insegnamenti
31/12/09
"La mano che aiuta è più preziosa di quella che prega"
(M. Teresa di Calcutta).
| I'm not noble and I don't believe in it. I think there're past worlds, worlds that have to come and worlds that will never be, hopefully or unlikely, my Duchy is one of these worlds. | Non sono nobile e non credo nell'aristocrazia. Credo ci siano mondi passati, mondi che devono venire e mondi che non saranno mai, per fortuna o purtroppo è così. Il mio Ducato appartiene a questi mondi. |
"La mano che aiuta è più preziosa di quella che prega"
(M. Teresa di Calcutta).
Prendevo una cioccolata calda con un mio vecchio amico. Domanda di rito per questo periodo: quali propositi per il 2010? Riguardo l'anno passato e penso a quello futuro. Molte cose si potrebbero auspicare, ma voglio concentrarmi su una sola che è il miglioramento della mia efficienza, in particolare imparare a ridurre i tempi per fare le cose.
Ecco, l'ho detto... imparare a fare le cose mettendoci meno tempo. Lo vedo una cosa realizzabile, dipendente in primo luogo dalla mia volontà di concentrazione. Tenere fisso l'output, al limite aumentare anche input o migliorare le tecnologie pur di ridurre i tempi per fare le cose. Proviamoci... ed a ognuno i suoi propositi per l'anno che viene.
Per Natale, mio zio ha regalato a mio padre una foto di loro padre (mio nonno), foto ritrovata chissà dove. La foto ritrae mio nonno con sette dei suoi dieci fratelli, sono in posa su un treno di legno che gli avevano costruito.
Fa effetto perché data l'età di mio nonno dev'essere una foto degli anni '10, sicuramente di prima della Grande Guerra. Mio nonno sembra avere 7-8 anni ed assomiglia incredibilmente a un certo mio cugino. Fa effetto vedere in quella bella cornice d'argento una foto di quasi 100 anni fa, una foto con quel volto di mio nonno che io ricordo appena, un volto che ovviamente ricordo anziano, come ogni nonno appare d'altronde...
Quella foto con il nonno e i suoi fratelli ha la qualità che ci si può aspettare da una foto di 100 anni fa; fa effetto perché il treno di legno che avevano costruito per lui e per i suoi fratelli oggi suona vagamente come quei carri bestiame che usavano per Auschwitz... ma che negli anni '10 ancora manco ci si immaginava; in quella foto si vedono alcuni dei fratelli di mio nonno che morirono nella Grande Guerra e di cui nessuno, in realtà, sa granché.
Eppure, quella foto è ora in bella mostra tra le foto di famiglia, proprio vicino al nipotino nato circa 100 anni dopo quella foto, nato nel nuovo millennio. Il nipotino nato in un anno che, a mio nonno, sarebbe sembrata fantascienza. Chissà cosa pensava un bambino di 8 anni degli anni '10 di quello che sarebbe stato oggi il mondo.
Ripenso a Cent'anni di Solitudine...
Prima di tutti, credo siano le compagnie telefoniche ad essere informate dei gossip, delle coppie che si formano, di chi ci prova con chi, di linee che improvvisamente diventano frequentatissime. Sono le compagnie telefoniche che scoprono prima di tutti se una coppia va in una sola direzione, chi ci sta provando con chi e se, nel momento più bello, finalmente la coppia arriva a fare un abbonamento "you&me" che credo valga di più di una dichiarazione d'amore via facebook.
Forse addirittura l'intensità di contatti telefonici è un termometro dello stato di coppia, non solo di quelle amorose perché capita di messaggiarsi moltissimo anche tra amici o tra colleghi. Certo, le compagnie telefoniche non possono registrare se il rapporto è amoroso/amicale, di lavoro o di litigio, ma non lamentiamocene ad alta voce ché questi potrebbero trovare il modo...
Certo, in alcuni casi questo è il modo più giusto di spendere i propri soldi, anche se non posso non lamentare il fatto che le tariffe inglesi fossero decisamente più basse di quelle italiane, le quali, per esempio, non rispettano i limiti UE sui costi massimi degli sms.
Ma poi, in fondo, non c'è niente di più bello del ricevere un messaggino da una bella ragazza, da un amico lontano, ricevere una buona notizia o una cazzata divertente. Mi secca solo dare i soldi a gente che non è che ne abbia proprio bisogno, ma poi si sa che noi Italiani siamo dei gran ciarlatori.
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Se mi scrivi (Perturbazione)
Un numero è una pura astrazione matematica
ma ti capita mai
di dare un’importanza esagerata a una sola serata
o a di che segno sei
così che dando i numeri le ho dato anche il mio
e dopo stavo come solo sa spassarsela Dio
e aspetto un SMS
come se piovesse
non mi sembra di essere più in me
e se ho scambiato un numero con un’illusione
non si è trattato di una maledetta astrazione
ma è solo perché
porca puttana mi son proprio innamorato di te
un numero è una pura astrazione matematica
ma ti capita mai
di dare un’importanza esagerata a una maglia scollata
o agli anni che non vuoi
così sto dando i numeri e non trovo una via
chiedo clemenza al mio gestore di telefonia
unite le onde del destino
al mio telefonino
e se ho confuso un numero con un’illusione
non si è trattato di una maledetta astrazione
ma è solo perché
porca puttana mi son proprio innamorato di te
clicca qui per il video
Parto da questo articolo perché pone il problema chiave nell'idea stessa di sviluppo.
Un problema su cui non sono ancora riuscito a maturare una presa di posizione perché quel che mi sembra giusto decade di fronte ai problemi della fattibilità.
Quando Willy Brandt diceva che bisogna fare sempre tutto il possibile, mi chiedo quali meccanismi possano rendere fattibile l'idea di una decrescita.
Temo che una scelta etica sia troppo poco, temo che una vita tendenzialmente sobria e morigerata, quale considero la mia, sia un esempio troppo debole per un vero impatto.
Serve qualcosa di più, una forza di cambiamento del mondo pari, almeno, a quello che è il tasso d'interesse o l'inflazione, una forza che ridisegni l'interesse degli individui facendolo collimare con quello collettivo.
Ahimé, mi ritrovo senza risposte forti e convincenti di fronte al più grande problema politico globale di quest'età che viviamo.
Bevo spesso il caffé quando sono al computer, la mattina o dopo pranzo, spesso anche la sera. Tengo un sotto-bicchiere alla mia destra ed uno alla mia sinistra per evitare che la tazzina sporchi il tavolo. Ne ho uno di una roba della Student Union dell'LSE, bianco con un carattere arabo rosso che sembra un fuocherello; l'altro è di una birra, scozzese naturalmente. Quello inglese è decisamente sporco, di quella traccia circolare che le tazzine di caffé lasciano. L'altro è decisamente più pulito col suo bel verdone scuro appena macchiato di caffé nel centro. Ovviamente, li uso anche quando bevo altro come il thé, un succo di frutta o, semplicemente, l'acqua.
Ora che sto riordinando il mio tavolo, i due sottobicchieri rimangono qui.
PS - fuori tema
Noto con dispiacere che dei blog che seguivo, sono quasi tutti ormai inattivi. Per chi ha voglia di leggere di un mondo fantastico, suggerisco questo blog, anche se il portoghese è un po' faticoso da capire.
Non si guarda l'ora quando Maradona inizia a saltare i difensori come birilli.
Non si guarda l'ora quando Tolkien t'assorbe nella battaglia di Gondor.
Non si guarda l'ora quando Obi Wan cade colpito dalla spada di Darth Fener.
Non si guarda l'ora quando abbracci una persona cara.
Non si guarda l'ora quando ci si ritrova davanti alla notte stellata di Van Gogh.
Non si guarda l'ora quando Cannavaro alza la coppa.
Ok... ora a casa abbiamo il digitale terrestre... regalo di Natale... stamattina una prima occhiata, togliessi sport (finalmente fan vedere anche un po' di basket) e un po' più di cartoni animati, l'unica novità interessante è la BBC. Per il resto, non mi sembra ci siano contenuti così innovativi, sono sempre televendite che c'erano anche prima sui canali regionali.
Tant'é.
Calmo, quieto mentre bevo il caffè penso a cosa vorrei dedicare questo Natale. Ho riguardato cosa dissi tempo fa e, con un poco di mestizia, appare purtroppo ancora attuale.
Aggiungo solo il pensiero tutto Cristiano di una rinnovata attenzione alle persone, suare questi giorni di vacanza per dedicarsi alle persone, a quelle a cui vogliamo bene, quelle che altrimenti sentiamo di meno, quelle che ci sono care, ma che vediamo poco.
:-)
Niente di più bello. Una calda serata con fuori la neve. E poi, seppur un po' contro voglia perché stavi bene e perché fuori fa freddo, uscire camminare in una bellissima Milano di notte con 20 cm di neve fresca. Ché per poco Milano sembra Trento, le vie strette del centro storico medievale evocano il Gamla Stan, ma qui non c'è il mare. I palazzi delle istituzioni ammantati di soffice delicatezza, loro che nati in altri tempi rappresentano la mia Repubblica.
Camminare nella neve alta e freschissima. Incontrare un uomo che porta fuori il cane. La solidarietà di chi cammina a tarda notte; il pensiero più dolce per chi è al calduccio tra le coperte. Ma non si immaginino scene di tempeste di neve, Milano era calmissima, elegante, come una bella donna che non ha vergogna nel mostrarsi elegantemente nuda davanti a Tiziano, Manet o Picasso.
Non ho preso alcuna foto perché niente può sostituire il dolce sentimento del camminare nella neve fresca, insolitamente alta per Milano. Manco fosse Trento...
[fine parte poetica]
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[inizio parte logistica]
Con così tanta neve, è normale che il sistema vada in tilt. Succede praticamente ovunque nel mondo e, credo, sempre sarà così. Non lamentiamoci che questo succeda solo in Italia. Ho visto London andare in crisi totale per meno della metà della neve. Non discuterò di errori, limiti, leggerezze che pure ci saranno stati. Ma da quel che so anche altri paesi restano paralizzati in condizioni così estreme.
Quello che probabilmente manca (gravemente) in Italia è la cultura dell'emergenza e del prendersi cura dei propri passeggeri, del fatto che siano persone bloccate al freddo di stazioni e aeroporti. Ché una coperta, un thé, un biglietto rimborsato sono cose da fare per non dare l'idea di speculare sull'emergenza. Un'attenzione al passeggero che manca, quello sì.
Sono sufficientemente disgustato dal dibattito politico di questi giorni. Rido guardando le analogie che si fanno tra l'oggi e l'Italia degli anni '70, derido chi le fa. Rimango della mia idea che ad altri anni si debba guardare, agli anni '20-'30. Sia chiaro, non dico che il Berlusconismo sia un nuovo Fascismo, dico che il Berlusconismo è un fenomeno nuovo, non-più-democratico, profondamente innovatore come lo era il Fascismo. Era cosa nuova e non venne capita; è cosa nuova e non la stiamo capendo.
Read more...Today, café rouge, with my mum. My soul's there, laughing with her.
Read more...In questi giorni tutti presi da chissà quante cose, confesso ieri di aver trovato un sorriso, di quelli tanto semplici quanto sinceri. Ché poi ti addormenti guardando il soffitto col sorriso semplicemente sincero, stupido agli occhi di chi non sapendo non capisce.
Una discussione, non un vero litigio, nata sui non detti, sui fraintendimenti, i dubbi, i non so, non vorrei, i forse, i quella cosa non mi va ma non voglio dirgliela per non ferirlo... però proprio non mi va... e insomma... quelle discussioni che... dai, ci siamo capiti, tanto i dettagli non ve li racconto. Li sa chi li deve sapere, con gli altri voglio solo condividere un sorriso.
