breve dubbio sulle relazioni sindacali italiane

29/12/10

Guardate gli iscritti alla CGIL, la più grande confederazione sindacale italiana. Il 52% dei 5,75 milioni di iscritti alla CGIL sono pensionati, mentre la FIOM (il IV sindacato dopo Funzione Pubblica, FILCAMS e FILLEA) è il 6,3% della CGIL.

Le altre confederazioni sono sostanzialmente uguali.

In Lombardia, la Confindustria è la seconda associazione imprenditoriale, superata da tempo dalla Compagnia delle Opere.

Alcune domande:
- Perché attaccarono il Min. Damiano (PD) che sosteneva la divisione tra i sindacati dei lavoratori e quelli dei pensionati, come sostanzialmente sono separati i sindacati studenteschi?
- Se le confederazioni sindacali sono perlopiù di pensionati, chi rappresenta i lavoratori?
- Se le imprese non si iscrivono più a Confindustria, chi rappresenta la Marcegaglia? Non è forse doveroso ascoltare chi è più rappresentativo, come la CdO che non è che resti con le mani in mano e non promuova gli interessi dei suoi iscritti?

Ahimé, il sistema del lavoro italiano è fermo agli anni '80, la concertazione dei primi anni '90 fu un tentativo di rivitalizzarlo che risultò, tuttavia, sterile e miope. Riflettiamoci.

Chiudo con l'auspicio che questo ambito venga unificato a livello europeo, per quanto ciò sia assai difficile. Altrimenti continueremo con un'assurda competizione tra stati-microbi, mentre gli investimenti industriali volano altrove, noi giocheremo al ribasso per cercare di attrarli e finiremo col farci MOLTO male...

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curioso

28/12/10

Giocano col fuoco, Libero e Belpietro. Quest'attacco è chiarmaente una strategia comunicativa per lanciare l'ennesima campagna sul cui effetto resto un po' basito. Dal punto di vista di Berlusconi, rischia un clamoroso effetto boomerang, oppure c'è qualcosa che mi sfugge... probabile!

Una campagna mediatica da parte del nostro monopolista ché mi par talmente rischiosa da lasciarmi basito, mi pare stia veramente giocando col fuoco. Chissà, curioso...

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a Natale bisognerebbe evitarle

A Natale, bisognerebbe evitare le discussioni politiche con i parenti. Mi sono scontrato sulla mia tesi che l'Italia sia in una dittatura mediatica per cui appare solo ciò che Silvio vuole, in particolare l'opposizione che vuole lui. Invece, noto tristemente che l'idea che questo contesto sia "normale" è diffuso, che i preti non dovrebbero giudicare le orgie di Berlusconi, che la Mafia non esiste e se c'è è colpa comunque degli altri o che alla Mafia bisogna rassegnarsi, tanto ci sarà sempre.
Noto, però, un piccolo e sottile filo conduttore in questo: lo dice gente che non ha mai avuto esperienze all'estero, che non ha mai visto come si vive in una democrazia del III millennio (o anche solo del XX secolo), non ha confronti internazionali. La Gran Bretagna, madre e campionessa della Democrazia, la Francia parlamentarista, la giovane e inesperta Spagna post-fascista o la mia benamata Germania non sono così! La Merkel non può decidere cosa apparirà in TV, Cameron ha vinto parlando della crisi economica e di come affrontarla, quando Sarkozy cerca di far parlar di sé usando l'immagine di Carlà i francesi gli fanno una pernacchia.
Ecco, allora, che l'analisi diventa progetto: spingiamo gli italiani a fare esperienza dell'estero. Come? Erasmus, giornali con ampie pagine di politica europea, diffondiamo giornali come Internazionale portiamo sul digitale terrestre la CNN, France2, Arte, ABC e le altre e sottotitoliamole. Apriamo gli aeroporti italiani ai lowcost attraendo i turisti, organizzando summer school sull'arte italiana (architettura, musica, teatro, lirica, ...). Spingiamo gli italiani verso master stranieri poi, forse, qualcosa cambierà. Almeno per le prossime generazioni. Cerchiamo di avere questo coraggio, questa lungimiranza.

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nozze di Canaa

Enzo Bianchi fa giustamente notare che il primo miracolo di Gesù è trasformare l'acqua in vino durante una festa con amici che tutto hanno, tranne ché l'immagine di austeri commensali di un Dio incarnato. Dunque, Gesù inizia bene: col vino, gli amici, la festa. Niente male, vero?

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ho appena visto qualcosa che mi ha sconvolto...

Una tavola rotonda su Milanow, televisione di cui ignoravo l'esistenza fino a stamattina. Tavola rotonda con il Sindaco di Adro contro tutti, interviene il Prevosto di Vigevano che chiede perché le case popolari siano assegnate per lo più a immigrati. Agnoletto risponde ché le graduatorie sono fatte per premiare i più poveri e se gli immigrati sono più poveri, allora le case popolari vengono assegnate a loro. Ribatte, sempre Agnoletto, chiedendo al Prete a che pagina del Vangelo sia scritto che bisogna aiutare prima gli Italiani e da lì scoppia la bagarre di insulti.
Pazzesco, il Vangelo su questo è chiarissimo e inequivocabile nel dire che l'Amore di Dio è per tutti, soprattutto i più deboli e i più poveri. Pazzesco che un prete ribalti così clamorosamente il Vangelo.

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per questo Natale

22/12/10

Vorrei tornare all'epoca in cui i regali di Natale erano quelli puri dei bambini: vorrei diventare un campione come Del Piero o Maldini! Vorrei imparare a suonare la chitarra, ma senza faticare! Vorrei la pace nel mondo! Vorrei che questi desideri si esaudissero, e poco mi importa se io non gioco terzino o fantasista, va bene anche diventare un grande centravanti! Vorrei il bene per i miei nipoti, chiedeva la mia Nonna a Babbo Natale e in quel desiderio c'era tutto il senso del Natale che è giusto che arrivi ogni anno, è giusto che si viva così, mischiando i regali alla retorica anti-consumistica, i buoni sentimenti all'affanno del ritrovarsi per festeggiare, le luminarie, il freddo e gli ingorghi. E' una ciclicità affascinante e bellissima, inutile domandarsi come dovrebbe essere. Il Natale è così, con buona pace di chi ancora si cruccia su come dovrebbe andare il Natale.

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piacere

Lucio mi ha segnalato questo post che vi invito a leggere. Da quel post, riprendo uno spunto che vorrei tanto poter spiegare ai nostri politicanti. La prima regola per vincere le elezioni è la seguente:
"Piacere al proprio elettorato di riferimento".
Sembra banale, in realtà è la cosa più difficile. L'astensione è sempre più forte, e penalizza le due coalizioni più grandi. In realtà un partito che riuscisse a piacere davvero al suo elettore-tipo potrebbe vincere le elezioni infischiandosi di qualsiasi alleanza o apparentamento.
Il resto, lo lascio a chi avrà voglia di leggersi l'articolo.

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Ratzinger ha ragione

21/12/10

In quest'intervista, Ratzinger esprime benissimo un sentimento di fondo che sento da tempo, un degrado strutturale, lento e inesorabile come quello della fine dell'Impero romano. Una crisi talmente profonda che pochissimi se n'accorgono, la crisi finanziaria che stiamo vivendo è solo lo sfogo economico di qualcosa di più profondo. E' l'esito di una degenerazione tesa a massimizzare il profitto esternalizzando i costi, in altre parole: arricchirsi, inquinando chi vive lontano e non ha voce.

Ecco, questa crisi richiederebbe uno sforzo collettivo, mentre noi ci affanniamo a correr dietro ai profitti. Non sono abbastanza sapiente da sapere come risollevarsi, quali esperienze passate potrebbero aiutarci. Mi viene in mente solo la Peste del '300 e il Rinascimento del '400, ma non paiono esempi piacevolmente ripetibili.

Una storia lunga, decennale, millenaria, una crisi collettiva che richiede un processo fondativo per istituzioni nuove.

Infine, la Chiesa ha fatto la più grande ammissione di colpa che si potesse immaginare in merito ai casi pedofilia, credo che di più non si potesse fare. Peccato che non faccia notizia, peccati che gli anticlericali continueranno a ignorare e dire che non conta niente, peccato tanta disonestà intellettuale da chi si dichiara guidato solo dalla ragione.

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a spot politico

Sondaggio mensile di Repubblica, da leggere con attenzione e ponendosi alcune domande.
1- come cambierebbe l'affluenza alle urne con i diversi schieramenti PD-terzopolo o PD-sinistra? questo è cruciale perché ci sono un 36% di elettori indecisi se andare a votare e questi potrebbero far cambiare fortemente la maggioranza.
2- PD-terzopolo, chi candiderebbero come premier?
3- quale sarebbe la durata di un governo così fatto con dentro Binetti-Della Vedova-Rutelli-D'Alema?

La mia idea è sempre la stessa: servono percorsi coraggiosi che raccontino all'elettorato che un altro mondo è possibile, non riducendosi a farlo negli ultimi 3-4 mesi di campagna elettorale. Troppi faremo, decideremo, discuteremo da parte del PD, mentre da un anno a questa parte è fermo bloccato al suo 20-25%. Un'opposizione incapace di avvantaggiarsi della crisi della maggioranza è un'opposizione incapace.

Ribadisco, la sfida è portare il proprio elettorato alle urne, prima ancora di cercare di conquistare quello avversario.

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analisi politica per la Sinistra

20/12/10

Qui trovate praticamente tutto quello che la Sinistra dovrebbe sapere per un'azione forte e incisiva. Ok, mancano le morti sul lavoro, la disoccupazione galoppante, la corruzione dilagante, lo sfascio territoriale e ambientale e la crisi di produttività, ma sostanzialmente trovate il punto chiave che dovrebbe distinguere la Sinistra dalle altre forze politiche.

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contemporaneità politica democratica

«Il Pd è ridotto come l’asino in mezzo ai suoni: guarda alla sua sinistra ma poi fa rotta a destra. Strizza l’occhio a Casini e Fini, ma rassicura Vendola e Di Pietro che lavora a una maggioranza larga» (Osvaldo Napoli, PdL, su LaStampa.it).

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Natale con i tuoi

19/12/10

Le feste si festeggiano in famiglia. Quando arrivano le feste, si riscrivono i 'confini' delle famiglie, le composizioni, le appartenenze alle diverse famiglie. In Italia, a lungo, si è parlato di casati e sebbene oggi suoni fuori luogo questa parola, l'idea in fondo c'è. Sarà che vengo da un "casato" grande, numeroso e di cui sono fiero, ma mi pare un concetto che rimane quà e là.

Mi piacerebbe importare in Italia la tradizione spagnola per cui ognuno porta sia il cognome del padre sia quello della madre, per rispetto ai due casati di appartenenza (salvo poi tramandare al figlio solo quello del padre, così da rispettare la millenaria tradizione italica). Credo sia giusto mantenere anche il cognome della madre per i figli.

Le feste ritmano il ciclico passare degli anni, regolari e sincere le feste ricordano i confini familiari.
Esiste un'età in cui questo ciclo sembra immutabile, ripetibile anno dopo anno mentre pian pianino si diventa grandi e crescendo si passa dal tavolino basso staccato al tavolo dei cugini.
In questa ciclicità, poi avviene che ci sia un primo Natale senza qualche nonno e poi, succede, senza qualche zio o, peggio, senza qualche cugino. La tristezza per veder assottigliarsi e stringersi il confine che delimita il casato.
E poi a un certo punto il cugino anziano si presenta accompagnato da qualcosa di più di un anello, il tavolo diventato grande per i nonni che non ci sono più ora torna a richiedere qualche sedia in più. E dopo l'anello, il cugino arriva portandosi in braccio qualcuno che attira l'attenzione di tutti gli zii e poi il tavolo si stringe ancora perché la seconda cugina ha cambiato cognome. E poi l'anno dopo anche l'altra cugina ha cambiato cognome e poi ancora un altro cugino chiede che il tavolo si stringa un po' di più, si aumentino le quantità di antipasti e primi e secondi.

