lo si spera almeno che sia più moderna.

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partitodemocratico | domani si vota

13/10/07

Domani si vota per le tanto (?) attese primarie del pd.

Io ho scelto di stare con Letta per 4 ragioni
1. ha messo i giovani al centro
2. la Bindi (che politicamente mi è molto vicina) è stata troppo aggressiva per una campagna elettorale interna
3. Veltroni mai e poi mai (ha fatto toccare ai DS il minimo storico, ha fatto discorsi retorici per accontentare tutti, molte frasi le condividerebbe anche Fini...)
4. Adinolfi è bravo, ma non mi piacciono i corridori solitari e Gawronski proprio non mi è piaciuto.

Quindi, sapendo di non vincere voto almeno per far emergere il problema dei giovani nel pd e per premiare il coraggio di Enrico.

A livello regionale io sto con Sarfatti (almeno qui sto con Rosy Bindi), ma più per protesta contro la dirigenza regionale che sostiene Martina per le seguenti ragioni:
1. in Lombardia abbiamo sempre perso da 15 anni e nessun dirigente ha mai fatto mea culpa (anzi, li han mandati a Roma in Parlamento o al Governo...).
2. han bruciato ottimi candidati (Ferrante) o comunque competitivi (Sarfatti stesso)
3. la candidatura di Martina è nata (implicitamente) contro Penati e Corsini che invece sono gli unici di Sinistra che riescono a vincere in Lombardia (il secondo è veramente bravo, il primo mi piace ma... ci sono molti "ma", tra cui l'aver vinto contro la Colli che non era proprio imbattibile....).
Quindi, visto che Mirabelli e Majorino stanno con Martina, io sto con Sarfatti.

Faccio anche qualche previsione visto che le fanno tutti.
Visto come stanno andando le cose al Governo, se vota almeno 1 milione/1,2 milioni sarà un successo. Se Veltroni scende sotto il 70%, io canto vittoria e inizio a diventare entusiasta del pd (presumibilmente prenderà attorno al 75%).

Infine, ribadisco che non ho (né avrò) tessere di partito. Per una serie di ragioni tra cui
1. la non-voglia di impegnarmi in un partito (ferme restando le mie idee più volte espresse anche in questo blog), preferisco vite associative di altra natura.
2. credo che i partiti siano una forma organizzativa superata, sto iniziando ad intuire quale possa essere la risposta, ma ancora non la vedo
3. Non m'interessa. Non condanno chi ne fa parte (come altri fanno), semplicemente credo che non faccia per me.
Però, se Letta o la Bindi diventano segretari mi iscrivo al pd (azz... l'ho sparata!).

Buone primarie a tutti perché la (vera) libertà è la partecipazione.

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correlazioni statistiche inspiegabili

12/10/07

Io non capisco. Non capisco.

Non c'è nessuna correlazione tra le email che mando e quelle che ricevo. Scrivo a gente che non mi risponde e ricevo email da gente a cui probabilmente non ho niente da rispondere.

Mi illudo ci sia una qualche relazione tra le mail che mando e quelle che ricevo, pare invece che le relazioni tra inviate e ricevute (che pure talvolta ci sono) siano una sorta di errore statistico previsto.

Mi chiedo se sto sbagliando qualcosa...

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andando dall'altra parte...