Un sorriso è qui ed ora, hic et nunc. E poi ti ritrovi che alcuni discorsi ieri improvvisati, divenuti oggi pensieri interiorizzati, come se l'improvvisazione da cui sono nati non fosse stato moto effimero e contingente, ma una porta aperta all'emersione di un qualcosa che era in me, un valore una regola una guida che avevo dentro, che aveva solo bisogno di essere sotto le luci dei riflettori sopra un palco a farsi vedere per la sua epifania e perché, in fondo, a distanza di anni porto sempre con me una piccola grande verità su cui, immancabilmente, ritorno.
E allora mi stendo sul letto a riposarmi un poco e sorrido. Thames's flowing under Blackfriars Bridge. L'Isère descend la vallée vers le Rhone et la Presqu'Ile de Lyon. Il Grande Fiume bagna la grande pianura. Die Dom in Koeln and the Lothian castle. Mediolanum.
Il potere politico della videocarne
Quello che è successo è terribile. Spiego subito perché, oltre al motivo principale della critica della violenza: Berlusconi ha guadagnato consenso.
Il primo livello del consenso consiste nella ratificazione materiale delle sue ossessioni, nella realizzazione vittoriosa del suo incubo (e della sua finzione) di essere perseguitato, del suo restituire un’immagine di sé martirizzata, esposta, eroica.
Ma c’è un altro livello oltre a quello che deriva dall’essere assurto finalmente a vittima in carne ed ossa di continui attacchi, ed è una cosa molto più importante del consenso volontario, e cioè l’eliminazione del dissenso.
Chiunque oggi si permetta di dire anche solo una parola in più rispetto all’espressione della solidarietà, entrando nel merito della sua storia, precedente all’attimo dell’aggressione (come Di Pietro e Rosy Bindi), è assimilato, simbolicamente e politicamente, a chi ha compiuto l’aggressione.
Da grande esperto della comunicazione iconografica, B, scioccato, sanguinante, barcollante dal dolore, ha mostrato la sua grande consapevolezza epica: ha avuto la lucidità di rialzarsi e uscire di nuovo tra la folla. Per vedere? No: per farsi vedere. Sapeva che la sua immagine sanguinante sarebbe stata in grado di trasmettere un messaggio mille volte più potente delle parole che aveva urlato poco prima sul palco, conscio che la sua faccia, il suo visus, finalmente vestito del tragico sul cui filo lui ha sempre camminato, apparteneva alla classe delle immagini potenti, quelle in cui il pathos è veicolato dallo spettacolo, al pari delle imamagini dell’esplosione delle torri gemelle e di tutte le figure in cui la bellezza tragica esonda dal corpo in rovina e allaga, indirizzandole, le percezioni di chiunque.
Icona Videodromica per eccellenza, il suo viso in serigrafia è già, poche ore dopo, entrato dentro la nostra percezione estetica e politica.
E qui veniamo alla seconda motivazione del terribile: il fatto che l’aggressore fosse uno psicolabile può essere inteso in un doppio, affilatissimo, senso. Si potrebbe dire (è questa la linea seguita da Capezzone e da altri esponenti del Pdl) che poiché quella persona era fragile è stata più sensibile di altre alla campagna d’odio messa in atto contro il premier dalla sinistra, dalla stampa, dai magistrati. Questo vuol dire che l’opposizione politica, il dissenso popolare e la legalità sono strumenti, ormai, eversivi, che agiscono esclusivamente nell’ottica di procurare il massimo danno a B, e non nel rispetto delle regole. E che è solo per l’incrollabile amore che lega le masse alla persona del Premier che episodi del genere non avvengono quotidianamente.
D’altra parte, il fatto che il gesto sia stato compiuto da un “folle”, da un malato, giustifica l’idea secondo la quale l’episodio parla di un caso isolatissimo, patogeno, anomico, di dissenso violento, dal quale ognuno di noi è costretto, dalla propria sensibilità e dal proprio senso etico, a dissociarsi.
Non a caso, B manda a dire dall’ospedale due cose: la prima è “non pensavo ci fosse tanto odio”, come se non ci fosse un dissenso “sano” nel paese contro la sua persona e il suo operato, perché se ci fosse ormai potrebbe manifestarsi solo nelle forme violente dell’aggressione fisica. Questo chiaramente lo rende intoccabile, incriticabile.
L’altra cosa che B manda a dire è: “sono miracolato”. Ecco l’altra violenza, quella linguistica, l’atro livello in cui si esprime il terribile del suo senso della politica: B riguadagna il terreno pericoloso della terminologia sacra, carismatica (l’unto dal Signore), magica, riassumendo in pochi minuti l’abito del martire, di colui che lotta contro tutto e tutti, invincibile, emissario diretto della volontà popolare attraverso la quale si esprime Dio.
La sua immagine potente agisce come una droga: non si può non guardarla e schierarsi. Restare intrappolati al primo livello – e cioè pietà contro sadismo, gruppi di Facebook pro o contro l’aggressore – è l’inganno a cui bisogna sfuggire, perché non permette di vedere la totalità della realtà del rischio politico a cui questo avvenimenti espone il paese.
Per fortuna, l’aggressione non ha leso l’occhio o, peggio, altri organi vitali. Per fortuna per l’ovvio motivo umano, ma anche per il motivo razionale che politicamente sarebbe stata l’apoteosi della videocrazia, il trionfo di un’ideologia mortifera della rappresentanza popolare: rabbrividisco pensando al grottesco di un premier con la benda nera, in piedi alla presidenza di un Consiglio ormai ridotto a puro organo di ratificazione della sua volontà, con l’opposizione azzerata, come si vuole fare in Iran, ma in più forte del potere del suo corpo invincibile, sempre più violento, incattivito, un Dottor Stranamore tragicomico che guida le sorti di un Paese spingendo un bottone con la mano guantata, un O’Blivion totale.
Daniela Ranieri
In Italia, nel mondo, certe cose non succedono a caso. Ricordiamo tutti le stragi di Stato, le dichiarazioni di Cossiga, la volontà di certi poteri oscuri che vogliono che 'i fatti accadano', che ci siano scontri di piazza, tafferugli. Stragi con infiltrazioni dei servizi segreti, nostrani o esteri. Errori coperti in malo modo, come Ustica, o strategie del terrore perché ci scappi il morto, come il G8 di Genova.
Non dico siano premeditate, ma che ci siano strategie per far "accadere le cose". Nel piccolo, la Moratti che va in piazza con padre finto invalido e rispolverato per l'occasione, solo per ricevere fischi il 25 Aprile.
Io credo che si sia voluto che accadesse qualcosa a Berlusconi, il quale ora può sfoggiare il sangue. Quella foto che diventa icona del martire. Tutto questo, dopo un discorso che annuncia il colpo di Stato, quello di Bonn alla sede del PPE, quello dell'attacco e dello sfascio delle istituzioni repubblicane.
C'era dunque bisogno di un po' di sangue per preparare lo stato di allerta nazionale. Forse Silvio avrebbe preferito soffrire di meno, ma non è detto che lui controlli tutti i dettagli di questo gioco. Tartaglia è un eroe del berlusconismo, della politica mediatizzata, dell'assenza di istituzioni di fronte all'unico leader da cui dipendono le sorti di tutti noi.
Mala tempora currunt.
Avevano bisogno di sangue per giustificare lo Stato di assedio, di una opposizione inesistente fatta solo di violenza, di una crisi economica e sociale di cui si sta perdendo il controllo. Non si può rischiare di perdere audience, avanti col colpo di scena e poi... Per l'Italia, o dittatura o guerra civile, credo di più in una dittatura soft, stile Pinochet o Franco nei loro ultimi anni.
Fatico a mettere in fila tutti i tasselli, ma il discorso di Bonn è la teoria di quel che succederà, le proteste di Piazza Fontana la prova generale di quello che è accaduto in Piazza Duomo. Se la traiettoria è questa, ci avviamo ai poteri speciali al premier contro lo Stato di emergenza, magari con qualche altro incidente in mezzo qualora qualcuno avesse dei dubbi.
Attendo con ansia che i fatti mi diano torto.
Eviterò le troppe chiacchiere da bar che girano nelle ultime ore.
Berlusconi ricordi che chi semina odio raccoglie violenza, ma la Sinistra non faccia di Tartaglia un eroe: la violenza è sempre anti-democratica.
Oggi è una di quelle giornate come tante Corri al lavoro rincorri le scadenze la burocrazia i soldi quei problemi strutturali per cui anche stampare una lettera sembra difficile
Oggi ho vissuto varie emozioni la rabbia la stanchezza la delusione la noia qualche poche risatae qualche parola cara la famiglia il mangiare la doccia parcheggiare stendersi sul letto appena rientrati a casa
Scrivere e credere illudersi di aver fatto qualcosa di utile aver detto qualcosa che serva Illudersi di essere un poco meno colpevoli
"All the world's a stage,
And all the men and women merely players:
They have their exits and their entrances;
And one man in his time plays many parts",
Shakespeare, As you like it.
Non so quante parti ho giocato oggi ieri quali ho giocato bene quali meno quali mi sono rifiutato di giocare Quando i monologhi erano al tempo giusto le battute dimenticate quelle che non mi hanno suggerito i pezzi che in scena ci siamo persi E chissà se lo spettatore ha capito Gli applausi il pubblico che rimane freddo Ripenso all'improvvisazione teatrale e poi alle parti che giocavo fino a ieri raccolte in quello che è probabilmente il più bel regalo che abbia mai ricevuto (ma non vorrei offendere gli altri regali...)
Ripenso alla Londoniensis Lectio
Ripenso alle azioni ripenso ai giochi i pensieri le cose guadagnate quelle persone di una giornata che volge al termine E immancabilmente fai l'appello di emozioni persone gioie delusioni amarezze sorrisi soddisfazioni allegrie pensieri dolci sonnolenti assonnati stanchi dell'ora che volge a Morfeo E 'sti dannati chicchi di caffé ricoperti di cioccolata che mangerei a oltranza Dannazione!
Ogni giornata è un cristallo e questa finisce per essere un bilancio di dov'ero appena 3 mesi fa
Un bilancio giocato su questo stesso blog da cui ora lusingariamente mi leggi, caro lettore. Ho fatto una scommessa col Principe su dove sarò fra 2 mesi mentre questo mese mi vedrà girare tra Lecco (lunedì scorso) e poi Torino London Piombino che sono tutti luoghi a me estremamente cari seppur per ragioni diversamente diverse E poi vediamo se riesco a andare a breve anche a ArezzoGotheborgBarcelonaHannover-Rotterdam (ci proviamo ma non in questo mese e dovrei aggiungere Sao Paolo e Bangalore ma qui sparo troppo in alto) Mi ricordo di un anno fa
Nell'improvvisazione devi ascoltare sentire i tempi gli sguardi le azioni le intenzioni le mani che fanno un gesto le gambe che ti lanciano sul palco Capire quando il tuo personaggio deve uscire di scena nella vita poggiare la testa sul cuscino e capire che non deve ostinarsi a giocare una giornata in cui sei stanco Lui il personaggio che in quel momento ti ritrovi addosso
Guardo questo blog e vi vedo troppa politica non mi rappresenta Anche se inevitabilmente è quello che lascio trapelare, al lettore attento che idea strana si farà Sono d'altronde un pessimo politico sono critico e poco propositivo Ma almeno lo ammetto a misera consolazione e autoassoluzione
Occorre essere attenti per essere padroni si se stessi (G. L. Ferretti)
La vita umana non dura che un istante
si dovrebbe trascorrerla a fare ciò che piace.
In questo mondo
fugace come un sogno
viver nell'affanno è follia.