Capii questa ciclicità un'estate in campagna, nelle terre dei miei nonni, mentre in giardino leggevo "Cien años de soledad" che, a tutt'oggi, credo sia il libro migliore nello spiegare questa ciclità e questa visione dinamica, variabile, ma al tempo stesso sacrale della famiglia. Una visione non certo idilliaca, basti pensare a personaggi come Aureliano Buendìa, ma in fondo basta pensare a chi si ritroverà attorno a un tavolo a mangiare per celebrare questo Natale, pensare a quelli passati ed a quelli che verranno.

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il coraggio e l'intelligenza di combattere

Il coraggio di combattere per un futuro migliore è quello che oggi manca alla Sinistra, una carenza decennale. Se Blair e Schroeder e, in misura minore, Jospin e Prodi avevano ridato un minimo slancio anche se in direzioni non fortissime, oggi la Sinistra è più spesso conservatrice: conservare i diritti dei lavoratori, difendere lo stato sociale, mantenere l'ambiente. E' una triste verità per chi sta dalla mia parte. Poche luci emergenti, forse Vendola e Cohen-Bendit, Obama e il partito del congresso in Indina, forse. Quantomeno, quel che emerge non è così chiaro.

Al contrario, ci sono stati uomini che hanno saputo perseguire un grande progetto di lungo periodo. Uomini con la visione oltre le nebbie presenti, uomini di una tempra che ce ne fosser di gente così! La morte di Padoa-Schioppa è per me motivo di grande tristezza, è per me un massimo esempio di figura pubblica, per il suo lavoro per l'Europa e l'Italia, per il suo sporcarsi le mani nelle istituzioni mantenendo sempre un profilo molto alto. L'Italia dovrebbe porgere i più alti onori a uomini come lui, molto più di un Mike Bongiorno qualsiasi... Ahimé, scopro che c'è gente bieca che cerca di sporcarne la memoria, dimenticando che avere idee diverse non dovrebbe significare svilire il senso del lavoro di un grandissimo uomo delle istituzioni.

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cos'è cambiato in Berlusconi

17/12/10

Prima riusciva a tenere insieme secessionisti del Nord e nazionalisti del Sud, la destra laica con il centro cattolico, liberali, conservatori, liberisti, statalisti, ex-social/comunisti e quant'altro...

Ora, non più.

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per far chiarezza

Qui, trovate un aiuto per far chiarezza sul nuovo terzopolo.

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Su questo, invece, Di Pietro ha ragione. Nel momento in cui si sono delineate le coalizioni Berlusconi-Bossi, Fini-Casini, occorre che anche la Sinistra delinei chiaramente i confini della sua coalizione.
Al contrario, Bersani ha rilasciato l'ennesima pessima intervista dicendo "la direzione valuterà, deciderà, vi farà sapere". Sono queste le cose per cui il PD perde consensi: la mancanza di coraggio e di decisione nel perseguire una sua strada, sempre che ne abbia una.

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d'accordo con Sky

Sky ha lanciato una campagna per promuovere dei dibattiti televisivi tra i leader politici alla luce di quanto successo in Parlamento.

Una serie di dibattiti televisivicon i faccia a faccia Berlusconi-Fini, Berlusconi-Bersani, Fini-Bersani e poi vedete voi se volete anche altre accoppiate (Di Pietro, Casini, ...). Credo aiuterebbe a far chiarezza agli elettori su cosa sia successo.

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FAQ quotidiane

14/12/10

Berlusconi? Una vittoria di Pirro, buona per aspettare la prossima sentenza.

Il PD? Già tutto scritto qui, inutile affidarsi a Fini.

Fini? Coraggioso.

Chi ha sostenuto Berlusconi? Opportunismo, comprensibile. Tanto la moralità non abita più qui.

Le istituzioni? Almeno il Parlamento torna a essere il centro della vita politica.

Il futuro? "Il governo mangia il panettone, ma penso che non mangerà la colomba, perché in mezzo ci saranno le elezioni" (Roberto Calderoli).

Il messaggio vero è: per cosa stanno litigando?

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la migliore analisi attuale

13/12/10

In questo articolo, trovate la migliore delle analisi ch'io abbia letto su quanto sta accadendo. Eccellente sintesi di tutti i nodi sul tavolo.

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una delle varie illusioni berlusconiane

12/12/10

Non capirò mai come intellettuali dichiaratisi liberali stiano con Berlusconi. Se è vero Silvio ha arginato la Sinistra controllando il paese sostanzialmente per due decenni, nel berlusconesimo non c'è nulla di liberale, a meno di non fermarsi alle etichette.

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della Carità cristiana, ovvero quasi un manifesto

Ieri sono stato a un matrimonio, un bel matrimonio di un grande uomo e la sposa non me ne vorrà se conoscendola meno parlo meglio di marito, ché comunque non è poco.

Due persone di grande saggezza, gli sposi hanno scelto letture non facili. Una mi ha colpito molto e la trovo talmente bella che la ripropongo qui.

In italiano, purtroppo, la parola carità viene ridotta a un sinonimo di elemosina. In italiano, la parola carità non è una gran parola, rasenta l'assistenzialismo in politica o un buonismo un po' banale tra gli amici, quasi paternalistico.

Al contrario, in senso cristiano la parola Carità diventa la parola più grande e più bella di tutte. La Carità cristiana è irriducibile al significato italiano di carità e diventa sinonimo di Amore, Amicizia, Solidarietà, Amore di Dio, Fraternità, Comunione. Diventa cioé la summa di tutti i sentimenti fondati su Dio.
Per esempio, esiste un'idea di amore corrente, fisico, relazionale, sentimentale. E poi esiste un'Amore alto che trapassa fisicità, relazionalità e sentimentalità e si capisce che è qualcosa ancora di più. Solo questo Amore passa attraverso il tempo e rimane intatto nella sua essenza affrontando difficoltà che l'altro amore non sa affrontare. Per questo c'è il matrimonio, quello cristiano intendo, che è un percorso sedimentato su questo Amore, costruito sulla roccia dove i fiumi in piena non possono portar via la casa che è stata costruita. Non dico che l'altro non sia amore, ma se non c'è il riconoscimento di qualcosa di più che si intuisce, anche se non si capisce. Tutto rimane instabile e potenzialmente può svanire. Serve una coscienza forte per far qualcosa che sappia costruire e andare al di là del contingente, dello stiamo bene ora. In altri contesti, direi che serve un progetto.

Tornando al testo del matrimonio, ho preso la parte più significativa che incollo qui sotto e propongo un esercizio (vedi sotto).

(1Cor13, 4-8a e 10-11)
La Carità è paziente, è benigna la Carità; non è invidiosa la Carità, non si vanta, non si gonfia,
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della Verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La Carità non avrà mai fine.
Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato.

Io ho trovato questo passaggio molto difficile, tutt'altro che intuitivo e comprensibile. Mi è parso ostico e fraintendibile.
Poi, ho provato a fare quest'esercizietto semplice: rileggerlo sostituendo alla parola "carità" che in italiano è appunto una parola dal significato un po' banale, con alcuni altri termini. Se la Carità cristiana è la summa di parole come Amore, Amicizia, Solidarietà, Amore di Dio perché non provare a rileggere quel testo effettuando queste sostituzioni.
Ecco, lo trovate di seguito. Buona lettura.

L'Amore è paziente, è benigno l'Amore; non è invidioso l'Amore, non si vanta, non si gonfia,
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della Verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
L'Amore non avrà mai fine.

L'Amicizia è paziente, è benigna l'Amicizia; non è invidiosa l'Amicizia, non si vanta, non si gonfia,
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della Verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
L'Amicizia non avrà mai fine.

La Solidarietà è paziente, è benigna la Solidarietà; non è invidiosa la Solidarietà, non si vanta, non si gonfia,
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della Verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La Solidarietà non avrà mai fine.


L'Amore di Dio è paziente, è benigno l'Amore di Dio; non è invidioso l'Amore di Dio, non si vanta, non si gonfia,
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della Verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
L'Amore di Dio non avrà mai fine.

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perché non voto Di Pietro

11/12/10

Una delle ragioni per cui non voto e non voterò Di Pietro.

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invece, son d'accordo con Sorgi

Questo editoriale mi trova d'accordo, a differenza del precedente. Il ricorso alla Procura* è sbagliato perché non si capisce quale crimine sarebbe commesso e come dovrebbe essere giudicato. Un Parlamentare ha il diritto di cambiare idea e quando viene eletto non gli viene imposto nulla, dal punto di vista giuridico. Sulla morale politica possiamo discutere, ma questo non configura un reato.
Detto questo, fa ridere perché Di Pietro che ha nominato i suoi deputati ora li perde a favore del suo odiatissimo Berlusconi... ironia della sorte!
Per il resto, io rimango della mia idea. Berlusconi avrà una fiducia risicata, farà qualche concessione in attesa di rinviare la caduta del Governo a quando sarà cotto di più. Perché? Grande panico tra Fini e Casini, troppe fibrillazioni che fan capire che questo giro non ce la fanno e rischiano di perdere. Ma i poteri forti italici già han deciso di farlo cadere (Vaticano, Mafia), intanto fan buon viso a cattivo gioco attendendo dalla finestra di vedere cosa succederà.
Infine, di fronte alla crisi di Berlusconi il PD resta fermo al palo senza aumentare i consensi. Patetico questo risveglio di vita a seconda che si prospettino le elezioni o no, non hanno ancora capito che si possono vincere le elezioni, ma la vera battaglia dev'essere culturale. E su questo la Sinistra italica è assai indietro (sempre che stia correndo questa gara...).

* PS
certo che l'edificio della Procura di Roma è VERAMENTE brutto!

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in disaccordo con Sartori

Sono in disaccordo con quest'articolo. Sebbene abbia ragione a dire che il giovanilismo non è un vero argomento politico, il tema del mancato ricambio generazionale c'è. Un ricambio generazionale che sia qualitativo e culturale, rispetto ai vari D'Alema che non prendono più voti. E allora, un picolo che prendeva voti negli anni '90, ma oggi no dovrebbe essere cambiato in favore di chi i voti li prende, senza che questo voglia dire rottamare. Fioroni quanti voti porta al PD e quanti ne porta Chiamparino? Perché Dalla Chiesa e Fiano furono mandati a Roma dopo aver perso tutte le elezioni possibili con figure patetiche come quando candidarono Antoniazzi sindaco (che pur l'è 'na brava persona, ma quanti voti ha preso? era credibile? chi l'ha scelto fu premiato con un seggio a Roma!).
Se non c'è un giusto e naturale ricambio generazionale, si rischiano fratture come le tensioni degli anni '70 che in fondo reclamavano la stessa cosa, salvo poi imporre un tappo generazionale che blocca l'Italia da 20 anni: andate a leggere la lista del Governo Prodi del 1996 (o di quello Amato prima) e molti di quei ministri sono ancora oggi i leader della Sinistra italiana. Confrontate i CV dei segretari del PD italiano, socialista francese, labour inglese, socialdemocratici tedeschi, socialisti spagnoli.
Infine, io non dico che debba essere facile per i giovani. Dopo circa 400 anni (non sto scherzando, dopo il 1600), la mia è la prima generazione europea-occidentale che molto probabilmente non potrà vivere meglio di quella che l'ha preceduta a causa di ragioni che non dipendono dalla guerra, ma da motivi socio-economici.
Io sono per un normale e naturale ricambio generazionale, senza baroni attaccati alle sedie né giovani rottamatori. Ma questa cosa, oggi, in Italia, non c'è.