Mannaggia a me che ho accettato! Il mio capo mi ha chiesto di fare due lezioni per un corso dove ritiene ch'io possa presentare il lavoro che sto facendo.
Le sto preparando in questi giorni (ovviamente con un anticipo spaventoso, ché non si sa mai...) e già un po' mi vedo come quegli assistentelli alle prime armi che quando li vedi entrare in classe la gente dice "il prof non c'è, andiamo a casa". Onestamente, non me ne offenderei. Anche perché non so bene di cosa parlerò visto che la materia non è la mia - manco lontanamente - e non sono manco lezioni all'interno di un ambito che possa dire di conoscere. Li chiamano "contributi esterni", in qualche modo retribuiti grazie al cielo. Ripenso agli assistenti disastrosi, quello là di matematica che però veniva dalla Bocconi e non era quello il suo mestiere... oppure penso a quello bravissimo che aveva sempre la sciarpa e che a sentirlo era meglio di tanti altri professori... basterebbe una ragionevole via di mezzo, basterebbe almeno giocare in casa. O forse no, così ho delle scuse se va male.
Ché poi -a dirla tutta- non è la prima volta. E' capitato che invece di fare alcuni esami orali, i prof (in università, ma anche al liceo) mi facessero preparare una lezione ché in fondo è la stessa cosa di un orale. Ricordo la mia (atroce ed umiliante per la categoria) professoressa di storia che mi fece spiegare tutto l'Impero romano dicendo ché tanto io ero meglio di lei (per la cronaca, un mio amico spiegò tutto Alessandro Magno). Ovviamente poi i miei compagni non mi ascoltavano e nessuno imparò niente, ma tanto a lei di insegnare non importava granché... Ricordo che la mia prima (vera) lezione fu (2 anni dopo) sui 4 elementi nelle rappresentazioni dell'Aldilà delle tre grandi religioni monoteiste. Non ricordo bene cosa dissi allora (chissà quante palle devo aver sparato!), però fu la prima ch'ebbi un certo successo tra i miei compagni. E poi non dimenticherò mai Tacito, i Distretti industriali o i sistemi comparati di welfare o di diritto urbanistico.
Ed ora che ci penso mi chiedo: ma che c***o ho studiato in questi anni? qual è il filo logico? Mah, meglio non pensarci troppo, interrompere questa "pausa-caffé-ché-tanto-oggi-non-lo-bevo" ritorno a preparare le mie lezioni (prima fatta, seconda da finire).

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a funny game

10/10/07

Hi people, this is THE GAME that'll change your vision of office's life. Try it and let me know!

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40 years ago

08/10/07

Ernesto "Che" Guevara died 40 years ago.
He's a symbol, not only for left parties, as a leader who fight for poor people. He's th symbol of the "Revoluciòn" for Freedom of poor people.
Now, he's sold everywhere with his "basco" cap with the red star, but the mith of fighter for Freedom needs to be "uploaded" because I don't want more wars, more revolutions. Guevara is a mith that we don't need know: I'd like another Gandhi, not another Guevara. The Freedom, the true Freedom doesn't need more weapons.

So, respectely, I'll remember him as a great and positive symbol of XX century, but I don't hope his come back, I don't want another one.

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del (vero) pericolo pornografico

07/10/07

Di questo non se ne può tacere!

Alcuni mesi fa, rimasi allibito da un ipocrita provvedimento che vietava le pubblicità di prodotti e servizi pornografici in TV, le chat line erotiche che si trovano oltre una certa ora. All'inizio non me ne fregò più di tanto (erano folkloristiche, trovavo molto divertente l'idea che ti rispondessero da Hong Kong o giù di lì...), poi ci pensai bene e riflettei, ma ho dovuto aspettare oggi per avere conferma dell'idea che mi sono fatto.
Oggi, infatti, è tornata Buona Domenica che è l'apoteosi della vera e nuova pornografia (apoteosi significa solo che è il numero uno di una folta serie di programmi abbondanti nella nostra tv).
Il gioco era semplice: vince chi resiste di più su un surf meccanico. una prova di equilibrio, in sé anche divertente. Però, ovviamente, lo facevano palestrati a petto nudo o gnoccolone in micro-gonna inquadrate rigorosamente dal basso tra gli sberleffi degli altri che dicevano che si vedeva tutto, mentre loro dovevano "fingere" di coprirsi (ovviamente, avessero voluto veramente coprirsi a. avrebbero cambiato gonna o si sarebbero rifiutate di giocare b. i produttori televisivi non le avrebbero inquadrate proprio da lì) ... e non ho potuto ripensare a quel provvedimento di censura delle pubblicità di chat line erotiche.