Ma non rivelerò
questo segreto del mestiere ai giovani:
visto come vanno le cose oggi nel mondo
potrebbero fraintendermi
Giovanni Lindo Ferretti
Cencio's di Prato 7 dicembre 1996 Serata di chiusura delle "Notti di Maciste"
PS
ho riletto quanto scritto, cancellando la punteggiatura eccetto quando il discorso riguardava il caro lettore, anima e vittima di questo discorso che è, in fondo, un inno della quotidianeità, un frammento come piace a me. Ho aggiunto anche formattazioni a caso, senza alcun significato.
Io credo nelle istituzioni, nel sapere chi siamo, qual è l'identità collettiva di quel che chiamiamo noi, in quei valori che scegliamo come irrinunciabili, fondanti. I valori verso cui vogliamo andare, quelli da cui veniamo. Quelli verso cui ci sforziamo di assomigliare, quelli che scegliamo per educare i nostri figli.
Io credo nel dovere di far vivere le istituzioni, tracciando una base comune sulla quale dividerci sulle decisioni da prendere. Il quadro dentro cui decidere, la soglia che definisce noi stessi, la comunità a cui apparteniamo. Credo fermamente nel dovere di tutti di partecipare per far vivere queste istituzioni.
Se non ci impegniamo nelle istituzioni, queste muoiono, a prescindere da qualunque decisione ne consegua. Dev'esserci sempre uno spazio condiviso di regole che scegliamo di darci. Possiamo infrangerle, ma allora scatteranno automatismi correttivi che ci siamo auto-imposti.
Io credo che oggi servano le istituzioni. Di fronte alla crisi che è, soprattutto, una crisi del futuro, del non sapere domani e del disperato tentativo di salvaguardare un qualche presente. Sapere chi siamo, da dove veniamo, quali valori ci diamo. L'impegno per qualcosa di comune, a prescindere dalle strade che vogliamo prendere e le idee che abbiamo.
Senza istituzioni, non esiste un "noi". Senza istituzioni, siamo semplicemente degli "io", individualità primitive e atomistiche in interazione, non collettivi sociali. Senza istituzioni, quello che viviamo muore, non si perpetua nel tempo. Lentamente muore chi non si impegna per far progredire le regole basilari della convivenza.
Questo articolo, segnalatomi dal mio Sottosegretario di massima fiducia, evidenzia un grande buco da colmare. Chi è Cristiano, non può condividere il leghismo emergente e dilagante. I valori cristiani sono inconciliabili con la xenofobia razzista della lega, sono valori imprescindibili per un cristiano quelli dell'accoglienza e della solidarietà verso chie è svantaggiato. E' una delle regole base e fondamentali del Vangelo, nessun adito ad ambiguità (che invece potrebbero esserci su altri temi).
Ecco, i cristiani quelli veri, quelli che hanno scelto Cristo e non Mammona, non possono tollerare questo razzismo, non possono tollerare nessuna forma di razzismo o discriminazione, il venir meno del comandamento cristiano dell'Amore è un fatto gravissimo.
Ahimé, assistiamo ad una deriva allarmante di gente che agita una croce senza sopra il Crocefisso. Un cristianesimo svuotato di contenuti travisati per la mediatizzazione, un cristianesimo oserei dire berlusconizzato nel senso che immagine e contenuti non hanno più alcun legame e un'immagine viene usata come spot per strumentalizzare qualunque cosa.
Capisco la difficoltà dell'integrazione, ma è tutta la difficoltà del Cristianesimo, la quale è tutto fuorché una Fede semplice.
Oggi è San Nicola, vescovo di Antiochia. Uno dei padri della Chiesa, uno che in tempi di crisi iniziò a prendersi cura dei bambini orfani e da lì, discende la tradizione di quello che oggi chiamiamo Babbo Natale. Ovviamente sono molto legato a San Nicola. Oggi, come da tradizione, mi farò un regalo, da solo. Un libro, generalmente di filosofia, meglio se usato che mi piace di più e comunque non sopra le 100 pagine ché già quelle per me sono tante.
A voi che leggete, regalo questo video che a me piace sempre molto.
Il giorno dopo una grande consegna, una tirata fatta per sistemare tutte le cose della consegna di fine anno. Ecco, questo è il giorno del diritto del riposo, il giorno in cui puoi rimandare tutto a domani. Il giorno in cui non voglio sentire la parola 'doveri'.
Oggi va così. A domani.
Come tutti, credo, tengo uno straccio nel vano sotto la sella del mio motorino. Lo uso generalmente per asciugare la sella o per tutte quelle che, insomma, ti serve uno straccio.
Tre giorni fa, uscivo dall'ufficio e ho ritrovato quello straccio che era rimasto tutto il giorno lì penzoloni, mezzo fuori e mezzo dentro, schiacciato dalla sella sul bordo del vano.
Un fatto assolutamente insignificante che però, per lui, straccio, è stata tutta quella sua giornata, tutta la sua vita. Tutto il suo mondo era lì, schiacciato dalla sella mezzo dentro mezzo fuori quando tutt'attorno piove. Freddo come il november milanese, quel giorno lui l'ha passato così. Lì, penzoloni e mezzo sporco, come uno straccio dev'essere.
Un fatto assolutamente inutile, insignificante, irrilevante e che per lui è significato il tutto. Lui, lo straccio, che non ha coscienza, non ha vita ed è rimasto indifferentemente appoggiato a penzoloni, schiacciato dalla sella del motorino sotto la tettoia del parcheggio.
Chi ha paura del rischio?
Il rischio non è l'incertezza. Riconoscere un rischio significa avere sufficienti elementi averlo riconosciuto e, in qualche modo, stimato. Ciò non dà alcuna garanzia di successo, alcuna garanzia. Un rischio è stimabile, prevedibile. Puoi immaginarne conseguenze, successi, fallimenti. Non è detto che le tue previsioni si avverino, probabilmente no.
Eppure, il rischio, se riconosciuto, richiede che alcuni elementi siano stati analizzati, considerati e ponderati.
Destra Sinistra (G. Gaber)
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Fare il bagno nella vasca è di destra
far la doccia invece è di sinistra
un pacchetto di Marlboro è di destra
di contrabbando è di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Una bella minestrina è di destra
il minestrone è sempre di sinistra
tutti i films che fanno oggi son di destra
se annoiano son di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Le scarpette da ginnastica o da tennis
hanno ancora un gusto un po? di destra
ma portarle tutte sporche e un po? slacciate
è da scemi più che di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
I blue-jeans che sono un segno di sinistra
con la giacca vanno verso destra
il concerto nello stadio è di sinistra
i prezzi sono un po' di destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
I collant son quasi sempre di sinistra
il reggicalze è più che mai di destra
la pisciata in compagnia è di sinistra
il cesso è sempre in fondo a destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
La piscina bella azzurra e trasparente
è evidente che sia un po' di destra
mentre i fiumi, tutti i laghi e anche il mare
sono di merda più che sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è la passione, l'ossessione
della tua diversità
che al momento dove è andata non si sa
dove non si sa, dove non si sa.
Io direi che il culatello è di destra
la mortadella è di sinistra
se la cioccolata svizzera è di destra
la Nutella è ancora di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Il pensiero liberale è di destra
ora è buono anche per la sinistra
non si sa se la fortuna sia di destra
la sfiga è sempre di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Il saluto vigoroso a pugno chiuso
è un antico gesto di sinistra
quello un po' degli anni '20, un po' romano
è da stronzi oltre che di destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è il continuare ad affermare
un pensiero e il suo perché
con la scusa di un contrasto che non c'è
se c'è chissà dov'è, se c'é chissà dov'é.
Tutto il vecchio moralismo è di sinistra
la mancanza di morale è a destra
anche il Papa ultimamente
è un po' a sinistra
è il demonio che ora è andato a destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
La risposta delle masse è di sinistra
con un lieve cedimento a destra
son sicuro che il bastardo è di sinistra
il figlio di puttana è di destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Una donna emancipata è di sinistra
riservata è già un po' più di destra
ma un figone resta sempre un'attrazione
che va bene per sinistra e destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Basta!
I Bambini sono di Sinistra (Bisio, Rodari, Teruzzi)
I bambini sono di sinistra. Di sinistra, sì, nessun dubbio. Non soltanto per i pugnetti stretti in segno di protesta.
I bambini sono di sinistra perché amano senza preconcetti, senza distinzioni.
I bambini sono di sinistra perché si fanno fregare quasi sempre. Ti guardano, cacci delle balle vergognose e loro le bevono, tutti contenti. Sorridono, si fidano. Bicamerale! Sì, dai!
I bambini sono di sinistra perché stanno insieme, fanno insieme, litigano insieme. Insieme, però.
I bambini sono di sinistra perché se gli spieghi cos'è la destra piangono.
I bambini sono di sinistra perché se gli spieghi cos'è la sinistra piangono lo stesso, ma un po' meno.
I bambini sono di sinistra perché a loro non serve il superfluo.
Sono di sinistra perché le scarpe sono scarpe, anche se prima o poi delle belle Nike o Adidas o Puma, o Reebok, o Superga gliele compreremo. Noi siamo No-Logo, ma di marca!
I bambini sono di sinistra malgrado l'ora di religione obbligatoria.
I bambini sono di sinistra grazie all'ora di religione obbligatoria.
I bambini sono di sinistra perché comunque, qualsiasi cosa tu gli dica che assomigli vagamente a un ordine, fanno resistenza. Ora e sempre.
I bambini sono di sinistra perché occupano tutti gli spazi della nostra vita.
I bambini sono di sinistra perché fanno i girotondi da tempi non sospetti.
I bambini sono di sinistra perché vanno all'asilo con bambini africani, cinesi o boliviani, e quando il papà gli dice "vedi, quello lì è africano", loro lo guardano come si guarda una notizia senza significato.
I bambini sono di sinistra perché quando si commuovono piangono, mentre noi adulti teniamo duro, non si sa bene perché.
I bambini sono di sinistra perché se li critichiamo si offendono. Ma se li giudichiamo non invocano il legittimo sospetto, e se li condanniamo aspettano sereni l'indulto che prima o poi arriva: la mamma, Ciampi, il Papa.
I bambini sono di sinistra perché si fanno un'idea del mondo che nulla ha a che fare con le regole del mondo.
I bambini sono di sinistra perché se gli metti lì un maglioncino rosso e un maglioncino nero scelgono il rosso, salvo turbe gravi - daltonismo o suggerimento di chi fa il sondaggio.
I bambini sono di sinistra perché Babbo Natale somiglia a Karl Marx. Perché Cenerentola è di sinistra, perché Pocahontas è di sinistra. Perché Robin Hood è di Avanguardia Operaia e fa gli espropri proprietari.
I bambini sono di sinistra perché hanno orrore dell'orrore. Perché di fronte alla povertà, alla violenza, alla sofferenza, soffrono.
I bambini sono di sinistra perché il casino è un bel casino e perché l'ordine non si sa cos'è.
I bambini sono di sinistra perché crescono e cambiano.
I bambini sono di sinistra perché tra Peter Pan e Che Guevara prima o poi troveranno il nesso.
I bambini sono di sinistra perché, se ce la fanno, conservano qualcosa per dopo. Per quanto diventa più difficile, difficilissimo, ricordare di essere stati bambini. Di sinistra, poi.
I bambini sono di Destra (Bisio)
I bambini di sinistra...naaa,errore! Ma li avete mai osservati con attenzione?
I bambini son di destra.Tutti! Non lo avete mai notato?
I bambini sono di destra perchè se possono prendere in giro un altro bambino lo fanno senza pensarci troppo.
I bambini sono di destra perchè se gli chiedi un biscotto ti rispondono "NON POSSO,SON GLI ULTIMI DIECI!"
I bambini sono di destra perchè imbrogliano pur di vincere,e se perdono è sempre colpa di qualcun'altro!
I bambini sono di destra perché s'offendono se non li lasci vincere.