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auspicio o scommessa

10/12/10

Raccolgo un articolo della stampa, io credo che Berlusconi rimarrà in sella e tirerà a campare, al più con qualche concessione a finiani e casiniani, che verrà però ben nascosta dal suo regime mediatico. Nessuno ha voglia di andare a votare, si perderebbe tempo perché l'esito non cambierebbe molto e chi ci porta a votare rischia di essere punito dai suoi elettori che non hanno voglia di andare a votare.
Berlusconi tirerà a campare, non è in grado di colpi a sorpresa e lui non è ancora abbastanza cotto né c'è qualcuno credibilmente in grado di sostituirlo. In fondo, è un anno e mezzo che tirano a campare, volete che cambi qualcosa? Naaa... Se cadrà, sarà tra un po', magari verso gennaio o febbraio.
Questo è un mix tra un auspicio e una scommessa (senza soldi, s'intende).

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affinità e divergenze

Molte delle cose cattive che si dicono sull'università italiana sono vere.
Molte delle cose buone che si dicono sull'università italiana sono vere.

Molte delle cose cattive che si dice di voler fare all'università italiana sono vere.
Poche delle cose buone che si dice di voler fare all'università italiana sono vere.

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traslochi

09/12/10

Portar via la propria roba da quell'ufficio dove son rimasto relativamente poco, circa un paio d'annetti inframezzati. Per lo più libri e il calorifero, ché il Poli ha dovuto tagliare su tutto, riscaldamento compreso.
Poca malinconia, ma del mio umore non mi va di parlare. Tornerò in quell'ufficio ancora un po' di volte per varie questioni e perché, comunque, non ho ancora finito. Ma ho fretta di cominciare qualcosa quanta la fretta di chiudere questo decennio politecnico.
Mi taglierò la barba.

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di montagna

Oggi, ora avrei bisogno di scappare, urgentemente. E' un bisogno fisico. Vorrei prendere la macchina e dirigermi a Ovest, da quelle Alpi che mi furono freddamente accoglienti, come sanno essere solo loro. A Sud, su quell'Appennino degli avi miei tante volte cantato. A Est, dove poche terre conosco. A Nord, verso quella terra mitica più volte ricordata e dove non sono più tornato.

Avrei bisogno di camminare tra le montagne, sorgenti di ispirazione e meditazione. Il mare, quello invernale, potrebbe andar bene, ma ultimamente sento una mancanza, quasi fisica, di montagna, di fatica di salire, del passo difficoltoso tra foglie, ripido e bagnato, ché la collina resti ai viandanti. Il rifugio alla vetta, lo sbalzo caldo freddo, i miei occhiali che s'appannano.

Avrei in mente un paio di buoni compagni di cammino, anche solo una giornata. Uomini, naturalmente, ché sui percorsi difficili non si portan le belle ragazze, ché le donne già portano il peso di tutta l'umanità, perché portarle lassù?

Non di fuga, quanto di ritorno. Non di evasione, quando di riflessione. Vorrei ora esser portato dal vento, duro e aspro come solo le Alpi sanno spingere. Il vento, la montagna e il cammino.

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ci sono luoghi che così

Stasera, mentre finisco di lavorare prima di andare a dormire, mi viene in mente un certo incrocio, all'angolo tra Dalkeith Rd e Holyrood Park Rd. Superfluo dire dove si trovi.
Non è né un luogo importante, turistico, tantomeno un luogo bello e particolare, ancor meno un luogo particolarmente significativo della mia vita o di quello di qualche persona cara.
Un luogo normale, un incrocio, mediamente trafficato, soprattutto considerando dove si trova. Lo ricordo perché l'ho fatto tante volte e, spessissimo, pioveva anche se era Agosto.
Lo ricordo pieno di pozzanghere grigie che si mischiavano con l'asfalto e qualche lavoro più in là.
Attraversare la strada.

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blog

07/12/10

Son sempre contento quando scopro gente che tiene ancora in vita i blog.

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e poi, sulla crisi

Inutile dire che è complicata. La crisi s'è giocata perché le banche hanno inventato meccanismi finanziari esagerati, scommesse troppo rischiose e fondi basati sul niente: un sistema chiaramente non sostenibile, l'hanno già spiegato in molti meglio di me. Non si può vivere indebitandosi all'infinito, speculare su questo indebitamento funziona solo sul breve periodo.

All'inizio, nel 2007-08 qualche banca fu fatta fallire, i banchieri presero paura e i governi li salvarono.

Ora, 2010-11, i soldi pubblici sono finiti. Le banche, salvate dai soldi pubblici, hanno iniziato a speculare su quando sarebbero finiti i soldi pubblici.

E allora, si faccia fallire qualche altra banca e, come propone la Germania, si accettino operazioni finanziarie solo ed esclusivamente da operatori soggetti alle leggi europee, o almeno dei paesi trasparenti. In maniera più esplicita: non bisogna più ammettere trasferimenti di capitali dai paradisi fiscali. Vuoi investire in Europa? Benissimo, dimmi da dove vieni? Dagli USA? Dalle Cayman? Se fallisci, chi paga? Tu dammi questa garanzia e puoi venire qui a prestar denaro, altrimenti niente.

La mia idea sull'economia è che gli economisti sono bravi a spiegare fenomeni macro, ma si dimenticano che dietro ci sono persone che decidono e si comportano in certi modi. Nomi e cognomi.

Come il povero Assange che ha subito una caccia all'uomo che manco Bin Laden...

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segni passeggeri

Servono segni di un miglioramento progressivo, foss'anche solo di lungo periodo.

A lungo, era un voto sul registro e poi sul libretto, un bravo dalla mamma, e pian piano quel libretto si riempiva e magari qualche torta, qualche carota in più veniva data. Ovviamente, punire anche i fallimenti, ma sempre col cuore tenero delle mamme.

Oggi, in Italia, bisognerebbe ritrovare quell'approccio, ché a noi la mamma è tanto cara. Premiare un'idea vincente, non solo col profitto ma dicendo: visto che bravo? Però, bisogna anche dire "no, quello è sbagliato" e lasciare che chi ha rotto paghi, e si tenga pure i cocci.

Vale in Italia, come in Europa. Vale per le banche che hanno fatto indigestione e ora ci lasciano i cocci, dopo essersi presi i nostri soldi, ovviamente.

Vale in Università, dove a lungo una generazione ha vissuto sul patto: "lo Stato mi paga poco, ma in cambio non ho veri doveri". La chiamavano liberta academica, ma ora è una fregatura.

Passo dopo passo, recuperiamo questi piccoli segni per un nuovo clima che sia guidato da principi come meritocrazia, ma solo se ci sono pari opportunità, solidarietà ma solo se c'è anche responsabilità (la Carità cristiana), il mercato ma solo se c'è lo stato nei rispettivi ruoli, uguaglianza senza appiattimento, la geografia ma solo se c'è anche la storia.

Complicato? Complesso? Difficile, forse; probabilmente, poco concreto. Ma possono forse delle parole, per di più eteree, a dar un contributo costruttivo?

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le parole chiave sono...

Sebbene, malgrado, nonostante. Sì, avete capito bene. Bisogna far sì che queste siano le parole chiave. Malgrado tutto, nonostante il contesto, sebbene le condizioni fossero sfavorevoli, noi cisiamo, ce la facciamo, lottiamo e andiamo avanti. Al contrario, vedo grande scoramento, voglia di lasciarsi andare e cedere agli egoismi per cui, al più, io lotto malgrado tutto. Un errore di prospettiva, una rinuncia a combattere date le condizioni tutt'altro che sfavorevoli. E penso anche solo a chi cercava un lavoro appena 7-10 anni fa.

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futuro politico

06/12/10

Articolo interessante. Tra 50 anni, spero ci ricorderemo di questo ventennio '90-2000 come una dittatura mediatica con un sol uomo capace di manipolare l'opinione pubblica come mai nessun altro prima. Di D'Alema ci dovremo ricordare come simbolo e principale responsabile dell'eterna incapacità della Sinistra di capire cosa stava succedendo, anzi di scendere a patti con il dittatore mediatico. Ci ricorderemo di Berlusconi e D'Alema come oggi ci ricordiamo di Daitarn 3 e dei Meganoidi.
Sempre che tra 50 anni avremo tempo di pensare ai tempi andati, s'intende.

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futuro

Ricordo che Fabrizio Barca, il più grande tra quelli che fanno il mio mestiere, diceva che tra i peggiori indicatori del malessere del Mezzogiorno c'é la mancanza di occupazioni a scuola: chi non si preoccupa della scuola, reclamando qualità nell'insegnamento, significa che non ha a cuore il proprio futuro, la propria possibilità di crescere e migliorare la sua condizione soci-economica attraverso l'educazione, sia essa scolastica o universitaria.
In questo articolo, pare che qualcosa si stia muovendo.

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esigenza personale

04/12/10

Ho bisogno di ricominciare a viaggiare, non perché mi manchino i check-in degli aeroporti, ma per scoprire posti ignoti, incrociare nuovi brindisi e scegliere con quali mattoncini fare il manovale. E' un'esigenza di scoperta per rompere una certa routine. In fondo, anche ad Almeria si compra il pane in panetteria.

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del buon giornalismo

A questo link potete vedere come dovrebbe essere fatto il giornalismo: la politica deve parlare delle azioni del governo, delle aspettative che genera e dei risultati che ottiene, non di dichiarazioni, parole, incontri, alleanze. Diceva quel tale, sono i fatti che contano...

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semplicemente, lineare

La maggioranza non vuole le elezioni. Ma non la maggioranza parlamentare, quella degli elettori. Dati numeri e situazione, spero in una crisi di governo con la creazione più o meno immediata di un altro governo con, più o meno, gli stessi partiti PdL-LN-FLI e se vogliono UdC &co. Il primo ministro? A me va bene anche Berlusconi, purché si esca da questa empasse che ha stufato tutti...
In altre parole, si arrivi a una crisi-lampo per un nuovo governo di centro-destra, altrimenti un governo istituzionale almeno per cambiare la legge elettorale.

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si torna pensierosi

03/12/10

Dai funerali si torna sempre con tanti pensieri in testa, così anche oggi. Un funerale del padre di un caro amico, un bel funerale per partecipazione in una chiesa innaturalmente grande e calorosamente gelida per il freddo che colpisce Milano in questi giorni. Come quel funerale di qualche anno fa.
Ripenso a un vecchio post, per me tanto bello e accompagnato da commenti che mi fan sorridere ancora oggi. E poi, cercandolo, ritrovo un mio breve racconto che trae in inganno anche me: i riferimenti mi paion familiari, ma quando mi fermo a pensarci non li riconosco già più, come nei sogni dove ti senti a casa, ma al mattino non ti ricordi più dov'eri. Ai funerali pensi a delle parole speciali e non le trovi mai.
La cosa più grande del Cristianesimo è che ti mette nella prospettiva che la vita sia un dono e con essa tutto ciò che l'accompagna: un dono la tua vita fatto dall'Amore dei genitori, un dono l'Amore di una ragazza naturalmente bellissima, un dono l'Amicizia, il lavoro. Un dono la pace nel mondo che è difficile e va sempre meritata facendo i bravi bambini a Natale. Dicevano oggi durante la cerimonia "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te" (Vangelo di Matteo, 11, 25). E non si sia tristi al funerale, oggi quel mio amico è stato in grado di regalare un sorriso e una battuta a tutti gli amici che erano venuti attorno a lui. i ha spiazzato, ma un grande insegnamento che per questo val la pena di condividere.

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a furia di

A furia di proporre e di non vedere nessuna risposta alle proprie proposte, la gente si stufa e smette di proporre.

Delle buone istituzioni dovrebbero saper valutare la qualità delle singole proposte, stimolare e sostenere sempre chi propone e aiutare chi non propone a farlo.

Però, se chi propone non trova mai risposte, poi si stufa e o la smette o se ne va.