La questione è il confine erotismo-normalità e l'importanza che ci sia e che sia ad un certo livello. Una chat line è evidentemente pornografica, è chiaro a tutti che quello è sesso messo in vetrina, Buona Domenica no. Buona Domenica è il simbolo di una pornografia e mercificazione del corpo venduta non solo come normalità, ma come misura del successo. Il successo è essere su un surf con la microgonna mentre sotto omaccioni arrapati ti sbavano addosso. Non è più goliardia, non è manco trasgressione, è la normale misura del successo, quello che noi tutti dovremmo ambire: restare sul surf il più a lungo possibile in modo che gli altri possano sbirciare sotto la nostra micro-gonna. Fa il paio con la splendida campagna TIM di quest'estate dove, per pubblicizzare un telefonino, si metteva la Canalis in bikini rosso chinata con il cellulare tra le gambe. Ora, se la Canalis trovo sia veramente una gran gnocca, non capisco perché si debba usare quel tipo di foto per pubblicizzare un telefonino. Fosse il suo calendario mi starebbe bene, ma lo slittamente sul telefonino no.

Il mio è un discorso sul filo del rasoio, in queste condizioni non sono contrario alle pubblicità pornografiche ché quelle sono esplicite ed è chiaro cosa si sta vedendo, tremo invece di fronte a trasmissioni come "Buona Domenica", "uomini e donne" o, peggio, ai vari "next" di Mtv e simili (ovviamente la Rai non è esente da questo fenomeno, solo che sono i ritardo) dove anche la relazione amorosa viene ridotta a gioco, passatempo, un qualcosa da fare tanto per passare il tempo. E questo implica forme di sessualità pubblicizzata e deviata che ti dicono che se non ti comporti così allora non sei una persona di successo.

Chiudo citando Ferretti che canta, giustamente, "sia almeno sano scopare".

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al Gabibbo

Successo stanotte, un saluto al Gabibbo.

La Strada [Modena City Ramblers]

Di tutti i poeti e i pazzi
che abbiamo incontrato per strada
ho tenuto una faccia o un nome
una lacrima o qualche risata
abbiamo bevuto a Galway
fatto tardi nei bar di Lisbona
riscoperto le storie d'Italia
sulle note di qualche canzone.

Abbiamo girato insieme
e ascoltato le voci dei matti
incontrato la gente più strana
e imbarcato compagni di viaggio
qualcuno è rimasto
qualcuno è andato e non s'è più sentito
un giorno anche tu hai deciso
un abbraccio e poi sei partito.

Buon viaggio hermano querido
e buon cammino ovunque tu vada
forse un giorno potremo incontrarci
di nuovo lungo la strada.

Di tutti i paesi e le piazze
dove abbiamo fermato il furgone
abbiamo perso un minuto ad ascoltare
un partigiano o qualche ubriacone
le strane storie dei vecchi al bar
e dei bambini col tè del deserto
sono state lezioni di vita
che ho imparato e ancora conservo.

Buon viaggio hermano querido
e buon cammino ovunque tu vada
forse un giorno potremo incontrarci
di nuovo lungo la strada.

Non sto piangendo sui tempi andati
o sul passato e le solite storie
perché è stupido fare casino
su un ricordo o su qualche canzone
non voltarti ti prego
nessun rimpianto per quello che è stato
che le stelle ti guidino sempre
e la strada ti porti lontano

Buon viaggio hermano querido
e buon cammino ovunque tu vada
forse un giorno potremo incontrarci
di nuovo lungo la strada.

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solo et pensoso

03/10/07

Solo et pensoso, di questi tempi si cammina così. Sprecherò quella che è una delle mie poesie preferite - una poesia perfetta per fusione di forma e contenuto - ché di questi tempi succedono tante cose, non di tutte se ne capisce il senno, il senso, il seno che rigoglioso ne porterà le novità. O forse no. E quindi mi affido a Messer Francesco Petrarca, viveva poco lontano da qui, ma come molte cose la sua casa non c'è più.
Diffido della poesia, diffido della dicotomia bene/male. Je mefie.


Solo et pensoso i piú desert campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l'arena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d'alegrezza spenti
di fuor si legge com'io dentro avampi:

Sì ch'io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, che'é celata altrui.

Ma pu sí aspre vie né sí selvagge
cercar non so ch' Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co'llui.

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luoghi

01/10/07

Ho aggiunto nella sezione "Duca online" un collegamento dedicato ai posti in cui sono di casa (luoghi ducali) e quelli che ho visitato (quasi tutti). Perché viaggiare è un'essenza, è la scoperta del mondo intorno. Ma non parlerò del viaggio, chi l'ha provato capirà perché porto tutti quei luoghi con me.

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For wayfarers | Per i viandanti

Duke's guests | Ospiti regolari

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