I bambini sono di destra perchè fanno sempre il tifo per i cowboy, mai per gli indiani.
I bambini son di destra perchè quando combinano qualche pasticcio non lo fanno MAI apposta!
I bambini son di destra perchè a Monopoli, non si sa come, in prigione non ci finiscono mai!
I bambini son di destra perchè son sempre ottimisti, anche quando non ce n'è alcun motivo.
I bambini sono di destra perchè nelle foto di gruppo fanno sempre le corna.
I bambini sono di destra perchè se trovano uno spazio, anche piccolo, oppure se trovano un albero, tentano subito di costruirci una casettina.
I bambini sono di destra perchè se poi si costruiscono la casetta, mica ti fanno entrare gratis!
I bambini sono di destra perchè hanno paura delle montagne russe!
I bambini sono di destra perchè puoi corromperli facilmente: un cioccolatino, un pupazzetto, una mazzetta...
I bambini sono di destra perchè, diciamocelo, sono sempre di meno. E certo, sapendo che i bambini son di destra, chi ha più voglia di diventar genitore???
A conclusione, anche solo parziale per carità, di questo interessante dibattito, mi concedete un’affermazione che spero ci metta d’accordo tutti?
Destra o sinistra non saprei, sicuramente i bambini non sono di centro!... difatti appena combinano una marachella, cosa dicono? “Io non c’entro!”
E poi, suvvia, ve lo vedete un bambino dell’Udc, o peggio ancora, dell’Udeur?
La Svizzera è stata per lunghi secoli una terra povera, fieramente indipendente un po' perché difficilmente accessibile, un po' perché non interessava a nessuno. Terra di pastori montanari, formaggi e caprai, lucravano un poco sui passaggi tra l'Italia e la Germania, quando questi paesi non erano ancora stati.
Poi vennero gli ebrei e gli esuli, la crisi delle banche della litigiosa e guerriera Italia, la Germania soppiantata dall'emergente Inghilterra, mentre la Francia si parigizzava. Quella terra stretta tra valli e laghi alpini divenne un crogiuolo di rifugiati posti ai margini della civiltà europea.
Un po' parlavano le nostre lingue, si imparò a conoscerli e sembrò utile affidare i soldi a gente 'terza' rispetto alle grandi potenze europee.
I pecorai muovevano capitali, mentre i pastori si facevano affidare prestiti e crediti perché così faceva comodo. Agli Ebrei questo ruolo ben si congeniava rispetto all'etica cristiana, da sempre diffidente verso le banche (ora che i banchieri cristiani son meno diffidenti, si potrebbero raccontare alcune schifezze immani). Gli Ebrei avevan fatto grande Venezia. Chi accoglie gli esuli, come la Catalunya e la Scotia, ma anche i Paesi bassi, ché poi questi con le banche ci san fare che... in fondo... il denaro non puzza... Non solo gli ebrei, sia chiaro, i quali pagano un anti-ebraismo plurisecolare e che, come dice Morin, è l'elemento stesso della differenza ebraica.
La Svizzera ha vissuto di essere crogiuolo di lingue, razze, origini e denari. Oggi sembra rifiutare questa sua anima tollerante che l'ha resa un grande paese. Temo siano i risvolti di una crisi i cui responsabili non vogliono pagare e quindi fomentano l'odio. Semplice, no? Forse è più complesso... probabilmente... ma a caldo questo mi vien da pensare...
AGGIUNTA
Felice espressione che prendo da Repubblica, di una cristianizzazione senza Cristo, una certa destra agita un crocefisso senza il Crocefisso, sventolano un cristianesimo senza Cristo.
Ricorre spesso in questi giorni la mia 'scotch soul'. Dal mito della capitale Edinburgh, la Scozia diventa terra dell'altrove, del non-qui, onirica ed effimera. Fuga leggendaria e un po' molto romanzata. Terra rude, dura, povera e assai avara con chi la deve coltivare, terra di guerrieri, non di cavalieri. Terra di grandi artisti e uomini del sapere, da lassù partirono le due discipline ch'oggi studio, aprirono i percorsi al mio nomadesimo disciplinare. Terra non accogliente, ma di gente in fondo buona, se riesci a capirne l'accento così forte.
Ritorna la Scozia nel whiskey, curiosa bevanda tutt'altro che mediterranea. Alcolico, molto forte, è in realtà un bere da meditazione. Un bere calmo che ha domato il freddo delle lande del Nord, dove la pioggia è regola e l'ombrello l'eccezione. Un bere tutto diverso dal Lambrusco, oppio del popolo mio, o dalla Sangria, decisamente più divertita. Non è neanche il bere da stordirsi per il freddo, quello vero è dell'Europa centro-orientale, della Russia e della Siberia.
Il whiskey è un bere raffinato, senza essere champagne. Il whiskey è stato volgarizzato, quasi stuprato oltremare da chi ne ha fatto un bere inutilmente forte. Certo, non è un bere aristocratico, ma raffinato sì. In fondo, io mica credo nell'aristocrazia. Vizio costoso, lo so, per noi delle terre del Sud, ma in fondo qualche vizio ce lo possiamo concedere. E poi, quella croce bianca che indica vittorie assai poco note. Probabilmente, la più grande vittoria della Scozia è quella di esserci ancora, nonostante tutto. Terra del freddo Nord, fieramente resistente anche se non abbastanza isolata da essere immune dalla gente dell'Europa centrale.
Ripenso teneramente a quella mattina di fine Agosto in cui la lasciai.
La Sinistra, una certa sinistra stupida e ideologizzata, salta sulle barricate ogni volta che la Chiesa apre bocca e osa dire qualcosa che può influenzare la politica italiana (siano esse posizioni giuste o sbagliate).
Una reazione stizzita, violenta, inviperita.
Non tutta la Sinistra è così, grazie al cielo.
La Lega propone di ridurre (=togliere) la cassa integrazione agli immigrati. La Chiesa si oppone e fa sì che il Parlamento ritiri l'emendamento. Grande vittoria per i diritti dei lavoratori immigrati.
Questo in teoria è un grande successo per i lavoratori e questo, in teoria, dovrebbe essere una bandiera della Sinistra. La Chiesa ha concretamente fatto una cosa di Sinistra, salvando lavoratori immigrati, mentre la Sinistra non ha saputo fare niente per i 'suoi' lavoratori (per di più immigrati). Quella parte di Sinistra biecamente anti-clericale ora non sa che fare: è stata incapace di difendere i suoi interessi e si è fatta scavalcare dal suo acerrimo rivale, la tanto odiata gerarchia ecclesiastica.
Ma di questo, tutti tacciono... evidente l'imbarazzo... forse, la Chiesa è qualcosa di più complicato del no alla fecondazione assistita...
Ho a lungo pensato che Fini giocasse semplicemente a fare 'poliziotto buono v. poliziotto cattivo' con Berlusconi al fine di tenere assieme un'ampia porzione di quel pubblico politico. Una messa in scena per guadagnare consensi.
D'altronde, Fini ha suicidato AN con un 'coup de theatre' folle in cui lui stesso era stretto tra i suoi colonnelli. Paradossalmente, ora ha alcuni colonnelli più berluscones dei berlusconiani (Gasparri, La Russa, Matteoli, ...), alcuni opportunisti che si sono sistemati (Alemanno) e una sua frangia che cerca di accreditarsi come nuova Destra moderna. L'idea che Fini possa un giorno sostituire Berlusconi è ormai irrealizzabile ed una sua alleanza con Casini e Rutelli non conquisterebbe certo l'elettorato oggi berlusconiano che, in caso di nuova leadership, o imploderebbe o si unirebbe su un nuovo leader, probabilmente effimero.
Non capisco a che gioco giochi Fini. Che ci siano trame di palazzo legate all'insoddisfazione per il fatto che Berlusconi non ha saputo difendere l'Italia dalla crisi mi pare evidente, il succo di queste trame mi è ignoto. Però pare che una dozzina di pentiti mafiosi si siano messi a parlare contemporaneamente. Questa cosa è un segnale fortissimo di rottura tra la Mafia e Berlusconi, legame ormai storico. Le implicazioni giudiziarie sono assai incerte, quelle politiche sicure.
Ma cosa voglia giocare Fini non lo so, non lo capisco...
In questi giorni sto scrivendo parti della mia tesi di dottorato, in un'immersione totale sulla mia ricerca. Non è la prima volta.
Riguardo le tesi che ho scritto, dalla triennale alla specialistica, da Londra al progetto di diploma. Mai due volte sullo stesso tema, io che pure sono convinto che la conoscenza cresca circolarmente, accumulandosi su esperienze pregresse. Da un lato, credo ci sia un filo conduttore costante, la progettazione delle politiche territoriali, dall'altro questo filo lo vedo solo io. Sigh!
Un nomadismo disciplinare che mi contraddistingue da tempo, una curiosità scientifica che è passione umana. Alcuni grandi riferimenti disciplinari come Karl Polanyi, Douglass North, Ron Boschma e Mancur Olson, oltre ai miei maestri diretti ed a quelli di più ampia ispirazione, da Sant'Ambrogio e Sant'Agostino fino a Hegel, Morin e Ortega y Gasset.
Andiamo avanti, fermarsi mai. Questo non è certo un nomadismo nel deserto...
Trovo incredibile il potere della musica di diventare colonna sonora della mia (nostra?) vita. Di più, alcune canzoni sanno attaccarsi, leggere, interpretare e segnare momenti della mia vita come... non saprei manco dire come. Nel bene, talvolta nel male la musica accompagna. 'London calling' per quando partii, 'Some Sinatra' per quando la lasciai: London, Thames, (my beloved) Blackfriars Bridge.
Questo mi crea una grande gioia, un'intima felicità che talvolta mi diventa confusione quando alcuni pezzi di una canzone non si adattano al momento adeguato.
Ecco, ne deriva confusione e felicità.
Sì, ecco, confuso e felice... proprio di questa canzone volevo parlarvi...
Se c'è una cosa che mi da fastidio è l'aria negli occhi. Viaggio sempre in motorino con la visiera abbassata perché mi da fastidio l'aria negli occhi. In fondo, è un bisogno comune visto che la visiera ce l'hanno un po' tutti i caschi.
Ho viaggiato così, tornando ieri sera a visiera alzata ché il tragitto non era lungo e in fondo lo conoscevo bene, molto bene.
Mi andava di farlo.
L'ho fatto.
Li muri sedparàn, ma ellos sicuretze sugnon ch'ad nos proteggàn. Abattér los muros est rea sì fascinosa, ma sì risckiosza ché nos leva sicuretze et protectione.
Read more...Non ricordo le parole esatte, ma il Bonaparte disse "se ti aspetti dal nemico 10 diverse possibili mosse, sicuramente farà l'undicesima".
Gran verità.
Ne derivano varie applicazioni, tipo se ti aspetti che il nemico attacchi, sicuramente non lo farà o se ti aspetti che ti attacchi in pianura, in collina o nella foresta, sicuramente ti attaccherà in città. Se ti aspetti che all'armistizio segua la pace, sicuramente ti imporrà accordi commerciali. Se speri di stipulare un'alleanza contro qualcuno, il nemico sicuramente sarà già alleato con loro.
Una sorta di legge di Murphy che dovrebbe però insegnarci a non premeditare le nostre azioni, ma a improvvisare. Cioè, imparare a reagire, a interagire per portare a casa il risultato.
Leggevo questo blog di un mio amico. Mentre uscivo, cercando le chiavi nel cestino davanti alla porta, mi è venuta una provocazione nata da un bisticcio linguistico. Perché non proporre a questi industriali l'immunità da disoccupazione?!
Volevo dire indennità di disoccupazione, ma i recenti dibattiti mi hanno buttato in testa questa parola. Scendo le scale, c'ho pensato e mi è sembrata una provocazione interessante da rilanciare qui.