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Vendola e l'OPA sul PD

Bersani e Letta ripetono alla noia che Vendola ha lanciato un'OPA sul PD, che vorrebbe cioé cercare di mettersi a capo del centrosinistra per prendersi il PD come base e con quello andare al Governo. Dicono sia scorretto. Mai che si chiedano perché molti nel PD invece vedrebbero bene Vendola candidato premier, mai che si chiedano se forse la proposta di 'farsi guidare' da Vendola è perché gli attuali leader non sanno guidare dal PD?
Lo dico con una certa rabbia perché Bersani si è fatto eleggere segretario alimentando la promessa che con lui tutti i problemi del partito sarebbero stati risolti, che lui sarebbe stata una vera guida e che il partito avrebbe finalmente funzionato come una bocciofila (sic!). Contro di lui un Franceschini che è un politico più onesto, ma più problematico, meno carismatico ma con maggiore senso della realtà e che riconosceva di non aver la bacchetta magica. Il problema è che i due sono finiti nell'infinito tritacarne di D'Alema vs Veltroni e DS vs Margherita, con qualche shackeramento.
Aggiungo, ce la si prendeva sempre con la Binetti fonte e causa di tutti i mali del PD. Ora che lei non c'è più, non mi sembra che il PD stia tanto meglio: forse che, come dissi tempo fa (1 - 2 - 3), la colpa non era della Binetti? Non che lei fosse un elemento di forza del PD, anzi, ma forse era un pretesto per non guardare problemi ben più seri.

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Il Primo Ministro dell'Italia è Godot

02/12/10

Titolo banale, potevo far di meglio. Ma non si capisce perché si lasci in sospeso una crisi per un mese, anzi... Berlusconi, da quando ha divorziato, ha smesso di governare, probabilmente non ha mai fatto niente da quando è stato rieletto nel 2008. La politica del governo è aspettare che la crisi passi, mentre gli amici cercano di arraffare qualche contratto qua e là. I leader dell'opposizione aspettano che Berlusconi cada, mentre cercando di reprimere i loro che invece vorrebbero proporre qualcosa: ma che siete pazzi? ad andare al governo ora con la crisi chi ha voglia? E poi è giusto che Bersani torni ministro, per la III o IV volta, così magari riesce a provare anche lui tutte le poltrone!

Vabbé, assisto alla vicenda con grande confusione e poca passione perché dalla parte mia si preferisce attendere la caduta che rimettersi in discussione per poter proporre qualcosa di nuovo al paese.

Chino la testa, penso a me stesso ché tanto c'è già fin troppa gente che dice di pensare a questo paese.

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grande rabbia politica

01/12/10

Sottoscrivo questo post, il PD ha definitivamente perso il mio voto e il mio possibile appoggio perché quello che conta è come si vota in Parlamento. Vedremo chi votare, non è il momento di dirlo. Mi dispiace notare che il capogruppo Franceschini non è stato seguito e questo pone un problema gravissimo perché non si può fare la ramanzina a Berlusconi sui soldi all'università e poi votare come lui quando si toccano i soldi del partito. Una vergogna!
Maggior dettagli qui.

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il solito teatrino

30/11/10

Un passaggio cruciale: la Gelmini fa saltare la discussione in Commissione per andare subito a votare in aula. Effetto: teorico accorciamento dei tempi, ma fate più attenzione.

- saltando la Commissione, tutti gli emendamenti introdotti dal Senato (=introdotti, votati ed approvati dalla maggioranza) decadono, si torna al testo originario del Governo, ma qualunque cosa approverà la Camera, dovrà tornare al Senato. Se si fosse invece passati dalla Commissione, valutando gli emendamenti del Senato, la Camera avrebbe potuto approvare definitivamente la Riforma Gelmini.

In altre parole, per cercare di fare in fretta la Gelmini si sarebbe tirata la zappa sui piedi.
Questo è falso, vediamo perché o meglio vediamo perché è miope pensare che la Gelmini (leggi: il Governo) abbia agito in maniera tanto stupida.

1. Le proteste rinforzano il governo.
Si sapeva che questo provvedimento avrebbe provocato tali e tante proteste, questo fa passare una serie di messaggi tipo: questo governo sta facendo qualcosa, qualcosa che non piace alla solita sinistra contro le riforme, che difende i baroni e bla bla bla. Questo solito teatrino è un'arma per la prossima campagna elettorale a favore del centro-destra.
Perché dico questo?
a. è una non-Riforma, cambia poco o niente... non tocca i baroni di destra (loro in qualche modo sistemeranno i loro portaborse) e introduce solo un gran taglio. E' una riforma che si può difendere senza grossi sacrifici di consenso e colpisce un elettorato per lo più di Sinistra.
b. il Governo non è in grado di fare riforme ben più significative, tant'è che ha spostato quella della giustizia e la finanziaria è passata sotto silenzio nel disinteresse di tutti (poi vedremo perché). Eppure, doveva far vedere che è un governo ancora in grado di fare riforme, almeno di poter dire di essere in grado.

2. le proteste distraggono l'opinione pubblica
Stiamo vivendo una congiuntura molto difficile: nel 2007-08 per evitare la crisi finanziaria si sono usati i fondi pubblici per salvare le banche, colpevoli di questa crisi. Ora, i fondi pubblici stanno finendo e le banche hanno trovato che questo è un business per arricchirsi. La Grecia ha già saputo questo attacco, Irlanda e Portogallo lo stanno subendo e poi la Spagna è pronta seguita da Italia e Belgio. A causa della debolezza europea, principalmente causata dall'Inghilterra di Cameron, la Merkel ha risposto in maniera stizzita ed egoista dicendo "se Londra non mi fa commissariare i paesi instabili, allora io penso a salvare giusto Berlino e dintorni". Di fronte a questa crisi, molti governi stanno cadendo: l'ultimo è Fillon, mentre mi sa che in Belgio ancora devono formarne uno... intanto Zapatero perde la Cataluna e Cameron si fa vedere potente all'estero per nascondere agli Inglesi che non è ancora in grado di far niente (ricordo che Cameron non ha vinto, è in empasse con i lib-dem, è Brown che ha perso).
In questa crisi, Wikileaks serve solo per destabilizzare ulteriormente Obama: mi aspetto di scoprire che questi siano spinti da qualche repubblicano, per i quali è troppo presto tornare al potere perché manco loro saprebbero cosa fare di fronte alla crisi.
L'Italia? Molto semplice, le proteste servono per coprire questa crisi. Lo dice Letta che la situazione sui mercati è preoccupante e poco vale che Berlusconi dica "tanto la Spagna sta peggio di noi".

La "riforma dell'università" serve dunque
- per mostrare i muscoli,
- distogliere l'attenzione da problemi ben più seri,
- procurarsi un'arma per le prossime elezioni.

Quella di far saltare la commissione a un DDL è una mossa semplice per un disegno strategico ampio e intelligente. Certo, che poi l'Università sia in agonia questo non gliene frega niente a nessuno, d'altronde dobbiamo continuare a poter fare i bunga bunga...

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delle reazioni al mio sfogo

29/11/10

Come mi aspettavo, ho avuto alcune reazioni al mio sfogo di qualche giorno fa. In generale, non è cambiato niente: chi ha capito il discorso, già l'aveva capito e chi non l'aveva capito continua a non capirlo, confondendo questioni personali e di gruppo, questioni di relazioni con questioni sostanziali.

Dalle persone che si son sentite accusate (e effettivamente so di non esserci andato giù affatto leggero), mi son sentito ripetere che metà delle cose me l'ero inventate perché avevo informazioni errate e l'altra metà che comunque avevan ragione loro. In particolare, tutto nasce da informazioni sbagliate che io sarei dovuto andare a procurarmi per capire che in realtà avevano ragione loro (grazie, bell'apertura al dialogo!).
Ogni commento è superfluo, ma l'insegnamento generale è che conta quello che uno sa e che non gli si può dare dello stupido se non sa cosa che non gli sono state dette (quante analogie con l'Italia berlusconiana...). Oltre al fatto, che non è carino che in una discussione si parta dal principio suddetto che uno è nel torto perché non si è informato e quindi la sua opinione non può che essere sbagliata.

Secondo, mi è stato detto che è colpa mia perché non sono andato incontro a gesti riconciliatori e che non era possibile che io non ne fossi a conoscenza. Tuttavia, se uno vuole riconciliarsi si preoccupa che l'altra persona venga all'incontro o, se non è venuta, ex-post gli chiede perché... sempre che gli interessi veramente riconciliarsi e affrontare il problema. Ribadisco, in questa storia nessuno è mai venuto a chiedere la mia opinione e, quando la esprimevo, mi ripetevano che era perché non ero informato e comunque che avevo torto. E se non bastasse, andavano in giro a dire cose tutt'altro che piacevoli sul mio conto.
Dal mio punto di vista, non ho forse ragione ad esserne arrabbiato? Evidentemente no, perché ero solo male informato e comunque avevo torto, ma se nessuno dice a me quello che mi riguarda come posso io saperlo e ammettere di avere dei torti che, in realtà, già ho ammesso sentendomi ripetere che comunque loro non ne avevan mai di torti? Non fa forse arrabbiare che si vada in giro a dire una "verità" che mi riguarda, che mi mette in cattiva luce, facendomi passare per quello che non sono (pazzo, permaloso, male informato, prevenuto), senza farsi lo scrupolo di dirlo a me?

Infine, mi è stato chiesto come sia potuta succedere una cosa del genere in un tal gruppo. La mia risposta è molto semplice e mi ha permesso di far maturare una regola che sento come generale. Per anni, si scelsero i candidati non per amicizia, ma per merito, per serietà, per impegno e come investimento sul futuro e su questa scelta si cercava di accompagnare, aiutare, collaborare, responsabilizzare chi veniva scelto. Vidi che poi, pian pianino, senza che molti se n'accorgessero, le scelte vennero dettate dalle amicizie, simpatie o antipatie. In Italia, ad un amico non si vuol mai dire che sbaglia, non gli si vuol mai dire che forse per il gruppo è meglio altro, non si può dirgli di no. Se un gruppo è guidato da un progetto, la gente si avvicina, si sceglie e si allontana funzionalmente a quel progetto, sia esso un partito, un'associazione, una squadra; se un gruppo è dettato dalle amicizie ci si diverte molto di più, ma non si riescono a evitare quelle storture per cui, se un amico fallisce, allora bisogna aiutarlo a rifarsi. Se un collega fallisce, allora forse è meglio riconsiderare le sue capacità funzionalmente al progetto generale.
A costo di rendermi ulteriormente accusabile e antipatico, non posso non notare che quel comportamento emerse quando finirono per prevalere le persone del Sud Italia su quelle del Nord: datemi del razzista, leghista, non me ne frega niente, ma credo che questo prevalere dell'amicizia sul merito è un male che colpì quel gruppo, così come colpisce il nostro bellissimo Mezzogiorno. Esplicito questa cosa nella speranza che possa anche aiutare qualcuno a prendere consapevolezza di quali meccanismi sociali (tecnicamente: istituzioni) affliggono il nostro bellissimo paese. E' meglio fare un favore a un amico che non preservare la qualità di un progetto che possa durare e maturare nel tempo. Sia chiaro, le persone del Nord non sono esenti da queste cose e non voglio in alcun modo far prevalere alcuna equazione nord=merito=bravi e sud=clientele=cattivi. Sia chiaro che non è quello che penso perché so che al sud ci sono persone bravissime, spesso migliori di quelle del Nord perché abituate a farsi il doppio mazzo per rompere meccanismi clientelari. Spero, sinceramente, che si capisca il senso profondo di questo mio paragrafo: come si scelgono le persone? In funzione delle amicizie o del progetto che si vuole perseguire? Questo vale nel piccolo, come nel grande: Bersani è stato scelto come migliore per un progetto o come figlioccio di D'Alema?