Chi finisce disoccupato per colpa di questi industriali che ribaltano i costi della crisi che loro hanno creato tagliando il lavoro, pur di non tagliare i loro redditi... ecco, a queste persone proporrei l'immunità da disoccupazione per cui i disoccupati licenziati per la merda causata dalla finanza dei consulenti, delle scatole cinesi, delle operazioni fatte senza pini industriali ma solo per speculazione finanziaria... quei disoccupati non possono essere condannati per quello che fanno in stato di disoccupazione, un po' come sono incondannabili quei parlamentari che prendono uno sproposito per fare non si sa bene cosa, ma sicuramente disinteressarsi delle politiche dell'occupazione. Bene, i disoccupati saranno immuni, come lo sono sostanzialmente i parlamentari.
Di fronte a questa minaccia, forse certi presunti imprenditori della finanza taglierebbero i loro suv e le loro piscine e riassumerebbero qualcuno. Taglierebbero alcune loro rendite, evitando di tagliare posti di lavoro per non trovarsi troppi "immuni-potenziali-delinquenti" nelle loro strade.
La mia è chiaramente una provocazione, ma quando ho saputo che gli stipendi della finanza e della consulenza non sono scesi né ci sono stati grandi tagli al personale, nonostante siano loro la causa dei tagli che si abbattono su tutti gli altri settori industriali, bene... urge ristabilire un'equità tra settori. Non è giusto che paghino solo certe industrie la crisi causata dalla finanza, quella creativa e dei milioni spostati in un clic, dalla consulenza senza sostanza (perché c'è anche consulenza vera), la crisi causata dalla privatizzazione dei profitti e la socializzazione delle perdite, la crisi causata dal liberismo di Friedman e amici suoi...
Hay empezado a estudiar castillano: es un fantastico viaje en las racines de mi lengua. Castillano es mas riguroso con las racines latinas que el caotico Italiano o el barbarico francés, y me gusta hacer la distincion con el Català que tiene la herencia de l'Occitan.
Soy muy malo en la classe de Castillano, ma me gusta esto viaje, me gusta como una descubierta de mi origen, me gusta con mi sonrisa mentre hablo muy mal esta lengua
L'ho discusso ampiamente su facebook: D'Alema era una candidatura di copertura per ben più serie personalità. Si fa così, si è sempre fatto così: si manda avanti uno credibile per trattare su un nome vero e, se si fallisce il nome vero, ci si accontenta del candidato-spia.
Io sono un fermo oppositore di Barroso che, come ho più volte spiegato, ha fallito nettamente il suo primo mandato, mancando la riforma della PAC, del bilancio e, soprattutto, facendo fallire il trattato costituzionale che è stato rivisto al ribasso. Lui è il simbolo politico di questo fallimento, sebbene sappia benissimo che il processo decisionale è assai complicato.
Tuttavia, la linea scelta politicamente da questi governi è l'Europa delle nazioni, una cooperazione ai minimi termini giusto per quello che non si può fare a meno di fare. Non è l'Europa dell'integrazione degli anni '90, non è l'Europa di Delors e Prodi, quella del mercato unico, della moneta unica, dell'Erasmus e delle grandi speranze. E allora confermiamo un portoghese gravemente corrotto e politicamente fallimentare affiancato da un Min. degli esteri di un paese che più anti-europeo non si può. Van Rompuy mi piace già di più, per la stima che porto ai popolari belgi e per il senso delle istituzioni che rappresenta.
Tuttavia, il problema è il clima che traspare di una volontà ormai esplicita ed affermata di tenere l'UE ai minimi termini. Spero che quest'ondata delle destre passi (NB in Europa destra significa qualcosa di serio, mica il berlusconismo...) e si ricominci verso la costruzione di un'integrazione europea lavorando su istruzione, ricerca, ambiente e mercato del lavoro. Sogno una politica universitaria comunitaria.
Piccola nota sull'Italia: il paese conta sempre di meno. Siamo screditati da un governo gravemente impresentabile, tagliato fuori da tutte le posizioni rilevanti. Se Draghi diventerà governatore della BCE (e me lo auguro) sarà grazie agli USA che vogliono contenere la Germania e la sua politica monetaria. Ma se Draghi passerà alla BCE, allora sarà un chiaro monito internazionale che la politica economic di Tremonti è un fallimento.
Come pensavo, di fronte all'ennesimo schifo delle Destre (privatizzazione dell'acqua e distruzione del sistema giudiziario a favore dei colpevoli), il PD rimane inerte a palazzo. Incalzato sullo scendere in piazza dall'IdV, il PD rimane bloccato per non mischiarsi con una certa opposizione che di Sinistra non si capisce cosa abbia (dire no va bene, ma poi?).
Bene che si vada in piazza, ma sia il PD a fare una prova di forza e trascinarsi dietro gli altri. Il PD deve dettare l'agenda dell'opposizione attraverso cui incalzare il Governo, non può subire le spinte di IdV e UDC con l'obiettivo sostanziale, abbastanza chiaramente dichiarato da Bersani, di attendere sul fiume la caduta di Berlusconi.
A destra vedo schermaglie manco più nascoste. Non capisco fino a che punto siano schermaglie per le regionali o addirittura per la successione. Dubito che il governo cadrà nei prossimi 12 mesi, al momento non si intuiscono ragioni adeguate per gettare il paese nel dubbio di un'ulteriore transizione elettorale (consideriamo che è dal 2005 col rimpasto di Berlusconi imposto da Follini che l'Italia veleggia tra governicchi auto-bloccatisi). Tendo a interpretare il tutto in schermaglie legate al fatto che non si sa cosa fare per reagire alla crisi a fronte della torta delle regionali (se Berlusconi dovesse cadere, i governatori resterebbero assicurando al centro-destra un ricco patrimonio di lungo periodo su cui ora sopravvive una Sinistra sempre più arroccata).
Poco da dire, un po' di logoramenti da teatrino della politica, a meno che non ci sia sotto qualcosa che non riesco a intuire. Spari a salve in vista delle regionali, nessuno è in grado di reggere questo paese per fare qualcosa (qualunque cosa) di fronte alla crisi ed alla disoccupazione montante.
Vizi virtù morale errori strade percorsi apprendimenti.
La mattina ti alzi, doccia caffé ufficio.
La sera ti corichi.
Le stagioni fanno passare tanta e poca acqua nel letto del grande fiume, quello che scorre tutt'attorno alla mia città. Il grande Fiume che per generazioni ha sfamato la gente mia.
Il fiume che scorre sotto il mio amato ponte da cui altri conquistarono il mondo; i fiumi dove l'8 dicembre festeggiano le luci. E poi il grande fiume del Nord che gira attorno reverenziale alla grande cattedrale nera che si staglia contro il cielo, indomita tra le bombe umane.
Parole discorsi pensieri sguardi mani gambe braccia seni fianchi.
La sera lavi i denti, chiudi le imposte e ti spogli verso le coperte.
La mattina ti svegli.
Per anni i Tedeschi hanno sognato fortemente la riunionificazione, l'abbattimento di quell'intollerabile divisione tra genti della stessa nazione.
Non a sufficienza gli Italiani sognano un paese senza la Mafia.
Mi chiedo se il sogno di stanotte cercasse disperatamente di restare aggrappato tra i vivi o se, semplicemente, cercasse il suo posto nell'archivio mnemonico a cui si accede attraverso i sogni.
Camminavo lungo il Thames sotto un diluvio pazzesco cercando di portare nella mia vecchia stanza i bagagli. Il Thamespath diventato scomodo come Venezia, mentre il buio diluvio trasformava London in una gotica Edinburgh.
Una fatica non sentita nel corpo ché sono altri i sogni da cui ti risvegli con l'acido lattico nelle gambe; persone e volti che giocavano pur ruoli inediti.
Seguendo anche l'ultimo Congresso del PD, di cui come sapete sono stato molto critico, sono giunto a una conclusione su quale forma si debba dare ai partiti.
A lungo tempo, sono stati concepiti come organizzazione di fazioni, un'istituzionalizzazione di legami sociali attraverso cui esprimere solidarietà e rivendicare diritti. In particolare, i partiti di massa hanno avuto la pretesa di essere totalizzanti della sfera pubblica.
Non voglio farla lunga, quello su cui bisognerebbe lavorare è il partito non tanto come patrimonio di legami sociali tra gli iscritti, quanto come luogo di progettazione delle politiche. I legami sociali avvengono ormai fuori e dentro i partiti, sono talmente flessibili e fluidi che non si può (e non si deve) pretendere che i partiti li rappresentino in maniera esaustiva. Di più, bisogna evitare che i legami personali leghino le dinamiche partitiche.
Partiti come centri della progettazione di politiche pubbliche, centri di campagne di interesse collettivo. Partiti come riferimento di associazioni già attive. Partiti come luogo non di produzione di animazione sociale, ma come capaci di dettare un'agenda, una prioritarizzazione ed un orientamento prevalente di una galassia di attori sociali che non per forza devono essere incardinati in un'unica istituzione. Ai partiti deve rimanere quella funzione di raccordo istituzione-elettori.
In termini pragmatici, basta cineforum e bar di partito. Più centri studio e centri conferenze dove dibattere queste idee. Meno cose e ben fatte, più lavoro ai rapporti con le associazioni della società civile e meno pretesa di controllo sulla società civile. Il Partito che include tutto non può tornare. Basta serate tra pensionati a progettare visioni strategiche, più lavoro sulle politiche concrete, sul coordinamento con gli altri. Basta serate con l'eletto di turno, più serate con l'eletto e le proposte. Partiti come luoghi di proposta (e di elaborazione della proposta), non come contenitori delle reti di socializzazione.
Spero che si capisca la direzione che vorrei tracciare. Ne abbiamo alcuni esempi, ma rimane troppa inerzia.
Nel giorno in cui Bersani diventa segretario, Ruffini viene rimosso da Direttore di Rai3 dove ha ottenuto ottimi risultati aziendali a fronte di un budget decurtato per punire la rete rossa.
Bersani l'aveva già detto dopo il I turno delle primarie e aveva lasciato intendere che Ruffini era da rimuovere in quanto rappresentante della mozione Franceschini.
Questa cosa mi fa vomitare perché Bersani replica la logica di lottizzazione per correnti e mozioni, una vecchia logica partitocratica a lui tanto cara (dice che vuole il PD come partito vero). E' il segno di una Sinistra a cui non interessa la meritocrazia, non interessa che Rai3 abbia fatto bene, vuole spartirsi le poltrone della minoranza.
Ahimé, replicano comportamenti perdenti e fallimentari invece di attaccare i problemi veri.
Il PD non è più il mio partito, non lo voterò. Ma non voterò manco l'IdV che è un marasma senza né capo né coda (vd qui). Non ho un partito dove andare. Questa è la mia voce, voterò coi piedi verso liste civiche (c'è pur sempre un'emergenza berlusconiana da contenere) o qualcos'altro. Mi riservo di pensarci da qui alle prossime elezioni. Trovo, in generale, una fatica a far emergere idee nuove, seguirle e coltivarle di fronte a una classe politica refrattaria ormai in mano a gente che non capisce che certi comportamenti sono superati e bisogna sperimentare per innovare.
In these days, I'm a bit sad, melanchoholic, and, since yesterday, also a bit sick. To wake me up, I took the maps of Edinburgh and putted them on the wall where I sleep, close to my pillow.
For me, Edinburgh is a legendary city. This is the "somewhere else", the city of warriors' pride and magic fantasy, the city of some of the best intellectuals (Adam Smith, Patrick Geddes) and the city of fringe festival. City of ideas and arts, city of legends and heroes. The city of Dr. Jekyll, Harry Potter and Sherlock Holmes. The city of the banks where the biggest one is nowadays probably the worst one in Europe (the RBS). Edinburgh is the somewhere else, it's gothic when I come from a romanic culture. The centre is a castle, not a cathedral. University is hidden and the train station at the bottom of a valley. There is the biggest cannon of the world (I'm not sure it's the biggest).
Edinburgh is the symbol of the somewhere else. I love it, I love the Lothian capital and the idea of Scotland. Won by British, they've win so many wars. Such a small country in terms of population, such a big country in terms of surface. Edinburgh.
Mi ritrovo pienamente in quest'intervista a Massimo Cacciari, del quale ammiro l'intelligenza e la posizione politica, meno alcune sue posizioni specifiche.
In particolare, quando dice al PD di Bersani «Gli auguro successo, ma sarà la cosa 2, 3 o 4 di D'Alema. È un dramma quel che si profila nel Pd. L'intesa col centro è inevitabile e 'sta frittata qui, un centrosinistra da prima Repubblica che è il vecchio disegno di D'Alema, non mi interessa culturalmente. Anche se è l'unica via per sconfiggere Berlusconi».
Nel resto dell'intervista Cacciari dice, giustamente, che solo Veltroni ha portato una nuova idea di partito, sebbene fallimentare c'ha provato. Franceschini ha provato a proseguire quella strada, perdendo. Marino rappresenta una posizione non ancora matura per incidere veramente perché lui stesso non ha sufficiente esperienza di partito.
Ecco, a chi mi risponde come la penso sul PD di Bersani, la penso come Cacciari, con la differenza che non ho né la sua esperienza né, tantomeno, la sua intelligenza e lucidità di pensiero.
Questo blog oggi piange il lutto per una grandissima che non c'è più, una di quelle persone che, umilmente, sanno infondere un sapore vero alla vita. Come il sale dà sapore alla terra esaltandone le fragranze, così i poeti (quelli veri) squarciano il velo di verità sulla vita.
Mi rincuora sapere che Alda Merini aveva studiato proprio nella scuola qui davanti a casa, tra casa mia e la mia Chiesa. Quella scuola davanti alla quale parcheggio tutti i giorni il mio motorino. Mi è dolce pensare che Lei tanti anni fa percorresse queste mie stesse strade, nel quotidiano mestiere di studente.
L'avevamo anche conosciuta come famiglia, dedicò una poesia (autografa) a mio fratello. Io gli regalai la cornice, per quel che può valere. Non ho molte parole da dire su di Lei.
Che Dio la benedica.
Ogni tanto mi chiedo cosa combinino certi miei amici il sabato pomeriggio o la domenica mattina. Non tutti, ma di alcuni sarei curioso di saperlo.
Read more...Il dialogo è democrazia. Laddove non c'è dialogo non ci può essere democrazia. Ma questo dialogo deve avvenire pubblicamente, alla luce del sole ed in termini espliciti. Laddove questo manca, la Democrazia viene meno.
Una decisione presa da due persone vale di più, funziona di più, è più radicata e dura di più di una decisione presa da solo. Questa maggiore efficacia è un valore a fronte di una minore efficienza sul breve periodo.
Guardo, accarezzandolo, quel copri-piumone azzurro, blu e verde dalle tinte marine. Lui che sofficemente mi accompagnò a Londra e ora, altrettanto affettuosamente, mi accompagna in queste notti da pieno autunno milanese. Indistintamente svolge il suo ruolo mentre a migliaia di chilometri di distanza scorre il Thames.
Read more...Provo grande interesse per il Grande Fratello perché è un prodotto commerciale netto, con una valenza sociale incredibile. Sia chiaro: non lo guardo e non mi interessa la competizione. Sebbene la Marcuzzi sia una delle mie preferite da tempo, il Grande Fratello mi interessa per lo spaccato sociale con cui si vuole rappresentare una certa Italia. Molto più di X factor o dell'Isola dei Famosi, il GF è la vetrina dell'Italia che sogna di finire da Maurizio Costanzo, che sogna di diventare velina, che vuole stare con una velina anche senza saper giocare a calcio.
Ogni anno è molto interessante come i produttori compongano il cast dei concorrenti adattandolo al paese di riferimento. Molto interessante... da guardare con occhio critico, ma da guardare...
Innanzitutto, come già detto ampiamente, sono molto deluso da questo Congresso del PD. Non è emerso alcun contenuto nuovo e interessante, o meglio niente che sia stato percepito all'esterno. E questo determina il fallimento dell'intero processo congressuale che invece, sia con l'elezione di Fassino sia con quella di Veltroni aveva dato segnali di rinnovamento positivi, propositivi e costruttivi. Le passate primarie, mi avevano dato segnali di interesse, su queste ci avevo sperato. E' un segnale allarmante in un paese che, persa la democrazia, è alla deriva verso un totalitarismo mediatizzato soft. Il paragone che mi viene in mente è con la Spagna dell'ultimo Franco o con il Cile dell'ultimo Pinochet: una dittatura tutto sommato tollerabile. L'assenza di alternativa credibile è probabilmente l'elemento peggiore della situazione (se non Silvio, chi?). Altri congressi che avevo seguito mi avevano dato segnali positivi, questo assolutamente no.
Parto dalla mia terra. Alle primarie regionali voterò Angiolini (mozione Marino) perché ha dato un'analisi giustissima della Lombardia. Il PD Lombardia perde perché perché ha fatto troppi compromessi con Formigoni e CL che, da anni, spadroneggiano in tutti gli ambiti regionali. Come sostengo da tempo, se si vuole fare opposizione ed essere un'alternativa credibile bisogna in primo luogo riconoscere da chi è composta l'attuale maggioranza: Comunione e Liberazione funziona come un partito che controlla i nodi politici, economici e sociali della Regione. A questa lobby, sono alleate altre lobby minoritarie come la Lega Nord ed i Larussiani. Angiolini lo dice chiaramente, per gli altri troppi compromessi, qualunquismi. Martina e Fiano hanno fatto a gara a fare peggio ad ogni elezione di cui erano responsabili. Quest'intervista è, in particolare, aberrante: salvare la Segreteria di un partito regionale sceso anche sotto la Lega e che ha perso TUTTE le elezioni, beh... questa è la morte della meritocrazia politica.
A livello nazionale, dopo una lunga esitazione per la prima volta mi ritrovo a dover votare contro. Contro Bersani, contro la restaurazione di un progetto partitocratico, contro i signori delle tessere, delle trame di palazzo per cercare di far cadere Berlusconi. Contro l'alleanza con l'UDC di Cuffaro, contro il ritorno ad alleanze come l'Unione del 2006 che sono ingovernabili. Contro un candidato segretario così vicino a CL, contro chi ha scatenato la rissa. Contro chi si candida prima del congresso, sostanzialmente sfiduciando l'allora Segretario Veltroni e, peggio, contro chi chiamato ad un atto di responsabilità dopo aver cacciato il Segretario si rifiuta di fare da reggente (poteva fare il vice di Franceschini). Contro chi insulta (Pittella, Penati), contro chi va a dire la parola "Sinistra", ma poi fa un programma dove si dimentica ambiente (aberrante e fuori dal mondo il sì al nucleare), stato sociale (Bersani condivide con CL l'idea della privatizzazione dello stato sociale) e mondo del lavoro (perché nessuno ricorda Damiano che proponeva di dividere tra i Sindacati dei Lavoratori e quelli dei Pensionati?). Voterò per Franceschini perché è l'unica alternativa credibile che possa porre un argine alla deriva partitocratica di Bersani, che oltretutto vuole restringere le primarie ai soli iscritti (eh!?). Contro Bersani che candida Bassolino, Loiero ed altri compromessi in affari di Mafia e corruzione. Contro Bersani che dice sì ai voti della Binetti dicendo "però dovrà rispettare le regole di partito"... ma non le ha già infrante più e più volte?! Pur di raccattare i voti, i bersaniani replicano comportamenti vecchi che ci hanno fatto perdere più volte. Ho provato a parlarne con i bersaniani che conosco, nessuno mi ha risposto ed hanno sempre eluso gravemente le mie domande.
Voterò Franceschini contro Bersani. Ed un po' perché ne apprezzo la persona, perché io sono fiero di essere un Cattocomunista. Perché Franceschini si è assunto la responsabilità di reggere il partito che era nella m***a a causa del linciaggio di Veltroni (che pure non ho mai stimato). Franceschini non è il miglior segretario possibile per il PD, come scrissi quando venne eletto, ma bisogna anche considerare le alternative che ci sono e quindi... E poi, in fondo, Franceschini era la vittima ideale di quella Sinistra che cerca solo qualcuno con cui prendersela perché il mondo non "fitta" il loro ideale... A Marino rinfaccio l'incapacità di saper costruire una candidatura completa. Ha innalzato la bandiera della laicità offuscando il resto del suo programma, che pure mi piace molto. Non avendo dietro le gerarchie di partito, poteva denunciare il fatto che il re fosse nudo, ma si è invece limitato a lanciare messaggi forti su temi settoriali. Mi piace Marino, ne apprezzo molto le idee. Trovo abbia sbagliato decisamente la sua candidatura. Essendo stato castrato dalla partitocrazia bersaniana a cui rischiava di portare via tanti voti (ricordiamo che D'Alema fece di tutto per non farlo candidare, perché nessuno insidiasse il suo cocco, manco Chiamparino che è stato cordialmente accantonato).
In sintesi, sogno una Sinistra che parta dalla Lombardia perché, piaccia o no, questo è il motore del paese... questo è il cuore da cui nascono ricchezza, idee, novità e futuro per l'Italia. Prodi era l'unico che riusciva a prendere voti nel cuore produttivo del paese. La Lombardia sono 10 milioni di Italiani, un sesto, quello più ricco ed aperto al mondo (almeno in teoria). Se non capisci che aria tira qui... mi spiace ma essere maggioranza in Puglia non è sufficiente... e non lo sarà mai! [Sia chiaro, niente contro la Puglia che è terra che amo e di cui apprezzo molto Vendola].
Diceva Willy Brandt "ho fatto tutto il possibile". Mi preparo, da stasera, ad essere un orfano di partito a 27 anni. Se Bersani vince, io mi metto tra quelli che non faranno più parte del PD. Ne fuoriesco e deluso cercherò qualche alternativa fintanto ché il PD non tracimerà.
It's funny to joke native speakers and don't let them understand if you're understanding. They won't be sure that you understood 'til the end, while you can joke and benefit from the situation. It's a misunderstanding game... be careful... but enjoy it!
Read more..."Non si dica quella solita frase poco seria: la politica è una cosa 'brutta'! No: l'impegno politico -cioè l'impegno diretto alla costruzione cristianamente ispirata della società in tutti i suoi ordinamenti a cominciare dall'economico- è un impegno di umanità e di santità: è un impegno che deve potere convogliare verso di sé gli sforzi di una vita tutta tessuta di preghiera, di meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità. "
La Pira
Organizzi per una birra tranquilla il venerdì sera. Mandi una ventina di messaggini per vedere chi c'è. C'è gente che ti risponde "sì, ci sono" o "no, grazie, non posso". E poi gente che non si degna manco di risponderti.
Quest'ultima è quella che mi fa letteralmente incazzare: come se fossimo talmente presi da non trovare manco il tempo di rispondere a un messaggino e dire "no, grazie, non posso".
Una cosa che mi fa ancora più incazzare sono le scuse che si inventano per non averti risposto.
E poi si aggiunga il fatto che siamo (o sembriamo) sempre tutti talmente presi che organizzarsi per una birra pare un'impresa che richiede settimane di organizzazione. E che poi si dice "alla fine ho preso solo una birra con un amico", che non sarebbe la stessa cosa?
Londra non era meglio, in fin dei conti, forse un poco attenuato dato il contesto in cui ero.