Infine, mi han chiesto se e come si possa rimediare. Il mio sfogo arriva quand'ormai è tardi perché sto finendo il dottorato. Innanzitutto, io non credo di dover andare a nessuna riconciliazione né di dover fare io alcun passo in avanti perché, quando ho riconosciuto i miei errori, mi sono ritrovato davanti un muro che continuava a rimbalzare sempre e solo su di me tutte le colpe, e allora mi sono stufato di sentirmi ripetere che è sempre e solo colpa mia. Io spero che gli altri miei progetti non vengano sacrificati da questa mia vicenda e che, per esempio, l'associazione dottorandi riesca in qualche modo a proseguire, malgrado tutto: là ho gettato dei semi in cui credo molto ché poi sono persone con le loro idee e, spero, il coraggio di trasformarle in azioni concrete perché, come dissi tempo fa, "la politica è filosofia in atto" e se mai un giorno si chiederà quale sia il mio pensiero filosofico(-politico), spero parta dalle mie azioni politiche più concrete. Là, mi sono sempre sforzato di circondarmi da persone che condividessero il progetto, non da amici, anche se poi con alcuni di loro siamo diventati amici. Sul rimedio umano-morale, non ho molto da dire e la ferita rimane. Amen, andrò avanti ché sono ancora vivo... dicevano gli antichi: quel che non ammazza, ingrassa. E io sono ingrassato, ferito ma ingrassato... Mi han chiesto se in futuro si potrà rimediare e riprendere a collaborare: peccato, che io abbia deciso, anche per colpa di questa ferita, di chiudere un rapporto ormai decennale col Politecnico (altre storie alla base di questa scelta non le ho (ancora) raccontate, ma tant'è... non credo neanche di volerle raccontare) e quindi, anche volendo, non vedo che possibili collaborazioni possano esserci.

Passo e chiudo, senza più voglia di parlare di questa vicenda perché a molte (mie) parole sono seguiti troppi pochi fatti (altrui) e, personalmente, sono stufo di sentirmi ripetere che ho torto, che sono solo permaloso, che dovevo informarmi meglio, che il mio punto di vista è parziale e limitato e che è tutto solo dettato dal mio cattivo carattere. Tanto, il tempo andato non ritornerà, le cose di una volta non si dimenticheranno, e sono stufo di parole senza atti concreti. Io so di aver fatto la mia parte, al meglio delle mie capacità, sapendo come e con quali persone si possono affrontare i problemi. Spero che questo ulteriore sfogo aiuti a capire un po' di questa lezione, agli altri che avran voglia e pazienza di leggere per cercare di capire (non per avere conferma che loro hanno ragione ed io torto) ma soprattutto a me che, grazie a chi mi ha spinto a sfogarmi, sto imparando la lezione che ho vissuto.

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oggi, malgrado Milano

28/11/10

Oggi sono contento e rilassato. Un po' stanco perché siamo dopocena e questo ci può stare, ma stranamente rilassato. Una sensazione di ben'essere che non sentivo da tanto tempo. Non un benessere da terme o da quando hai sfogato i muscoli con una bella cosa, ché quelli in realtà sono un po' appesantiti, ma ci può stare.
L'ozio domenicale mi ha fatto paura a lungo perché, soprattutto a Milano, si sovraccarica il week-end di aspettative quasi sempre disattese. Questo week-end non ho storie particolari da raccontare, se non qualcosa che credo sia una sorta di miracolo a Milano.
Ecco, oggi ho provato l'esperienza dell'ascolto, fatto o ricevuto ché quest'azione è bellissima perché il 'fare ascolto' è un'azione attiva che in realtà mette al centro l'altro e, viceversa, 'ricevere ascolto' è un'azione passiva che in realtà ci rende protagonisti.
Non è poco, è incredibile, credo sia la base dell'umanità e quando se ne fa esperienza ci si sente umani e, quindi, naturalmente benestanti... non nel senso materiale, certo. Un'esperienza di umanizzazione che, credo sia alla base del Cristianesimo, molto più di tanti proclami sull'uso del preservativo o sull'eutanasia.
Penso che questa cosa a Milano, forse anche in altre città, manchi tantissimo e sia alla base dei mali moderni. Non so dirvi se una volta fosse diverso, tendenzialmente non voglio mitizzare il passato. Credo però sia qualcosa di importantissimo e, una volta provato, si capisce chiaramente la differenza.
Ecco, vorrei dire tante altre cose, fare riferimenti e forse espandere il concetto, ma invece decido di chiudere qui questo piccolo ragionamento. Buonanotte e buona settimana.

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se in qualche modo il mio sfogo può aiutare ad esser di lezione ad altri sarò contento

24/11/10

Oggi si chiude, simbolicamente, una storia che mi ha creato grandissimo dispiacere perché combina un fallimento politico mio con la rottura di alcune relazioni che pensavo di amicizia, ma che evidentemente non lo erano. Lancio questo sfogo a cui penso da tempo nella speranza che quello che ho subito io, sebbene non possa essere ripagato, possa in qualche modo essere da lezione per altri perché non sbaglino a loro volta. Ormai, con oggi, si chiudono anche i termini per una possibile riconciliazione che fosse quantomeno politica, dopo quella personale. Ma procediamo con ordine.

Sono stato rappresentante degli studenti al Politecnico sin dal mio primo anno, grazie a un mio caro amico con cui - e questo è bellissimo - ho fatto tantissime discussioni, spesso molto animate e con profondi disaccordi, ma con cui alla fine eravamo sempre pronti a stare allo stesso tavolo per portare avanti al meglio il progetto comune in cui credevamo. Le 'discussioni animate' tra di noi, quasi proverbiali, alimentavano un rapporto di stima e amicizia che continua ancora adesso, anche se le nostre strade si sono un po' separate, ma non certo per rancori.
Racconto questo perché è, a mio avviso, segno di un rapporto virtuoso politico&personale.
Da rappresentante degli studenti, sono arrivato fino in Senato Accademico, la più alta carica che si potesse ottenere, grazie a un gruppo dove tutti erano interessati a lavorare l'uno per l'altro, a imparare dai più anziani ed a sostenere le energie fresche dei più giovani. Un gruppo unito dalla volontà di fare politica a Sinistra, se poi ne nascevano anche amicizie (e talvolta amori) tanto meglio. In 5 anni intensissimi, qualche vanto posso dire di averlo, nella consapevolezza che non sono mai meriti individuali, ma collettivi. Tre sono quelli che io considero i risultati migliori e più simbolici della mia attività:
1. con una raccolta di firme ottenemmo una ristrutturazione degli spazi per gli studenti di Architettura, e in generale di tutto il Politecnico in modo che ci fossero più banchi, più prese per i computer, orari più lunghi alla sera. 800 firme in una sola facoltà, mai nessuno come allora, se non ai tempi che furono.
2. preparai una riforma del bando delle attività culturali e viaggi degli studenti, correggendo un sistema marcio e avviando una maggiore trasparenza e regolamentazione in quelli che sono i fondi per le stesse associazioni. Un tema delicato perché toccava gli interessi diretti delle stesse associazioni di cui ero espressione, ma ci riuscimmo (salvo qualche ulteriore correzione minore che eran tecnicalità su una linea che ero riuscito a far passare).
3. riformai il consiglio degli studenti in modo da garantire agli studenti una voce più autorevole nell'Ateneo. Scrissi quel regolamento articolo per articolo, viaggiando tra gli uffici e la mediazione con le altre liste e studiandomi le leggi in merito. Mai nessuno prima di allora.
A seguito di questi 'successi', si creò un bel gruppo coeso e affiatato capace di far nascere amicizie attorno a un progetto che era in primo luogo politico. Dopo il mio mandato, vincemmo le elezioni per la prima volta dopo 15-20 anni, il bando per le attività culturali permise a molte associazioni di animare il depresso panorama studentesche e il nuovo presidente degli studenti poteva andare a parlare col Rettore con l'autorevolezza di chi guida un'istituzione che lavora e propone.

Non ero certo il migliore e, chi legge, sia consapevole che quei successi erano collettivi, non miei. Dopo di me, venne una generazione che era chiaramente migliore: impostarono una battaglia politica e culturale a favore della valutazione, una battaglia coi fiocchi ché io non sarei stato in grado di gestire. I loro nomi erano sulla bocca delle più autorevoli istituzioni per la serietà e maturità dell'impegno.
Io, nel frattempo, iniziavo il dottorato e partivo per London.

Una volta tornato, diventai rappresentante dei dottorandi, proseguendo quell'impegno di rappresentanza ché mi aveva dato soddisfazione, passione, esperienza ed amicizie (tralascio il tema degli amori, quelli non vi riguardano...). Una situazione difficilissima data l'assenza di ruoli istituzionali, la dispersione della categoria da rappresentare, l'assenza di esperienze pregresse e la necessità di creare un gruppo da zero, oltre a un mutato contesto culturale che obbligava una lotta per la difesa dell'esistenza e della dignità stessa dell'Università. Ci provai e qualche ramoscello dell'albero che stavo coltivando iniziava a fiorire: non tutti capiscono che le unità di misura non sono tutte uguali perché tra 45 e 46 si sale di poco, ma tra 0 e 1 c'è un infinito.
Al rientro, quel gruppo con cui avevo fatto tanto era ancora parzialmente presente, il naturale ricambio generazionale appariva promettente, poi una serie di eventi hanno portato alla storia che vi descrivo.
Premetto, che pensavo che una collaborazione tra le rappresentanze dei dottorandi e quelle degli studenti potesse essere virtuosa e, a parole, molti mi davano ragione. Se quando iniziai io gli 'anziani' erano un esempio, ora c'era la possibilità addirittura di collaborare.

Iniziai a capire che i tempi erano cambiati quando venni a sapere che avevano concordato con l'aspirante rettore la proroga del mandato delle rappresentanze studentesche. Quando io mi trovai nella stessa situazione, feci una battaglia ché mi costò un cazziatone memorabile dal Rettore perché ciò non accadesse: col 3+2 gli studenti si laureano in fretta e facilmente, dopo 2 anni, ti ritrovi che non hai più rappresentanti. Inoltre, se c'è una regola la si rispetta perché se il mandato è biennale è segno di poca considerazione dire "vabbé, facciamolo triennale perché quest'anno non abbiamo voglia di fare le elezioni ché abbiamo già altro da fare". La democrazia ha un costo, lo so. Oltretutto, ironia della sorte, i costi sono stati pagati lo stesso perché comunque il ministero aveva indetto le sue di elezioni studentesche e quindi si doveva votare. Ma quello che non capirono allora era che non si poteva accettare un rinvio: in un gruppo studentesco 2 anni sono un'enormità e se non si tengono le elezioni il gruppo non può rigenerarsi. Quel meccanismo di esperti+energie fresche si perde inevitabilmente. Provai a dirlo, invano, avevano già deciso senza ascoltare chi già si era trovato in quella condizione. Pensai non fosse così importante.

Durante le elezioni del Rettore, uscirono con una posizione molto forte a sostegno di uno dei candidati, quello che poi ha vinto. A prescindere dal merito di quella decisione, feci notare che i rappresentanti degli studenti non devono comunicare in pubblico per chi voteranno perché non è il loro candidato, per almeno un paio di ragioni. La prima è che se poi quello perde, come ti relazioni con il candidato che hai osteggiato e che è diventato Rettore? Secondo, gli studenti sono un elettorato atipico perché, al più, possono portare l'attenzione su alcuni temi, nulla più (no poltrone, no spartizione risorse, no influenza in generale). Non è poco, ma bisogna giocarsela bene: se uno dice voto X e poi dopo parla del perché, allora quei temi vengono sminuiti perché uno viene percepito da fuori che è organico a una lista: se Cicchitto dice che vuole A, B e C viene percepito come una richiesta berlusconiana. Se a richiedere A, B e C è la Marcegaglia, allora è un senso completamente diverso e con quelle richieste può bussare al PdL o al PD e negoziare con loro. Mi rendo conto non fosse un concetto facile, ma non immaginavo le conseguenze.
Quei rappresentanti degli studenti, con cui c'era un'idea di principio di collaborazione, andarono invece dal candidato, che era un mio professore, sparlandomi alle spalle, dicendo che facevo pressioni su di loro contro di lui e lui, ovviamente, poi mi fece chiamare. Passai una bruttissima mezz'oretta. Ma non era finita.