Ho deciso che non scriverò mai più a chi non mi ha risposto.
Ogni tanto, ci si incontra e si parla.
Ogni tanto, vai per parlare con qualcuno o qualcuno viene per parlare con te.
Ogni tanto lo si fa per piacere, per dovere, per interesse, per curiosità.
Ogni tanto si parla per noia.
Ogni tanto, andare a parlare è segno di un debito da pagare.
Ogni tanto, che qualcuno venga a parlare con te diventa un credito pagato.
Ogni tanto...
Io sono 'l valtzer che gnun t'aspetti. Sugno lu cantu inattesu nella tua lista da jugari. Sugno un'opera lirika al Leoncavallo, 'nu economista tra 'ngegneri et imprenditori. Sugno l'Italiano per l'Europa, guardo avanti se gl'altri studian la storia, guardo di lato quando si proietta il futuro che vogliamo.
Read more...Uno di quei libri che cambia la vita è "la differenza cristiana" di Bianchi che già dal titolo pone tutto l'interrogativo: in cosa sono differenti i cristiani dagli altri? Non certo nelle etichette che da soli ci diamo assumendoci titoli che spesso sono pubblicità senza sostanza, non certo professioni formali. Servono invece comportamenti sostanzialmente differenti.
Non ho risposte, non credo di averle a portata di mano, le si cerchi cercando la via indicata dal Vangelo. A distanza di anni resto però assai infastidito da un'immagine che mi turba moltissimo.
L'ex Governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio dopo le dimissioni per certi "scandali bancari" (quello dei furbetti del quartierino, per intenderci) venne fatto dimettere perché, in pratica, l'arbitro della competizione tra le banche cercava di comprarsi delle banche. L'alleanza era semplice: Fiorani comprava la banca mentre Fazio truccava le regole in modo da ostacolare gli altri (i dettagli ora non contano). Fazio ne era l'ispiratore e manovratore, Fiorani solo l'esecutore.
Una volta dimessosi, Fazio andava regolarmente in Chiesa a fare il suo servizio come lettore. La cosa mi toccò molto perché il buon gusto del prete dovrebbe quantomeno suggerire di non far leggere le sacre scritture a una persona che ha preferito mammona a Cristo. L'importanza delle regole, delle istituzioni, del buon vivere civile è (anche) un valore cristiano, come può la Chiesa tollerarne la violazione? Non sono certo io a condannare la fede di una persona, ma mi serebbe sembrato saggio evitare che un uomo che ha commesso tali reati legga in Chiesa durante la Messa. I crimini finanziari sono peccati, a mio avviso molto più gravi di tante robe su cui la Chiesa si impunta.
A freddo si può ora capire meglio il caso Boffo. Appena la Chiesa, o meglio una sua parte, ha osato alzare la testa ricordando che il Vangelo condanna chi si da a licenziosità, fornicazione e orge (si veda per esempio il cap. 5 della lettera ai Galati)*. Boffo, ricordandosi di rappresentare una posizione evangelica, decise di non tacere su ciò che era evidente o, quantomeno, di ricordare il contenuto del messaggio che rappresenta(va). Subito, viene impallinato, linciato mediaticamente da un potere ben più forte. Dietro di lui qualche scudo si leva, ma appunto dietro e comunque non tutti quelli che dovrebbero o potrebbero. Si pensi al rumore mediatico fatto dalla Chiesa per la legge contro la fecondazione assistita e gli assordanti silenzi dulle orge di Berlusconi. Bene, appare allora chiaro il messaggio pre-dittatoriale: la Chiesa taccia, rinneghi il messaggio evangelico e lo lasci governare. La Chiesa si piega, mette da parte il Vangelo divisa tra la tutela di interessi materiali, la paura di testimoniare il messaggio di cui è portatrice e qualche eroe. Per tutto il resto della nazione, si ribadisce lo stesso messaggio con cui venne eliminato Enzo Biagi: nessun moderato osi parlare, può parlare solo l'opposizione che fa cagnare, solo gli oppositori che insultano e non propongono. Le TV del padrone assoluto non tollerano che chi ha senno possa levare critiche, possa acquisire visibilità, si rischierebbe di far passare un messaggio altro. Non si può parlare di problemi, non si può parlare di doveri, solo un copione dove contro il padrone possono agitarsi solo quei Meganoidi che, sin dall'inizio, sai che perderanno e che, in fondo, fan paura ma sono innocui.
Il messaggio è quindi chiaro: Chiesa intimorita se anche solo osa bisbigliare, pagata per il suo silenzio e implicito assenso. A tutti gli altri appaia evidente che non si risparmiano manco i servitori fedeli, nessuna deviazione.
Perché succede tutto questo? Seguendo il principio del rasoio di Ockham, mi sono convinto che per far fronte alla crisi ci sia un'alleanza di interessi orientata a tutelare i loro beni, a qualunque prezzo. Eppure, la crisi c'è ed il loro consenso si indebolisce perché fanno fatica a tenere sotto controllo i danni di questa crisi e quindi si irrigidiscono, attuano una massiccia campagna di propaganda mediatica per far vedere che tutto va bene, allontanando lo sguardo dagli affari veri (quanti sanno come sarà la prossima finanziaria?). E' la stessa tattica che usò Mussolini per coprire la crisi del '29. La retorica dell'autarchia era iper-mediatizzata e serviva per coprire le difficoltà che comunque l'Italia stava passando.
* Faccio notare che il Vangelo condanna la licenziosità sessuale, ma non l'omosessualità in se e, tantomeno, questioni di fecondazioni o manipolazioni genetiche. Inoltre, nel messaggio evangelico è assolutamente chiaro che è ben più grave preferire Mammona a comportamenti sessualmente libertini.
Prendo vari pensieri ed osservazioni sparse in giro per quest'Italia. La Destra sa comunicare, sta attivando una strategia propagandistica e di occupazione dello spazio pubblico eccellente: si presentano volti diversi in TV a ripetere una trama concordata. Tutti giocano ad abbaiare più forte per compiacere il sultano agitando la minaccia di una mistificazione da parte dell'altra parte.
La Sinistra ha subito la manifestazione di sabato, un sussulto di richiamo al fatto che l'Italia dovrebbe essere un paese democratico mentre il PD si masturba in un congresso da cui emergono posizioni vecchie ed autoreferenziali. Il PD ha subito il fatto che la parte democratica dell'Italia non si riconosce in un partito che non propone altro che tessere, mozioni e congressi. Mentre il PD dà il peggio di sé, nella miglior tradizione della politica auto-referenziale chiusa nelle sezioni, esiste un'Italia che cerca di ribellarsi, che cerca nuovi leader.
Quel che non si capisce è che è tutto un reality. La TV è controllata dal Grande Fratello che si è fatto anche protagonista di un costante sondaggio elettorale. L'Opposizione non ha più una funzione democratica, ma serve come antagonista, spauracchio per dimostrare che la trama è vera. Ma d'altronde lo sappiamo che i meganoidi non vinceranno mai e servono solo per far vedere che i "buoni" vincono sempre. C'è sempre bisogno di un nemico da agitare, meglio se ben visibile ed assolutamente innocuo. Come d'altronde lo furono gli Ebrei col Nazismo o l'aristocrazia dei padroni con i bolscevichi. Nessuna differenza: serve un rivale ben visibile che sia però innocuo. Ecco che allora Santoro, Travaglio e Di Pietro sono congeniali alla strategia del sultano che ha bisogno di nemici altamente visibili ed assolutamente innocui.
Due cose mi preoccupano. Politicamente, l'opposizione sta facendo emergere non un leader, ma un burocrate di partito sostenuto dai signori delle tessere. Non c'è mezza idea del Congresso del PD che sia arrivata al paese, neanche una spinta di rinnovamento, di opposizione, di rigurgito democratico contro derive da dittatura latinamericana. L'odierno Berlusconi a me ricorda moltissimo gli ultimi anni di Pinochet (non i primi della guerra con Allende, ma gli ultimi anni). Dall'altra parte, questa politica è ormai totalmente avulsa dai problemi concreti: anche la tragedia di Messina viene spettacolarizzata e serve solo come prova per l'eroe del Grande Fratello 2009. E invece la crisi sta investendo il paese con tassi di occupazione (=stipendi che veramente arrivano alle famiglie) bassissimi a cui si risponde allargando le maglie della legalità a tutto favore della associazioni criminali. La crisi c'è, non si può fare sempre finta di niente, ad un certo punto la si paga.
Here, you can find an interesting thesis: socialdemocrats are disappearing because they've won creating a welfare state and a social market system.
I think I agree, although we've to recognize almost three trends.
1) many socialdemocrats are now moving to right wing positions, like Schroeder or Bersani, in order to keep the power. This happens after a significant process of modernisation of their parties.
2) there is a (stupid) return of old-fashion left position to face the previous trend: Lafontaine and Royale are the signs of what I say. They refuse social market, whereas they are still based on the national welfare state*.
3) the new Left is driven by movement in favour of sustainability at the adequate scale. Sustainability does not mean just "environment", it means socio-economic sustainable development, plus sustainability in a temporal perspective.
If I should have to propose a 'manifesto' for a new left wing, I'd like to include also the fact that the EU is necessary as a scale for social state because, as this crisis has shown, we're so linked each other that we can't imagine to continue in this way, nation vs. nation. Usa, China, Brasil, Russia and India are our competitors, could we compete without an adequate size? Not only in terms of market, but politically. We should devolve to the EU policies like school, university and research, environment, VAT, defense, and job market.
We need to re-design a European left, recognizing that we've won in our countries (almost, where left wing gouverned). However, we could be reasonably optimistic if we recognize a general victory and that now we've to restart from zero.
*it's fuzzy the case of Spain, which is not aligned in cultural and political terms to the rest of the EU because it's the youngest democracy. However, Zapatero seems left wing only in terms of civil policy, while economically seems very similar to Aznar.
In Germania, dopo la sconfitta elettorale, lascia l'ondata schreoderiana, ormai degenerata in un "pragmatico affarismo personalista", dopo aver avuto a mio avviso il merito di aver almeno inizialmente saputo modernizzare la Sinistra e il paese. Sono un grande ammiratore dell'SPD, ma ultimamente si erano fatti prendere la mano, per dirla con un eufemismo, perdendo l'occasione di un ricambio generazionale e scendendo a compromessi pur di mantenere il potere: prima, nel secondo mandato come Cancelliere e poi con la Grosse Koalitione, che non poteva non punire l'SPD. Credo che l'SPD abbia perso così tanto perché tali coalizioni non possono reggere e dovevano scegliere decisamente di svoltare e allearsi con verdi ed estrema sinistra. Dovevano innovare, non l'hanno fatto. Hanno perso, ora lasciano.
La povera Italia invece ha una Sinistra che, dopo un tentativo di innovazione molto coraggiosa (il PD e Veltroni al Lingotto) ora si appresta a tornare indietro: i dalemiani stanno monopolizzando un congresso noioso, pieno di rigurgiti plutocratici a favore di potentati che apprezzano di stare in un'opposizione eterna che si spartisce gli appalti con l'altra parte. Narcotizzato dalle idee buone che non vengono fatte emergere (da nessuna parte), i dalemiani hanno appena lanciato un irresponsabile attacco a Franceschini, degno dell'espulsione dal partito di una persona che pure, in passato, stimavo. I potentati si stanno contando in modo che niente cambi, che vengano fatti fuori i tentativi di modernizzazione dei vari Franceschini, Fassino e Marino, mentre finalmente pare che ci si liberi di Rutelli, ormai avulso dalla realtà. La cosa triste e deludente è la logica del contarsi che non ha fatto emergere idee. Credo che all'esterno non sia arrivato mezzo messaggio di rinnovamento, anche perché niente è cambiato, anzi ritorna quella gerarchia di partito che dal 96 continua a reggere il partito, che vinca o che perda. Infine, perché non si creda che sia solo il PD in una situazione ridicola, leggetevi anche questo articolo.