Con quel gruppo di dottorandi di cui ho parlato, cercavamo faticosissimamente di andare avanti, mentre quei rappresentanti degli studenti - a parole - rinnovavano il desiderio di cooperare. Bene, mi ricordai di quel bando che avevo riformato e decidemmo di parteciparvi: fu uno sforzo enorme per un gruppo così fragile, ma - previa verifica con gli uffici - fummo ammessi a parteciparvi e già quello fu per noi un grande successo. Nella commissione c'erano quel candidato poi diventato rettore e quei rappresentanti degli studenti. Il nostro progetto venne bocciato su iniziativa di quel professore e con l'avvallo dei rappresentanti degli studenti, anche quelli del mio gruppo.
Fortemente deluso, andai a chiedere spiegazioni. Tra le varie cose, mi dissero ché c'erano pochi soldi e quindi preferivano darli agli studenti (alla faccia della collaborazione coi dottorandi... e comunque verificai che i soldi ci sarebbero stati), mi dissero che i dottorandi sono una categoria di privilegiati (!!!) e che quindi non dovevano chiedere altri soldi, mi dissero che il bando non era per i dottorandi e che ce ne stavamo abusando (ma avevamo controllato con gli uffici che era falso perché potevamo partecipare...). Mi arrabbiai e mi fu risposto che non si può criticare un gruppo quando è in difficoltà: fui 'invitato ad andarmene' perché non si può criticare un gruppo (di Sinistra) quando è in difficoltà.

Da allora, ho ricevuto qualche telefonata di stima e solidarietà, ma poi un assordante silenzio a conferma del fatto che facevano sul serio nel volermi espellere. La cosa più umiliante è che venni a sapere che hanno organizzato una 'giornata di conciliazione' tra giovani e ex-rappresentanti, ma che non mi hanno invitato. Peggio, sono andati a dire agli altri ex-rappresentanti che io ero invitato, ma non a me. Proponevano cioé una riconciliazione, ma non con me.
Da allora, silenzio e disinteresse da parte di persone che ritenevo amiche, su cui io avevo investito. Me ne viene in mente una in particolare perché, alle ultime elezioni, avevo ceduto il mio seggio in suo favore, convinto come sono che sia meglio mandare avanti i giovani. Quello stesso che poi parlò da presidente di quell'organo che io avevo riformato e che, ora, si vantava andando in giro a testa alta. Ma che nel frattempo aveva sparlato di me col nuovo Rettore, nel frattempo aveva bocciato il mio progetto di associazione dei dottorandi, che nel frattempo non aveva detto niente sulla mia espulsione. Come lui, la maggior parte di quelle persone ha celebrato la 'giornata di conciliazione' esplicitamente escludendomi perché, se volevano, potevano chiamarmi. Invece, hanno detto agli altri che mi avevano chiamato e che ero io quello che faceva l'offeso.

Oggi, scadeva quel bando di cui ho parlato e per questo scrivo proprio oggi. L'associazione che avevo cercato di promuovere è implosa perché se tutte le proposte che fai sono ignorate o bocciate uno poi si stufa. Il bando a cui siamo stati bocciati è stato solo il colpo di grazia. Come 'conciliazione', avevano promesso di aiutarci e invece...

Ecco, questa è una mia grande delusione e, a costo di passar per permaloso, io credo di non meritarmi tutto questo, non meritavo la coltellata alla schiena da chi ho fatto crescere, non meritavo così tanto disinteresse e ostilità da un gruppo per cui mi ero dedicato pienamente. Non nascondo, questa è la mia più grande delusione politica ed umana, un fallimento che non è colpa del sistema, non era una lotta titanica: è un fallimento causato da chi avrebbe dovuto essere dalla mia parte, da chi mi diceva di stare dalla mia parte, da chi diceva che i dottorandi erano anche una loro causa, da chi aveva mezzi e possibilità di aiutarmi o, almeno, avrebbe potuto evitare di bocciarmi i progetti.
Con amarezza, so che non tornerà tutto questo. Ho aspettato un qualunque gesto di conciliazione, ma sapere che è stato fatto escludendomi esplicitamente mi fa naufragare la stima che potevo avere: un omicidio consumato nel tradimento ed a cui non ci si è mai chiesti se forse si potesse dire "scusa" o provare a rimediare.
Io so che in Italia a far politica con disinteresse e passione ci si fa tanti nemici, lo spiegai tempo fa, ma ci si fa anche qualche amico. Ora, rimango fortemente disilluso.

Un'ultima nota di rammarico: se mai le persone coinvolte passeranno di quà, già so che mi accuseranno di una versione parziale, di aver strumentalizzato le cose a mio vantaggio, di essere un permaloso che se la piglia per niente e che li accuso di cose che non esistono e che mi sono inventato. Già me l'hanno detto quando mi hanno espulso. Bene, a queste persone non risponderò perché, evidentemente, non interessa cosa penso io.
A tutti gli altri, spero che questa storia possa insegnare qualcosa perché, se possibile, loro facciano attenzione che non si ripeta.

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scarpe

Avrei qualche sassolino nella scarpa da togliermi. Sul Poli, io avrei non solo alcuni sfoghi, ma vorrei denunciare alcune cose subite nella speranza, forse effimera, che denunciare alcuni errori subiti da me possa evitare che si ripetano su altri.
Credo che lo farò, appena avrò tempo, per ora cerco di riflettere nella speranza che siano non solo sfoghi.

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etichette

23/11/10

Per varie ragioni, oggi ho voglia di scrivere e riportare un pensiero che in realtà volevo scrivere ieri.
Sono preoccupato quando la gente si preoccupa delle etichette e perde la sostanza; quando si guarda più all'etichetta 'cristiano', che non al senso di cosa voglia dire; quando si guarda più alla Chiesa come istituzione ché non al messaggio che cerca di portare; quando ci si preoccupa del crocefisso nelle aule e non del messaggio del Crocefisso; quando ci si aspetta incredibilità e si perdono le meraviglie della quotidianeità.
Ecco, vorrei che non si avesse paura di questo, di queste etichette, vorrei si parlasse semplicemente di ciò che c'è, che è sufficientemente incredibile, e non di ciò che dovrebbe esserci.

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"e' cosa 'e niente"

22/11/10

Questo splendido video l'ha appena fatto vedere Saviano. De Filippo, indubbiamente, è un artista assoluto, capace di riassumere in poche battute un'intera tragedia, una filosofia di vita, il dramma della contemporaneità che poi, forse, un tempo non era così diverso ma assai poco c'interessa, hic et nunc.

Mi dicono di essere rancoroso, di prendermela, di offendermi.
E' vero.

Ma è anche vero che se si passa sempre sopra alle offese, a certe offese, agli affronti e alle scorrettezze, a certi affronti ed a certe scorrettezze... beh, credo di perda la propria umanità, la propria dignità di essere umani. Non mi riferisco a difficoltà della vita, ingiustizie vaghe del mondo.
Mi riferisco a quelle scorrettezze fatte da chi si pensava essere amico, da chi ti fidavi, da chi pensavi che... e invece...
Mi riferisco a quando ti uccidono un progetto, parola per me sacra, su cui avevi investito tanto tempo e energie. Un progetto che avevi fatto crescere, un seme che avevi coltivato al meglio delle tue forze e poi... come se niente fosse... il tuo albero viene tagliato da chi, in teoria, ti era amico... la tua casa viene distrutta dal tuo stesso paese... il tuo figlio viene ucciso da chi condivide carne e sangue e nervi e sudore...

Passare oltre, dire che "e' cosa 'e niente" significa accettare la disumanizzazione di certe cose, perché se non sono sogni, progetti, amicizie, sentimenti, energie quello che ci rendono umani, cosa mai dovrebbero esserlo? Già lo dissi tanto tempo fa.

Ecco, allora, che se il perdono deve venire non può che provenire da qualche altra parte, più in alto, ché agli uomini se si toglie l'umanità ben poco resta. Delle ferite del mio cuore, ben poco resta. Progetti resi macerie da chi consideravo amico, e questo fa più male perché non sono vittime dei miei errori. Mi si dica pure che sono rancoroso, permaloso, ma credo che offendersi sia comunque un segno di umanità, credo che fare spallucce quando si passa sopra a queste cose sia disumanità. E poi, io, non ho mai cercato vendetta contro queste persone, anche se - certo - considerare amico chi ti uccide un progetto su cui hai investito energie, tempo, sentimenti, passione è, umanamente, impossibile.

Credo che non si debba ferire la tela su cui altri stanno costruendo dei progetti, credo che non lo si debba fare ai propri amici, credo che questo tradimento sia il problema, ma credo anche che il perdono possa arrivare come atto umanizzante di fronte a segni che fanno il pentimento.

Penso a quelle volte da cui ho subito queste situazioni, mi dicono che faccio male a prendermela, ma allora mi chiedo perché dovrei credere nei valori, sbattermi per cercare di realizzarli e chiedermi perché dei presunti amici dovrebbero uccidermeli. Perché quelle cose, non tornano indietro: se uccidi un figlio, i genitori non possono rifarlo. Farne un altro non può essere in alcun modo una sostituzione del figlio ucciso. Vado per casi estremi, ma sia chiaro che non mi riferisco ai progetti falliti, ma a quelli uccisi, non agli incidenti, ma quelli per volontà dichiarata.

Scrivo tutto questo un po' per giustificazione mia, ma molto perché credo che a ripetersi queste cose si possa fare più attenzione a cercare di non farle agli altri, io in primis. Anni fa, in maniera un po' naif, dissi che senza rispetto non ci può essere nient'altro. Un po' ingenua come affermazione perché andrebbe spiegata, ma ci dev'essere una base per sentirsi ancora umani.

Mi vengono in mente alcuni versi di maestri. Uno fa così: "E ho ancora la forza di chiedere anche scusa o di incazzarmi ancora con la coscienza offesa" (troppo facile chiedervi di indovinare). Offendersi e chiedere scusa sono segni di umanità, di riconoscimento dell'umanità che c'è nelle relazioni umane, di un'umanità che non è scontata perché pochissime volte sento dire "scusa".

Io, cerco di fare del mio meglio, fare tutto il possibile, come diceva Willy Brandt, almeno di farlo nella speranza che gli ospiti di questa strana terra virtuale possano condividere capitoli di questa storia immaginifica, iperreale o surreale e che, in fondo, a me piace raccontare e se me la prendo, sappiatelo, è perché ci tengo alle persone, ai progetti e perché "Ho ancora la forza che serve a camminare, picchiare ancora contro per non lasciarmi stare: ho ancora quella forza che ti serve quando dici: "Si comincia!"."

Mi piace raccontarti sempre
quello che mi succede,
le mie parole diventano nelle tue mani
forme nuove colorate,
note profonde mai ascoltate
di una musica sempre più dolce
o il suono di una sirena
perduta e lontana.

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assai divertente

Ieri Casini annuncia che avrebbe trattato per aiutare il Governo Berlusconi.
Poco fa comunica che voterà contro la fiducia al Governo Berlusconi.

Quanto mi piace questa confusione? Attenzione, è tattica e non è approssimazione. Facite ammuina è un falso storico, ma è anche una tattica comunicativa: ti fai vedere disponibile al dialogo, ma cerchi di imporre le tue condizioni, e poco importa la confusione generale, siamo in una fase dove si gioca a salvare il proprio salvabile.