E' una questione di serietà. Chi non ha più la fiducia della gente deve allontanarsi, ma veramente. Perché chi non aveva la fiducia della gente nel 2001 avrebbe dovuto averla nel 2006? nel 2008? E' una questione di serietà.
Canzone dalla fine del mondo (Modena City Ramblers)
Ho sognato che il vento dell'ovest mi prendeva leggero per mano,
mi posava alla fine del mondo tra isole e terre lontane.
Camminavo al tuo fianco sul molo guardavamo le barche passare,
mi cantavi una musica dolce più dolce del canto del mare.
L'orchestra suonava "The blackbird" nel bar sulla strada del porto,
i pescatori gridavano forte fra il vino, la birra e le carte.
Raccontavi le storie di viaggi, di strade, di amici caduti,
di amori incontrati lontano e di amori che il tempo ha perduto.
E i giorni correvano e il tempo nel sogno volava,
stringevo la donna delle isole, ballavamo leggeri nell'aria.
E i giorni passavano e l'oceano li stava a cullare
e il vento alla fine del mondo portava un canto del mare.
Seduti fra pietre e brughiere guardavamo i gabbiani volare
Raccontavi la storia del bimbo che un giorno scappò con le fate
Ma il vento dell'ovest chiamava ed il cielo d'Irlanda svaniva,
mi svegliai in una stanza deserta ubriaco mentre il sogno finiva.
E i giorni che passano sono lunghi e coperti di nero
mi trascino perduto nei vicoli a maledire una terra straniera
E i giorni son secoli aspettando di poter tornare
di nuovo la fine del mondo cullato dal canto del mare
Poco tempo per scrivere, preferisco dedicarlo agli amici. Ma questo articolo merita riflessione.
Read more...A distanza di (tanto) tempo, questo post rimane ancora innegabilmente vero. Ahimé.
Read more...Santoro, così come tutto il grillismo ed il dipietrismo, è un enorme regalo a Berlusconi, fanno vedere che c'è sempre e solo un'opposizione aggressiva, violenta, antiberlusconiana (e quindi intrinsecamente inesistente), che oscura qualunque spinta costruttiva e alternativa. Qualcuno l'ha capito anche nel PD.
Santoro fa il gioco di Silvio, al premier serve far vedere di essere odiato, fa parte della mess'in scena in cui è caduta la politica italiana.
Ho rifatto in motorino quella strada, quella di sempre dall'ufficio a casa. Le calme vie del quartiere universitario e il caos delle circonvallazioni milanesi, verso il centro dove si passa dagli sventramenti degli anni '20 e '50, fino al mio quartiere dove il tessuto ancora medievale è abitato da palazzi dell'ultima industrializzazione.
Ho rifatto quella strada solo apparentemente quotidiana. Esattamente un anno fa, la rifeci di corsa per preparare la valigia e poi, inconsapevolmente, prendere un treno la mattina dopo e ritrovarmi a London.
Abbandonata famiglia e città natale, mi ritrovavo letteralmente catapultato Oltremanica. Ora, mentre scrivo, riprovo tutta la malinconia strettamente personale, quel sentimento che non saprei spiegare se non nello sguardo sbarrato con cui ripercorrevo quelle vie. Era un martedì sera, oggi è mercoledì. Millenario disallineamento tra settimane e anni.
Convinto che il senso di un viaggio lo si acquisisca al ritorno, ora ne capisco molte cose e - ahimé - il confronto deprime data la prospettiva di dover restare nel mezzo della grande pianura, nella città che ha sperduto anima e umanità.
In Italia c'è chiaramente una strategia di regime comunicativo imposto dall'unico monopolista della comunicazione. La situazione è aggravata dal fatto che l'opposizione, o presunta tale, non capisce che le nicchie di spazio che gli sono riservate sono solo congeniali all'unico leader.
L'unico leader ha bisogno di far vedere che c'è un'opposizione divisa, cattiva, che lo odia e che non propone niente. Un'opposizione che dialoga, che fa congressi che dividono e basta, un'opposizione che si fa vedere sempre e in maniera disarticolata.
Il Pubblico vuole vedere che l'opposizione c'è per compatirla e sentire nell'intimo che il princeps è veramente l'unico leader, l'unico salvatore della patria, l'unica risposta ai nostri problemi. Bisogna mettere una carretta di fianco per far vedere che la macchina che stiamo vendendo è buona.
Di fronte a questo attacco non bisogna essere conniventi accontentandosi di accapigliarsi per quei pochi spazi da giocare come antagonisti comprimari, come d'altronde fa Di Pietro.
Un black out dell'opposizione in TV sarebbe un'ottima maniera di protestare. Uno sciopero bianco verso la TV per far capire che c'è un solo leader che in realtà assomiglia sempre di più a un despota che vaneggia, monopolizza, incapace di governare. Un despota mediatico che delira e che non risolve i problemi. Non c'è niente di più patetico di un despota che si affanna per trovare nemici da sconfiggere, finché non verrà accompagnato fuori scena dal pubblico. Si spera, prima che il pubblico se ne debba andare dal teatro.
Non dico che le altre città siano il paradiso, ma almeno a Londra qualche stranezza ti faceva sorridere. Il melting pot culturale evitava l'appiattimento asfaltato dei non-sorrisi milanesi.
L'unica cosa che apprezzo è che ci sono più ragazze "interessanti".
One year ago, I didn't know the persons I met in London, their smiles, their eyes, their voices. A bit of melancholy and sweet surprise to discover you can share so much with someone coming from so far. I bring a small statue of the Holy Mary, from Brasil, right here close to me .
Read more...Non mi pare normale che Bernardo Provenzano scrivesse lettere a Silvio Berlusconi tra il 1993 ed il 1995 a proposito di movimenti politici nascenti.
Non mi pare normale che ci sia questa corrispondenza, sebbene ciò non costituisca un reato di per sé.
Non mi pare normale che in quegli anni Berlusconi facesse nascere un movimento politico.
Tutte queste cose non configurano nessun reato in sé, ma in una democrazia queste cose non mi sembra che siano normali...
Questo articolo segnala il grave degrado degli asili nido milanesi a causa del taglio dei fondi effettuato dal Comune. La questione è di grande rilevanza perché la tutela del valore della famiglia passa attraverso questi servizi, mica dalle siringhe per fare figli! Quanti si fanno fecondare artificialmente (e con quale soddisfazione/rischio/problemi/costi) contro quanti oggi non posso usufruire del servizio di asili nido comunali? Con quale voglia andranno in classe le maestre che hanno avuto stipendi così drasticamente ridotti? Dov'è l'opposizione milanese, silente perché in fondo alcune sue cooperative sono comunque riuscite a prendere la loro quota di appalti, dimenticandosi di tutelare l'interesse collettivo delle famiglie?
Read more...Oggi è uno di quei giorni in cui ti senti un po' vuoto: hai fatto poche cose che ti segnano la giornata, pochi sorrisi. Ordinaria routine, se non fosse che è stato il primo giorno di rientro nel vecchio ufficio. Il Dipartimento s'è spostato, siamo rimasti solo Noi del gruppo di ricerca: terremotati in una scatola di cemento, infissi e amianto. Tutto abbandonato, tranne Noi superstiti, derelitti in uffici vuoti, qualche scatolone e tanti calcinacci per terra.
La vita continua, ma oggi avevo un triste sentore... quello di chi non ritrova l'entusiasmo della nuova vita che comincia, del nuovo progetto su cui metti le mani. Certamente, il mio capo inizia a darmi le cose da fare e, in quello, non ho troppo da lamentarmi: niente di noioso, né di burocratico. Piano piano si riparte, com'è giusto che sia (anzi, pensandoci bene direi che il rientro va bene sotto quel punto di vista).
Eppure...
eppure mi ritrovo in un paese che non è più democratico perché i cittadini non possono più sapere cosa fanno i loro governanti, in un'università dove il gioco è tagliare i progetti cercando di far quadrare un bilancio che è sempre più un colabrodo, una città schiava di inquinamento, razzismo e assenza di futuro.
Ho tanta rabbia dentro, rabbia che fatica a trovare un progetto costruttivo fattibile. E dire che vedo lì l'alternativa, possibile, concreta, facile da individuare eppure così lontana. Mi piacerebbe veramente impegnarmi in politica attivamente, ma vedo il mio partito di riferimento assuefatto in un processo di masturbazione collettiva chiamato "congresso", il tutto per eleggere un segretario già scelto. Il Prescelto di questo rituale dove contano al più i numeri, ma il risultato è noto, bene il Prescelto va a braccetto con la fazione nemica, condannanosi a priori a perdere: ma ci vedete Bersani premier? suvvia! Uno che vuole il nucleare, non parla mai di sostenibilità e va a braccetto con CL può forse rappresentare l'Italia che vorrei???
Ma di tutto quello che mi lascia così, sono le persone quello che mi infastidisce. A Milano sembriamo tutti sempre troppo impegnati. Troppo impegnati per una chiacchierata con calma tra amici, abitiamo troppo lontani per prenderci un whiskey assieme e la birra costa troppo per accompagnarci fuori tutte le sere. La rabbia di non fermarsi per chiedersi come si sta, il fastidio per rinchiudersi nelle proprie case a guardare la TV perché, in fondo, uscire a Milano "è troppo uno sbatta" -ascolto gli U2- La fatica di mandare un SMS in più. Ammetto di sentirmi un po' disperso in questa nuova-vecchia realtà.
Apprezzo il mio compagno di dottorato, una sorta di fratello maggiore di quest'esperienza, che ha il merito di saper rompere quest'atmosfera. Eppur appare raro, lui nel suo sangue sardo-piemontese.
Non ho un filo con cui tessere un ragionamento stasera, è più qualcosa nell'aria, qualcosa di indefinibile che non riesco ancora a convogliare in una reazione costruttiva. Vorrei veramente giocare una partita per il futuro, per l'amore per la terra che mi ha dato la vita e che, oggi, vedo miseramente ridotta a iconografia auto-idolatrante di un mito che non c'è più. Se c'era un mito italiano, non è certo quello che noi oggi idolatriamo.
Esisteva una Milano che lavorava, che scopriva la Lambretta come status simbol di divertimento, ma innanzitutto serviva per andare al lavoro. Esisteva la Milano da bere, dell'aperitivo col Martini perché si iniziavano a godere i soldi fatti col lavoro. Oggi, esiste una Milano che sogna di farsi una velina, mentre intanto predica una morale ciellina e vota un primo ministro che fa le orgette: ma che razza di Milano è questa?! Gli intellettuali che dovrebbero denunciare tutto questo vengono relegati a macchiette caricaturali di loro stessi, mentre la politica gioca il ruolo di comprimario per dare una parvenza di democrazia. Ma la destra italiana non è manco più quella di De Gasperi o l'autoritaria di Cossiga, la destra italiana assomiglia alla Russia di Putin o all'ultimo Pinochet: tutto è concesso, tanto i media non informano di ciò che gli eletti non vogliono far sapere. Mentre la gente perde il lavoro: Malpensa non ha riaperto, le scuole hanno meno insegnanti e in università non si sa chi ci sarà. Ma CL si spartisce i fondi della sanità, gli finiscano come i Filistei. Quale entusiasmo può trasmettere questa città? Chiedetevi quanti e quali stranieri vengono oggi in questa città. Perché ci vengono, se era la loro prima scelta e perché ci rimangono: la città o qualcos'altro? Chiedeteglielo, e se non li trovate chiedetevi perché.
Milano non è la Verità. Milano non è la Verità.
Milano non è la Verità.
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