W la confusione, per il senso di responsabilità ne riparliamo la prossima volta...

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a cena nel dì di festa

Nonostante fosse l'ora dei vespri, non avrei saputo dire che ore erano: la piccola abbazia di Southwark era rischiarata da una luce innaturale perché le candele erano più del solito e le mura gotiche erano state addobbate come non mai, rendendo il tutto un contrasto innaturale. Le volte gotiche così illuminate sembravano serene ed eleganti, nonostante si trattasse di una semplice parrocchia, per quanto la più grande sotto il Thames.

Le più alte cariche del Regno erano riunite in quella piccola abbazia circondata da strade lugubri. Sedevo in fondo, mentre i vari nobili si alternavano nelle undici letture sacre. Quando von Braun e McWyzer si alzarono e andarono verso l'altare, la croce di St. Andrews pareva sovrastare i più fastosi paramenti del primate di Britannia. In quella luce così innaturale, la veste dorata pareva uno sfondo di fianco al manto blu con la croce bianca, non solo per la maggior statura di McWyzer a cui, improvvisamente, gli anni parevano non pesare più. Sua Maestà non aveva uno scranno sull'altare, ma uno più semplice tra l'assemblea.

I Vespri erano un'innovazione rituale voluta dallo stesso McWyzer per chiudere la giornata di celebrazione dell'incoronazione. L'aveva spiegato poche ore prima quand'era stato chiamato alla solenne benedizione a Westminster, lui che pure non era più il Cardinale Metropolita. Southwark era stata una sorta di area franca: l'assenza di titoli aristocratici e la volontà di non portare la guerra così vicino alla capitale ed agli interessi più forti del regno avevano preservato questo lembo di Londra dallo schierarsi. Ciononostante, Southwark grondava sangue di poveri e reietti, di prigioni dove molti senza nome erano stati passati per la spada per indebolirsi vicendevolmente. Molte stragi erano state commesse senza che i contendenti volessero ammetterlo. Le rivelazioni in pubblico diedero fastidio a molti, ancor di più la volontà di condurre il corteo da Westminster a lì lungo posti lugubri come Clink Street, un posto dove nessuno si sarebbe mai immaginato di trovare il Re di Britannia.

In quella giornata raffreddata dal vento, senza sole ma che non avrei mai detto di cattivo tempo, McWyzer era apparso un'altra persona. Incredibilmente, si era lasciato coinvolgere con un entusiasmo da ragazzino dalle gare di voga sul Thames: i migliori equipaggi del regno si erano sfidati davanti ai suoi, mentre l'Abate seguiva con attenzione passione. A qualcuno pareva pure che avesse tifato, per il Re, naturalmente. Qualcuno malignava che fosse pure ingrassato, mentre lui non nascondeva che ora la vita non si conducesse più tra stenti e fatiche, almeno non quelle fisiche.

Contro ogni aspettativa, l'Abate era stato chiamato a celebrare solennemente la Messa in Westminster, addirittura superando il rango del Metropolita. La sua omelia per i caduti e per i veterani commosse anche i più giovani, mentre fuori il vento sferzava il Thames regalando un po' di sereno alla città di Londra.

A cena, l'Abate era seduto a capotavola all'estremo del lungo refettorio della Torre Bianca, il Re al posto d'onore era in realtà più intento a colloquiare con i molti nobili che gli giravano intorno, mentre von Braun intratteneva gli ospiti rimasti a sedere. McWyzer mangiò di gusto intrattenendosi con i pochi rimastigli attorno, commentando la nomina del Vescovo Staturini al soglio pontificio.

L'Abate mi pareva un altro uomo, poteì osservarlo da vicino quando mi chiamò per chiedermi di far riaprire la Cattedrale di Southwark per la veglia notturna. Capii che non potevo chiedergli spiegazioni, raccolsi alcuni confratelli e andammo a preparare. Di lì a poco, arrivarono l'Abate con von Braun e pochi altri, nessun aristocratico. Recitammo un rosario notturno prima d'andare a dormire e fu lì che mi sorprese, ma non osai chiedergli perché proprio un Rosario, lui che con queste cose mai era andato d'accordo, mentre la notte aveva già inghiottito la giornata di festa e un altro sole si preparava a riemergere. Chiuso quest'insolito rito, uscimmo e una piccola nave ci aspettava lì fuori. Il Re ci salutò, mentre la bandiera di Scozia veniva issata, Noi tutti ci coricavamo e ci lasciammo trasportare verso St. Andrews.

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pause narrative

Ho bisogno di una pausa; racconterò un capitolo della storia di McWyzer.

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una necessità contingente

Bisogna uscire dalla contingenza dell'attualità, dalla quotidianeità schiacciante dell'attualità. Una sfida per guardare oltre e vedere cosa c'è dopo, una prospettiva temporale che vada oltre la giornata, la settimana. Bisogna guardare in faccia gli anni, con i loro passaggi più brutti e le gioie più belle. Uno schiaffo può farci svegliare e dirci che siamo fatti per qualcosa di più di questa quotianeità.
Ma tutto ciò non è scontato, non è banale, è faticoso e doloroso.

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perché ha ragione Casini

21/11/10

L'UdC apre al Governo: giusto! Il paese non ha nessuna voglia di elezioni, è stufo di questo clima e di questa situazione. Giusto tentare, provare... e arrivare a logorare Berlusconi con un governo allargato, come già avevo detto per Fini. E' giusto provarci, tanto un governo PdL-LN-UdC-FLI non durerebbe a lungo e presto imploderebbe arrivando sì alle elezioni, ma a pezzi. Inoltre, l'UdC fa bene a farsi vedere dialogante perché è nelle sensibilità del suo elettorato; il PdL un po' più accorto dovrebbe evitare questa trappola, ma non diteglielo, chiaro?

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alle radici dei mali dell'Italia

20/11/10

Ci sto riflettendo da tempo ed ho individuato due parole chiave che propongo in questa sede: investimento e rischio.

Investimento: all'Italia manca la prospettiva di lungo periodo. E poi cosa faremo? Dove il "poi" è temporale... cosa faremo dopo, domani, quando questa cosa che siamo ora finirà. Come vivremo da vecchi? Come vivranno i nostri figli? Che lavoro faremo domani? Come sarà il domani? Le brave formichine italiche al più risparmiano soldini, ma pochi investimenti in termini di conoscenza, di istituzioni, di regole. Poca fiducia nei giovani, poca voglia di dire "faccio questa cosa che oggi non serve, ma domani darà i frutti". Noi fummo popolo agricoltore, oggi non abbiamo più quella pazienza.

Rischio: c'è poco rischio imprenditoriale in Italia, il rischio è calcolabile, ci si espone in prima persona, ci si prova, si affrontano sfide che non sono dall'esito scontato, ci mettiamo in gioco. Ecco, questo manca: la voglia di giocarsi una partita sapendo che la si può perdere ma che, se è stata partita vera, una sconfitta ci avrà insegnato come giocare la prossima partita... e una partita è pur sempre una partita, mica la vita intera.

Ecco, vorrei io stesso imparare a entrare in questa prospettiva, imparare a investire sul futuro e rischiare con un po' più di fiducia. Vedo molti miei amici non fare questo e disperdersi. Vedo amici che hanno rischiato e stanno andando bene perché in fondo, noi, siamo meno peggio di quel che ci pensiamo addosso. E investire è qualcosa da fare perché non sono questi i brutti tempi che vogliamo vivere, credo che questa contemporaneità non ci piaccia, ma dobbiamo profondere uno sforzo collettivo perché gli investimenti diano frutti.

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bravo Boeri

Questa intervista è una risposta matura e intelligente a una sconfitta alle primarie. Un passaggio mi piace: "Devo ringraziare chi nel Pd mi ha aiutato in modo entusiastico. Credo che oggi, però, a Milano il Pd dovrebbe pensare a una scelta coraggiosa e radicale: un’assemblea costituente. Questo Pd è nato da un complicato calcolo di equilibri tra rappresentanti di un vecchio sistema di partiti e di correnti. Serve una rigenerazione che non può che nascere da una grandissima apertura verso le energie che stanno nella città reale" (S. Boeri).

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un intero programma politico che occuperà ALMENO una legislatura

19/11/10

In Italia, fatti 100 i redditi due terzi vengono da lavoro dipendente, un terzo dal lavoro dei liberi professionisti.

In Italia, le tasse raccolte dalle imposte sul lavoro dipedente sono 10 volte quelle raccolte dal lavoro come liberi professionisti.

Riequilibrare questa gravissima sproporzione non è solo una questione etica...

PS
I dati vengono da una qualche puntata di Report

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auspicio politico

18/11/10

Non si vada a votare con questa legge elettorale, punto e basta. Qualunque cosa per cambiarla. Io voto per il proporzionale alla tedesca, da copiarsi paro paro, ma ovviamente sono aperto anche ad altre soluzioni.
Lo faccia un governo tecnico oppure un centro-destra con l'aggiunta dell'UDC va bene lo stesso, purché la si cambi: se né Prodi né Berlusconi sono riusciti a governare col premio di maggioranza, significa che il Porcellum lo è di nome e di fatto.
A Sinistra, si pensi bene prima di invocare le elezioni perché, nello scenario più ottimista, una serie di coincidenze potrebbe farli vincere, ma non sarebbero maggioranza, ripeterebbero l'errore dell'ultimo Prodi e il centrodestra tornerebbe subito su, visto che è la vera maggioranza culturale di questo paese.
Leggendo i dati di Ilvo Diamanti, si nota come Berlusconi cala a favore di Lega e FLI; simmetricamente, il PD è fermo al palo e avanzano IdV e SEL. Si rifletta su questa simmetria.

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quel ch'appar evidente

Saviano critica Maroni sui legami Mafia-Lega Nord, non c'è il tempo di uno scambio di battute ché subito il più importante boss dei Casalesi viene arrestato a casa sua e subito Maroni dimostra quant'è bravo. Ehum... dunque... diceva Andreotti che a pensar male si fa peccato, ma ci s'azzecca sempre. Essendo io anima peccatrice, penso spesso male... noto la coincidenza... noto che il latitante più ricercato viene scovato a casa sua, in centro, nel posto dove era più prevedibile trovarlo...
Cerchiamo un sedicente leader di movimento religioso: tedesco, opera a Roma... t'oh! L'abbiamo trovato in San Pietro, a casa sua, aveva pure la sfacciataggine di affacciarsi regolarmente alla finestra... Riproviamoci: cercasi leader di gruppo dedito alla guerra internazionale, abbronzato e giovane... t'oh! l'abbiamo trovato in un palazzo bianco di Washington, dove viveva pure la moglie!
Mettendo in chiaro che sono contentissimo di quest'arresto, trovo una mediatizzazione assai sospetta, coerente però col regime mediatico berlusconiano...

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in Lombardia

17/11/10

Emerge, finalmente, lo schifo della Mafia qui in Lombardia. Ma la trasmissione di Saviano sbaglia nell'accusare la Lega Nord: è un errore in primo luogo di tattica comunicativa. Oggi, tutti guardano l'accusata, Maroni in particolare.
Ci si dimentica dell'accusa, ma soprattutto che quaggiù al Nord la Lega ha un potere radicato, ma in provincia, dove di soldi ne girano meno. Gli affari pubblici e privati più ricchi sono in città: Milano, Brescia, Monza, Como, ... La Mafia va dove ci sono i soldi e i politici che li gestiscono, e su questo sto dicendo una banalità, ma se seguite nomi, cognomi e appartenenze di quei politici coinvolti in queste vicende scoprite un'incredibile costante che è poi quella stessa che governa e spadroneggia in questa regione, come ha effettivamente denunciato più volte lo stesso Maroni, ma con lui anche Podestà e altri, seppur per diverse ragioni.

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e poi e poi...

16/11/10

Questo articolo mi rappresenta.

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dopo le primarie

15/11/10

Ho provato a commentarle con alcuni amici attivi nel PD ed han confermato alcune mie impressioni.

1. Critica il PD significa delegittimarlo, quindi niente critiche e bisogna lasciarli lavorare (chissà poi a far che cosa... se il confronto coi cittadini che non la pensan come loro è escluso...).

2. Più che scegliere il candidato migliore, nel PD volevano imporre il loro di candidato. Le primarie 'Bersani-style' devono essere la legittimazione dei candidati, non il meccanismo per sceglierli.

3. Più che sostenere Pisapia, il PD cade nel regolamento di conti interno: arrivano dimissioni, invece di dichiarazioni di sostegno al nuovo candidato.

Un po' di ironia per chiudere col mio status su FB.

Dopo le Primarie, i vertici del PD milanese si dimettono: grande delusione per non poter utilizzare i manifesti (già stampati) con la scritta "Vota Penati Sindaco di Milano!". E dire che il risultato sarebbe stato garantito...

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politica europea

Due punti di partenza: quest'articolo e la notizia che l'occupazione in Germania migliora, mentre si stanno per ridiscutere molti titoli di stato di paesi a rischio.
Tira brutta aria, bruttissima. Il prossimo mese le borse soffrirranno moltissimo. I soliti noti a rischio (Irlanda, Portogallo, Grecia, Spagna e Italia), molti governi in fibrillazione politica (Francia, Belgio, Italia, Portogallo), mentre a Est permangono gli stati preoccupanti di Ungheria, Lituania e Cekia.
Eppure, la Germania migliora l'occupazione che, per me, dovrebbe essere il vero obiettivo politico di questa fase.
Come? Io vorrei riuscire a alzare le tasse sulle rendite e ridurre quelle sull'occupazione in modo da costringere il capitale a muoversi, facilitando le assunzioni così la domanda tornerebbe a salire mentre le tensioni sociali diminuirebbero. Facile a farsi, ma soprattutto mancherebbe una politica di ristrutturazione della finanza che continua a mettere in circolo quel sistema che ha generato la crisi che stiamo ancora vivendo. Tatticamente, converebbe riorientare l'Europa verso India e Brasile, magari la Russia, in modo da competere con l'asse USA-Cina.

Va bene, queste sono veloci note disordinate, ma c'è un senso...

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laboratori fermentanti

Laboratori politici, in Italia, ce ne sono. Sono luoghi dove si anticipano le tendenze socio-politiche nazionali. C'è la Puglia di Aldo Moro, la Firenze di La Pira, la Milano di Craxi, in parte la Bologna di Dossetti e Prodi. Assenti sono Torino, Napoli, la Sicilia e Roma dove tutto nasce già di rilievo nazionale e quindi, inevitabilmente, in ritardo.
Oggi, la Firenze di Renzi, la Puglia di Vendola e prima di lui Fitto, la Milano di Craxi indignatasi con Formentini e poi pienamente berlusconizzata con Albertini, ma soprattutto Formigoni&CL. Milano, politica da pubblicitari per coprire gli affaristi e quindi Albertini a immagine, mentre dietro CL si gestisce gli appalti indisturbati... ma quel che in Sicilia si chiama in altro modo, qui si chiama Sussidiarietà...
A Milano forse nasce qualcos'altro che politicamente forse sembra caos: Pisapia contro la Moratti che, subito sconfessata dalla Lega, dovrà ora fare i conti anche con Albertini e quel PD che vorrà sostenerlo. Chissà chi tirerà fuori l'UdC.
Fermenti.
Curioso notare che il partito che pensa di imporre le sue scelte di palazzo qui rimanga spesso spiazzato, come in Puglia, segno irreversibile di una spaccatura tra il palazzo-partito e la realtà. Attenzione, suonava simile negli anni '70, quando il PCI non sapeva più rappresentare il movimento della gente. Succede così a L'Aquila dove l'opposizione perde...

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commento a caldo sulle primarie milanesi

Un breve commento a caldo.
1. sono ovviamente molto contento per Pisapia, come già si poteva capire.
2. male l'affluenza, assai deludente, circa 70mila: pochi. Io credo che siano gli elettori del PD che non erano convinti del loro candidato e quindi è mancata la loro partecipazione, penalizzando così il loro candidato.
3. una lezione per quel certo PD che a Milano ha sempre perso, ora anche le primarie che ha cercato di ostacolare. Il PD milanese non è tutto da buttare, ma una certa parte sì, liberando spazi per quella invece più positiva che esiste ma è soffocata.

Rimane il fatto che bisogna vedere come andranno le cose a livello nazionale...

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ancora, per l'ennesima volta

14/11/10

Anni fa lo scrivevo (qui e qui), oggi di nuovo... la Formula-1 si decide all'ultimo giro, come sempre ormai. La mia tesi? Serve usare dei "correttivi" perché la gara rimanga in bilico fino all'ultimo GP, altrimenti si perdono sponsor: servono piste strette senza sorpassi per non correre il rischio di eccessivi rischi durante la gara, altrimenti basterebbe poco allargare le piste e smetterla di lamentarsi che è difficile superare.
La mia tesi è valida per formula-1, calcio, eccetera: visti quanti soldi girano, è necessario ingegnarsi per minimizzare il rischio che lo spettacolo non sia degno delle aspettative (qualcuno se n'accorge), se investo tutti quei soldi, voglio essere sicuro che sia un "prodotto" che tenga il pubblico incollato alla televisione, e così va bene tutto purché piaccia al pubblico. Siate seri: non è provocazione e polemica, è razionalità economica...

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alla stazione di Budapest

Ero alla stazione di Budapest diretto a Pécs, nel Sud dell'Ungheria, per una conferenza. Viaggiavo solo. Vado a memoria, ma se non sbaglio era la Stazione Est, in ogni caso: non proprio un posto dove vorrei portarci una bella ragazza.
Ero in attesa del mio treno e noto che, tra i binari, ci sono i soliti vecchietti disperati ché ci sono in tutte le stazioni, ma invece di suonare o chiedere l'elemosina mi invitavano a giocare... ma non a giocare alle tre carte, come talvolta succede anche a Milano... ma a giocare... a scacchi! Santo cielo, è un gioco lunghissimo, se mi parte il treno e non abbiamo finito la partita, che facciamo!?!?
Eppure, era pieno di questi vecchietti che mi offrivano una partita a scacchi. Dunque, a me piacciono come gioco, ma non sono particolarmente bravo e lo trovo un po' lungo, poi figuriamoci a capirci con un settantenne ungherese... E dire che i treni ungheresi non sembrano manco così male, sembrano un po' i nostri seconda classe interregionale: tutto sommato, non mi lamentavo... era un po' pieno, ma quello succede anche da noi... che effetto vedere i vecchietti tra i binari che offrono una partita a scacchi, molto divertente a ripensarci oggi.

PS
sebbene la stazione non fosse proprio un bel posto, non m'è successo niente.

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primarie milanesi

Pisapia, sì io ho votato Pisapia. Così ieri ho giustificato il mio voto, val la pena di riportarlo di qui.
Cordialmente, s'intende.



A proposito delle primarie milanesi, credo sia giusto prendere apertamente una posizione, lo farò per punti, in maniera schematica e semplice.
1. Le primarie sono andate bene, tante energie, tanti progetti, tanta partecipazione e questa è la cosa più importante.
2. Tre candidati su quattro sono di ottimo livello e meriterebbero tutti di vincere. Il quarto comunque ha dato un contributo utile.
3. Se ci sono state le primarie è, in buona parte, merito di Giuliano Pisapia che ha "costretto" gli altri a farle, nonostante titubanze e scorrettezze di una parte politica che cerca solo di imporre i suoi candidati, non capendo che le primarie servono se sono vere.

4. Visto che quasi di sicuro si voterà anche per le nazionali a primavera, l'esito finale dipenderà in buona parte da quello.

A proposito dei 4 candidati.

Sacerdoti.
Bene portare i temi ambientali, una candidatura di bandiera fatta in maniera pragmatica e intelligente.

Onida.
Quello più vicino ai miei ideali, una persona eccellente e di grandissimo profilo istituzionale, ma non è un politico: credo che sia un'ottima personalità, ma non per fare il Sindaco.

Boeri.
Vincerà lui le primarie, è stato mio professore e di lui ho stima personale: ha svolto bene la campagna per le primarie e ha ottime possibilità di vittoria contro la Moratti. Vincesse lui, lo sosterrei, sapendo che se vincesse chi voterò io molti dei suoi sostenitori non farebbero lo stesso. Purtroppo, però, temo che Boeri sia caduto in mano alla peggiore sinistra milanese, quella che non piace, quella per cui Berlusconi perde consensi, ma la Sinistra non ne aumenta. Boeri è stato scelto e imposto da quella Sinistra di cui la Sinistra sempre si lamenta. Mi dispiace, perché le tante energie che lui ha attivato rischiano di essere perse per colpa di questa gente che vuole solo spartirsi gli appalti con Formigoni&co.
Mi piacerebbe poter dire a quella Sinistra, quella che vuole un partito "stile-bocciofila", quella che vuole vedere i sondaggi elettorali e senza fare un discorso culturale, che non va bene, che non si vive di anti-berlusconismo, non si vive di spartizione di appalti tra cooperative. Se il PD in Lombardia è sceso sotto alla Lega significa è perché quella Sinistra non ci piace e dovrebbe farsi da parte.

Pisapia.
Mi piace perché ha un progetto ambizioso, culturale e non legato ai soli sondaggi o alle tattiche di palazzo. Pisapia è un indipendente che ha esperienza politica e giuridica, ha più esperienza e da più sicurezze di tutti gli altri.
Persona semplice e lavoratrice, Pisapia non insegue la Destra ma propone un progetto culturale di Sinistra. Senza di lui probabilmente non ci sarebbero state le primarie. Pisapia mi piace perché ha saputo mettersi/metterci in discussione rispetto a una Sinistra che a Milano non vince.
Mi ha sorpreso notare che nei sondaggi indipendenti, escludendo quelli finanziati dal PD, Pisapia risultasse il più competitivo contro la Moratti.
Per queste ragioni io scelgo Giuliano Pisapia, sapendo che se vincesse Boeri o Onida sarebbero comunque ottimi candidati, nella speranza che Milano guardi avanti, non all'ombelico delle bocciofile.


La Moratti? Beh, qualcosa va detto
1. Delle 3 linee di metrò finanziate da Prodi e grazie alle quali vincemmo l'Expò, grazie a Berlusconi ne rimangono due tronconi.
2. Milano non è più sicura, come dimostrano fatti del taxista pestato, i Rom rimbalzati da un quartiere all'altro, i cinesi ancora lì...
3. Milano è finita in mano alle Mafie, mentre la Moratti cancellava la commissione antimafia comunale.
4. Sull'urbanistica, il nuovo piano è un'enorme colata di cemento (propone +500.000 abitanti!!), mentre parchi e mezzi pubblici non migliorano mai.
5. Ottimo il bike-sharing, peccato che la società che lo gestiva è fallita creando un bel buco e l'assessore che l'aveva promosso sia stato cacciato dalla sua stessa maggioranza...
6. i parcheggi non sono ancora stati conclusi e molti edifici sono a rischio.

7. i giovani hanno sempre meno posti dove andare la sera.
8. il Comune ha un buco enorme, anche a causa della vicenda derivati su cui la Moratti non vuole intervenire.
9. la Moratti è stata condannata per vari reati legati alla corruzione (es. bandi pilotati per il figlio o assunzioni irregolari)
10. Dopo aver vinto l'Expo anche grazie al Governo Prodi, il progetto Expo è in pauroso ritardo mentre già tantissimo soldi sono stati buttati.

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